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Marche, pescatori in rivolta: "Il calendario? Una via crucis, dalla Regione solo promesse"

Marche, pescatori in rivolta: "Il calendario? Una via crucis, dalla Regione solo promesse"

“Anche quest’anno le Marche resteranno al palo per quanto riguarda la pesca sportiva e ricreativa”. È quanto denunciano addetti al settore e pescatori, in seguito alla decisione della Regione di immettere specie di trote iridee nei fiumi e nel fondo valle, con, inoltre, un calendario piscatorio annunciato ma non ufficializzato.

“La giunta regionale ha approvato lo scorso lunedì il calendario di pesca alla trota per le Marche, questo è quanto risulta dalle dichiarazioni dell'assessore Mirco Carloni, ma ad oggi a soli 3 giorni dalla fatidica data del 27 marzo, giorno in cui sarebbe prevista l'apertura della stagione, ancora non è stato pubblicato il fantomatico albo”, denunciano i pescatori.

“Ci si chiede – aggiungono - come si possa dichiarare che si fa il bene della pesca e dei pescatori operando in questa maniera. L'apertura della pesca alla trota, da sempre era fissata per l'ultima domenica di febbraio, era vista un po' come il Natale del pescatore un giorno atteso un intero inverno che seguiva intense preparazioni, acquisti nei negozi, visite lungo i torrenti di montagna alla ricerca dei posti migliori o alle zone meno pregiate che vedevano le numerose semine della regione (fatte con gli introiti derivanti dalle licenze di pesca), l'avvio dell'attività agonistica per molti appassionati”.

Oggi questo giorno è visto dal pescatore come una via crucis, fatta di corse al reperimento del tesserino, corse per vedere i tratti in cui si può pescare senza incorrere in alcune folli norme che la regione puntualmente inserisce, i ripopolamenti che da ormai troppi anni non vengono fatti hanno lasciato il segno. Non più una festa, ma oramai una triste ricorrenza che come lo scorso anno non prevede immissioni di nessun tipo almeno nell'immediato, non garantisce le attività agonistiche e nemmeno quelle commerciali annesse e connesse alla pesca tra cui anche strutture alberghiere e ristoranti delle zone montane che in queste presenze trovavano validi ospiti”.

Ci si chiede - proseguono i pescatori -  come mai nonostante il decreto mille proroghe abbia steso un tappeto rosso volto ad accontentare le legittime istanze dei pescatori e fornire a questa giunta l’occasione di attuare il proprio programma elettorale, l'assessorato della pesca della regione Marche non si allinei, come le altre regioni Italiane, a norme più sensate e volte a risolvere tali problematiche, piuttosto che intestardirsi in un percorso ministeriale che non dà certezze nè per l'immediato nè per il futuro, perché questo arroccamento su posizioni che francamente sfuggono ai più?“

“Ad oggi, nella sostanza, nonostante le numerose promesse avvenute durante innumerevoli incontri siamo ancora al settembre 2021 ovvero: faremo, vedremo, progetteremo - lamentano i pescatori marchigiani - ."Vorremmo avere atti concreti rivolti al mondo piscatorio e non ancora parole”.

 

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