Sono 4.030 nuovi positivi nelle Marche (ieri erano 4.607), con un tasso d’incidenza giornaliera del 38% (dal 40,6%) sui 10.604 tamponi analizzati (11.339). Continua la discesa dell'incidenza totale che oggi si attesta a 2.071,33 casi settimanali ogni 100mila abitanti (da 2.128,6). È il decimo giorno consecutivo di costante regressione della curva epidemica, nell'ultima settimana l'incidenza è scesa del 15%, passando da 36mila casi/settimana a 31mila.
Ancona, con i suoi 1.112 casi, resta la provincia più colpita ma è, per la prima volta da giorni, l'unica in "quadrupla cifra". La seguono infatti Macerata (879), Pesaro Urbino (773), Ascoli Piceno (660) e Fermo (446). Sono 160 i contagiati provenienti da fuori regione.
Rimane soltanto una fascia d'età con più di mille positivi, quella tra 25 e 44 anni (1.103). Come sempre l'altra maggiormente colpita è l'intermedia (45-59), in cui si registrano 873 casi. Scende, ma resta comunque alto, il numero dei contagiati tra i giovani: sono 1.200 tra gli under 18. Tra loro si confermano i bambini delle scuole elementari (6-10) i più esposti al contagio con 441 casi. Oggi, nel frattempo, il Governo deciderà sulla fascia di colore alla quale saranno assegnate le Marche. I numeri delle ospedallizzazioni indicherebbero quella arancione, ma la decisione verrà presa nel pomeriggio in base anche al report odierno.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 392 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-3 rispetto a ieri), dei quali 54 in Terapia intensiva (-1 rispetto alle ultime 24 ore) e 338 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 77 (-2) e quelli in reparti non intensivi 261 (invariato rispetto a ieri) mentre 24 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano, purtroppo, altri 7 decessi correlati al Covid: un 86enne di Porto Sant'Elpidio, un 56enne di Fermo, una 64enne della Bulgaria (spirata all'ospedale di Pesaro), un 85enne di Cupra Marittima, un 92enne di Offagna, un 87enne di Castelplanio e una 81enne di Tolentino. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
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Sergio Mattarella manterrà la carica di Presidente della Repubblica per altri sette anni. Ce ne sono voluti otto di scrutini per decretarlo. Nemmeno così tanti, a pensarci bene, visto che i primati assoluti appartengono ancora a Giovanni Leone (eletto nel 1971 al 23° spoglio) e Sandro Pertini (eletto nel 1978 al 16° spoglio). Ma una volta segnato il precedente con Napolitano (2013), il vizio è stato confermato nel 2022. Con buona pace della Costituzione.
Quello espresso dal presidente ieri 3 febbraio 2022 in Parlamento durante il nuovo insediamento è già stato definito dai più “Il discorso della dignità”.
Perché “dignità è azzerare i morti; dignità è opporsi al razzismo e all’antisemititsmo; dignità è impedire la violenza sulle donne; dignità è diritto allo studio; dignità è rispetto per gli anziani; dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità; dignità è contrastare le povertà; dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate; dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare; dignità è un Paese libero dalle mafie; dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente”.
Parole che sarebbero valse più un profondo silenzio di riflessione, che non l’ennesima standing ovation.
Sergio Mattarella ha accettato l’invito a un secondo mandato, per la felicità di tutte le forze politiche, che ora possono tornare al loro bel da farsi. La Lega a sfruttare al meglio i cambi di vento, il Movimento 5 Stelle a fare i conti con i propri contrasti interni, Fratelli d’Italia alla sua mesta – seppure pericolosa - opposizione, il Partito Democratico a capire cosa significa essere oggi di sinistra.
La debolezza, in questo senso, nel non aver saputo individuare dei candidati di rilievo per la poltrona del Quirinale è l’ultima, esauriente fotografia del panorama politico in cui l’Italia riversa da almeno dieci anni a questa parte.
Gli italiani nel frattempo hanno continuato a fare i conti con le evoluzioni incerte di una pandemia; con la crisi energetica - con conseguente innalzamento del caro bolletta; con quella economica che grava ulteriormente sulle tasche e sul mercato del lavoro; con quella della sanità pubblica in perenne sofferenza; con le mancate riforme della Giustizia e della scuola; con la burocrazia ancora lenta e inefficiente.
La politica, invece, rimane lì dove è sempre stata: lontana e immobile.
Insomma, si torna alla politica di sempre: quella delle facili strumentalizzazioni, degli accordi sottobanco, degli slogan d’effetto, del circo mediatico, del qualunquismo, del populismo, dei discorsi da talk televisivo, dei dissing sui social, degli schieramenti di convenienza. Una politica che non sa pensare davvero al popolo che dovrebbe rappresentare, e che soppesa le proprie scelte come ha imparato a fare dal 1992 (anno di Tangentopoli).
Solo che nel frattempo il mondo è andato avanti. L’Italia no.
Una politica che rimane anche sessista, visto il patologico ritardo sulle quote rosa in ogni ambito. Esemplare in queste ultime elezioni è stata la proposta di un presidente donna arrivata in piena corsa al Quirinale, senza una reale intenzione alle spalle e lanciata semplicemente in pasto ai giornali solo per mettere una pezza sopra la fallita unitarietà dei partiti.
Tante crepe, quindi. Anzi, vere e proprie faglie che aspettano la prossima scossa prima di farsi baratro. Dove comunque a cadere non saranno i politici, ma gli italiani. Sempre più prede del peggiore individualismo, e vittime delle progressive disparità sociali.
Prendendo in prestito da un vecchio film di John Carpenter: “Più le cose cambiano, più restano le stesse”.
Il settore nuziale è stato tra i più danneggiati dalla pandemia e sia le imprese che le coppie si sono rivelate all’altezza della situazione. Hanno lavorato più che mai per continuare a celebrare l’amore in sicurezza e adesso, dopo un 2020 praticamente fermo e un 2021 in ripresa, non senza difficoltà, è arrivato il momento di ricevere il riconoscimento più importante del settore: i Wedding Awards. Delsa di Belforte del Chienti ha ricevuto il premio Wedding Awards 2022 nella categoria Sposa e accessori. Si tratta di un premio di grande valore attribuito dalle coppie ai migliori fornitori di prodotti e servizi nuziali dell’anno.
Matrimonio.com, parte del gruppo The Knot Worldwide, leader globale nel settore wedding, ha dato il benvenuto all’anno nuovo rendendo noti i nomi dei professionisti e delle aziende che hanno conquistato un Wedding Award grazie al loro impegno e duro lavoro dimostrato con i matrimoni del 2021, che verrà ricordato come uno degli anni più difficili per il settore negli ultimi decenni e, senza dubbio, da quando Matrimonio.com ha iniziato a consegnare questi premi, giunti alla 9ª edizione.
I Wedding Awards sono nati con l’obiettivo di riconoscere l’eccellenza del servizio offerto dalle aziende del settore nuziale in Italia e con gli anni è diventato un marchio di garanzia per le coppie alle prese con i preparativi di nozze. Attualmente, questi premi si basano su circa 8 milioni di recensioni di coppie iscritte al portale. Una cifra importante in continuo aumento che rende i professionisti premiati estremamente orgogliosi e motivati a competere per vincere il premio anno dopo anno. Infatti, non esiste giuria migliore delle coppie soddisfatte di essersi affidate a dei professionisti per un’occasione importante come il matrimonio.
I Wedding Awards hanno premiato le aziende più votate dalle coppie convolate a nozze nel 2021 tra più di 65.000 professionisti di diverse categorie, tenendo conto della professionalità e della qualità del servizio offerto. Delsa ha ottenuto un totale di 127 recensioni nel sito di riferimento, grazie alle quali ha ottenuto il premio.
È per questo che le coppie svolgono un ruolo fondamentale nell’assegnazione dei premi, perché grazie alle loro opinioni e dopo aver usufruito dei servizi o prodotti acquistati per il loro matrimonio, possono decidere chi saranno i vincitori. Proprio per questo motivo, questo premio è il più ambito del settore e il più apprezzato sia dai professionisti, che lo considerano un riconoscimento al lavoro ben fatto, sia dalle coppie, per le quali rappresenta una garanzia di professionalità ed esperienza nel settore dei matrimoni.
“Quest’anno, per la prima volta, stiamo consegnando questi premi simultaneamente in 13 dei 15 Paesi in cui The Knot Worldwide è presente. Ci troviamo quindi in un momento di grande riconoscimento e prestigio per i professionisti del settore nuziale in Italia, che passano a fare parte, insieme ai vincitori di Paesi come Francia, Spagna, Messico, Brasile, USA e altri, dei migliori professionisti del wedding nel mondo” afferma José Melo, recentemente nominato VP Sales EMEA del gruppo The Knot Worldwide, di cui fa parte Matrimonio.com in Italia.
“Come sempre, in tutti questi anni di attività di Matrimonio.com, con questi premi vogliamo dare al settore nuziale un riconoscimento al lavoro ben fatto per permettere alle coppie impegnate con i preparativi del matrimonio di scegliere i migliori professionisti con la massima sicurezza, sapendo che andrà tutto bene perché possono contare sui migliori esperti del settore.” prosegue Melo.
“In Italia, le coppie si rivolgono in media a 12 fornitori per il loro matrimonio. Matrimonio.com, così come il resto di portali del gruppo The Knot Worldwide, in quanto leader del settore matrimoniale, vuole essere una fonte di informazioni fondamentale per le coppie, facendo da guida per aiutarle a decidere su chi fare affidamento per il loro grande giorno.
Parliamo di un momento unico nella vita di una coppia e questo significa che si tratta di clienti molto esigenti; per questo, basarci sulle loro recensioni per assegnare questi premi ci sembra la cosa più corretta e rilevante. Inoltre, quest’anno sappiamo che il settore ha bisogno di un motivo per festeggiare e questi premi arrivano anche per dare speranza all’inizio di un anno in cui vivremo un boom di matrimoni senza precedenti” conclude Melo.
I premi Wedding Awards vengono assegnati alle aziende di queste 19 categorie: Banchetto, Catering, Fotografia, Video, Musica, Auto matrimonio, Trasporto invitati, Partecipazioni, Bomboniere, Fiori e decorazioni, Animazione, Wedding Planner, Torte nuziali, Sposa e accessori, Sposo e accessori, Bellezza e benessere, Gioielleria, Luna di miele e Altri servizi.
Nuova ordinanza del Comando della Polizia locale di Macerata per regolamentare la viabilità nelle vie Lorenzoni e Romagnoli per consentire il montaggio di una gru a servizio di un cantiere edile. Il provvedimento prevede dalle 8 alle 18 di lunedì 7 febbraio.
Via Lorenzoni: senso vietato all’incrocio con via Romagnoli, direzione obbligatoria “dritto” all’incrocio con via Romagnoli; via Romagnoli : senso unico direzione via Lorenzoni, all’incrocio con via Fratelli Cervi, eccetto bus e autocarri con massa a pieno carico maggiore di 35 quintali, sospensione momentanea della circolazione durante il movimento del braccio della gru, divieto di transito dei pedoni sul marciapiede che si trova nella parte interessata dai lavori e divieto di sosta con rimozione forzata su tutta la via in entrambi i sensi di marcia.
La città di San Severino Marche rinnova il parco macchine destinato al servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Due nuovi scuolabus, uno dei quali full electric ad emissioni zero, entrano a far parte della “flotta” comunale.
Si tratta di un Volkswagen e-Crafter con trazione elettrica ad accelerazione rapida, che verrà utilizzato prettamente nel ciclo urbano e che potrà trasportare fino a 20 passeggeri. Insieme a questo entra in servizio anche un Mercedes Sprinter diesel, euro 6 comunque a basse emissioni, da 36 passeggeri totali.
Il primo dei due mezzi è stato acquistato dalla Ristè Srl di Jesi per un importo di circa 130 mila euro, di cui quasi 90 finanziati grazie a un contributo regionale, mentre il secondo è stato acquistato dalla Tirrena Srl di Montelupo Fiorentino, per un costo di circa 80mila euro.
Sono 9, in totale, gli scuolabus comunali di cui 6 ogni giorno in servizio attivo. Il più vecchio, un Fiat Iveco alimentato a gasolio è stato immatricolato nel 1999, un altro Fiat Iveco sempre a gasolio è stato immatricolato nel 2000, poi c’è un Fiat 65/Cng a metano del 2007. Tra i mezzi a gasolio figurano anche altri tre Fiat Iveco immatricolati, rispettivamente, nel 2013, 2015 e 2019. Recentissimi gli ultimi tre scuolabus: due Mercedes Sprinter diesel sono stati immatricolati nel 2021 e nel 2022 mentre l’autocarro Volkswagen Crafter elettrico è stato immatricolato ala fine dello scorso anno.
“Migliorare la sicurezza e i consumi ma anche puntare sempre più al “green” anche per la mobilità scolastica sono i nostri veri obiettivi - sottolinea il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che spiega - Il futuro va in questa direzione”.
Marche meglio della media nazionale per la copertura vaccinale con la terza dose, all'80,5%, rispetto al 79,6% (media italiana). Lo rileva la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale, indicando che la regione è però invece ancora indietro per quanto concerne le vaccinazioni della fascia di età 5-11 anni. Mentre nella fascia di età 12-anni il 52,6% ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Ha completato il ciclo il 6,8% della popolazione contro una media italiana del 14,5%, a cui aggiungere un ulteriore 12% (media Italia 18,2%) solo con prima dose.
Indietro anche nel completamento del ciclo vaccinale da parte della popolazione con il 79% rispetto alla media italiana dell'89,9% , a cui aggiungere un ulteriore 2,9% (media Italia 3,9%) solo con prima dose. Nella settimana 26 gennaio-1 febbraio - sempre secondo Gimbe - si registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.692) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-13,3%) rispetto alla settimana precedente.
Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (33,8%) e in terapia intensiva (23,8%) occupati da pazienti Covid. nell'ultima settimana, il maggiore tasso di incidenza di nuovi casi su 100mila abitanti, è stato registrato dalla provincia di Macerata con 2.401 casi, seguita da Fermo con 2.258, Ascoli Piceno con 2.188, Ancona 2.131, Pesaro e Urbino con 2.127
Numeri rassicuranti quelli contenuti nel report semestrale redatto dall’Aeronautica Militare, in seguito alle attività di monitoraggio delle emissioni prodotte dal radar nella base della 114° Squadriglia di Potenza Picena. L’analisi, realizzata nell’ambito del protocollo siglato nel 2016 tra il Comune di Potenza Picena, l’Arpam, l’Asur, la Prefettura e, appunto, l’Aeronautica Militare, conferma come “i valori delle emissioni elettromagnetiche siano ben al di sotto dei limiti fissati dalle vigenti normative”.
I dati, riferiti al secondo semestre 2021 (luglio–dicembre) ed elaborati dal sistema di monitoraggio N.I.R.M.A.S. (Non-Ionizing Radiation Monitoring and Alarm System) sono stati rilevati, come scritto nella relazione finale, “dai diversi punti di misura ubicati sul sedime rispetto alle sorgenti Radar e Radio in dotazione alla Squadriglia”.
“Il monitoraggio è uno strumento importantissimo – commenta Giulio Casciotti, vice Sindaco del Comune di Potenza Picena con delega all’ambiente – perché ci consente di controllare costantemente il livello delle emissioni. Per questo ringrazio tutti i soggetti coinvolti in questa periodica attività. Le rilevazioni del secondo semestre del 2021 confermano che oggi non ci sono elementi di pericolo sul nostro territorio; dobbiamo continuare a monitorare costantemente la situazione per garantire la salute ed una alta qualità ambientale. Evitare l’inquinamento elettromagnetico è una sfida importante per il futuro”.
I numeri della quarta ondata sembrano confermare le impressioni di una curva che si sta appiattendo, ma anche nelle Marche i numeri del contagio spinto dalla variante Omega restano comunque ancora alti. Oggi sono 4.607 i nuovi positivi (ieri erano 4.911), con una percentuale di positività del 40,6% (dal 38%) su 11.339 tamponi analizzati (ieri erano stati 15.678).
Continua per l'ottavo giorno consecutivo la discesa dell'incidenza che si attesta a 2.128,6 casi settimanali ogni 100mila abitanti (ieri era 2.231,51). È ancora la provincia di Ancona la più colpita con 1.323 casi, seguita da Macerata con 1.043. Pesaro Urbino si attesta a 863 nuovi contagi, seguita da Ascoli Piceno a 693 e Fermo a 496. Restano tanti (189) i contagiati provenienti da fuori regione.
Anche oggi le classi d'età più colpite dal virus sono quelle intermedie. Sono infatti 1.229 i casi tra i 25-44enni e 1.045 tra i 45-59enni. Ma continuano ad essere tenuti sotto osservazione i contagi tra i più piccoli: sono stati infatti 1.413 i positivi tra gli under 18, con punte di 458 tra i bimbi delle elementari (6-10 anni) e 420 tra i ragazzi delle scuole superiori (14-18).
Nelle ultime 24 ore sono saliti a 395 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (+3 rispetto a ieri), dei quali 55 in Terapia intensiva (-3 rispetto alle ultime 24 ore) e 340 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 79 (+2) e quelli in reparti non intensivi 261 (+4 rispetto a ieri) mentre 41 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano, purtroppo, 9 decessi correlati al Covid: una 96enne di Ascoli Piceno, una 86enne di San Benedetto del Tronto, un 74enne di Castorano, un 96enne di Monteprandone, un 58enne di Loreto, una 57enne di Ancona, una 91enne di Petriano, un 85enne di Urbino e un 94enne di Fano.
Per questa prima puntata di “Storie di Cucina” siamo andati alla scoperta del Ribona, un vino bianco realizzato nell’entroterra maceratese. Qui abbiamo fatto visita alla Cantina Saputi, una delle più importanti di tutto il territorio e attiva dal 1962. Con Andrea e Leonardo abbiamo seguito un fil rouge che dai campi ci ha condotti fino in tavola. E quindi come nasce, cresce e viene lavorato il vitigno. E quante sono le distinzioni in seno alle caratteristiche enologiche di ogni singola bottiglia. Ma soprattutto quanto amore e quanta passione c’è dietro ad ogni calice.
Dal campo alla tavola non solo dunque per conoscere uno dei vini marchigiani più apprezzati e che sta prendendo sempre più piede anche all’estero, ma per combinare sapori e profumi dei prodotti tipici marchigiani nel corso di una degustazione.
Ci accompagnerà in questo nostro viaggio Mirko Salvatori, sommelier ed esperto culinario. Insieme a lui abbiamo conosciuto la famiglia Saputi e il piccolo Pongo, la mascotte della cantina. E allora mettetevi comodi, allacciate le cinture e che il viaggio abbia inizio nella nebbia delle colline di Colmurano.
Se anche voi siete ristoratori, agricoltori, allevatori o viticoltori e volete far conoscere i vostri prodotti, scriveteci a redazionepicchio@gmail.com oppure inviate un messaggio Whatsapp al 3421682258 o telefonate al 0733 1653692. Sarete ricontattati da parte della redazione di “Storie” o di “Storie di Cucina”.
Domani a Mogliano è in programma il Consiglio comunale cittadino per l’approvazione definitiva della variante urbanistica che permetterà la cementificazione dell’area verde del Santuario del Santissimo Crocifisso per la costruzione della nuova casa di riposo. Il Comitato per la tutela e la valorizzazione della stessa are verde dice no e organizza un sit-in di protesta.
L’incontro si terrà nelle vicinanze del consiglio comunale, che si svolgerà dalle 21 in via Adriani. Il comitato, presieduto dall’ingegner Luciano Falconi, in modo pacifico e con degli striscioni, manifesterà a difesa dell’area. "Sosteniamo fortemente che l’area in discussione, ampia, pianeggiante e fruibile per molte attività socioculturali – ha spiegato il gruppo sin dalla sua formazione – rappresenti un unicum di cui nessun altro paese nei dintorni è dotato".
"Va preservata da ogni costruzione o cementificazione. Crediamo che esista un profondo legame tra questo spazio e l’intera comunità moglianese, in quanto frutto delle donazioni e del lavoro gratuito offerti da tanti nostri genitori e nonni al santuario. Al di là del passaggio di gran parte della proprietà dell’area dai Padri Sacramentini al Comune, riteniamo che l’area debba rimanere verde, essere destinata al servizio del santuario e finalizzata a scopi di socializzazione per tutta la comunità".
“Il Comitato è naturalmente favorevole alla realizzazione di una struttura per anziani, ma non è d’accordo con l’edificazione del complesso nell’area del Santissimo Crocifisso: ultima zona verde urbana che deve rimanere al servizio del Santuario e di tutta la cittadinanza senza cementificazioni o lottizzazioni", ha concluso Falconi.
Si è da poco concluso l'ultimo vertice del Consiglio dei Ministri, preceduto dalla consueta cabina di regia nella quale erano stati già fissati i temi all’ordine del giorno: fra questi, scuola, riaperture, zone a colori, Pnrr e green pass illimitato.
"I provvedimenti di oggi – ha dichiarato il premier Mario Draghi - vanno nella direzione di una ancora maggiore riapertura del Paese".
Sul tema delle quarantene a scuola, Palazzo Chigi ha optato per l’abolizione della Dad riferita a tutti gli studenti, purché questi siano vaccinati: solo per i guariti o non sottoposti alla profilassi scatterà la quarantena per 5 giorni. Inoltre, la Dad verrà applicata dopo 5 casi positivi in classe per le primarie, oltre i 2 nelle secondarie. Destino analogo per le scuole d’infanzia, dove la didattica a distanza durerà 5 giorni per tutti i bambini dopo il 5° contagio segnalato.
In linea generale, tutti coloro che avranno ricevuto il booster riceveranno il green pass illimitato, e quindi non saranno più soggetti ad alcuna restrizione indipendentemente dal colore della regione.
"Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura - ha aggiunto Draghi - Sulla base dell'evidenza scientifica, e continuando a seguire l'andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti". Il decreto con le nuove norme anti-Covid è stato nel frattempo approvato, provocando le prime polemiche da parte di alcune fazioni politiche.
Non solo canzoni a Sanremo. In occasione della 72esima edizione del Festival più famoso d’Italia, la prestigiosa Villa Ormond - a pochi km dal Teatro Ariston - ha aperto le sue porte alla prestigiosa mostra di Paolo Marinozzi, classe 1947, collezionista e fondatore del museo “Cinema a Pennello” di Montecosaro. Si tratta di una grande raccolta fatta di locandine e bozzetti: pezzi unici dipinti a mano da grandi artisti – i cosiddetti “cartellonisti” – nel corso di 50 anni di storia del cinema e della musica. E che dal 2011 è possibile apprezzare presso lo spazio allestito in quel di Porta San Lorenzo.
Sull’onda dell’entusiasmo, Paolo – direttamente dall’hospitality della villa sanremese, dove si trova insieme al figlio Alessandro – ci ha raccontato di questa iniziativa e della sua passione.
Innanzitutto, chi ti ha lanciato la proposta di Sanremo? Devo ringraziare Giuseppe Grande, direttore di “SanremoSol” che ha fortemente voluto questa collaborazione. Era da anni che volevo portare da quelle parti la mia mostra, ma non ce n’è mai stata l’occasione. Fortunatamente nel frattempo, insieme ai miei collaboratori, abbiamo conquistato altre tappe: Taormina, Napoli e anche il Lucca Comics.
Come mai questo desiderio di unire la tua collezione al Festival della canzone italiana? Da bambino seguivo il Festival per radio. Poi ci fu l’avvento dei “musicarelli” al cinema, e quasi per caso ho cominciato la mia collezione di manifesti e bozzetti. Qui a Sanremo in particolare abbiamo portato 22 opere, ispirate a grandi canzoni come “Dio come ti amo” di Domenico Modugno, “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli, “Zingara” di Iva Zanicchi, “Non son degno di te” e “Mi vedrai tornare” di Gianni Morandi e altre.
Come ha accolto la proposta allestire la mostra a Villa Ormond? Sono stato felicissimo, e spero sinceramente che questa sorta di “anteprima” abbia una forte risonanza e ci consenta di partecipare ad altre manifestazioni canore. Villa Ormond poi è di per sé molto suggestiva, con il suo parco meraviglioso e la vista sul mare. Al tempo vi ha soggiornato anche la Principessa Sissi.
A quale canzone sanremese si sente più legato? Ho sempre amato Claudio Villa, e infatti abbiamo una locandina di Sanremo con lui e Teddy Reno. Come ti dicevo, sono cresciuto ascoltando la radio e le grandi voci del dopoguerra. Poi ad un certo punto arrivò Modugno che rivoluzionò tutto: custodisco ancora gelosamente la locandina di “Piange il telefono” del 1975, con la dedica di Claudio Lippi.
E la sua passione di collezionista invece come è nata? Sin da piccolo raccoglievo figurine, poi fumetti e dischi. Con le locandine in un certo senso mi sono voluto specializzare. Finché negli anni ‘90 abbiamo allestito la prima mostra su Totò, e da quel momento tanti personaggi hanno molto apprezzato e ci sono venuti a trovare: Lucio Dalla, Ornella Muti, Sabrina Ferilli, le gemelle Kessler, Catherine Spaak, Tomas Milian, Vincenzo Mollica e altri ancora.
A quale bozzetto o locandina è più affezionato? Probabilmente a quella del film “Nuovo Cinema Paradiso”, perché ebbi la fortuna di condividerla durante il Bari International Film Festival del 2019 assieme ai maestri Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore. Però penso anche alle mie prime scoperte da bambino: “Poveri ma belli” (1957) e “Don Camillo” (1952).
Stamattina è stato formalmente consegnato all’impresa IME srl di Modena il cantiere per la realizzazione dell’ampliamento del Centro Sociale Ricreativo e Culturale Anziani di Civitanova Marche di via Carnia, di proprietà dell’Amministrazione e gestito dall’ANCeSCAO. Al riguardo, il sindaco Fabrizio Ciarapica, accompagnato dall’Architetto Paolo Strappato, Dirigente dell’Urbanistica e Lavori Pubblici, ed accolto da Luigi De Nardis, Presidente del Centro Anziani, ha effettuato un sopralluogo nell’area interessata.
Il contratto prevede che l’impresa IME S.R.L. di Modena realizzerà i lavori la cui ultimazione è prevista entro 180 giorni. Il progetto prevede un ampliamento di circa 250 mq in cui saranno realizzati diversi servizi per rendere gli spazi più ampi ed accoglienti, su un'area di pertinenza di circa metriquadrati 1.500,00. In base alla previsione del quadro economico di spesa, l’intervento ha un costo complessivo di 440.000 euro.
“Servivano ulteriori spazi per accogliere in sicurezza gli anziani che frequentano il centro – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica – e abbiamo mantenuto il nostro impegno a realizzare l’ampliamento che ci avevano chiesto. Sono infatti in tanti ad avere questa struttura come punto di riferimento quotidiano per trascorrere il tempo in compagnia e l’Amministrazione ha lavorato per migliorare tutti gli ambienti a disposizione dei soci.
Questa mattina abbiamo effettuato la consegna dei lavori alla ditta, e ci auguriamo a breve di inaugurare questi nuovi spazi per le persone avanti con l’età, ma aperti a tutti, che potranno vivere i loro momenti di socializzazione in un posto più gradevole e idoneo”.
Il Centro gestisce molti progetti a favore della comunità tra cui la Festa dei nonni, il Carnevale dei bambini, ma anche servizi di trasporto sociale per persone in difficoltà e l’adozione a distanza che vede lodevolmente impegnato il centro ANCeSCAO civitanovese da diversi anni.
Ancora in crescita, nel 2021, gli infortuni sul lavoro nelle Marche: è quanto emerge dai dati elaborati dall’Ires Cgil Marche. Nell’anno appena trascorso, sono stati denunciati 16.306 infortuni, 592 in più rispetto al 2020 (+3,8%). Non solo: nella regione si registra una crescita superiore rispetto al dato nazionale con gli infortuni sostanzialmente stabili (+0,2%). Giovani e precari sono i più colpiti: l’incremento è del 46,6% tra gli under 20 e del 16,6% nella fascia dai 20 ai 29 anni.
La crescita complessiva registrata nella regione è dovuta al significativo aumento degli infortuni in itinere, che aumentano del 23,1% (442 denunce in più) mentre rimangono pressoché stabili gli infortuni in occasione di lavoro (+1,1%). Gli infortuni sono cresciuti nell’ultimo anno sia nell’industria e servizi (+1,1%, 154 in più) sia nel pubblico (548 in più, +43,9%). Nell’agricoltura, invece, gli infortuni diminuiscono di 110 unità (-1,1%).
“E’ sempre più emergenza – dichiara Giuseppe Galli, segretario regionale della Cgil Marche –; anche nelle Marche bisogna tenere alta l’attenzione, specialmente per i giovani e le fasce più deboli. Da tempo, stiamo sollecitando la Regione a muoversi sul fronte della prevenzione per incrementare gli organici degli ispettori del lavoro, a partire dall’Asur Marche, anche in vista degli investimenti di opere infrastrutturali previsti per le Marche nel Pnrr”.
Analizzando gli infortuni sul luogo di lavoro della gestione industria e servizi, emerge come il settore in cui gli infortuni siano maggiormente cresciuti è quello del trasporto e magazzinaggio, con un aumento di 205 unità (+40,5%). C’è un incremento significativo anche nel settore delle costruzioni (+23,9%) e nelle attività manifatturiere (+18,3%). Tuttavia, all’interno di queste ultime la situazione non si presenta omogenea: si passa dal +17,6% nella meccanica al +28,8% nella chimica, gomma e plastica. Una diminuzione rilevante si verifica, invece, nell’agricoltura e nella sanità e assistenza sociale, che diminuiscono rispettivamente del 31,6% e 26,7%.
A fare le spese della crescita sono soprattutto le categorie più deboli. Mentre per i lavoratori di nazionalità italiana l’incremento registrato è più contenuto (+2%), è ben più consistente la crescita delle denunce tra i lavoratori extracomunitari: 354 denunce in più, +17,7%. Anche analizzando l’età, emerge come ad essere più colpite siano le fasce più deboli: gli incrementi maggiori si registrano nei lavoratori under 20 (+46,6%) e nella fascia 20-29 anni (+16,6%), ossia le fasce contraddistinte da maggiore precarietà.
Gli infortuni con esito mortale segnano una diminuzione rispetto al 2020 (-30,4%). Tuttavia, osservando la tendenza di lungo periodo, emerge che questi sono aumentati del 10,3% rispetto a dieci anni fa. Nelle Marche, negli ultimi 10 anni, sono stati denunciati 190 mila infortuni sul lavoro di cui 390 mortali. Nel 2021 sono state denunciate 6.069 malattie professionali, in aumento del 24% rispetto all’anno precedente e dell’85,1% rispetto al 2011.
È atteso per le ore 16 il nuovo vertice del Consiglio dei Ministri, dove verrà definita la bozza del nuovo decreto anti-Covid. Fra i temi all’ordine del giorno ci sarà il green pass “a durata indefinita” per chi è vaccinato o guarito e, soprattutto, abbia ricevuto la terza dose.
Dopo le nuove direttive entrate in vigore il 1° febbraio – tra cui obbligo della profilassi per gli over 50, affluenza limitata agli spazi pubblici e multe per chi sarà trovato senza green pass – il Governo ha così deciso di improntare un’ulteriore strategia per favorire la diminuzione dei contagi e il raggiungimento dell’immunità di gregge.
Nel frattempo, si attendono gli aggiornamenti da parte delle agenzie regolatorie sull’eventuale quarta dose, momentaneamente bocciata dall’Oms: motivo per il quale è stata resa nota la volontà di non far decadere entro un termine stabilito la copertura del super green pass – originariamente garantita per 6 mesi.
Il rischio, infatti, per coloro che già da settembre – periodo in cui è partita ufficialmente l’autorizzazione - si siano sottoposti al booster, è di ritrovarsi senza certificazione verde rafforzata entro il mese di marzo. E quindi di non poter automaticamente più accedere ai locali pubblici (bar, ristoranti, cinema, teatri) né di svolgere attività sportiva.
Nella bozza del nuovo decreto, inoltre, sono previste anche le misure per garantire lo svolgimento di alcuni dei prossimi eventi più importanti a livello nazionale, fra i quali la “Settimana della Moda” di Milano attesa il 22 febbraio.
L’ultimo vertice del Consiglio dei Ministri ha così decretato: le discoteche, le sale da ballo e i locali notturni non riapriranno prima del 10 febbraio 2022. Un'attesa ancora lunga per i gestori che, a questo punto, sperano non ci sia un ennesimo dietrofront.
Nel frattempo continua la conta dei danni per coloro che, alla vigilia delle festività natalizie, si sono trovati costretti ad annullare tutte le prenotazioni per via delle misure emanate con il dl n.221 del 24 dicembre 2021 («Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19»). Come se non bastasse, i famosi “ristori” da distribuire – fra gli altri - alle aziende danneggiate dagli ultimi due anni di pandemia tardano ad arrivare. Ed è solo l’ultima delle ragioni per cui molte attività della provincia di Macerata hanno dovuto chiudere i battenti.
“La nostra è diventata una dittatura scriteriata” ha commentato Daniele Maria Angelini, farmacista e gestore del “Donoma Club” di Civitanova Marche e del “Le Gall” di Porto San Giorgio, alla notizia della ulteriore proroga di 10 giorni rispetto alla riapertura delle discoteche.
Cosa pensa delle misure promulgate in via emergenziale il 24 dicembre scorso? Una scelta scellerata: ci hanno imposto la chiusura praticamente alle ore 21 di quel giorno, con tutto che: avevamo fatto rifornimenti, pagato gli affitti, preparato il personale e predisposto i controlli per accedere.
Come si è dovuto comportare con i suoi dipendenti? Molti contavano sul periodo delle feste per guadagnare qualcosa. Per loro la batosta è stata tremenda, ma ora chi li risarcisce? Oltretutto non sappiamo nemmeno se queste persone saranno nuovamente reperibili al momento della riapertura, perché molti si sono dovuti riciclare in altri lavori per sopravvivere.
Perché solo adesso hanno deciso di farvi riaprire? Credo sia una scelta oggettiva, dettata da un presunto calo dei contagi. Ma questo dimostra che non erano le discoteche il problema: le strutture erano già limitate al 50% della capienza, l’ingresso riservato ai soli possessori del super green pass e il personale sottoposto di volta in volta al tampone. Aveva senso allora crearci questo danno economico?
E che risposta si è dato? È stata una scelta scriteriata, senza alcun valore scientifico. E la politica non ha saputo farsi valere, visto che stiamo ancora aspettando i famosi “ristori”, per riequilibrare un minimo i bilanci. Abbiamo anche fatto appello alla Regione Marche. Ora la riapertura è di per sé un sollievo, ma c’è molta stanchezza psicologica. Non sarà una ripartenza facile.
Come pensa che reagiranno i vostri clienti alla riapertura? In realtà non ne siamo certi, navighiamo a vista. In generale sembra esserci la voglia di tornare alla normalità, di uscire la sera, anche in vista della primavera. Tutto dipende da come si continueranno a gestire i contagi.
Si sarebbero potute adottare altre soluzioni durante le festività natalizie? Quello è uno dei periodi in cui fatturiamo di più, almeno il 30% dell’intera stagione. Dovevano lasciarci aperti, soprattutto perché alla fine chi voleva ha potuto organizzare feste private in casa o in hotel, senza controlli o registrazioni. E così anche il sistema dei tracciamenti è andato a farsi benedire.
Quindi di fondo si è creduto che le discoteche fossero il male assoluto? Sono aziende come le altre, producono degli utili. E la Provincia di Macerata si sa che offre molte proposte per divertirsi la notte. È difficile non pensare a una scelta politica riguardo alle ultime chiusure: i nostri governanti dovrebbero rispettarci maggiormente e capire che le discoteche non sono il demone da sconfiggere.
Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani ha ricevuto stamane in Prefettura il Commissario Prefettizio del comune di Camerino, il dottor Paolo De Biagi, incaricato di reggere l'Ente dopo la sfiducia al sindaco Sandro Sborgia (leggi le sue parole qui).
Al neo commissario - cui sono stati conferiti i poteri spettanti al primo cittadino, alla giunta e al consiglio comunale - il prefetto ha espresso gli auguri di buon lavoro. L'incontro ha rappresentato l'occasione per un primo scambio di conoscenze sui principali temi territoriali.
"Formulo al commissario De Biagi - ha dichiarato il prefetto - i migliori auguri di buon lavoro, che sarà caratterizzato dalla piena e leale collaborazione che contraddistingue i rapporti istituzionali tra enti locali e Prefettura e garantirà competenza e professionalità".
La nomina del commissario si è resa necessaria a seguito delle dimissioni presentate da sette consiglieri sui dodici assegnati al comune di Camerino. Il commisario De Biagi, già prefetto a Terni, e attualmente in quiescenza, ha ricoperto numerosi incarichi presso la Prefettura di Pesaro Urbino e di Ancona, svolgendo numerosi incarichi commissariali e - da ultimo - quello di commissario straordinario del comune di Padova.
De Biagi sarà affiancato dal dottor Carlo Ferraccioni, vice prefetto aggiunto in servizio presso la Prefettura di Macerata, in qualità di sub commissario, chiamato a collaborare e coadiuvare il commissario nell'espletamento dell'incarico affidato.
Prosegue nella propria discesa la curva dell'incidenza dei contagi da coronavirus nelle Marche: nell'ultima giornata, nella quale sono stati registrati 4.911 casi, l'incidenza su 100mila abitanti è passata da 2.317,09 a 2.231,51 continuando il calo in atto da una settimana.
Emerge dai dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale che dà conto di 629 persone con sintomi tra i nuovi casi; ci sono 1.474 contatti stretti di positivi, 1.332 contatti domestici, 74 in ambiente di scuola/formazione, 6 in ambiente di vita/socialità, 2 in ambito lavorativo, 1 assistenziale e 1 sanitario; per 1.355 casi in corso l'approfondimento epidemiologico.
Il numero più alto di positivi in provincia di Ancona (1.346); seguono le province di Macerata (1.201), Pesaro Urbino (1.075), Fermo (539), Ascoli Piceno (541); 209 i contagiati provenienti da fuori regione. In tutto eseguiti 15.678 tamponi (12.925 tra tamponi e test diagnostici con positivi al 38%; 2.753 tamponi nel percorso guariti).
Tra le fasce d'età la più 'colpita' è quella tra i 25-44 anni (1.315), seguono da 45-59 (1.099) e 6-10 anni (483) e 60-69 anni (396). L'incidenza del numero di positivi generali sul totale dei vaccinati è di 233,47 su 100mila abitanti, quella sui non vaccinati è di 726,27.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 392 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-16 rispetto a ieri), dei quali 58 in Terapia intensiva (-3 rispetto alle ultime 24 ore) e 334 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 77 (-3) e quelli in reparti non intensivi 257 (-10 rispetto a ieri) mentre 19 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano altri 7 decessi correlati al Covid: una 89enne e un 86enne di Fermo, un 59enne di Montemonaco, una 41enne di Castelfidardo, una 78enne di Monte Urano, una 85enne di Montecalvo in Foglia e una 93enne di Rapagnano. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
Dopo una breve pausa, “Picchio News” torna in campo con la squadra di “Storie” e con Hermes Carbone alla scoperta delle Marche. Il successo delle prime sette puntate ci ha consentito di pensare a un nuovo format e di produrre nuovi contenuti per i nostri lettori.
“Storie” tornerà online il sabato mattina a partire dal prossimo 5 febbraio. Ma la vera novità è rappresentata da un appuntamento fisso che prende vita grazie alla presenza del nostro sommelier ed esperto culinario Mirko Salvatori.
“Storie di Cucina”, questo il nome del nostro format, racconterà la bellezza della tradizione enogastronomica marchigiana. Lo faremo in compagnia di ristoratori, viticoltori, allevatori, imprenditori ma soprattutto di chi mette anima e profonda passione per portare in tavola prodotti di altissima qualità Made in Marche.
Viaggeremo attraverso tutta la regione, andando a scovare chi produce in modo naturale, valorizzando la gastronomia locale nel pieno rispetto del territorio. Per questa prima puntata di “Storie di Cucina”, che sarà online tutti i giovedì mattina a partire dal prossimo 3 febbraio, siamo andati alla scoperta di una delle cantine più conosciute del Maceratese.
Ma non vi raccontiamo nulla. E allora mettetevi comodi, preparate un buon calice di vino, dedicate cinque minuti del vostro tempo alla ricerca di odori e sapori che cercheremo di farvi vivere nelle nostre immagini. Immergetevi con noi nella bellezza delle Marche. Adesso è tutto pronto: che il viaggio abbia inizio!
Se anche voi avete una storia interessante da raccontare o volete far conoscere i vostri prodotti attraverso “Picchio News”, potete partecipare al format di “Storie” o “Storie di Cucina” scrivendo una e-mail a redazionepicchio@gmail.com, inviando un messaggio Whatsapp al 3421682258 o chiamando lo 0733 1653692.
“Ringraziamo la giunta comunale e in particolare l’assessore Rita Soccio, per aver accolto la nostra proposta d ‘intitolazione di una nuova via della città alla celebre soprano Rina Gigli, figlia del grande Beniamino, protagonista nel mondo della grande lirica, conosciuta in tutto il mondo”. Così l’Associazione Beniamino Gigli, che poi ricorda la vita dell’artista.
Rina Gigli era nata a Napoli il 31 gennaio 1916, come primogenita di Beniamino Gigli e Costanza Cerroni mentre il grande giovane papà si esibiva in Cavalleria Rusticana al teatro San Carlo; le fu dato il nome Ester, come la nonna, poi Esterina e ultimatamene abbreviato in Rina. Cresciuta praticamente a New York, dove visse 12 anni dei suoi primi 16 anni, nel lussuoso appartamento nell’indirizzo di 140 West 57th Street, a fianco della parte sud di Central Park, Carnegie Hall dietro l’angolo e vicino al Metropolitan .
Ottenne l’educazione classica nelle scuole di New York, era molto dotata musicalmente e l’ambiente era ottimo per la sua educazione; suonava pianoforte e cantava. Beniamino Gigli controllava spesso il livello di studio del pianoforte; lo accompagnò alla Carnegie Hall all’età di 7 anni nell’aria M’appari dalla Marta benché le sue gambe non potevano raggiungere i pedali. Beniamino adorava sua figlia e le dedicò il concerto di Los Angeles nel 12esimoma successivamente non era molto entusiasta della sua decisione di diventare cantante anche se le dava però consigli ed insegnamenti. Rina debuttò con il padre al Hotel Grande di Roma il 7 febbraio 1936 nel concerto benefico per la Croce Rossa e poi con molti altri concerti nello stesso anno.
L’anno dopo, il 27 giugno 1937, si sposa con Benedetto Lorenzelli; alle grandiose nozze sono presenti tutti i nomi conosciuti dal mondo musicale di allora. Il 7 novembre 1939 nacque l’unico figlio Maurizio morto in maggio 2015, era avvocato. Successivamente la Sacra Rota annullava il matrimonio perché il marito non voleva che Rina cantasse e si sposò in seconde nozze con il basso Plinio Clabassi. Si perfezionò nel canto negli studi con il maestro Walter Vagnozzi con Bice Mililotti di Reyna.
Le prime registrazioni risalgono al 20 febbraio 1942 a Milano dove canta due duetti dalla Carmen con il padre; esiste una registrazione dal vivo del 27 dicembre 1942 all’ospedale Principe di Piemonte, dove Rina canta con padre il duetto finale di Aida e Ave Maria di Schubert. Il debutto operistico è del 23 maggio 1943, presso il Teatro Regio di Parma nei panni di Violetta (Traviata), il padre fu Alfredo e Tullio Serafin direttore. Il grande soprano Rosina Storchio era la maestra di Rina.
Seguirono numerosi concerti ed esibizioni artistiche, da ricordare quelle con il padre, a Roma nel 1944 in Manon di Massenet, a Palermo nel 1946, a Londra nel 1946 al Covent Garden dove Rina era Mimì e il padre Rodolfo ne La Bohème, nei Pagliacci accanto al padre nel ruolo di Nedda. La regina li volle salutare nel palco reale, presenti le figlie Elisabetta e Margaret. Poi a Madrid, a Buenos Aires con Juan Perón e Evita che gli facevano accoglienza con grande entusiasmo, promettendo che la prossima stagione sarà dedicata ai due Gigli.
Di seguito cantò nel 1948 a Santiago de Cile al Teatro Mucipal, poi in Italia, al Cairo nel 1950 come Margherita in Fauste dove, con il padre, cantò in Elisir d’Amore; il Re Faruk li invitava al suo palco reale. Nel 1950 all’Arena di Verona era Mimì ne La bohème con Giuseppe di Stefano, secondo Rina il migliore Rodolfo, Maria Callas si congratulò con lei ;nello stesso anno cantò all’Arena Gigli di Porto Recanati con il padre.
Nel 1951 registrava i duetti più importanti con padre e sempre in quell’anno cantò al San Carlo come Suzel in L’amico Fritz con il padre cui si ammalò gravemente, esiste la registrazione dal vivo ;poi in Sud Africa con il padre e Tito Gobbi ne La Traviata. Nel 1952 al San Carlo di Napoli in Butterfly, poi all’Hotel Excelsior di Roma per lo scià di Persia prima del suo matrimonio con Soraja nel 1951. Nel 1953 Elisir d’Amore al San Carlo con il padre, registrazione dal vivo, e nello stesso anno cantò a Wiesbaden in Germania con il padre; cantò al Teatro Comunale di Bologna nell’opera Medio di Menotti; mentre nel 1954 ad Anversa(Belgio)grande trionfo ne La traviata accanto a Gianni Raimondi con la registrazione testimonia il successo dell’evento e di seguito a Dublino un grande trionfo con Butterfly e Traviatac on Carlo Bergonzi. Nel 1956,alle terme di Caracalla, era Liù di Turandot e nel 1959 Micaela in Carmen.
Accompagnò Beniamino nella sua ultima volta in pubblico a Fabriano il 22 settembre 1957,Rina gli cantò O mio babbino caro. Beniamino moriva a Roma il 30 novembre 1957, Rina presente, nei funerali sveniva tra le braccia del fratello Enzo. Nel 1958 cantò a Fermo in Turandot, nel 1959 cantò in Piazza Leopardi a Recanati in Traviata, nel 1960 al Teatro Massimo Bellini di Catania fu Griselda nell’opera di Scarlatti, nel 1963 al Teatro Sociale di Rovigo cantò nell’opera l’Assassinio in Cattedrale di Pizzetti. Numerosi altri concerti ed interpretazioni liriche di alto livello. Addio alle scene al San Carlo di Napoli nel ruolo di Nedda nel 1971.
I ruoli più importanti di Rina: Micaela (Carmen), Amina (Sonnambula), Anna di Rehberg (Lorelei),Adina (Elisir d’Amore), Nannetta (Falstaff), Griselda, Nedda (Pagliacci), Suzel (Amico Fritz), Manon, Monica (Medio), Margherita (Mefistofele), Lauretta (Gianni Schicchi), Maristella, Mimì (Boheme), Suor Angelica, Cio-Cio-San (Butterfly), Manon (Manon Lescaut), Liù (Turandot), Desdemona (Otello), Violetta (Traviata), Requiem (Verdi) per un totale di 35 ruoli in 35 annidi carriera e centinaia di concerti di cui la maggior parte con padre.
Dopo la morte della madre Costanza, nel1980,il comune di Recanati le offriva una abitazione, la quale traslocava con la sua assistente Wanda Taccari; nel 1985 pubblicava ,con l’aiuto dell’avv. Minestroni, il libro ”Come ricordo mio padre”; nel 1988, il generale della divisione dei carabinieri di Torino, Bruno Dellucca, le fece ottenere la commenda dell’ordine all’Merito della Repubblica Italiana ed anche la pensione per i suoi meriti artistici(legge Baccelli), con l’aiuto indispensabile del maestro Luigi Vincenzoni; figlio del generale, Giuseppe Dellucca ,scriveva la sua tesi di laurea sulla carriera artistica di Rina Gigli.
Rina Gigli ha donato il pianoforte di padre dal nome Blüthner, che Beniamino aveva acquistato a Lipsia nel 1937, ora posto come un monumento vivente nell’Aula Magna del palazzo comunale di Recanati, ed i suoi cimeli e costumi di scena che fanno bella mostra nel museo civico recanatese.Fu la nostra presidente onoraria insieme all’Associazione di Finlandia. Morì il 22 agosto 2000 e fu sepolta accanto al padre nella tomba a forma di piramide nel Civico Cimitero di Recanati.