L'EDITORIALE DI FUSARO - Alternanza senza alternativa. Miseria di destra e sinistra
La miseria della politica odierna italiana rispecchia in maniera perfetta e aderente la miseria della politica in tutto l’Occidente o, meglio, l'uccidente liberal-atlantista, come ormai sarebbe più opportuno appellarlo. Secondo quanto abbiamo provato a mostrare nel nostro studio "Demofobia", stiamo vivendo ormai da diversi lustri nel tempo dell'alternanza senza alternativa, in cui la destra neoliberale e la sinistra neoliberale si alternano al governo garantendo in tal guisa la tenuta dello stesso ordine liberale dominante.
Quest'ultimo appare sempre più simile a un'aquila con doppia apertura alare: con le sue ali destra e sinistra, detta aquila vola alta nei cieli della globalizzazione turbocapitalistica, per poi scendere in picchiata rapinosamente sui popoli, sulle classi lavoratrici e sulle nazioni, secondo quella lotta di classe univocamente condotta dall'alto che caratterizza il desertico paesaggio della globalizzazione neo-liberale. Dobbiamo immaginare, in effetti, la destra e la sinistra in quanto espressioni del medesimo ordine neoliberale come due zelanti maggiordomi, differenti unicamente per il colore della livrea indossata.
In questa fiction che farebbe ridere se solo non facesse piangere, il maggiordomo di destra con la livrea bluette e il maggiordomo di sinistra con la livrea fucsia si sfidano tra loro per conquistare il posto al servizio del padronato cosmopolitico o patriziato sans frontières che dir si voglia. Per questo motivo, destra bluette e sinistra fucsia non si distinguono per le idee e per i programmi, che anzi tendono sempre più a coincidere sotto il segno del liberalismo politico, del liberismo economico, del nichilismo arcobalenico culturale, dell'imperialismo atlantista.
Fanno anzi a gara a chi rappresenta meglio queste istanze e, dunque, può piacere di più ai padroni del mondo. Si dice sempre, e non senza buone ragioni, che presso i totalitarismi novecenteschi vigeva il Partito Unico, dacché tutte le altre forze politiche erano poste fuori legge. Nel quadro del nuovo ordine mondiale liberal-atlantista, la situazione è solo apparentemente diversa: abbiamo certo una pluralità caleidoscopica di partiti, ma tutti risultano varianti del medesimo messaggio liberale e atlantista, cosicché il sempre celebrato pluralismo si risolve in un finto pluralismo, in cui i plurali sono tutti espressione del medesimo.
E, in tal guisa, non esistono realmente partiti plurali, ma un Partito Unico fintamente articolato del capitale, secondo la figura che il mio maestro Costanzo Preve chiamava della omogeneità bipolare o, ancora, secondo la figura che Domenico Losurdo appellava del monopartitismo competitivo neo-liberale.
La stessa struttura di comando dell'ordine neoliberale risulta sempre più simile a una oligarchia finanziaria plebiscitaria: nei consessi privati, la classe dominante decide le proprie traiettorie e le proprie strategie, che poi impone sovranamente ai maggiordomi politici operanti nei parlamenti nazionali. Per parte sua, il popolo si illude di vivere in democrazia perché gli viene concesso di scegliere, con le elezioni, quali maggiordomi mandare a prendere gli ordini in parlamento dalla classe capitalistica transnazionale. Insomma, la democrazia risulta oggi un guscio vuoto, un semplice nome che copre e legittima una struttura intimamente non democratica, de facto coincidente con l'autogoverno della plutocrazia neoliberale e dei mercati.
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