Torna, puntuale, anche oggi la consueta rubrica "Chiedilo all'avvocato", curata dall'avvocato Oberdan Pantana.
In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente tematiche riferibili alle responsabilità in generale e nello specifico a quella dovuta da infortunio di un calciatore nell’utilizzo di una struttura sportiva.Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo alla responsabilità penale del gestore dell’impianto sportivo in occasione di un infortunio accorso ad un atleta dovuto alla cattiva manutenzione del terreno di gioco. Di seguito le spiegazioni dell'avvocato Pantana.
Caso giuridico: Un calciatore finisce a terra a causa di un avvallamento coperto dall’acqua procurandosi così un serio infortunio. Sotto accusa le condizioni del terreno da gioco in sintetico. Il fattaccio si verifica quando, durante una partita di calcio, un atleta viene tradito da "un avvallamento occultato da una pozzanghera", riportando serie lesioni fisiche. A finire sotto accusa sono le condizioni del campo in erba sintetica: in particolare emerge che «si erano formate pozzanghere, caratterizzate da infiltrazioni d’acqua sotto la moquette presenti sul terreno da gioco», e diversi testimoni raccontano che "nelle pozze presenti il terreno affondava fino alla caviglia". A fronte di tale quadro probatorio, la responsabilità per il brutto incidente viene attribuita al presidente della società calcistica che utilizza abitualmente il campo. Lui, in qualità di "gestore dell’impianto sportivo", viene condannato per il reato di "lesioni colpose" di cui all’art. 590 c.p. , oltre a dover risarcire la parte offesa.Difatti, i Giudici della Suprema Corte sottolineano, innanzitutto, che, a fronte di "lesioni colpose patite da un calciatore", "il gestore di un centro sportivo è titolare di una posizione di garanzia, che gli impone di adottare le necessarie cautele per preservare l’incolumità fisica degli utilizzatori, provvedendo alla manutenzione delle infrastrutture e delle attrezzature". Spiegano, infine, i Giudici che è sempre il gestore dell’impianto a "dover governare i rischi connessi alle caratteristiche del campo sportivo" e a "dover impedire che esso presenti problematiche nell’utilizzo anche in condizioni meteorologiche avverse".In particolare, il presidente della società calcistica "ben poteva rappresentarsi che sul campo si potessero formare pozzanghere d’acqua, e quindi era tenuto ad impedire" che si verificasse tale situazione, in quanto lo stesso risulta titolare di una posizione di garanzia, ai sensi dell’art. 40 comma 2 c.p. ed è tenuto anche per il disposto di cui all’art. 2051 c.c., a garantire l’incolumità fisica degli utenti e ad adottare quelle cautele idonee ad impedire il superamento dei limiti di rischio connaturati alla normale pratica sportiva, con la conseguente affermazione del nesso di causalità tra l’omessa adozione di dette cautele e l’evento lesivo accorso ad un utente dell’impianto sportivo. (Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza n. 9160/18; depositata il 28 febbraio 2018).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
È accaduto ieri sera sul lungomare Sud di Civitanova, quando un signore che stava parcheggiando la propria auto, ha visto nei giardini accanto alla strada una coppia con due cani, uno dei quali stava defecando sull'erba, proprio in quell'istante.
Dato che i due sembravano allontanarsi, l'automobilista ha chiesto loro, in maniera abbastanza decisa, di raccogliere la pupù del proprio cane, rimanendo a controllare che questo venisse realmente fatto.
La donna che teneva il cane al guinzaglio, ha aperto la borsetta, tirato fuori un sacchetto ed effettivamente raccolto la deiezione, mentre l'uomo che era con lei, un po' indispettito per essere stato ripreso, ha detto che non stavano andandosene ma semplicemente spostandosi per appoggiare la borsa sulle fioriere poco distanti.
Fatto sta che una volta raccolto il bisogno del proprio animale, invece di buttarlo nel cestino, i due l’hanno sbrigativamente gettato all'interno della fioriera che non è di certo il luogo più adatto per buttare i rifiuti.
Procedono spediti e dovrebbero terminare prima dell'inizio delle ferie di agosto i lavori di messa in sicurezza del "vecchio ponte dell'Annunziata" sulla strada 78 Bis "Montecosaro - Montegranaro". Completate le operazioni di asporto dei giunti usurati, si procederà con l'asfaltatura e immediatamente dopo con la posa in opera dei nuovi giunti di dilatazione.
Per evitare fastidiosi rallentamenti e con l'obiettivo di favorire una celere esecuzione dell'intervento, il traffico è stato completamente deviato sul nuovo ponte costruito qualche anno fa in adiacenza. L'intervento è stato affidato alla ditta ASE - applicazioni Speciali nell'Edilizia di Pescara che lo scorso hanno aveva già effettuato lo stesso genere di lavori sul ponte Chienti lungo la Corridoniana. Alla spesa complessiva per la realizzazione del progetto appaltato per 190.000 euro, contribuirà anche la Provincia di Fermo in proporzione al tratto di ponte di sua competenza."La messa in sicurezza del vecchio ponte dell'Annunziata - dice il presidente della provincia di Macerata, Antonio Pettinari - rappresenta un altro obiettivo raggiunto da questa Amministrazione nonostante i continui tagli finanziari con i quali negli utlimi anni ci siamo dovuti confrontare."
Oggi presso la Sala Polivalente “Amici del Trentino”, ubicata nell’area S.A.E. del Capoluogo, si è tenuta un’affollatissima assemblea pubblica aperta a tutti, residenti e proprietari di seconde case per illustrare il documento finale della “Microzonazione sismica di III° livello” e le attività inerenti la ricostruzione pubblica e privata. L’assemblea è stata aperta dal Sindaco Mauro Falcucci, presenti anche il Vice Sindaco Ovidio Valentini, l’Assessore Maurizio Marinelli, i Responsabili dell’Ufficio Sisma Arch. Marco Guardascione e Ing. Michele Fraticelli, unitamente al Dott. Geol. Marcello Maccari e Prof. Geol. Alfonso Russi che hanno redatto il documento di Microzonazione di terzo livello. Il Sindaco ha innanzi tutto richiamato l’avvenuta approvazione da parte della Camera dei deputati del D.L. n. 55/2018 così come licenziato dal Senato sottolineando la delusione per il mancato accoglimento degli emendamenti presentati, con particolare riguardo a quelli riguardanti le difformità con incrementi pari al solo 5% sulle manutenzioni straordinarie (richiesti incrementi fino al 20% come il piano casa), misura che non consentirà quell’accelerazione che già registra un ritardo non più accettabile. Vedere totalmente disattese le richieste di emendamenti al testo originario, peraltro note a tutte le forze politiche e oggetto anche della campagna elettorale delle recenti elezioni politiche specialmente dei partiti oggi al Governo, preoccupa e non fa affatto intravedere che l’impianto dato al sistema gestione terremoto, ritenuto da tutti oggettivamente inadeguato e inappropriato, venga a breve modificato. Perdura l’estensione normativa uguale a tutti i 138 Comuni senza alcuna differenziazione per specifiche circostanze, senza quell’attenzione per quelle realtà che non esistono più, come quella di Castelsantangelo sul Nera e altre limitrofi e questo non depone verso una vera ricostruzione. Occorre, ha ribadito il Sindaco, che il Governo riservi da subito un’attenzione legislativa alla tutela delle aree montane, proponendo una rivisitazione della Legge n. 97/1994 ad oggi totalmente disattesa per mancata approvazione (sono trascorsi 24 anni) dei Decreti Legislativi attuativi che avrebbero dovuto prevedere agevolazioni, contributi, esenzioni e mantenimento dei servizi essenziali come la scuola e la sanità. Si ricorda che la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane, ai sensi dell’art. 44 della Costituzione, rivestono carattere di preminente interesse nazionale (Cfr. Finalità della Legge n. 97/1994). Approvare subito specifiche misure legislative di salvaguardia e di tutela della montagna italiana popolata da 10 milioni di cittadini, significa destinare una reale attenzione e dare un significato vero alla ricostruzione che avverrà nei prossimi lustri, altrimenti una riedificazione finalizzata a se stessa non ha ragione di essere portata avanti. Le popolazioni terremotate hanno il diritto di risposte serie con conseguenti norme certe, basta con le promesse, basta con gli slogan, ci voglio subito i fatti! Il documento finale della microzonazione ha mostrato come reagisce il territorio comunale alle sollecitazioni sismiche consegnando un elaborato di estrema utilità ai professionisti che dovranno progettare gli interventi di ricostruzione. Ha evidenziato che non ci sono limiti oggettivi che inficino la non ricostruzione di come era. Il sindaco ha però richiamato l’attenzione che questo documento tecnico non è il solo che consente un’immediata pianificazione, ma il piano dei dissesti idrogeologici, che dovrebbe a brevissimo essere approvato dal Commissario per la Ricostruzione specificamente per i tre Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso, è indispensabile perchè necessario per affidare gli incarichi professionali per la redazione dei Piano Attuativi delle 9 perimetrazioni approvate a novembre 2017 (Primo Comune dell’intero cratere). Molto apprezzato il pieghevole che è stato consegnato a tutti i partecipanti che ha riportato tutti i numeri del sisma, le donazioni in risorse e in interventi, i mezzi donati, le opere approvate e quelle pianificate, insomma, un documento che evidenzia la massima trasparenza dell’operato dell’Amministrazione comunale. E’ stato ribadito più volte che la ricostruzione sarà un percorso partecipato con tutti cittadini e il confronto sarà periodico con i professionisti incaricati per la predisposizione dei Piani attuativi e che la regia della pianificazione sarà in capo all’Amministrazione comunale che si avvarrà anche delle competenze collaborazione dei politecnici di Milano e Torino che hanno già iniziato un studio sul territorio. L’assemblea è stata molto partecipata e attenta, tanto che le domande avanzate hanno rilevato non solo la voglia di tornare quanto prima, ma di essere pronti a qualsiasi manifestazione pubblica in qualsiasi Sede che acceleri le procedure fino ad oggi individuate che si sono rivelate carenti per efficacia ed efficienza. Non possiamo più accettare supinamente di essere presi in giro, è stata la sintesi dei tantissimi partecipanti!
Via libera definitivo del Parlamento al decreto legge sul terremoto. Il provvedimento contiene una serie di misure urgenti per le popolazioni del centro Italia ed è stato approvato dalla Camera, giovedì 19 luglio, in via definitiva, con 398 sì, 98 astenuti e nessun voto contrario.
“Oggi dal Parlamento – ha commentato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, – arriva un importante segnale di unità e attenzione verso i terremotati del Centro Italia. Le popolazioni ferite dal sisma, che ho incontrato nei primi giorni del mio incarico, non devono sentirsi abbandonate. Il Governo è dalla loro parte”.
Il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, nel corso del dibattito ha annunciato che per la struttura commissariale ci saranno interventi di rifinanziamento nella legge di Bilancio e che altri interventi potrebbero essere previsti in prossimi provvedimenti. Tra questi, l’inserimento di un sindaco nella cabina di coordinamento e l’inserimento dell’Università tra i soggetti attuatori. Il Governo, inoltre – ha aggiunto la Castelli che ha anche sottolineato “l’ottimo lavoro svolto dalla commissario per la ricostruzione De Micheli” – punta a prevedere “più ore di permesso per i sindaci del cratere” del terremoto.
“Vi chiedo di avere sempre un atteggiamento unitario e condiviso come istituzioni per affrontare la sfida del terremoto”, ha detto la commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, intervenuta anche lei in Aula. “Questa ricostruzione è molto più difficile di quelle precedenti”, ha aggiunto dopo aver ringraziato per il lavoro svolto e per l’impegno comune il Parlamento e il Governo, quello precedente e quello in carica. “I cittadini delle aree colpite dagli eventi sismici non hanno bisogno solo di buone leggi ma anche e soprattutto di fiducia. Invito tutti i parlamentari, anche quelli di altri territori, a venire a visitare le zone terremotate. La sfida della ricostruzione è durissima e ce la possiamo fare solo se come Istituzioni la affrontiamo uniti”.
Queste le principali misure previste nel decreto per i territori del centro Italia colpiti dagli eventi sismici 2016/2017:
Proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018. Intervento di 300 milioni di euro finanziato dallo Stato con risorse della struttura commissariale.
Creazione di aree attrezzate per roulotte o camper per proprietari di seconde case. Intervento di 10 milioni di euro finanziato dallo Stato con risorse della struttura commissariale (la ripartizione dei fondi tra le Regioni viene rinviata a successiva ordinanza commissariale). Le aree attrezzate verranno messe a disposizione dalle Regioni su richiesta dei Comuni e dovranno essere rimosse una volta completati i programmi di ricostruzione degli immobili privati.
Il rimborso dello Stato per la riparazione o ricostruzione degli edifici pubblici e privati inagibili comprende anche le spese per eliminare le barriere architettoniche e per l’adeguamento antincendio. Rimborsati anche i costi per l’occupazione di suolo pubblico (canoni o tributi) nei casi sia necessaria per l’apertura del cantiere (per esempio quando serve installare ponteggi)
Prorogati al 31 dicembre 2018 i termini per la presentazione delle domande di contributo per la riparazione dei danni lievi. Con Ordinanza del commissario straordinario, è possibile posticipare ulteriormente il termine fino al 31 luglio 2019.
Per gli appalto pubblici, la soglia per la richiesta di attestazione Soa alle imprese sale da 150mila euro a 258mila euro.
Possibilità di regolarizzare le strutture provvisorie realizzate sul terreno di proprietà per le immediate esigenze abitative
E’ previsto il rimborso delle spese per la ricostruzione privata anticipate dai soggetti beneficiari con modalità da definire in una prossima ordinanza
Gli interventi fino a 500mila euro per il ripristino o riparazione delle chiese attuati dalle diocesi seguono le procedure previste per la ricostruzione privata per quanto riguarda l’individuazione dell’impresa esecutrice dei lavori
Il pagamento delle rate dei Comuni in scadenza nel 2018 e nel 2019 è prorogato rispettivamente al primo e al secondo anno successivi
Proroga della sospensione dei mutui sulle abitazione private
Proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari e contributivi, sospensione del pagamento del canone Rai. Posticipata la data di inizio del rimborso da parte di lavoratori dipendenti e pensionati dal 31 maggio 2018 al 16 gennaio 2019 (busta paga pesante). La durata temporale del periodo di rateizzazione viene estesa da 24 mesi a 60 mesi. Prorogata al 1 gennaio 2019 anche la ripresa del pagamento dei premi di assicurazione, dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, con la possibilità di spalmare gli arretrati in 60 rate.
Sono previste norme di accelerazione per le procedure di condono pendenti. Introduzione di una procedura di sanatoria delle lievi difformità edilizie preesistenti al danno arrecato dal sisma: la percentuale di difformità consentita è del 5 %.
Il Tribunale delle imprese ha deciso: Gianni Piangiarelli ha diritto a riscuotere la fideiussione di 275mila euro relativa alla vendita delle sue quote della S.S Maceratese sottoscritta da Filippo Spalletta. A quest'ultimo, sempre secondo i giudici, spetta anche il pagamento delle spese legali per 43.500 euro. Accolto il ricorso dell'ex proprietario e della ex presidente Maria Francesca Tardella, assistiti dagli avvocati Giancarlo e Massimo Nascimbeni, contro la decisione, in prima istanza, del Tribunale monocratico di accogliere la richiesta di bloccare il pagamento.
La vicenda legale, relativa alla vendita della società calcista, prende dal ricorso fatto da Spalletta al Tribunale di Macerata per sospendere l'incasso della fideiussione. Ricorso per il quale venne dichiarata l'incompatibilità territoriale. La questione approdò, quindi, al Tribunale delle imprese di Ancona. Il quale, in composizione monocratica, accolse la richiesta di Spalletta.
Il successivo reclamo promosso dagli avvocati Nascimbeni sempre davanti al Tribunale delle imprese, ma in composizione collegiale (di fatto il secondo grado di giudizio) ha portato a una decisione di segno completamente apposto, essendosi concluso "con il totale accoglimento" di quanto sostenuto dai due legali, disponendo l'esigibilità della fideiussione e il pagamento delle spese per l'assistenza anche per Maria Francesca Tardella, ritenuta estranea alla vicenda già dal primo grado (vendita e fideiussione non la riguardavano).
"La decisione - spiegano gli avvocati Nascimbeni - determina in via cautelare definitiva, fatta salva la facoltà di controparte di iniziare una lunga e dispendiosa causa di merito che comunque non sospenderebbe l’esito favorevole del giudizio cautelare conclusosi come sopra, il diritto del signor Piangiarelli di escutere immediatamente la fideiussione di 275.000 euro, che rappresenta il residuo del prezzo di vendita delle quote della S.S. Maceratese, nei confronti di Confidi Supremo e del signor Spalletta Filippo, obbligati al pagamento in solido tra loro".
Leggi QUi il documento dell'ordinanza
"Piena solidarietà" da parte della comunità San Patrignano al questore Antonio Pignataro di Macerata, "unico in Italia, che fatto valere il divieto di vendere prodotti ad uso ricreativo e che contengono il principio attivo della marijuana (ci rifiutiamo di chiamarla cannabis light)"."Siamo davvero stanchi di assistere alla crescita della lobby dei legalizzatori che, giorno dopo giorno, insinuandosi nelle falle della legge italiana, pone le basi per la vendita della marijuana ad uso ricreativo. Siamo stanchi perché noi a San Patrignano recuperiamo da 40 anni le persone che cadono nelle dipendenze. Perché di dipendenze si muore e l’Italia è al terzo posto nella classifica dell’uso di sostanze in Europa. Tutto questo ha un costo sociale altissimo - scrive in una nota Antonio Tinelli, presidente della Comunità - Il questore ha giustamente applicato le osservazioni del Consiglio Superiore di Sanità. La cannabis è cannabis a tutti gli effetti, a prescindere dalla percentuale di principio attivo. Ai fini del sequestro, inoltre, non è stato decisivo il valore del principio attivo. Il possesso della sostanza giustifica infatti, da solo, la segnalazione alla Prefettura."Siamo certi, conoscendo la sensibilità del Ministro con delega alle droghe Lorenzo Fontana, che saprà prendersi l’impegno di intervenire a riguardo ponendo fine alla confusione generalizzata alla quale stiamo assistendo in questi mesi"."Assistiamo sempre più ad una normalizzazione dello sballo, con negozi che vendono sostanze mascherandole da profumatori d’ambiente o piante ornamentali, quando è chiaro che gli acquirenti di quei sali o di quelle piante ne faranno ben altro uso - prosegue - A Padova addirittura sono arrivati a creare dispenser di cannabis light, dove vendono fiori secchi di cannabis senza farsi alcun problema. Fingono che non sia un primo passo per la legalizzazione ma, intanto, ecco che la lobby esulta per l’ingresso a Wall Street del primo produttore di cannabis, gesto più che evidente che il mercato della cannabis da tempo si prepara al suo sdoganamento"."Noi a San Patrignano - racconta - ci troviamo di anno in anno ad accogliere sempre più giovani, oltre 500 nel 2017, gran parte dei quali attraverso la cannabis ha il primo contatto con le sostanze. Di questi, ben 33 i ragazzi minorenni entrati in comunità, con continue richieste dei tribunali per minori e dei servizi sociali che, purtroppo non riusciamo a soddisfare. 10 i giovanissimi entrati in comunità unicamente per utilizzo di cannabis, alla faccia di chi cerca di far credere che si tratta di una sostanza innocua.Per questo San Patrignano sta con il questore di Macerata che ha agito con responsabilità, non solo dal punto di vista personale, ma anche sociale. Macerata infatti ha vissuto recentemente il dramma della vicenda di Pamela Mastropietro, morta per comprarsi una dose di eroina in circostanze raccapriccianti. Chi conosce la fragilità e la vive sulla sua pelle, non può sbagliarsi nell’agire a tutela dei più deboli. Proprio come succede a San Patrignano.I 50mila studenti che incontriamo ogni anno con il nostro progetto di prevenzione WeFree chiedono di essere ascoltati, compresi e tenuti in considerazione e non presi in giri con una vecchia e stantìa idea di legalizzazione che servirà solo a far ingrossare il portafoglio di aziende pronte a sfruttare questo business".
E' terminata la pavimentazione resasi necessaria dopo l'allargamento del ponte della strada Pian Palente. I lavori hanno consentito di portare il piano viabile dai 4,40 metri che obbligavano i mezzi ad un senso unico alternato, a 6,50 metri; l'ampliamento si è reso possibile con la realizzazione di due archi a tre cerniere che poggiano su una platea di fondazione e di muri prefabbricati. Nel loro complesso, i lavori hanno consentito anche il ripristino iniziale della sezione fluviale con la conseguente riapertura di una campata del ponte rimasta occlusa per anni; si è pure proceduto con il restauro di alcune parti dello stesso.L'intervento è stato eseguito dalla ditta Ediltres srl di Monsampolo del Tronto (AP) per un importo contrattuale di 95.337,80 euro. "Un'opera - precisa il presidente della Provincia, Pettinari - sicuramente importante per la collettività della zona in cui insistono gli impianti sportivi della città. L'arteria è anche una di quelle strade a più alto flusso di traffico; costituisce, insieme ad una strada comunale, un by pass per la città e per quanti si dirigono a Castelraimondo e San Severino Marche".
Il prefetto di Macerata, Roberta Preziotti, in procinto di lasciare l’attuale incarico ricoperto per tre anni per un nuovo incarico presso il Ministero dell’Interno, si è recata in visita al comando dei vigili del fuoco di Macerata per salutare e ringraziare tutto il personale operativo, tecnico ed amministrativo.
Ad accoglierla il comandante, Pierpaolo Patrizietti, che ha consegnato una targa ricordo come segno di stima e ringraziamento da parte di tutto il personale dei vigili del fuoco di Macerata la cui collaborazione tra le parti si è protesa all’utilità di tutta la comunità locale che in questi ultimi periodi è stata duramente colpita da eventi calamitosi come quelli sismici e che continua ad impegnare tutt’oggi i vigili del fuoco nelle operazioni di soccorso.
Buone notizie per la ricostruzione dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Eustachio Divini” di San Severino Marche.
In queste ore il Commissario straordinario del Governo per la Ricostruzione delle zone colpite dal sisma 2016, onorevole Paola De Micheli, ha comunicato al primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, l’imminente sblocco del cantiere per la ricostruzione dell’edificio di viale Mazzini abbattuto dopo le scosse di terremoto. Nei mesi scorsi uomini e mezzi erano stati fermati da due distinti ricorsi al Tar presentati da ditte escluse dall’appalto.
“Attendevo con trepidazione questa comunicazione - sottolinea il sindaco Piermattei – A breve completeremo un altro tassello che riguarda la ricostruzione in città. Si tratta di uno dei tasselli più importanti perché il ritorno alla normalità delle nostre scuole significa anche il ritorno alla normalità dell
A Macerata la famiglia di V.B., un uomo di 78 anni deceduto per emorragia cerebrale, ha deciso di donare gli organi rendendo concreta la speranza di una nuova vita per pazienti in lista di attesa per trapianto.
"Il prelievo multiorgano - si legge in una nota stampa della direzione dell'Area Vasta 3 - eseguito nel nostro nosocomio, è iniziato alle 24 con l’arrivo della équipe chirurgica dell’ospedale Torrette di Ancona che, assieme all’équipe oculistica e al personale del blocco operatorio di Macerata, hanno eseguito il complesso intervento che si è concluso alle ore 05:00 e che ha permesso la donazione di fegato, reni e cornee. Il paziente, sentitosi male nella prima mattina del 18 luglio, veniva ricoverato presso l’Unità Operativa di Rianimazione dell’Ospedale di Macerata per grave emorragia cerebrale, in condizioni apparse subito molto gravi e purtroppo nella mattina del 19 luglio si evidenziavano i segni della morte cerebrale. Si convocava quindi la da parte della Direzione Sanitaria il collegio medico per l’accertamento della realtà della morte".
"L’operazione - si legge ancora - coinvolgeva diversi professionisti, chirurghi, medici, biologi, tecnici neurologi, infermieri, inservienti e autisti – ma anche il laboratorio Analisi e Trasfusionale, il servizio di Anatomia patologica, i reparti di Anestesia e Rianimazione, Chirurgia, Dermatologia, Nefrologia, Neurologia, Radiologia, Urologia, la Direzione Medica Ospedaliera, il 118 e il personale del blocco operatorio. In questo doloroso momento la grande generosità della famiglia ha restituito a molti pazienti una speranza di vita. Il coordinatore locale rivolge un particolare ringraziamento alla moglie che è riuscita a trovare la forza di pensare agli altri malati".
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Cisl FP Marche.
La Fp Cisl Marche si unisce convintamente all'appello, lanciato nei giorni scorsi anche dall'Anci Marche, affinché la Camera dei Deputati recuperi in aula la norma sulla proroga delle assunzioni a tempo determinato nei Comuni coinvolti dal terremoto del 2016.Circa 800 lavoratori precari impiegati complessivamente nelle attività che i decreti terremoto hanno attribuito ai Comuni dell'area del cratere (di cui buona parte nelle Marche ) rischiano di non vedere rinnovato il contratto di lavoro creando contestualmente gravissimi problemi ai Comuni impegnati nelle difficili operazioni di ricostruzione.Non si può attendere la prossima Legge di stabilità per intervenire perché il rischio di bloccare o allungare i tempi della ricostruzione sono molto elevati.I comuni marchigiani interessati sono 85 sui 138 complessivamente colpiti dal sisma . La Fp Cisl Marche scriverà a tutti i parlamentari marchigiani affinché si facciano parte attiva per sanare una grave situazione occupazionale ed operativa. I tempi stringono e la soluzione va trovata prima della chiusura delle Camere per la pausa estiva.
È stata presentata questa mattina in Regione la quinta edizione di RiciclaEstate Marche, la campagna di sensibilizzazione e di informazione sui temi della raccolta differenziata e dei rifiuti di imballaggio realizzata da Legambiente Marche e CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi – con il patrocinio della Regione Marche e la collaborazione dei gestori dei rifiuti locali.
Nel corso della conferenza è stato sottolineato come questa campagna rappresenti un’opportunità per i cittadini e i turisti, italiani e stranieri, di imparare o riscoprire le nuove strategie di raccolta dei rifiuti e molti dei comportamenti virtuosi e attenti alla raccolta differenziata, che poi si possono riproporre in casa nella vita di tutti i giorni.
L’attività di RiciclaEstate si realizzerà nelle principali piazze e nelle spiagge delle località marchigiane con maggiore afflusso di turisti che puntualmente, ogni anno, contribuiscono ad aumentare la produzione di rifiuti. Nello specifico, saranno previsti laboratori e giochi sul riuso creativo per bambini e ragazzi sfruttando un variegato assortimento di materiale di rifiuto, la distribuzione di un vademecum sulla corretta raccolta differenziata e incontri di approfondimento specifici sul tema.
Dal agosto a settembre la campagna itinerante RiciclaEstate toccherà 7 tappe in sei comuni lungo la costa e all’interno delle Marche, tra cui: Pesaro (PU), mercoledì 1° agosto in Piazza della Libertà dalle 20 alle 23, aspettando l’arrivo di Goletta Verde; Fano (PU), giovedì 9 agosto in piazza centrale dalle 20 alle 23, in occasione di “Giovedì sotto le stelle”; Scossicci (MC), domenica 19 agosto dalle 10 alle 13 nella spiaggia libera (Porto Recanati); San Benedetto del Tronto (AP), mercoledì 22 Agosto in Piazza Giorgini dalle 20 alle 23; Colmurano (MC), sabato 8 e domenica 9 settembre in occasione di “Magicabula”, nel centro storico dalle ore 20 alle 23; metà settembre (data in via di definizione) ad Ancona (AN), al Parco del Conero, tappa finale di chiusura della campagna.
“Anche quest'anno CONAI è al fianco di Legambiente Marche per promuovere Riciclaestate 2018, sensibilizzando turisti e cittadini sul valore della corretta raccolta differenziata dei rifiuti, con particolare riguardo ai rifiuti di imballaggio” – ha commentato Giorgio Quagliuolo, Presidente di CONAI. “Nelle Marche la raccolta differenziata mostra realtà virtuose ed anche situazioni che richiedono un miglioramento, ed è per questo che tenere alto il livello di attenzione dei cittadini e delle amministrazioni locali è fondamentale per incrementarne i livelli qualitativi e quantitativi, trasformando i rifiuti di imballaggio in nuove risorse”.
“Dopo le positive esperienze delle precedenti edizioni, RiciclaEstate torna per dimostrare che è ancora possibile non solo una efficiente raccolta differenziata, ma anche una raccolta di qualità – ha dichiarato Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. Anche quest’anno, assieme al CONAI, intendiamo informare cittadini e turisti che, attraverso la riduzione, il riutilizzo, il riciclo e il recupero, possiamo contribuire in maniera determinante a migliorare la qualità e l’immagine del territorio nel rispetto delle bellezze naturali, incentivando un turismo sostenibile.”
“Le Marche – ha aggiunto Massimo Sbriscia, dirigente della PF bonifiche, fonti energetiche, rifiuti, cave e miniere della Regione Marche – sono una delle regioni invitate dalla conferenza delle regioni italiane a presentare la propria organizzazione in tema di rifiuti urbani, proprio perché considerate tra le migliori in Italia”.
Sono intervenuti alla conferenza: Massimo Sbriscia, dirigente della PF bonifiche, fonti energetiche, rifiuti, cave e miniere della Regione Marche; Gennaro Buonauro, referente dei rapporti territoriali ambientali del CONAI; Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche e Marco Ciarulli, Legambiente Marche.
Il Pontino Mazzoni, sul lungomare nord di Porto Potenza Picena, è stato riaperto al pubblico.
L’Ufficio Tecnico Comunale, effettuate le verifiche di rito per il collaudo, ha dato il nulla osta alla riapertura della struttura che era stata chiusa lo scorso 4 di luglio a seguito della scoperta di problemi strutturali. Nella fattispecie al momento della sostituzione del tavolato di calpestio si sono evidenziati danni ai sottostanti pali portanti in legno tanto da dover chiudere il ponte in via precauzionale. La ditta L’Orsetto di Civitanova Marche ha eseguito i lavori di sostituzione della struttura portante e del tavolato di calpestio. Una tempistica rapida ed efficiente grazie anche all’impegno dell’Ufficio Tecnico Comunale che ha seguito direttamente i lavori, riducendo al minimo possibile i disagi alla cittadinanza ed alle strutture turistiche di quella zona. Peraltro il passaggio pedonale è stato sempre garantito tramite le scalette laterali al ponte.
Via libera a maggioranza da parte della Commissione “Salute”, presieduta da Fabrizio Volpini (Pd), alla proposta di legge che definisce le modalità per la nomina dei cinque direttori di Area vasta che in seguito alle modifiche al testo proposto dalla Giunta si chiameranno “dirigenti di Area Vasta”. Quest'ultimi, secondo quanto previsto dalla pdl, saranno individuati e nominati dal direttore generale dell'Asur, informata la Giunta regionale, tra soggetti che hanno ricoperto incarichi in enti del Servizio sanitario nazionale o di direzione di area Vasta, o di direzione amministrativa o sanitaria, o per almeno un quinquiennio di direzione di struttura complessa. “Rendiamo così più coerente la figura dirigenziale - sottolinea Volpini, relatore di maggioranza – rispetto alla filosofia della legge 13 che attribuisce al vertice dell'Area Vasta un ruolo più di coordinamento e gestionale vicino al territorio”.Forti critiche dall'opposizione che ha votato contro. “Le nuove modalità di nomina non ci hanno convinto perché sembrano indebolire - evidenzia la vicepresidente della Commissione, Elena Leonardi (Fd'I), relatrice di minoranza – le figure apicali delle Aree Vaste”.La proposta di legge, che va a modificare le leggi regionali 26/96 e 13/2003, oltre a definire le modalità di nomina dei dirigenti di Area Vasta, stabilisce che all'interno dell'Ars opererà la Centrale unica di risposta del numero di emergenza europeo 112, analogamente a quanto già concretizzato in altre regioni come la Lombardia, la Liguria, il Lazio, il Piemonte, la Val D'Aosta, il Friuli-Venezia Giulia, la Sicilia e le Province autonome di Trento e Bolzano. La proposta di legge verrà probabilmente iscritta nell'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale in programma il 30 luglio.
Continua l’impegno per gli amici di Muccia per creare un'area verde polivalente nell'ambito del progetto "Dona un metro di campo". L’idea sorge da Andrea di Franco con un gruppo di volontari che hanno aderito alla sua idea e si sono attivati per renderla operativa, non soltanto per i bambini ma per l'intera comunità di Muccia.
L'obiettivo è quello di riuscire a realizzare un'area verde nella quale trascorrere del tempo tra giochi come calcetto e beach volley e momenti di aggregazione, spensieratezza e divertimento. L'area è inoltre già dotata di illuminazione e si è ottenuto anche il permesso per l'installazione di un gazebo che potrebbe essere utilizzato come punto vendita di felpe, maglie e gadget finalizzata alla raccolta fondi.
L'8 luglio scorso si è tenuto un incontro nel comune di Muccia al quale erano presenti volontari e progettisti che hanno messo a punto il progetto e protocollato l'accordo con un grande spirito di collaborazione da parte di ognuno.
Gli organizzatori confidano negli aiuti da parte della comunità e informano che qualsiasi donazione sarà registrata: sarà quindi garantita la massima trasparenza.
Per donare si può procedere tramite contatto diretto oppure tramite bonifico bancario a "La terra trema il cuore no Onlus" con referente Carmen Stella. O ancora, acquistando la "Felpa del cuore" della stessa Onlus tramite bonifico bancario con causale "Erogazione liberale" o "Acquisto felpa del cuore".
Gli invalidi che, nella Regione Marche, usufruiscono del trasporto pubblico agevolato, anche quest’anno, potrebbero rischiare di non poter disporre del servizio. Ad annunciarlo, la Presidente dell’UICI Marche, Alina Pulcini: “Il mese scorso, Massimo Domenicucci, presidente della FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità), ha inviato una richiesta alla Giunta Regionale per chiedere di adottare, in tempi stretti, la Delibera sulle agevolazioni del TPL - afferma Pulcini -, atto in scadenza, dovuto ed urgente. Ma ancora non abbiamo ricevuto una risposta. Visto che essa scade il 31 agosto prossimo e visto che, molti nostri iscritti lamentano il fatto che le aziende di trasporti non rinnovano gli abbonamenti oltre il mese di agosto, fino a quando non arrivano disposizioni ufficiali dalla Regione, chiediamo urgentemente all’organo politico regionale di emettere un provvedimento per regolarizzare la questione”. Poi precisa: “Anche lo scorso anno, a causa del ritardo dell’emissione della Delibera, molti nostri soci si sono trovati in condizione di disagio per l’impossibilità di usufruire dei titoli di viaggio loro spettanti. Non vorremmo che accadesse di nuovo”.
In effetti, Domenicucci ha inviato la richiesta in Giunta il 13 giugno scorso. Più di un mese fa, dunque. “Il Comitato Regionale della FAND, che rappresenta invalidi del lavoro, civili, per servizio, ciechi-ipovedenti e sordomuti – 40 mila iscritti e 200 mila assistiti a livello regionale, chiede alla Giunta Regionale, di adottare in tempi stretti la Delibera sulle agevolazione del TPL, atto in scadenza, dovuto ed urgente — si legge nel testo. Ciò per evitare che ci si trovi, come in passato, di fronte ad un vuoto che porterebbe preoccupazione alle categorie svantaggiate. Siamo certi che la Regione non ha intenzione di risparmiare sulla spesa sostenuta per le agevolazioni, quindi chiediamo di non inserire i limiti di reddito su base ISEE alle tariffe previste per le categorie A2 e B (invalidi civili, di guerra, di servizio, del lavoro, ciechi e sordomuti), perché non porterebbe grossi risparmi, visto anche l’esiguo numero di detti fruitori”. Poi ancora: “La categoria degli invalidi e disabili costituisce poco più di ¼ degli utenti del trasporto agevolato, mentre l’intero universo delle agevolazioni riguarda meno dell’1% di tutta la popolazione marchigiana. Se poi andiamo a considerare i non vedenti e gli ipovedenti marchigiani che si servono dei mezzi pubblici, i numeri si riducono a poche decine, visto che la maggioranza di essi sono anziani con autonomia ridotta. I pochi che lavorano e gli studenti costituiscono quelle poche decine di viaggiatori abituali, per i quali l’acquisto dell’abbonamento è conveniente”.
Infine, il Presidente della FAND, ricorda che “nella Delibera si era deciso di impedire anche ai disabili sensoriali di acquistare i carnet di biglietti, situazione che danneggia quelle persone che viaggiano soltanto occasionalmente”. “I ciechi e gli ipovedenti delle Marche hanno sempre considerato la normativa del trasporto agevolato di questa Regione un po’ matrigna — scrive Domenicucci — proprio perché essa non ha mai tenuto conto delle loro difficoltà a spostarsi in un territorio così articolato e servito da autolinee poco interconnesse. Altra cosa grave, contenuta nella Delibera, è rappresentata dallo spirito punitivo nei confronti dei disabili aventi diritto, i quali rischierebbero di essere esclusi dall’ottenimento delle tessere agevolate qualora il Comune di appartenenza non pagasse alla Regione il 5% dovuto o non completasse in tempo le pratiche burocratiche di sua pertinenza”. “Comprendiamo che questa severità potrebbe essere dettata dagli abusi che vi sono stati nell’utilizzo dell’agevolazione, tuttavia la FAND chiede di porre rimedio a dette problematiche nell'atto che andrete ad adottare, permettendo ai disabili sensoriali di acquistare i carnet di biglietti”, la conclusione del testo.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma del Comitato per la salvaguardia e la ricostruzione del centro storico di Camerino
"In merito alla recente nota rilasciata dal sindaco Pasqui circa l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza nel centro storico di Camerino, il Comitato per la salvaguardia e la ricostruzione del centro storico si associa nel ringraziamento al personale degli uffici per il lavoro svolto sin qui in condizioni di grande disagio e senza lesinare le forze.
Osserviamo come tale nota intenda fornire una giustificazione, nel cui merito non entriamo, ad alcune delle disfunzioni evidenziate dal comitato stesso, in particolare per quanto riguarda i tempi di esecuzione degli interventi. Tale nota non include però alcuna risposta pubblica chiara, dettagliata e pertinente alle domande più volte reiterate dal comitato, per via orale e scritta, e che di seguito rinnoviamo: Quali sono, nel dettaglio, gli interventi di messa in sicurezza previsti nel centro storico di Camerino? Quali, sempre nel dettaglio, sono conclusi (e con quale spesa), in corso di esecuzione, appaltati, ancora da appaltare? (Siamo fermi ad un resoconto informale fornito il 23 maggio). È possibile rappresentare quanto di cui sopra con una planimetria pubblica di facile consultazione? Quali sono i tempi previsti per i singoli interventi? Come si intende rendere fruibili gli spazi e gli immobili che usciranno dalla zona rossa?Tali risposte pubbliche sono dovute non al comitato, ma alla cittadinanza tutta.Circa la velocità “giusta” degli interventi che la nota del Sindaco chiede di indicare (non è chiaro a chi è rivolta tale richiesta), essa può – e deve – essere comunicata soltanto dall’Amministrazione, in quanto è l’unica ad avere una conoscenza d’insieme dello stato degli immobili e delle procedure in atto.
A tal riguardo, reiteriamo per l’ennesima volta l’invito a redigere e rendere pubblico un crono-programma di massima che, insieme ad aggiornamenti continui e tempestivi, farebbe finalmente chiarezza sullo stato delle cose e, soprattutto, darebbe una qualche prospettiva a una popolazione da troppo tempo lasciata nell’incertezza. Confidando in una fattiva collaborazione, rinnoviamo pertanto l’invito a una doverosa prassi maggiormente improntata alla trasparenza e all’informazione, come è diritto della cittadinanza tutta".
Gli emendamenti sono stati respinti, le bozze sulle presunte modifiche al CAS non sono state smentite, i termini per chi ha usufruito dell’ospitalità nelle strutture ricettive stanno per scadere. Insomma: per i terremotati sembra in arrivo un nuovo terremoto. Di natura amministrativa e burocratica, ma l’impressione è che mieterà di nuovo vittime. Ancora una volta tra i più deboli e ancora una volta tra chi, magari non avendo la possibilità di provvedere a spese proprie, deve fare i conti con i capricci e i ribaltoni della politica.
È di qualche giorno la notizia di un imminente revisione delle modalità di erogazione del contributo di autonoma sistemazione. Sembrerebbe che lo Stato, dopo aver promesso che il CAS non sarebbe stato toccato fino al rientro nelle abitazioni danneggiate, ha deciso di procedere con un nuovo sistema, che prevede la corresponsione del canone di affitto che i terremotati pagano dopo aver perso la propria casa. Ma questo non tiene conto di quanti si sono arrangiati, magari effettuando lavori, anche costosi, nelle abitazioni di qualche familiare, per trasformare una casa in diversi appartamenti. Oppure di chi, piuttosto che andare in affitto, ha acquistato una nuova casa pagandone il mutuo proprio con il Contributo di Autonoma Sistemazione. O, ancora, di quelli che, magari, avevano una seconda casa lontano dal luogo di residenza e vi si sono stabiliti, utilizzando poi il contributo di Autonoma Sistemazione per ammortare le spese sostenute per i continui spostamenti giornalieri. Di esempi ce ne sarebbero a bizzeffe e non serve fantasia per trovarne altri. Ma, a quanto pare, nessuno ha voluto tenerne conto.
E se chi “gode” del CAS è appeso al filo dell’incertezza, non va meglio a quelli che hanno scelto di essere ospitati nelle strutture ricettive messe a disposizione dalla Regione Marche. In questo caso lo scenario è ancora più preoccupante. E imbarazzante. Prendiamo il caso di Tolentino. Qui, i terremotati non hanno fatto domanda per l’assegnazione delle SAE poiché, come noto, il comune ha operato la scelta di non realizzare soluzioni abitative di emergenza, ma di procedere alla sistemazione di un immobile che dovrebbe riuscire ad ospitare quanti sono in attesa di sistemare le loro case danneggiate. Molti, dunque, si sono ritrovati ospiti nelle strutture ricettive.
Ma il 27 agosto dovranno andarsene. Dove? A questa domanda nessuno sembra saper rispondere.
"Abbattere le barriere al mare: si può", titola così il comunicato del Comune di Civitanova, con cui si annuncia la disponibilità di speciali sedie a rotelle per la spiaggia, che possono essere usate gratuitamente dai portatori di handicap.
Le sedie, dislocate in diversi stabilimenti, sono disponibili su tutto il lungomare civitanovese e più precisamente, presso il balneare Antonio, CSLA (Centro Litorale Soccorso a Mare), Marebello, Arturo per quanto riguarda il lungomare sud e G7, Galliano, Federico, Aloha, La Bussola e dal Veneziano sul lungomare nord.
È possibile comunque usufruire delle sedie Job anche per coloro che frequentano altri stabilimenti e sulle spiagge libere, semplicemente contattando l'Abat (3494033765) oppure il CSLA (3312509152). Si precisa che il servizio è garantito a chiunque ne faccia richiesta, ma non in esclusiva, per cui non è quindi possibile tenere la sedia per più giorni.