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Amato (INGV): "ancora inutili polemiche sul calcolo della magnitudo"

Amato (INGV): "ancora inutili polemiche sul calcolo della magnitudo"

“Secondo qualcuno l'INGV la abbasserebbe (chissà poi a che pro), e lo avrebbe fatto anche dopo il terremoto di giovedì scorso nella zona di Spoleto. L'origine di questo sospetto è difficile da rintracciare, ma il meccanismo con cui accade è sempre lo stesso: si vanno a cercare le notizie in rete subito dopo l'evento e si trovano le prime stime di magnitudo pubblicate da enti nazionali o internazionali con dati provvisori e incerti. Anche nel caso dell'evento di giovedì sono uscite varie stime, qualcuna più alta e qualcuna più bassa, come mostrato in figura (dal sito dell'EMSC)”. 

Così sbotta il sismologo Alessandro Amato in un post sulla sua pagina facebook in merito alle ricorrenti polemiche sul metodo di calcolo della magnitudo dei terremoti.

“Ma, poiché la magnitudo Richter si deve calcolare (per definizione dello stesso Charles Richter) su sismometri posti a distanze minori di 600 km, per un terremoto in centro Italia quasi tutti i dati utili sono quelli della Rete Sismica Nazionale INGV. Perciò ognuna di quelle stime degli austriaci, dei tedeschi, dei francesi (che si incazzano, cit.) si basa su una combinazione di dati INGV e qualche altro dato al di là delle Alpi. Non essendo nessuno di questi Enti transalpini responsabili per quanto si fa e si discute in Italia, a loro non importa molto di fare un po' di confusione. O meglio, immaginano forse che tutti capiscano che una stima come la magnitudo si può fare con varie tecniche e varie combinazioni di dati e quindi mostrare valori differenti tra Enti, o variazioni nel tempo dello stesso parametro all'aggiunta di nuovi dati, sia perfettamente normale. Non conoscono evidentemente l'atteggiamento di molti nostri connazionali”. 

 

 

E termina in modo più che esplicito:

“In conclusione, nella seconda figura vi mostro come è stata calcolata nella sala sismica INGV la magnitudo Richter del terremoto dell'area spoletina. La ML è determinata a partire da ben 256 dati! (si intende valori della massima ampiezza su ogni sismogramma a una determinata frequenza). La distribuzione è da manuale di statistica: la mediana viene 3.85 (arrotondato a 3.9) ma vedete anche come ci siano valori anche notevolmente distanti dal valore medio, a causa delle caratteristiche con cui si propagano le onde nelle varie direzioni e attraversando rocce diverse. Per questo motivo è meglio fare i conti con più dati possibili e dopo che ogni terremoto è stato rivisto dai turnisti sismologi.

 

Preferiamo aspettare qualche minuto in più e dare una stima robusta piuttosto che sparare i primi numeri e rettificarli poco dopo”.

Questa in sintesi la filosofia degli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Grazie Alessandro della chiarezza!

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