Il Tg5 fa il punto sulla ricostruzione post terremoto: paralizzata da infiniti i vincoli burocratici
Nel telegiornale di Mediaset delle 13 è andato in onda un servizio sullo stato della ricostruzione post sisma nel centro Italia, nel quale è stato intervistato anche il senatore Pazzaglini.
Come esempio della burocrazia da affrontare, viene portato il caso limite di un'abitazione leggermente lesionata o che ha perso solamente il comignolo, che per poter essere riparata ha bisogno, tra le varie carte, perfino del parere paesaggistico e questo dà chiaramente l'idea di quanto la legislazione stia incidendo sulla ricostruzione, di fatto quasi ferma, con solo lo 0,5% degli edifici che è stato riparato.
Le domande presentate, secondo i dati raccolti dal Corriere della Sera, sono anch'esse molto poche, circa il 10% del totale, frenate da norme poco chiare o cavilli, che fino a qualche mese fa bloccavano tutto per una minima difformità edilizia. Sono ancora quasi 50 mila gli sfollati, per i quali lo stato spende una cifra ingente come contributo di autonoma sistemazione. Nel servizio si parla di "una montagna di soldi" che se era indispensabile durate le prime fasi dell'emergenza, oggi, con politiche adeguate, poteva essere destinata ad altro. Oltre all'autonoma sistemazione, ci sono ancora 1500 persone ospiti degli alberghi e 7500 nelle casette, almeno in quelle che non sono ammuffite.
Dice la sua anche il senatore Giuliano Pazzaglini: "Il comune di Visso nel mese di settembre aveva avviato una ricognizione per evitare poi di dover intervenire nei mesi invernali e i fatti hanno dimostrato che eravamo stati oculati in quella scelta, perché purtroppo i problemi stanno emergendo anche in altri villaggi. Tutto questo ci dovrebbe portare ad accelerare i tempi di ricostruzione".
Gli ultimi problemi in ordine temporale potrebbero arrivare dallo scontro sul "Decreto Genova" tra il governo e le quattro regioni coinvolte, con le Marche che minacciano di impugnare il provvedimento che di fatto toglie potere ai governatori, e la scadenza a fine anno della "zona urbana franca", l'esenzione di tasse e contributi per negozi e attività danneggiati dal sisma che oltre allo spopolamento degli abitanti, rischia di mandare via anche l'80% delle piccole imprese.
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