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Il duro sfogo di un'allevatrice terremotata: "Siamo stanchi di bugie e rassegnati allo spopolamento"

Il duro sfogo di un'allevatrice terremotata: "Siamo stanchi di bugie e rassegnati allo spopolamento"

Lei è Silvia Bonomi, allevatrice di ovini che insieme al suo compagno gestisce una piccola azienda a Ussita e che, con il sisma del 2016, ha perso prima la casa e con le scosse successive anche la stalla. Ricordando i tre anni trascorsi dalla scossa del 24 agosto, l'allevatrice ha pubblicato un lungo post nella pagina social della propria attività, in cui fa un bilancio impietoso della situazione post-sisma, analizzando vari aspetti, dalla situazione che definisce "cristallizzata", allo spopolamento probabilmente irreversibile, fino alle problematiche psicologiche che hanno fatto impennare il consumo di psicofarmaci e spinto i soggetti più deboli al suicidio.

Di seguito il post pubblicato sulla pagina Facebook dell'azienda agricola "La Sopravissana dei Sibillini".

Il tempo si è fermato.

Il 23 agosto 2016 fu l'ultimo giorno di normalità del Centro Italia. L'ultimo giorno prima che la notte si tingesse di sangue, di morte, di distruzione. Il dramma, infatti, sembra essersi cristallizzato a tre anni dalle scosse dell'alba apocalittica del 24 agosto 2016.

Le maledette 03:36 del mattino, due minuti dopo un altrettanto macabro orario, quello delle 03:34 del 9 aprile 2009, ricorrenza del mortale terremoto de L'Aquila. "L'ora del Diavolo", la chiama qualcuno. Ma qui l'orario non c'entra, non è questione di orario...Non è MAI stata questione di orario. La terra è un corpo vivo, che si muove, si scuote. E noi, piccoli, impotenti sopra di essa.

La terra si è sempre mossa e sempre si muoverà. Dalle sue viscere continuerà a ribollire il magma, che continuerà a far muovere le placche, le faglie, finché la terra stessa avrà respiro. E non possiamo farci nulla, se non costruire e ricostruire nella maniera più idonea ad i nostri luoghi, altrimenti non se ne esce. Non se ne uscirà mai. Ogni volta piangeremo nuove vittime di nuovi terremoti e poi tutti, tutti noi, sempre più numerosi, cadremo nel dimenticatoio dove ci ha relegato lo Stato Italiano, i vari Governi e Commissari Straordinari che si sono succeduti. Una corsa alle poltrone penosa, vergognosa, fatta di promesse, le solite, senza fondamento e mai, mai, mai mantenute.

Arrampicandosi sempre sugli specchi, sempre gli stessi, addirittura affermando eresie come quella che "non si può cancellare l'ordinanza 189 dell'allora Commissario Straordinario alla ricostruzione Vasco Errani...", ovvero quella, che di fatto, paralizza la ricostruzione. Non si può? Non si può??? Ma siamo sicuri? Perché fino a prova contraria le leggi le fa chi governa...

Siamo stanchi di bugie, rassegnati allo spopolamento intenzionale dei nostri paesi, che più di qualcuno vorrebbe eleggere a "riserva speciale", non comprendendo appieno quanto sia L'UOMO e non gli animali, a rischio estinzione, da queste parti!

Paesi, frazioni, case, scuole, edifici rasi al suolo. Tutto è rimasto com'è. In una parola: la ricostruzione non c'è.

La perdita più immensa, inconsolabile ed insuperabile, quella di coloro che oltre alle proprie case ed al proprio lavoro, hanno perso familiari, amici, vicini di casa, conoscenti. Quelle perdite lacerano dentro, scarnificano il cuore. Si vive, si, ma come? Un trauma del genere è, a volte, insuperabile. Oltre alle centinaia di morti del 24 agosto, si contano innumerevoli suicidi da chi, almeno da quella notte, ne era uscito vivo. L'abbandono, l'incertezza per il futuro, il senso di smarrimento l'hanno fatta da padrone, infiltrandosi nella già fragile psiche di chi il terremoto lo aveva sentito sulla propria pelle. Ciò ha portato ad un innalzamento drastico del consumo di psicofarmaci (soprattutto antidepressivi e sonniferi, anche molto pesanti) e, nei casi più gravi, al suicidio. Per tutte queste persone che hanno posto fine alla loro vita, esiste sono una spiegazione: omicidio di Stato. Il totale disprezzo da parte dei politici, che di noi non parlano MAI, il loro menefreghismo, il falso e solo temporaneo interesse in campagna elettorale, ha fatto si che le persone più sensibili, emotivamente più fragili, amplificassero il loro dolore e le loro problematiche, fino a compiere il salto nel buio più profondo, togliendosi la vita.

Ecco, a tutti i politici, senza distinzione di sorta, di pensiero, di partito, di ideologia, oggi rivolgo il mio più profondo schifo e ribrezzo per la gestione dell'intera faccenda, dalla prima emergenza alla NON RICOSTRUZIONE.

Fateci un favore, ve lo chiediamo col cuore in mano sapendo che forse è l'unica promessa che potete farci: non venite il 24 agosto. Non venite nei nostri territori. Risparmiatevi le passerelle sceme, i segni della croce, il cruccio sulle labbra, le lacrime fasulle agli occhi. Non venite. Continuate ad ignorarci, continuate tranquillamente a far finta che non esistiamo. Continuate come avete fatto per 3 anni a simulare preoccupazione per noi, ma fatelo comodamente dalle vostre case, voi che le avete ancora, e dato che non avete mai, mai avuto un briciolo di compassione vera, rimanete sereni lì, dove siete. Lasciate le persone nel proprio dolore, tra le macerie delle proprie case, in quelle scatole di cartone o lamiera che avete il coraggio di chiamare "casette". Coraggio, si. Perché ci vuole coraggio a dire di aver dato a tutti un tetto. Quanto durerà questo tetto? Con la neve, il freddo...?

Abbiamo capito, sapete, dal primo giorno che non avremmo più visto la ricostruzione delle nostre case. Lo abbiamo capito subito ma lo abbiamo negato a noi stessi, perché non volevamo accettare l'abbandono così palese da parte dello Stato cui dovremmo appartenere.

Lo abbiamo capito da come rapidamente vi siete dimenticati del territorio, relegandolo a qualche trafiletto qua e là sui giornali o a 2 minuti nelle rubriche Tg. D'altronde, eravate impegnati ad arraffare le poltrone, quelle calde comode e danarosamente profumate poltrone per cui vi accapigliate con tanta foga, trasformandovi miracolosamente in coalizione pur essendo di fazioni diverse. 
Ma quanto vi piace? Quanto vi piace il denaro? Anche quello fatto sulla pelle della povera gente, a giudicare dagli appalti Sae, dalla loro stessa iniziale progettazione, agli appalti per qualsiasi cosa legata all'emergenza sisma.

Siete stati e siete penosi. Tutti. E dal più profondo del cuore possiamo ormai solo sperare in Dio, che vi ripaghi con la giusta moneta. A voi, e tutti quelli come voi, per il vostro menefreghismo, la vostra incompetenza, il vostro desiderio di arraffare, di speculare, di mangiare, di guadagnarci su. Che Dio vi ripaghi, e con la stessa moneta che avete riservato a noi. Che Dio vi ripaghi per la vostra mancanza di decenza e di pudore. Vi ripaghi.

La pagina, per rispetto di tutti i terremotati d'Italia dimenticati da questi governucoli, domani non pubblicherà nulla.

Un giorno di silenzio per tutte le vittime del terremoto, figli e figlie di questa povera Italia bistrattata, nonché orfani di qualcuno veramente in grado di amministrarla.

24 Agosto 2016: 299 vite spezzate.

Silenzio.

 

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