Latte in polvere e altri fondamentali presidi sanitari consegnati da Federfarma Ancona e Farmacentro per aiutare la popolazione ucraina. La "guerra in Ucraina, con i volti addolorati e le necessità di bambini, donne e persone anziane", scrive Federfarma ha ispirato la toccante cerimonia tenutasi nel piazzale di Farmacentro a Jesi.
Andrea Avitabile, presidente di Federfarma Ancona, ha consegnato a nome dei farmacisti della provincia ed anche di Farmacentro , importanti quantitativi di latte in polvere e altri fondamentali presidi sanitari che raggiungeranno l'Ucraina.
Lorenzo Mazzieri e Matteo Berrettini, per la Protezione civile, e Roberto Balerci, vice presidente dell'Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco in congedo, hanno evidenziato che i materiali saranno stoccati presso il centro operativo della meritoria associazione, che veicola, tramite la Comunità ucraina nelle Marche (Cum), tutte le donazioni: si utilizzano camion che dopo avere trasportato in Italia prodotti e materie prime, rientrano in patria spesso senza carico.
Esistono persone per le quali i rapporti con il prossimo si risolvono in una partita a Risiko: tutto e tutti sono"terra di conquista". Persone per le quali tutto ha banalmente "un valore economico di scambio". Spesso anche la propria dignità, il rispetto per sé stessi e per gli altri. Spesso anche la propria vita relazionale viaggia sul binario della "convenienza". E, per onestà intellettuale, bisogna dire che per ogni siffatto individuo ce n’è un altro che mette in vendita il rispetto di sé.
Si può vivere così, anche" felicemente", per giorni, per mesi, talvolta per anni o per sempre. Ma a quale costo? Il prezzo di questo stile di vita lo pagano le nuove generazioni con la loro stessa vita. Conoscere la gioia e l'entusiasmo di un successo solitamente, significa conoscere gli sforzi fatti con costanza e perseveranza per ottenerlo.
"Se vorrai che tuo figlio cammini onorevolmente attraverso il mondo, non devi sgombrare il suo cammino dalle pietre, ma insegnarli a camminare stabilmente sopra di esse. Non insistere a guidarlo prendendolo per mano, ma permettigli di imparare ad andare da solo. (Anne Brontë)
Una citazione che ben riassume ciò che pedagogisti, psichiatri, sociologi ed esperti di settore ripetono ormai da anni. La frustrazione dei giovani impreparati a ricevere rifiuti perché cresciuti con il "tutto e subito" è inadeguata ad affrontare la realtà della vita, in cui anche la più banale interazione prevede la realistica possibilità di ricevere un diniego ai loro desideri e aspettative.
La violenza, l'esplosione di rabbia che conducono alla consumazione di reati gravi contro la persona anche da parte di giovanissimi, sono spesso la risposta di questi ragazzi impreparati alle reali difficoltà della vita adulta. E così le cronache si riempiono di quelle storie da “Arancia meccanica” sempre più frequenti.
Ci si chiede, come è accaduto più volte anche nella nostra pagina Facebook a commento dei nostri articoli, cosa si possa fare per attuare un’inversione di rotta rispetto alla disgregazione sociale e alla deprivazione relazionale cui stiamo assistendo, con la conseguenza di cronache che parlano di bulli violenti, adolescenti criminali quando non anche assassini dei loro stessi genitori.
La risposte a questo quesito siamo “noi”. Sono gli adulti, gli unici a poter creare quell’inversione di rotta con l’esempio, che da sempre è tra i migliori strumenti educativi. "Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia”. Questa frase del neuropsichiatra infantile Bollea è la risposta: un inquadramento educativo che deve mettere radici sin dalla più tenera età.
Sono 2.062 i nuovi positivi (ieri erano stati 2.349), con un tasso del 37,9 % decisamente inferiore rispetto al 42,8% di venerdì e sabato sui 6.685 tamponi analizzati (7.007). L'incidenza si attesta a 1.126 casi settimanali ogni 100mila abitanti (1.163,11), in discesa per il quarto giorno di fila. Questo quanto emerge dai dati rilasciati dall’Osservatorio epidemiologico delle Marche. Sono numeri che evidenziano come le Marche si stiano avviando a una fase di plateau delle curva epidemica.
Non ci sono scostamenti significativi rispetto alle classi di età dei nuovi contagi di oggi, domenica 27 marzo: le classi più colpite sono sempre quelle tra 25-44 anni e 45-59 anni che assommano 959 casi, quasi la metà di quelli totali. C'è una recrudescenza nelle classi più elevate di età tanto che si è acceso un campanello di allarme nelle case di riposo.
Infine, per quello che concerne le province, resta sempre Ancona (653 contagi) quella con i casi più numerosi seguita da Macerata (410), Ascoli Piceno (361), Pesaro Urbino (301), Fermo (265) mentre i casi positivi provenienti da fuori regione sono 72.
Sono cinque i decessi correlati al Covid nelle ultime 24 ore. Sono morte quattro donne e un uomo, tutti già affetti anche da altre patolgie, in base al bollettino fornito dalla Regione. Le vittime sono una donna di 62 anni di Corridonia, un uomo di 66 di San Severino Marche quindi altre tre donne di 85 anni (di Monte Grimano), di 93 anni anche lei di Corridonia e una 95enne di Ascoli Piceno.
Da inizio pandemia sono state 3.696 le vittime nelle Marche, 2.058 uomini e 1.638 donne. In lieve flessione i ricoverati collegati al Covid, che oggi sono 235 (tre meno di ieri). Nove (-1), quelli in terapia intensiva, con un tasso di occupazione del 3,5%. Scendono a 226 (-2, 22,1%) quelli invece in area medica.
Una giornata di festa. Forse, più semplicemente una giornata di apparente normalità per tentare di non pensare a cosa sta accadendo nel loro Paese. Un appuntamento organizzato dal Comune di Mogliano, dall’Associazione Amici di Santa Croce e dalla Confraternita del Santissimo Sacramento per dare un benvenuto ufficiale ai 17 profughi ucraini che sono giunti in paese nel corso di questo primo mese di invasione russa.
Donne, bambini ma anche animali domestici che hanno trovato riparo nel comune maceratese ospiti di quattro famiglie che hanno messo a disposizione le loro abitazioni e aperto il cuore all’accoglienza. "Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno concretamente accolto queste famiglie ucraine e quanti in futuro vorranno mettersi a disposizione", ha affermato Cecilia Cesetti, sindaco di Mogliano.
L’evento si terrà nel parco di Santa Croce, meta di ritrovo abituale per le feste che coinvolgono tutta la comunità. Sarà un modo per avviare un processo di integrazione sociale e per condividere del tempo in compagnia degli abitanti di Mogliano.
Terzo calo consecutivo dell'incidenza di casi ogni 100mila abitanti nelle Marche, entrate nel cosiddetto 'plateau epidemico": nell'ultima giornata rilevati 2.349 positivi e l'incidenza è scesa a 1.149,06 (ieri 1.163,11, il giorno prima 1.187,09). Lo fa sapere la Regione.
In totale eseguiti 7.007 tamponi in un giorno tra cui 5.484 nel percorso diagnostico (42,8%) e 1.523 nel percorso guariti. Intanto il numero di ricoveri è rimasto invariato (238) nelle 24 ore: 10 degenti in Terapia intensiva (+1 rispetto a ieri; occupazione al 3,9% sui 256 posti complessivi) e 228 in Area Medica (-1; saturazione del 22,35% su 1.020 posti letto). Quattro i decessi, due uomini e due donne, di età compresa tra gli 85 e i 92 anni.
Per quanto riguarda gli ultimi positivi le persone con sintomi sono 498; i casi comprendono 652 contatti stretti di positivi, 624 contatti domestici, 18 in ambiente scolastico/formativo, 5 in ambiente di vita/socialità, 3 sul lavoro, uno ciascuno in ambito sanitario e assistenziale (su 535 contagi in corso un approfondimento epidemiologico).
In provincia di Ancona registrati 759 positivi; seguono le province di Ascoli Piceno (405), Pesaro Urbino (397), Macerata (382), Fermo (310); 96 casi da fuori regione. Il numero più alto di contagi tra persone di età compresa tra 25 e 44 anni (607) e tra 45-59 anni (542); poi la fascia d'età 60-69 anni (264), 70-79 anni (215) e 6-10 anni (142).
"La Regione Marche conferma la massima stima nei confronti del commissario tecnico Roberto Mancini. Mancini è stato scelto come testimonial della Regione non solo per la sua indiscussa carriera sportiva ma, soprattutto, perché rappresenta un illustre marchigiano conosciuto in tutto il mondo, figura di grande rilievo e di riconosciuta stima, che rappresenta a pieno l'identità marchigiana".
A ribadirlo, con forza, attraverso una nota stampa è l'Amministrazione regionale, nel replicare agli spifferi circa la rescissione del contratto con Mancini, attuale volto della campagna di promozione turistica.
La sconfitta con la Macerata e la mancata qualificazione dell'Italia del calcio ai prossimi Mondiali in Qatar," non cambia l'intenzione del Presidente Acquaroli e della Regione di proseguire con la campagna di promozione insieme alla figura di Roberto Mancini - si legge nella nota -, così come già programmata. Si ribadisce il sostegno totale e il ringraziamento per quanto mister Mancini ha fatto fino ad oggi e farà per le Marche".
Lo stesso Acquaroli, pochi minuti dopo la disfatta azzurra sul campo, aveva ribadito la propria vicinanza e stima al commissario tecnico: leggi qui.
Il Comune di Macerata ha ottenuto un voucher del valore di 15 mila euro, grazie alla partecipazione all’iniziativa WiFi4EU, che ha l’obiettivo di fornire la connettività Wi-Fi pubblica gratuita per le reti di cittadini e visitatori in tutta l’Unione Europea ed è risultato fra i comuni vincitori del II Bando EU.
WiFi4EU mira all’installazione di hotspot negli spazi pubblici, un vero e proprio servizio di pubblica utilità, ormai indispensabile. “Con questo ulteriore finanziamento, del quale mi complimento con l’ufficio - interviene l’assessore all’Innovazione Marco Caldarelli - abbiamo provveduto ad estendere l’area comunale coperta dal WiFi, cercando di incontrare le esigenze manifestate dalla cittadinanza, per raggiungere gradatamente la maggiore connessione possibile nella Macerata Digitale”.
Il progetto prevede che i beneficiari di WiFi4EU possano collegarsi nel loro Paese e con lo stesso login accedere facilmente a tutti gli hotspot d’Europa, senza bisogno di registrazioni o password. Non si può che prendere atto del ruolo sempre più importante che sta assumendo la rete Internet nello sviluppo culturale, sociale, turistico ed economico delle comunità.
Connettersi alla rete WiFi4EU è semplicissimo. La Commissione europea ha stabilito che il nome della rete (SSID) deve essere “WiFi4EU” e che sarà lo stesso ovunque, rendendo gli hotspot WiFi4EU riconoscibili in tutta Europa. I cittadini e visitatori potranno connettersi gratuitamente e semplicemente cercando tra le connessioni WiFi del proprio dispositivo quella denominata “WIfi4EU”, nelle vicinanze delle aree pubbliche di copertura che sono il terminal degli autobus in piazza Pizzarello, il piazzale antistante la stazione ferroviaria, il piano terra della Biblioteca Mozzi Borgetti e le piazze Vittorio Veneto e Mazzini.
Regione Marche e Fipsas hanno raggiunto un accordo per il futuro della pesca sportiva e agonistica in regione. In calce al documento le firme del vice presidente della Regione Mirco Carloni e del presidente nazionale di Fipsas Ugo Claudio Matteoli. Il patto è stato siglato nel giorno in cui si sono sollevate diverse proteste da parte di pescatori e addetti ai lavori in seguito all’annuncio del calendario piscatorio.
“Definiamo insieme il futuro della pesca sportiva marchigiana – commenta Carloni.– . Lo facciamo condividendo un percorso per garantire ai pescatori le migliori soluzioni per esercitare al meglio loro passione. E per farlo in maniera sostenibile in un contesto normativo in continua evoluzione”. Dopo la delibera di Giunta regionale che lo scorso lunedì ha approvato il calendario piscatorio, il documento sottoscritto delinea l’attività della pesca sportiva e agonistica nelle Marche già dall’immediato. E in una prospettiva di medio lungo periodo".
Per dare avvio rapidamente al calendario piscatorio, che inizierà domenica 27 marzo, è stata stabilita l’immediata costituzione di un tavolo di lavoro congiunto tra la Regione Marche e le associazioni. L’intenzione è di garantire la rapida realizzazione di un nuovo calendario piscatorio anche con Fipsas da presentare al Ministero. “Per ottenere una autorizzazione in tempi brevi – aggiunge Carloni – che consenta di dare maggiori soddisfazioni ai pescatori sportivi con durata fino al 2024".
“L’attivazione di un gruppo di lavoro – spiega ancora l’assessore - permette inoltre di ottenere risultati migliorativi circa la biomassa, l’estensione temporale, i tratti fluviali fruibili e quanto utile all’attività della pesca sportiva. L’’accordo delinea anche i futuri scenari dell’attività di pesca partecipata e di ripopolamento. Oltre alla condivisione delle modalità per la realizzazione di gare nel rispetto di tutte le normative”.
Sono 2.502 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore (ieri erano 2.821), il 42,8% (45,2%) dei 5.840 (6.240) tamponi analizzati. L'incidenza continua a piegare verso il basso: oggi è a 1.163,11 casi settimanali ogni 100mila abitanti (1.187,09). Questo quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio epidemiologico delle Marche, numeri che confermano come la curva epidemica si stai avvicinando al “plateau confermando i trend nazionali recenti all'insegna della nuova variante Omicron-2.
Per il secondo giorno di fila, infatti, l'incidenza degli infettati dal Covid scende. Rimane Ancona (762) la più colpita, seguita da Macerata (473), Ascoli Piceno (418), Pesaro Urbino (406) e Fermo (346); sono 97 i casi provenienti da fuori regione. Anche oggi si conferma il recente trend in crescita per le fasce d'età più avanzate, con 277 casi per i 60-69enni, 188 per i 70-79enni e 187 per gli 80-89enni.
Gran parte dei positivi giornalieri, comunque, resta concentrata nelle fasce intermedie, che mettono assieme la metà del totale giornaliero: 697 casi per i 25-49enni e 580 per 45-59enni. Tra i più i giovani la fascia più colpita è quella dei bambini delle scuole primarie (6-10 anni) con 145 casi.
Ricoveri legati al covid in salita nelle Marche: sono 238, cinque più di ieri, con numeri in crescita in tutti i reparti: 9 in terapia intensiva (+1), 58 in semi intensiva (+1), 171 in reparti non intensiva (+3), oltre a 28 dimessi nell'ultima giornata, secondo i dati della Regione Marche.
L'occupazione dei psti letto da parte di pazienti covid è al 3,5% nelle terapie intensive, al 22,45% nell'area medica. Cinque i decessi nelle ultime 24 ore, che fanno salire il totale a 3.687 dall'inizio dell'emergenza sanitaria.
“Anche quest’anno le Marche resteranno al palo per quanto riguarda la pesca sportiva e ricreativa”. È quanto denunciano addetti al settore e pescatori, in seguito alla decisione della Regione di immettere specie di trote iridee nei fiumi e nel fondo valle, con, inoltre, un calendario piscatorio annunciato ma non ufficializzato.
“La giunta regionale ha approvato lo scorso lunedì il calendario di pesca alla trota per le Marche, questo è quanto risulta dalle dichiarazioni dell'assessore Mirco Carloni, ma ad oggi a soli 3 giorni dalla fatidica data del 27 marzo, giorno in cui sarebbe prevista l'apertura della stagione, ancora non è stato pubblicato il fantomatico albo”, denunciano i pescatori.
“Ci si chiede – aggiungono - come si possa dichiarare che si fa il bene della pesca e dei pescatori operando in questa maniera. L'apertura della pesca alla trota, da sempre era fissata per l'ultima domenica di febbraio, era vista un po' come il Natale del pescatore un giorno atteso un intero inverno che seguiva intense preparazioni, acquisti nei negozi, visite lungo i torrenti di montagna alla ricerca dei posti migliori o alle zone meno pregiate che vedevano le numerose semine della regione (fatte con gli introiti derivanti dalle licenze di pesca), l'avvio dell'attività agonistica per molti appassionati”.
“Oggi questo giorno è visto dal pescatore come una via crucis, fatta di corse al reperimento del tesserino, corse per vedere i tratti in cui si può pescare senza incorrere in alcune folli norme che la regione puntualmente inserisce, i ripopolamenti che da ormai troppi anni non vengono fatti hanno lasciato il segno. Non più una festa, ma oramai una triste ricorrenza che come lo scorso anno non prevede immissioni di nessun tipo almeno nell'immediato, non garantisce le attività agonistiche e nemmeno quelle commerciali annesse e connesse alla pesca tra cui anche strutture alberghiere e ristoranti delle zone montane che in queste presenze trovavano validi ospiti”.
“Ci si chiede - proseguono i pescatori - come mai nonostante il decreto mille proroghe abbia steso un tappeto rosso volto ad accontentare le legittime istanze dei pescatori e fornire a questa giunta l’occasione di attuare il proprio programma elettorale, l'assessorato della pesca della regione Marche non si allinei, come le altre regioni Italiane, a norme più sensate e volte a risolvere tali problematiche, piuttosto che intestardirsi in un percorso ministeriale che non dà certezze nè per l'immediato nè per il futuro, perché questo arroccamento su posizioni che francamente sfuggono ai più?“
“Ad oggi, nella sostanza, nonostante le numerose promesse avvenute durante innumerevoli incontri siamo ancora al settembre 2021 ovvero: faremo, vedremo, progetteremo - lamentano i pescatori marchigiani - ."Vorremmo avere atti concreti rivolti al mondo piscatorio e non ancora parole”.
“Siamo di fronte a uno scenario fragile e molto incerto”, sono le parole del direttore di Confindustria Macerata Gianni Niccolò, espresse durante la conferenza stampa tenutasi presso la Sala Assemblee in via Weiden 95. Insieme a lui, sono intervenuti anche il Presidente Sezione Accessoristi Alessio Castricini, il Pres. Sezione Calzature Matteo Piervincenzi, il Pres. Sezione Tessile Michele Paoloni e il Pres. Sezione Pellettieri Sergio Sciamanna.
Dopo l’emergenza Covid 19 – che ha costretto allo stop produzione ed esportazioni – il settore manifatturiero marchigiano affronta anche le prime conseguenze della crisi russo-ucraina. L’aumento dei costi energetici, insieme alla difficoltà di reperimento delle materie prime e il caro carburanti, hanno infatti costretto molte aziende - fuori e dentro il Maceratese - a rivedere il futuro dell’intero comparto dell’abbigliamento.
L’export verso la Russia valeva, fino a ieri, 380mln di euro, legati a una serie di accordi commerciali che i grandi investitori dell’Est Europa già nel mese di gennaio avevano deciso di ‘congelare’ a tempo indeterminato. Risultato: calzaturieri, pellettieri e altri imprenditori del vestiario si sono trovati in difficoltà a smaltire la merce e, di conseguenza, con i bilanci in default. In questo scenario, nemmeno il Pnrr – che sarà revisionato nei prossimi mesi – rappresenta una soluzione certa, dato che i tempi tecnici per accedere ai fondi non vedranno la luce prima di gennaio 2023.
Quali sono oggi le soluzioni nel breve e lungo termine per evitare il collasso totale e rilanciare il comparto della moda?
“Servono strumenti emergenziali – risponde il direttore Niccolò – come la deroga della cassa integrazione, i ristori e sostegni alle aziende, estendere la decontribuzione Sud. Inoltre, stiamo già confrontandoci con la Regione per abbattere o diversificare la nostra dipendenza energetica. Se non interveniamo adesso, questa sorta di convergenza astrale di fattori negativi peserà nel futuro, sia sulle aziende sia sui consumatori”.
“Dobbiamo considerare anche il progressivo aumento dell’inflazione – aggiunge Castricini – che porterà i consumatori risparmiare sempre di più sugli acquisti. E il settore dell’abbigliamento ne pagherà le conseguenze più di tutti”
“La digitalizzazione ad oggi è la soluzione più concreta – dichiara Sciamanna – In questa maniera le imprese possono tornare ad essere competitive anche sul mercato estero. Ma occorrono tempo e, soprattutto, finanziamenti da parte dei vertici nazionali”.
“Le fiere Mipel e Micam di febbraio a Milano sembravano segnare finalmente una ripartenza – ha commentato Piervincenzi – visto anche il buon rapporto che le Marche hanno con i mercati russo e ucraino: l’export per il calzaturiero da solo vale circa 217mln di euro. Oggi per restare in piedi proviamo a puntare sul progetto Welcome Valley, rivolta ai settori della moda e dell’agroalimentare”.
Di seguito, il servizio:
"Il provvedimento è stato necessario per garantire la sicurezza degli autoveicoli in uscita dalla nuova sede della Polizia Locale e dell’Ufficio Lavori Pubblici". A dichiararlo è l’assessore alla viabilità del comune di Tolentino Giovanni Gabrielli, in riferimento alla recente ordinanza emessa dal comando di Polizia Locale che riguarda la sosta nel primo tratto di via Colombo "al fine di evitare fraintendimenti o strumentalizzazioni inutili".
"È stato deciso di regolamentare la sosta delle macchine, in prossimità dell’ingresso degli stessi uffici comunali, nel tratto in discesa e in curva transitando dal centro città, facilitando la visuale sulla via - spiega l'assessore -. In pratica, in quel tratto di strada era già vietato parcheggiare, proprio perché in curva e con questa nuova disposizione sono stati previsti ulteriori parcheggi".
"Per il resto tutto rimane invariato e quindi nessun problema per i dipendenti delle diverse aziende che operano nella zona industriale e artigianale di via Colombo. Un'ordinanza che garantisce la sicurezza e previene incidenti, senza arrecare alcun problema o fastidio ai tanti cittadini che frequentano per lavoro o per i propri acquisti la zona di via Colombo" conclude Giovanni Gabrielli.
Il centro storico di Macerata si prepara a vivere una domenica, quella del 27 marzo prossimo, ricca di iniziative e per questo il Comando della Polizia locale ha emesso due ordinanze per regolamentare la viabilità e la sosta nelle zone interessate dalle manifestazioni.
Nell’ambito di “Incorsa.me” la settimana dell’inclusione, organizzata dall’Università e dall’Anffas in collaborazione con Provincia e Comune di Macerata, infatti, domenica, con ritrovo alle 9.30 in piazza della Libertà, si svolgerà la 36^ edizione della Stramacerata, gara competitiva di 10,100 km valida per il Grand Prix Strada Master 2022 e la 48^ Marcialonga della primavera non competitiva, un tragitto di 3 km a passeggio per le vie della città, organizzate dalla ASD Polisportiva Acli Macerata in collaborazione con l’ASD Polisportiva Giorgiana Collevario.
Per quanto riguarda la sosta nei parcheggi Garibaldi e Centro Storico e in viale Trieste negli spazi in concessione all’APM, dalle 15 alle 19 di sabato 26 marzo sosta consentita senza esporre il tagliando di pagamento per tutti i residenti muniti di permesso esposto Zona A e Zona A+Park per 10 posti auto dal sottopassaggio fino a piazza Nazario Sauro.
L’ordinanza prevede la sospensione temporanea della circolazione stradale in: corso Matteotti, piazza della Libertà, corso della Repubblica, piazza Vittorio Veneto, via Crescimbeni, via Tommaso Lauri, via Garibaldi, via Mozzi, largo Affede, via del Convitto, via dei Sibillini, vicolo degli Orti, piazza Mazzini, piazza Nazario Sauro, via Diomede Pantaeoni, viale Leopardi, piazza Garibaldi, via Trento, piazza della Vittoria, via Martiri della Libertà, piazza Santa Croce, via Indipendenza fino all’ingresso del Campus universitario, ex-manicomio o Distretto Sanitario, largo Belvedere Sanzio, via Spalato.
Stop al traffico anche in via Tibaldi, via Rosati, ingresso ANFFAS, uscita via Resse, via Mazenta, via Silone, via Prezzolini, ingresso Campus scolastico, rotonda via Roma, Via Mancini, via Robusti, via Cioci, piazza Pizzarello uscita Terminal bus, via Morbiducci, Giardini Diaz giro esterno a destra, piazza Garibaldi, via Garibaldi, Via Tommaso Lauri, via Crescimbeni, piazza Vittorio Veneto, corso della Repubblica, piazza della Libertà;
Durante il periodo di sospensione della circolazione è vietato il transito di qualsiasi veicolo non al seguito della gara, in entrambi i sensi di marcia del tratto interessato dal transito dei concorrenti; a tutti i veicoli di immettersi nel percorso interessato dal transito dei concorrenti; mentre è obbligatorio per tutti i veicoli provenienti da strade o da aree che intersecano ovvero che si immettono su quella interessata dal transito dei concorrenti, di arrestarsi prima di impegnarla rispettando le segnalazioni manuali o luminose, ai conducenti di veicoli ed ai pedoni di non attraversare la strada.
Previsto poi il divieto di sosta con rimozione forzata valido dalle 6 alle 12 in:
- corso Matteotti, da largo Amendola fino all’intersezione con via Armaroli, eccetto veicoli di soccorso e di polizia e quelli dell’organizzazione necessari per la scorta della competizione;
- piazza della Libertà, in tutta la piazza, eccetto veicoli di soccorso, di polizia e veicoli necessari per lo svolgimento della manifestazione;
- via Gramsci, da carico e scarico compreso fino a ingresso pedonale eccetto veicoli addetti alla manifestazione “Stramacerata” – da ingresso pedonale fino all’ingresso di piazza Gramsci riservati a disabili con permesso;
- via Crescimbeni, tra piazza Vittorio Veneto e via XX Settembre, su entrambi i lati;
- viale Trieste, eccetto residenti con permesso Zona A e Zona A+Park.
- l’ordinanza dispone anche che tutte le aziende del trasporto pubblico urbano ed extra urbano debbano adeguarsi al provvedimento relativamente a eventuali modifiche delle fermate e degli orari che potranno subire durante lo svolgimento della manifestazione;
- uscita in via Padre Matteo Ricci dei veicoli in sosta in via Gramsci, piazza Oberdan, via XX Settembre, corso Repubblica, piazza Vittorio Veneto, via Domenico Ricci o provenienti da via Don Minzoni.
Sempre domenica 27 marzo la “Fattoria in piazza”, per consentire lo svolgimento delle manifestazioni sportive in programma in piazza della Libertà, si sposterà in piazza Vittorio Veneto. Per l’occasione il Comando della Polizia locale ha emesso un’altra ordinanza che prevede il divieto di sosta con rimozione forzata dalle 6 alle 13 e comunque fino a cessate esigenze in piazza Vittorio Veneto e in corso della Repubblica, dal civico 61 fino allo spazio riservato ai disabili, in entrambi i casi eccetto per i veicoli degli espositori che partecipano alla manifestazione.
Dopo una decina di giorni in costante rialzo, ha segnato un calo, nell'ultima giornata, l'incidenza di casi di coronavirus ogni 100mila abitanti nelle Marche: in 24 ore sono 2.821 i contagi rilevati e l'incidenza è diminuita lievemente da 1.191,62 a 1.187.09. Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale.
In crescita la percentuale di positivi tra i tamponi diagnostici (45,2% su 6.240); in tutto eseguiti 8.128 test tra cui 1.888 tamponi del percorso guariti. I sintomatici sono 512; i casi comprendono 811 contatti stretti di positivi, 731 contatti domestici, 38 in ambiente scolastico/formativo, 5 in ambiente di vita/socialità, 4 in ambito lavorativo, uno ciascuno in ambito sanitario e assistenziale. Su 705 contagi in corso un approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona ha fatto registrare 887 positivi; è seguita, per numero assoluto di casi, dalle province di Macerata (572), Pesaro Urbino (453), Ascoli Piceno (442), Fermo (365); 102 i casi da fuori regione. La fascia d'età con più nuovi contagi è sempre quella tra i 25 e i 44 anni (809) seguita da 45-59 (672), 70-70 anni (254) e 60-69 anni (252).
Sono stati resi pubblici anche i dati del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che hanno evidenziato un aumento del 36,6% di nuovi casi di coronavirus nelle Marche nella settimana tra il 16 e il 22 gennaio e performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.073).
A livello provinciale per nuovi casi ogni 100mila abitanti, il valore più alto si registra a Fermo 1.474 (+43,1% rispetto alla settimana precedente); seguono Ascoli Piceno 1.382 (+30,9%), Ancona 1.130 (+36,2%), Macerata 1.105 (+32,1%) e Pesaro e Urbino 801 (+47,3%).
Nella settimana in questione le Marche sono rimaste sopra soglia di saturazione per posti letto in area medica (21,0%) e sotto soglia invece per 'occupazione' di posti letto in terapia intensiva (2,3%) da pazienti Covid-19.
Per quanto riguarda i vaccini, la popolazione che ha completato il ciclo è pari all'81,3% (media Italia 83,9%) a cui si aggiunge un ulteriore 1,3% (media Italia 1,7%) che ha ricevuto solo la prima dose.
Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 83,7% (media Italia 84,0%), il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 3,6% (media Italia 6%). La popolazione tra i 5 e 11 anni di età che ha completato il ciclo vaccinale è pari 19,5% (media Italia 33,4%) a cui aggiungere un ulteriore 2,6% (media Italia 4,0%) solo con prima dose.
Sei ricoverati per Covid in più nelle Marche nell'ultima giornata: il totale è ora aggiornato a 233 di cui 8 in Terapia intensiva (+1), 225 in Area medica (+5) tra i quali 57 in Semintensiva (-4) e 168 in reparti non intensivi (+9); 32 le persone dimesse in 24ore.
Con questi dati, forniti dalla Regione Marche, il tasso di occupazione Covid delle terapie intensive sale al 2,3% mentre quello in Area medica è del 22,1%.
In un giorno registrati 2.821 positivi per un'incidenza in leggero arretramento a 1.187,09. Quattro i deceduti, tutti con patologie pregresse, che fanno aumentare il totale regionale a 3.682: un 66enne di Civitanova Marche (Macerata), una 86enne di Montegranaro (Fermo), un 91enne di Jesi (Ancona) e un 86enne di Alba Adriatica (Teramo) ricoverato ad Ascoli.
Il 2022 sembrava l’anno d’oro della transizione ecologica in Italia: sviluppo della mobilità sostenibile, delle aree marine protette e interventi diretti per un minore e migliore sfruttamento delle risorse energetiche estratte dal suolo. Ma la guerra ha fermato tutto. E adesso Legambiente Marche pensa a soluzioni alternative anche per Macerata.
Solo nel primo trimestre – anche in virtù della crisi ucraina - si è registrato un aumento del 131% sulle bollette della luce e del 94% su quelle del gas. Per correre ai ripari rispetto alla dipendenza energetica dalla Russia, il presidente del Consiglio Draghi ha dato il via libera per far ripartire trivelle e impianti a carbone. Che però, insieme, riuscirebbero a coprire a malapena l’8% del fabbisogno nazionale.
Secondo Wwf, Greenpeace e Legambiente, l'attuale sconvolgimento geopolitco potrebbe fornire un nuovo slancio agli obbiettivi 'green' prefissati per il 2025. Ma occorre considerare la futura revisione del Pnrr. "Bisogna intervenire sul piano locale” - afferma il gruppo Legambiente Marche attraverso le parole del suo presidente Marco Ciarulli, che già nelle ultime settimane si è detta contraria alla riattivazione delle trivelle nell’Adriatico – corrispondenti a circa 1300 giacimenti attivi, di questi appena 500 utilizzati con continuità. Direttamente dal mare arriva il 54,6% del gas autoprodotto, interessando le coste di Veneto, Emilia Romagna e Marche.
È ancora possibile pensare a una transizione ecologica in breve tempo? Abbiamo presentato negli ultimi giorni con un comunicato congiunto (Legambiente, Wwf e Greenpeace) quelle che sono le nostre proposte per riuscire a produrre energia rinnovabile al 100% entro il 2036. La transizione non sarà immediata, ma è necessaria per uscire dal ricatto del gas fossile.
E sono proposte concrete? Valgono a livello nazionale. Per ogni regione poi bisognerà indagare sulle caratteristiche territoriali. Gli interventi vanno contestualizzati. Da sempre ci battiamo per le energie rinnovabili e la riduzione dei consumi.
Qual è la situazione nelle Marche? Qui abbiamo il fotovoltaico a terra, e copre un quinto del nostro fabbisogno energetico. Ma se non lo avessimo, dipenderemmo completamente dai combustibili fossili.
Una soluzione quindi sarebbe incrementare questo esercizio? Dobbiamo massimizzare gli impianti a terra, ma senza esagerare. E poi ne vanno contestualizzati di nuovi in prossimità dei centri abitati, dove ci sono scuole, edifici pubblici. Inoltre, occorre impegnare le comunità energetiche e puntare anche sull’eolico.
Quali sono le difficoltà di attuazione? Ad oggi sono sempre state legate alla strumentalizzazione politica del tema e all’eccessiva burocrazia. Basti pensare che il primo impianto offshore è nato in Puglia dopo un iter autorizzativo di 14 anni.
Sul piano provinciale invece avete individuato possibilità concrete? Certo, per esempio a Macerata e in altre province potrebbe essere sfruttato il biometano. Ma dal 2018 – anno in cui il decreto ministeriale ne incentivò l’utilizzo – nelle Marche siamo rimasti a zero impianti di biometano. Nonostante potremmo produrne tanto, visto il numero delle nostre imprese agricole sul territorio.
Come mai? La politica malvagia costruita intorno, sulla linea delle cosiddette sindromi Nimby e Nimto. Si promuove una narrazione completamente sbagliata, visto che il biometano riduce sensibilmente anche l’impatto ambientale. Della serie “va bene tutto, ma non durante il mio mandato elettorale”.
Con la crisi energetica in atto, si vogliono riattivare anche le trivelle in mare. Voi continuate ad opporvi? Assolutamente sì. Non solo hanno un grave impatto sull’ambiente, ma richiedono un investimento oneroso. Che tra l’altro ci darebbe modo di autoprodurre una percentuale di energia irrisoria e per poco tempo per sostenere l’economia.
Perché il Paese è così in ritardo sulle rinnovabili? Si è sempre ricercata la soluzione più confortevole, che però ci ha portato alla situazione di dipendenza attuale. E dire che con compostaggio e biostabilizzazione copriremmo quasi ad occhi chiusi il 10% del fabbisogno nazionale di gas. Occorre lo sforzo di sbloccare gli iter autorizzativi e velocizzare il sistema.
Nel frattempo, anche gli investimenti nella transizione ecologica con i fondi del Pnrr rischiano di bloccarsi. Questo dipenderà dalle scelte politiche che verranno messe in campo. Noi con le nostre dieci proposte presentate al governo vogliamo dettare una road map per approdare alle rinnovabili il prima possibile. Diversamente, potremo anche arrivarci un giorno. Ma con tempi sicuramente più lunghi e con conseguenze pesanti per l’uomo e l’ambiente.
Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli ha sottoscritto questa mattina, nella sede della Prefettura di Ancona, un importante Protocollo operativo territoriale sull’identificazione e accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati.
L’intesa vede anche l’adesione di Tribunale per i Minorenni di Ancona, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Ancona, Prefettura di Ancona, Prefettura di Ascoli Piceno, Prefettura di Fermo, Prefettura di Macerata, Prefettura di Pesaro Urbino, ANCI – Marche.
“Sono qui - ha detto in occasione della firma - per portare la convinta adesione della Regione a questa importante intesa che si basa su un progetto di tutela dei più fragili, direi anzi fragilissimi perché minori e soli in una fase complicata della loro esistenza e in un territorio dove non hanno punti di riferimento".
"Il contributo della Regione Marche è di tipo tecnico – ha spiegato – fornito dal nostro staff sanitario ma contiamo di implementarlo in futuro per renderlo sempre più continuativo ed efficace. Vorrei anche cogliere questa occasione per ribadire la piena volontà della Regione alla collaborazione con le istituzioni locali e nazionali a maggior ragione quando si tratta di temi sociali e di iniziative a difesa dei più deboli, anche in considerazione della situazione attuale fortemente condizionata da eventi drammatici come una pandemia e una crisi di guerra.”
L’accertamento dell’età e dell’identità di un minore non accompagnato costituiscono una presupposto essenziale per attivare le procedure in suo favore cioè le misure di protezione alle quali ha diritto anche per scongiurare il rischio di violazione dei diritti fondamentali di un minore e inoltre in termini di imputabilità, in quanto il minore non è imputabile se infraquattordicenne.
Poiché spesso i minori non accompagnati raggiungono l'Italia senza documentazione anagrafica, nel processo di identificazione sono coinvolti numerosi soggetti di differenti Amministrazioni centrali (Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia) e Regionali (SSR regionali).
Se le indagini dell’autorità giudiziaria relative alla ricerca di documenti non possono arrivare all’identificazione accertata, si attiva una seconda fase che coinvolge le strutture sanitarie per un accertamento multidisciplinare dell’età.
“Attualmente l’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato di Macerata è uno degli anelli dell'accoglienza fondamentali per tutti gli ucraini che stanno raggiungendo la nostra provincia”.
A chiarirlo è il segretario generale provinciale di Macerata del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (Siulp), Damiano Cioppettini, nel mostrarsi preoccupato per il “futuro imminente” visto che il “personale viene già da ora impiegato in doppi turni e spesso rinuncia al riposo settimanale”.
“Lo fanno volentieri, con orgoglio e con il consueto spirito di sacrificio che da sempre li caratterizza, ma allo stato attuale l’Ufficio Immigrazione è al massimo delle sue capacità”, puntualizza Cioppettini.
"In brevissimo tempo, l’Ufficio Immigrazione si è trovato a gestire l’emergenza" prosegue il segretario generale "Dal 10 Marzo gli operatori effettuano doppi turni. Questo permette di garantire sia l’apertura degli uffici a disposizione degli immigrati ucraini, dal lunedì al sabato, sia la continuazione della regolare attività di tutti i giorni”.
“La regolarizzazione degli ucraini è una procedura essenziale che deve essere effettuata senza ritardi – puntualizza Cioppettini -. Le procedure sono complesse. Una buona parte degli arrivi comprendono ragazzi minori accompagnati, non sempre dai genitori, e anche da non accompagnati. Comprendere la loro paternità e maternità è un'attività oltremodo articolata”.
La preoccupazione del Siulp nasce dal, più che probabile, aumento degli arrivi in provincia di Macerata: “Se ad oggi le registrazioni si aggirano intorno alle 40 giornaliere, in un futuro imminente potranno raggiungere anche le 100 unità ed oltre. Sappiamo che il Questore sta incrementando gli sforzi per favorire il personale. Ci auguriamo risultino sufficienti”.
“Inconcepibile il dietrofront del Governo” dichiarano le Ance delle Marche “che all’articolo 23 dell’ultimo decreto taglia prezzi ha deciso di eliminare la norma che dava alle imprese la possibilità di prorogare o sospendere i lavori per i rincari insostenibili delle materie prime”.
“Quella norma, che concedeva peraltro solo una tregua temporanea, era l’unico strumento a disposizione delle imprese per non abbandonare del tutto i cantieri, vista l’impossibilità attuale di portare avanti le opere” sottolinea il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni.
Già nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 15 marzo (leggi qui), erano state ribadite più volte le preoccupazioni che il settore dell’edilizia sta vivendo e che hanno portato nella regione Marche, la scorsa settimana, all’iniziativa di chiusura dei cantieri.
“Il Commissario Legnini, con il quale avremo a breve un confronto, si sta prodigando per il un nuovo Prezzario del cratere e, contestualmente, per l’adeguamento dei contributi e delle somme a disposizione per la Ricostruzione nel tentativo di attenuare le criticità connesse all’irreperibilità dei materiali e all’aumento insostenibile dei costi” dice Violoni.
“Nei giorni scorsi abbiamo incontrato a Firenze, insieme ad Ance Toscana e Umbria, anche il dottor Salvia, provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche” riferisce il Presidente Stefano Violoni “che ha prestato ascolto e attenzione alle nostre segnalazioni, dimostrandosi disponibile a programmare da subito ulteriori dialoghi di confronto, anche allargati alle Regioni, per attuare quanto in loro potere per arginare la situazione”.
“Ma sono necessarie azioni immediate a livello centrale per rivedere i meccanismi di ristoro alle imprese, analogamente a quanto fatto negli altri stati europei”, aggiunge Violoni. “Dal Governo arriva, invece, una doccia fredda” ribadisce il presidente Ance Marche “mi chiedo come si possa pensare ora di portare a termine le opere in corso e come si potranno iniziare i nuovi lavori già previsti dal Pnrr”.
Sono arrivate a Muccia le prime famiglie accolte dalla Andrea Bocelli Foundation. Anche le comunità di Pieve Torina e San Ginesio si sono unite al progetto offrendo alloggi nelle Sae. Proprio Muccia, uno dei comuni più colpiti del cratere sismico, ha messo subito in campo le strutture disponibili per organizzare di concerto con la Fondazione e con il supporto della Protezione Civile e tanti volontari della comunità alloggi di prima accoglienza, mensa, trasporti e logistica.
Nel comune sono arrivati primi 13, tra bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 18 anni, e 10 adulti. “La sensibilità ed il grande cuore dei cittadini di Muccia, che già nei primi giorni degli eventi tra Russia e Ucraina, avevano manifestato la volontà di aiutare si è concretizzata in un 'sì, ci siamo' che ho condiviso con il direttore generale Laura Biancalani in una telefonata in cui ci chiedeva di costruire una rete di solidarietà per accogliere famiglie e bambini provenienti dai luoghi dei conflitti. Un dovere civile sentito da tutti, ringrazio quindi dai membri della giunta ai cittadini, ai volontari, alle imprese del territorio” dice il sindaco Mario Baroni.
Dopo la prima fase di accoglienza, in cui le famiglie sono guidate in un percorso di conoscenza della cultura, dei luoghi di riferimento, della lingua affiancati da mediatori linguistici e da educatori, vengono assegnati unità abitative, Sae, messi a disposizione non solo da Muccia, ma anche dai comuni di San Ginesio (2) e di Pieve Torina (1) nelle persone dei primi cittadini Giuliano Ciabocco e Alessandro Gentilucci che si sono subito attivati per unirsi alla rete costruita dalla ABF.
I bambini hanno iniziato un percorso educativo laboratoriale, di ambientamento e socializzazione che supporti anche l’apprendimento della lingua italiana con l’obiettivo di favorire l’inclusione all’interno della comunità ben prima dell’inserimento presso le scuole del territorio, tra cui la primaria e dell’infanzia “E. De Amicis” di Muccia, realizzata da ABF nel 2019 in 150 giorni.
“Il progetto in tutte le sue fasi ha l’obiettivo di restituire a queste famiglie un ambiente bello e sicuro dove poter ripartire, dove poter ritrovare una nuova quotidianità - dice Laura Biancalani Direttore Generale ABF – La pace è un messaggio di speranza, è una scelta che ognuno di noi giorno per giorno contribuisce a creare".
"Ci sentiamo grati di poter avere il privilegio di offrire a queste persone che ci hanno dato la loro fiducia la medesima cura che mettiamo in ogni nostro progetto. Perché aver cura di un individuo, di ogni individualità significa aver cura della sua unicità e del suo potenziale. Un sentito grazie, alle comunità di Muccia, San Ginesio e Pieve Torina per dimostrare il grande cuore delle Marche anche qui, in queste zone dove ancora il sisma Centro Italia 2016 fa sentire il suo peso" conclude Biancalani.
(Credit foto: Giacomo Moresi)
Crollo della produzione industriale e consumi condizionati dall’aumento dei prezzi. In Italia, una famiglia mediamente spende 33mila euro l'anno. Di questi, oggi, 1220 se ne vanno per gli aumenti di luce e gas (valori evidenziati già prima della fine del 2021), 320 per il rialzo dei carburanti e circa 300 per la spesa alimentare.
L’inflazione che si prospetta quest’anno – in costante aggiornamento con gli sviluppi della guerra in Ucraina – potrebbe toccare il 7,2% e costringere gli italiani, come del resto sta già accadendo, a spendere meno nell’immediato futuro. Basti pensare che solo nel mese di febbraio la spesa per gli alimenti ha segnato un dato negativo pari al 6%. Risultato: le famiglie rischiano di spendere 2mila euro in più rispetto al 2021.
Le stime di Confcommercio, poi, ipotizzano un incremento del Pil nazionale per il 2022 che non andrà oltre il 3%. Meno di quanto auspicato il 12 febbraio scorso dall’attuale Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Dato confermato il 14 marzo – durante la riunione dei ministri delle Finanze della Ue - dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni che ha definito “irrealistica” la possibilità di raggiungere il sospirato 4%.
Tutto questo vale naturalmente in previsione di un conflitto bellico a lungo termine, che avrebbe ripercussioni anche sul 'carovita' del 2023. Nel caso di una guerra breve, invece, il tasso arriverebbe al 6% per il 2022 per poi scendere al 5,5% l’anno successivo. Una lieve variazione delle proiezioni.
Ma non sono solo rincaro dell’energia, delle materie prime e dei carburanti a pesare sullo scenario presente (e futuro) di famiglie e imprese italiane. Ci sono anche le spese di guerra, inevitabili per mantenere salda l’alleanza fra gli Stati membri dell’Ue.
L’Italia, ad oggi, si attesta al 5° posto nella classifica europea e all’11° in quella mondiale. Con l'intervento nella crisi ucraina, si passa dagli attuali 25mld di euro annui (68mln al giorno) ai 38mld prospettati per tutto il 2022 (104mln al giorno). Per rendere meglio l’idea, i dati SIPRI di Stoccolma hanno evidenziato come oggi l’Ue spenda per la guerra in totale ben 233mld: più del triplo rispetto alla Russia (67mld dichiarati dal 2020).
Detto altrimenti – in virtù anche del ‘Decreto Ucraina’ approvato il 18 marzo dal Consiglio dei ministri e accolto con larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati – l’Italia destinerà fino al 2% del proprio Pil alle spese militari.
Riassumendo: ‘strozzature e ricerca di mercati alternativi’ per liberarsi dalla dipendenza energetica legata alla Russia, aumento dell’inflazione, crisi dell’import e dell’export, calo progressivo della domanda interna. Il costo della guerra avrà nel lungo termine per l’Italia effetti sempre più tangibili, e che per forza di cose porteranno a una revisione degli obbiettivi prefissati del Pnrr.
Le cifre destinate a talune 'missioni' del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (circa 222 mld di euro) saranno convogliate per permettere alla produzione nostrana di sopravvivere, spostando di conseguenza in secondo piano tutte le altre priorità (in primis, transizione ecologica, sanità e cultura).
Del resto, lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco ha voluto ‘rassicurare’: «Guerra e costi non possono mettere in discussione il piano. Ma in virtù delle criticità presenti e future bisognerà considerare un aggiornamento dei suoi obbiettivi”.