Giuseppe Cruciani, l'uomo dietro il personaggio (FOTO)
Giuseppe Cruciani arriva all’appuntamento con il suo cappello a falda larga, occhi vivaci nascosti dietro grandi occhiali ed un sorriso gentile, a tratti sornione. Cominciamo con un ricordo della sua infanzia, del giorno in cui da bambino, girando continuamente “come una trottola” intorno al tavolo del salone della casa dei nonni, prende un colpo in testa con cinque punti di sutura.
E da qui, ridendo, mi dice: “Magari è proprio questa botta il momento in cui la mia testa ha preso questa direzione!”.
Con tono serio, mi racconta di aver avuto un legame profondo con la nonna paterna, con la quale ha vissuto gran parte della sua infanzia a Roma.
Fin da piccolino ha la passione per il calcio, parlando dei suoi giochi preferiti, con un sorriso furbo mi racconta di una sorta di nascondino al buio che faceva con i suoi compagni adolescenti per aver un minimo di contatto fisico con le prime ragazze.
Cresce, studia discipline classiche,una laurea in Scienze Politiche ed i primi articoli come giornalista. Quando gli chiedo se ci sia stata una figura che lo abbia ispirato nella vita, mi racconta del suo incontro con Pannella in Radio Radicale: l’uomo che lo ha introdotto al sigaro e che gli ha svelato una nuova visione dell’idea di libertà.
Sull’argomento sogni da realizzare, sostiene di non aver mai avuto obiettivi specifici da perseguire, come diventare un conduttore radiofonico o una persona popolare.
“Non ho mai pianificato nulla, ho vissuto in modo spontaneo, ho lasciato fluire, permettendo che le esperienze venissero a me, così la vita ha preso il suo corso naturale. Sono curioso, mi piace informarmi, parlare in pubblico su ciò che accade nel mondo e condividere i mie pensieri. Amo il confronto ed il dibattito, sono appassionato di democrazia e sento forte il valore della libertà in tutte le sue espressioni”.
Parlando del suo talento nel comunicare con il pubblico, si accende in lui una luce e manifesta con entusiasmo la notevole importanza che attribuisce all’uso della parola. Proclama la totale libertà di espressione, sostenendo che l’ imposizione di determinati termini a scapito di altri, rappresenti una forma insidiosa di condizionamento psicologico. È un uomo creativo, sempre alla ricerca di nuovi format radiofonici in cui possa esprimere pienamente la propria identità.
Nella sua trasmissione in Radio è fiero di aver creato qualcosa di originale ed unico; ha sviluppato il valore dell’accoglienza, dando la possibilità a persone diverse tra loro di esprimere la propria voce. In questo modo ha contribuito a restituire una fotografia autentica dell’Italia nelle sue mille sfumature.
Nel corso della conversazione mi rendo conto di dialogare con una persona empatica, affascinato dall’esplorazione dell’animo umano, dotato della capacità di entrare in connessione con le persone.
Il suo atteggiamento apparentemente cinico è per lui necessario per avviare un confronto reale e genuino con gli altri. Sostiene di non aver paura del declino del successo, perché sa che nella vita ogni cosa è naturalmente ciclica, inizia e finisce. Cerca di conservare più a lungo possibile questo momento favorevole, vivendo con passione e presenza il suo presente. La critica non lo spaventa, anzi il il contesto ostile lo stimola. Accoglie volentieri la critica costruttiva, credendo nell’onestà intellettuale di chi si confronta con lui.
Deve invece fare spesso i conti con il suo critico interiore, che con il tempo sta imparando a gestire. Alla domanda cos’è per lui la felicità, scopro un Cruciani quasi romantico nel descrivere il suo luogo dell’anima in un paesaggio estivo di montagna al tramonto, mentre fuma il suo sigaro.
Nel momento dei saluti percepisco di aver appena conosciuto una persona autentica e congruente tra il suo modo di essere ed il suo personaggio. Un uomo che ha trovato il suo più profondo significato di libertà nel non nascondersi e nella trasparenza dei propri pensieri.
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