“Ha figli piccoli?”: Cisl e Uil denunciano la discriminazione nelle scuole
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Anna Bartolini e Claudia Mazzucchelli:
Siamo le Segretarie Generali di CISL e UIL Scuola Marche, in questo concitato mese di agosto, impegnate quotidianamente ad ascoltare e sostenere gli operatori della scuola che si presentano nei nostri uffici per i complessi adempimenti e gli innumerevoli problemi generati dall’attuazione della legge 107/2015. Con questa lettera vogliamo dare voce allo sconcerto di chi subisce, senza la luce dei riflettori o l’ attenzione dei media, una forma scandalosa di discriminazione.
La voce è quella di tante giovani donne, molte di loro già madri, in questi giorni chiamate a colloquio dai dirigenti scolastici per essere assegnate ad una scuola mediante la tanto declamata “chiamata diretta”.
In molte si sentono chiedere, non tanto la declaratoria dei propri titoli professionali o culturali e delle proprie esperienze e competenze, ma “Ha figli piccoli?”, “Ha intenzione di prendere l’ aspettativa?” , “Ha intenzione di chiedere l’ assegnazione per avvicinarsi a casa?”. Chiaramente una risposta affermativa determina spesso un “Le faremo sapere” che si risolve in un nulla di fatto.
Difficile circostanziare questa subdola discriminazione fatta di frasi sibilline e di mezze parole. Ci sembra di essere tornate indietro di 50 anni, forse qualcuno ha cancellato i diritti sanciti prima dalla legge 1204/71 e poi dal decreto legislativo 151/2001?
Certo nessuno perde il posto di lavoro ma ci sentiamo in obbligo di denunciare e stigmatizzare questi comportamenti che ledono i diritti delle donne e rendono la maternità uno svantaggio e non un punto di forza e di dignità femminile, un valore sociale riconosciuto da tutti.
Tutto ciò con buona pace della “buona scuola” che al comma 16 recita: “ Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità' promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità' tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni,…” . Tuteleremo le lavoratrici con tutti gli strumenti in nostro possesso ma chiediamo a chi ha responsabilità politica di non ignorare e sottovalutare quanto sta accadendo e di riflettere sull’ efficacia e sul “valore aggiunto” che la chiamata diretta porta realmente al sistema scuola.
Commenti