Dal Regno Unito a Cingoli per la pensione, la lotta degli Smith contro la discarica: "Ci trattano da stupidi"
Durante il nostro incontro con l’associazione Campagna Pulita di Cingoli, abbiamo avuto modo di incontrare molti dei residenti costretti a convivere con la discarica di Fosso Mabilglia negli ultimi 9 anni. Fra questi colpisce particolarmente la storia di Tony Smith e di sua moglie Linda, originari dell'Inghilterra, ma immigrati in Italia nel 2004.
Lui era il direttore di una fabbrica di birra e lei una project manager nel campo dell’informatica: i due coniugi hanno investito i loro risparmi nelle Marche, acquistando una casa colonica a Cingoli per trascorrere un pensionamento sereno circondati dalla natura.
“Quando abbiamo acquistato la casa non sapevamo niente della discarica – spiega Tony – . Dei sedici anni che abbiamo trascorso qui a Cingoli, quindici li abbiamo passati a protestare”. La casa degli Smith, adibita poi a bed&breakfast, “Villa Castelletta”, sorge poco distante da Fosso Mabiglia, dovendo quindi subire la vista e l’olezzo della discarica, particolarmente fastidioso nelle giornate di vento. “Non si tratta solo del nostro investimento che sta andando male, con la casa e il terreno che perdono di valore giorno dopo giorno, ma dell’ingiustizia che colpisce tutti noi residenti”.
È Tony a gestire l’aspetto più burtocratico dell’associazione, realizzando tabelle, raccogliendo dati e prendendo contatti con amministrazioni e stampa per ottenere risultati, anche se minimi. “Alla prima riunione di Campagna Pulita eravamo in diciassette: sedici cingolani e io che parlavo solo inglese”, racconta.
“Principalmente chi abita in queste zone fa il contadino – continua Smith - e spesso non ha abbastanza ‘empowerment’ per far valere i propri diritti. Questo l’amministrazione lo sa e se ne approfitta: tratta la gente da stupida e questo non è giusto. Noi abbiamo le capacità per opporci correttamente e lo faremo, in Inghilterra non sarebbe mai successa una cosa del genere”.
Tony racconta la storia nei dettagli, ripercorrendo i passi che hanno portato la situazione a degenerare fino alla condizione attuale: “Ho scritto 18 articoli solo lo scorso anno, prima in inglese poi tradotti in italiano, nel tentativo di dare voce alla mia comunità, poco numerosa e ancor meno rumorosa”. Lo scritto più recente risale allo scorso 3 aprile, una lettera al sindaco Michele Vittori in seguito all’assemblea di Botontano dal titolo di ‘Cingulum contra mundum’.
“Senza questi sforzi tutti andrebbero avanti facendo i propri comodi e ignorandoci del tutto – spiega Tony Smith - L’invito al sindaco Vittori è di procedere con tutte le sue possibilità e presentando di nuovo ricorso al Tar, misure che almeno rallenterebbero le cose. Cingoli non vuole più piegarsi alle violenze di Ata 3: siamo vittime di un sistema che preferisce lasciare le cose come stanno piuttosto che trovare soluzioni vere. Troveranno ogni mezzo possibile per ritardare la decisione in modo che il proprio territorio non venga scelto, sperando che Cingoli continui ad ospitare la discarica a tempo indeterminato”.
“Come se sette lunghi anni non fossero bastati, come se due proroghe per altri 2 anni non fossero state sufficienti per dare tempo ad ATA di trovare un nuovo sito – si legge nella lettera -. Siamo arrivati alla scadenza e si ha bisogno di ulteriori quattro anni per decidere ancora nulla. Il terzo bacino distruggerebbe ancora di più la vita della nostra comunità e rovinerebbe la reputazione di Cingoli per bellezze naturali e turistiche”.
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