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80 anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine: il convegno all'Abbadia di Fiastra in memoria di Odoardo Della Torre

80 anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine: il convegno all'Abbadia di Fiastra in memoria di Odoardo Della Torre

Il 24 marzo del 1944, a Roma, si consumò l'eccidio delle Fosse Ardeatine dove 335 uomini, tra i 15 e i 74 anni, vennero assassinati dalle truppe tedesche con un colpo di pistola alla testa. Fra loro anche l’avv. Odoardo Della Torre, internato nel campo di Urbisaglia dal giugno all’ottobre 1940.

Nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio la Casa della Memoria di Urbisaglia, l’ANPI, l'istituto Storico di Macerata e la Fondazione Giustiniani Bandini hanno ricordato il tragico evento con un convegno che si è tenuto venerdì 5 luglio presso l’Aula Verde dell’Abbadia di Fiastra di fronte ad un folto pubblico attento e, a volte, commosso. 

L’incontro è stato presieduto dalla prof.ssa Lina Caraceni, docente di diritto penitenziario all’Università di Macerata e membro del Consiglio Direttivo della Casa della Memoria di Urbisaglia.

La prof. Caraceni ha spiegato che da tempo porta avanti i temi legati al diritto all’identità: in questo ambito di ricerca si pone anche l’opera di Attilio Ascarelli, medico legale che nel 1909 insegnò all’Università di Macerata e che nel giugno 1944 fu chiamato a presiedere l’équipe di riconoscimento delle vittime delle Fosse Ardeatine.

Ed è proprio a Macerata che si conserva il Fondo “Fosse Ardeatine” di Attilio Ascarelli, con documenti e le schede di riconoscimento delle vittime conservati  presso l'Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata. 

Ancora oggi, le schede biografiche delle vittime, appartenenti al Fondo “Fosse Ardeatine”, sono le uniche fonti sulla vita della maggior parte dei 335 martiri, indispensabile punto di partenza per gli studi futuri sulle biografie delle vittime. 

Il convegno si è aperto con il saluto di Riccardo Natalini, Sindaco di Urbisaglia.

Ha introdotto i lavori il prof. Angelo Ventrone, docente di Storia Contemporanea all’Università di Macerata e referente scientifico della Casa della Memoria di Urbisaglia, che ha presentato una relazione dall titolo “La morte della morte: la violenza nazista e fascista nella Seconda Guerra Mondiale”

«Perché la violenza contro il nemico possa essere esercitata, - ha spiegato il prof. Ventrone -, occorre rompere il legame di umanità che lega, inevitabilmente, carnefice e vittima. Per questo, la vittima prima viene “animalizzata”, cioè trattata come un animale (meglio se nocivo o repellente, come pulci, pidocchi, ecc.); poi viene ridotta a “cosa”, semplice oggetto da utilizzare o di cui liberarsi a proprio piacimento. I regimi totalitari aggiungono però un elemento ulteriore: non solo occultano i cadaveri, ma cercano di cancellare la memoria stessa dell’esistenza delle proprie vittime, come se non fossero mai esistite. È per questo che si può parlare di “morte della morte ».

La dott.ssa Giovanna Salvucci, presidente della Casa della Memoria di Urbisaglia, ha tracciato la biografia di Odoardo Della Torre, avvocato nato a Livorno nel 1894, schedato come “Socialista” dalle autorità di Pubblica Sicurezza e sottoposto ad “attenta e assidua sorveglianza” per tutto il Ventennio.

Internato nel campo di Urbisaglia allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, viene successivamente trasferito a Camerino e poi a Sant'Angelo in Vado perché, secondo la Questura di Macerata, a Camerino aveva “contratto molte relazioni, specialmente con professori e studenti” e quindi bisognava allontanarlo. 

Dopo la revoca del suo internamento, Odoardo Della Torre fece ritorno a Roma dove, il 18 marzo 1944, venne arrestato dalle SS a seguito di delazione e, senza essere interrogato, rinchiuso nella cella n. 380 del terzo braccio del carcere di Regina Coeli in attesa di essere trasferito a Fossoli e poi deportato.

Il 24 marzo Odoardo Della Torre finì nella Judenlist di Kappler e venne ucciso con un colpo di pistola alla nuca insieme alle altre 334 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Il prof. Mariano Cingolani, docente di Medicina Legale all’Università di Macerata, ha illustrato la problematica dell’identificazione delle vittime nei disastri di massa e il valore dell’esperienza del medico legale Attilio Ascarelli e della sua équipe che, con una tecnica sperimentale messa a punto appositamente per l’occasione, nel 1944 accertarono l’identità di quasi tutte le vittime dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine.

La dott.ssa Lucrezia Boari, dottore di Ricerca in Forensic Sciences, ha trattato in modo specifico le procedure adottate dal prof. Attilio Ascarelli che hanno permesso di accertare in modo affidabile l’identità della quasi totalità delle vittime dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, fra cui quella di Odoardo Della Torre.

Nella scheda di riconoscimento, conservata Fondo “Fosse Ardeatine”, si legge che la salma si presenta “prona, con le gambe fortemente flesse sotto l’addome e con i polsi legati dietro la schiena”.

Il riconoscimento della salma avvenne in base all’abbigliamento: cappotto, abito, gilet, polsino. Il verbale di identificazione della salma n. 247 viene firmato dalla moglie Giuseppina De Santis il 3 settembre 1944.

Il sarcofago di Odoardo della Torre al Mausoleo delle Fosse Ardeatine è il n. 260

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