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Civitanova, la mareggiata affonda una barca di 5 metri: "Fatto grave, interventi necessari"

Civitanova, la mareggiata affonda una barca di 5 metri: "Fatto grave, interventi necessari"

“Con tragica puntualità la 'mareggiata dei morti' ci ha regalato l’ennesimo affondamento di un natante all’ormeggio nel porto di Civitanova; ora la sicurezza dell’area del diporto civitanovese deve diventare la vera priorità dei prossimi interventi”.  E’ questo il commento di Gianni Santori, Presidente dell’Associazione Il Madiere, alla notizia che una barca di cinque metri, ormeggiata presso il pontile Levante e più esposto alle onde provenienti dall’imboccatura, è affondata durante la mareggiata che nella mattinata di ieri ha colpito la costa marchigiana.

"Il fatto è grave e si presta ad alcune considerazioni - aggiunge Santori - che possono tornare molto utili nel momento in cui, dopo il recente incontro promosso dall’Ammiraglio Moretti, ci si accinge ad avviare il confronto con la Regione Marche sulle opere necessarie ad affrontare il tema della sicurezza del nostro porto".

"In primo luogo bisogna uscire dal vago prendendo atto che in occasione di una mareggiata il problema della sicurezza ce l’hanno solo i diportisti perché il resto delle imbarcazioni sono perfettamente al riparo - afferma ancora Santori -;  di conseguenza, il faro che deve orientare i prossimi interventi, non può essere che la sicurezza delle persone e delle barche che sono ormeggiate nella parte più pericolosadel porto, di fronte all’imboccatura. In secondo luogo vanno considerati non solo gli effetti più macroscopici come l’affondamento di una barca ma anche i danni rilevanti e meno apparenti che il moto ondoso, costantemente presente in quella parte del porto, provoca alle strutture; una usura abnorme che i pontili, gli ormeggi e le stesse unità da diporto subiscono tutto l’anno e che una forte mareggiata porta inesorabilmente allo scoperto".

E’ solo grazie agli interventi costanti di manutenzione che le sette associazioni garantiscono - mediante l’intervento di imprese specializzate ed anche tramite il lavoro volontario di molti soci - se in questi anni si è riusciti a limitare i danni: "Non parliamo poi dei costi che le associazioni sostengono senza alcun intervento di sostegno pubblico. Infine c’è il tema della sicurezza delle persone - conclude Santori -. Nel momento in cui un diportista vede in pericolo la propria barca l’istinto di fare qualcosa per salvarla può diventare irresistibile ma mettere piede sui pontili galleggianti in occasione di una mareggiata può essere molto pericoloso per la stessa incolumità delle persone. Chiediamo con forza gli interventi che, da troppi anni, stiamo aspettando con l’auspicio che quello di ieri sia l’ultimo affondamento a cui abbiamo dovuto assitere”.

 

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