Effetto "Coronavirus" nelle Marche, calo nel settore Turismo: "Disdette superano il 50% delle camere prenotate"
Disdette, calo di presenze e di fatturato nella regione Marche a causa dell’effetto ‘Coronavirus’.
Il settore turistico ricettivo marchigiano sta registrando pesantissime ricadute economiche per l’emergenza contagio nonostante nella regione non si siano manifestati, ad oggi, dei casi conclamati.
"Le disdette stanno superando il 50% delle camere prenotate - sottolinea Confcommercio -, a causa dei fenomeni legati all’allarme generalizzato. Un altro dato molto preoccupante, per non dire inquietante, è quello della cancellazione delle prenotazioni per la stagione estiva che sarebbe un colpo di grazia per il settore".
Confcommercio Marche sollecita, quindi, un intervento a sostegno delle imprese del turistico-ricettivo da parte dell’ente regionale con una lettera indirizzata al Governatore Luca Ceriscioli: “Siamo consapevoli della gravità della situazione generale – spiega il prof.Massimiliano Polacco Direttore Confcommercio Marche e Segretario Generale Federalberghi Marche –, ma per sostenere un comparto fondamentale per l’economia regionale come il turismo, comparto che anche grazie al riconoscimento della Lonely Planet stava in questa fase faticosamente rialzando la testa, chiediamo sin d’ora che vengano previste concrete misure di sostegno economico per le imprese”.
“Al fine di favorire anche il mantenimento dei livelli occupazionali – sottolinea ancora Polacco –, siamo a richiedere che vengano assicurate adeguate risorse per il funzionamento degli ammortizzatori sociali e che le disposizioni che regolano l’accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria ed in deroga, vengano modificate con urgenza”.
"Tale modifica è necessaria per consentire, anche in deroga alle normali modalità, l’erogazione delle prestazioni senza applicare limiti relativi alle dimensioni ed all’inquadramento contributivo dell'azienda, alla anzianità lavorativa dei lavoratori e alla tipologia del rapporto di lavoro, includendo implicitamente anche i lavoratori stagionali, così come individuati dalla legge e dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni comparativamente più rappresentative. Questo cambiamento sostanziale è importante inoltre in relazione a sospensioni del rapporto di lavoro o riduzioni dell’orario di lavoro che si protraggano per una durata superiore a 3 mesi e comunque sino al completo superamento della situazione di fatto" conclude Polacco.
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