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Dal 25 aprile alla guerra in Ucraina. Ventrone: “L’obbiettivo è costruire la pace attraverso la libertà”

Dal 25 aprile alla guerra in Ucraina. Ventrone: “L’obbiettivo è costruire la pace attraverso la libertà”

Il 25 aprile ricorre l’anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Istituita ufficialmente come “festa nazionale” nel 1949 – tramite la legge 260 – la giornata porta con sé da allora non solo la memoria storica della Resistenza partigiana e di quanti altri morirono per la causa, ma dichiarava apertamente il pensiero collettivo di tutti gli italiani: rifiutare la guerra come strumento di offesa alla libertà di ogni popolo. Quello che poi viene rimandato all’art. 11 della Costituzione.

Eppure, dopo più di 70 anni, il nostro Paese si ritrova ancora a dibattere su guerre, apologie e nuove forme di nazionalismo, oggi forti di nuovi linguaggi, slogan e, soprattutto, alibi. Non è un caso, allora, se sempre più spesso ci si domandi: “Gli italiani hanno davvero la memoria corta? Perché non abbiamo imparato la lezione dagli errori del passato?”

“La memoria è un fatto collettivo. La storia, invece, è studio critico del passato” – ci spiega con una piccola video-lectio esclusiva il professore di Storia Contemporanea presso Unimc, Angelo Ventrone. Insieme a lui abbiamo cercato di comprendere quale sia il rapporto che oggi abbiamo con le ricorrenze storiche, le ragioni che spingono alcune persone a celebrare i nuovi nazionalismi, a distorcere la memoria di certi eventi e, non ultimo, cosa si debba fare per preservarla al meglio.

Di seguito, il video dell’intervista:

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