Covid-19, l'appello dei ristoratori marchigiani: "Chiediamo tutele, altrimenti è impossibile riaprire le attività"
“Alla luce delle prossime restrizioni che saranno obbligatorie per la riapertura dei locali pubblici nella fase 2 legata al coronavirus, ci siamo rivolti agli organi amministrativi competenti comunali, regionali e statali chiedendo alcune tutele. Abbiamo chiesto infatti di intervenire direttamente sull'affitto, magari tramite un credito d'imposta ai proprietari degli immobili estesi agli affitti di ramo d’azienda; bisogna anche mantenere la CIG per i dipendenti e il sussidio INPS per le partite iva almeno fino al 31 dicembre”. Lo chiedono, in una nota, gli addetti del settore ristorazione e i baristi delle Marche riuniti in un gruppo.
“Chiediamo - continuano - che ci sia un congelamento di tutte le tasse, da pagare in forma rateizzata ma dal gennaio 2021, oltre all'annullamento di tutte le tasse delle bollette per le utenze e altre imposte comunali come la TARI e la TOSAP. Altra cosa che riteniamo indispensabile è la sospensione immediata dei mutui sulla prima casa per i titolari di Partita IVA o ditta individuale e per i lavoratori dipendenti in cassa integrazione. Inoltre, si dovrebbe concedere una parte di liquidità a fondo perduto, viste le difficoltà riscontrate nell'arrivare al prestito garantito dallo Stato. Servono, infine, maggiore chiarezza e fattibilità riguardo le disposizioni sulla sanificazione degli ambienti, così come sulle misure di distanziamento sociale, ai quali andranno abbinati dei contributi a fondo perduto per le spese relative agli adeguamenti per rispettare queste misure, che al momento rappresentano la nostra principale preoccupazione. Se queste istanze non dovessero essere accolte, costringendoci a rinunciare alla quasi totalità del nostro fatturato - concludono - verremmo di fatto messi nella condizione di non riprendere le nostre attività lavorative già devastate dall’emergenza Coronavirus”.
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