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"2016-2019, Tre anni dopo". San Severino, Piermattei: "Guardare indietro è molto difficile. Io seguo tutte le norme ma pretendo risposte" (FOTO E VIDEO)

"2016-2019, Tre anni dopo". San Severino, Piermattei: "Guardare indietro è molto difficile. Io seguo tutte le norme ma pretendo risposte" (FOTO E VIDEO)

“Poco più di 2mila persone sono attualmente fuori casa a San Severino. Le zone rosse iniziali, che hanno interessato le frazioni e non il centro storico, ora sono tutte state riaperte e non sono state fatte le perimetrazioni. A oggi sono 1.113 gli edifici inagibili e 340 le pratiche presentate; 176 quelle finanziate e 96 quelle chiuse. Gli edifici di proprietà comunale sono 140, di cui 75 inagibili. Per il Palazzo comunale e il palazzo dei Governatori sono state presentate le pratiche all’Usr mentre all’ex Lazzaretto, al Chiostro del Santuario Glorioso e a Porta Romana sono stati conclusi i lavori. Siamo poi a buon punto con la ricostruzione dell’ex scuola di Stigliano che ci permetterà di avere due alloggi. Le chiese comunali inagibili sono due, il Duomo e il Santuario Glorioso, mentre quella di San Domenico è agibile. 43 sono le chiese della Curia inagibili mentre 9 quelle fruibili. Tre sono le attività delocalizzate. 103 le Sae consegnate, 7 gli appartamenti mentre 763 famiglie percepiscono il Cas. 27 nuclei sono nelle strutture alberghiere (71 persone), 24 si trovano a San Severino (65 persone) e 3 fuori dal territorio comunale (6 persone)." A tracciare il bilancio, in numeri, è il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, a tre anni di distanza dalla prima scossa che ha colpito il Centro Italia.

“Sul fronte delle strade, sono stati stanziati 6milioni e 100mila euro dall’Anas per il programma degli interventi che interesseranno la viabilità del Comune a seguito degli eventi sismici – ha spiegato il sindaco -. Le opere, finanziate con il terzo e quinto stralcio, consisteranno in lavori di riasfaltatura e di rifacimento del manto stradale oltre al ripristino di ponti, cavalcavia e sottopassi.”

Per quanto riguarda le scuole, “è stato realizzato un istituto provvisorio in via Lorenzo d’Alessandro, composto da 14 classi, un’aula multimediale, la mensa, la cucina e tutti gli spazi necessari al normale svolgimento della didattica – ha osservato la Piermattei -. L’ITTS “Divini”, che rappresenta il nostro pane quotidiano, il nostro gioiello, è stato demolito e ora lo dobbiamo ricostruire in base all’ordinanza 14: i lavori sono già partiti. La parte dei laboratori è a carico della Provincia e c’è stato un appalto prima del terremoto; l’altra parte invece, dove ci sono le aule e la palestra, la stiamo ricostruendo noi del Comune ma dato che ci sono stati dei ritrovamenti di reperti archeologici ci siamo dovuti fermare in attesa delle disposizioni della Sopraintendenza. Mi auguro che i lavori possano ricominciare a breve e che i ragazzi, entro gennaio, possano tornare nella loro scuola. Attualmente sono nell'edificio dell'ex “Luzio”, per il quale abbiamo avuto dei finanziamenti per la ricostruzione e per l’adeguamento. Infine è stato messo in esecuzione il progetto di una parte dei laboratori dell’Ipsia. La scuola dell’infanzia in via Gentili è stata invece realizzata dalle Missioni Estere dei Frati Cappuccini delle Marche, che hanno donato quattro moduli.”

L’Ospedale ha subito dei piccoli danneggiamenti nella parte dello sportello prenotazioni – ha spiegato il primo cittadino -. Non abbiamo proceduto alla messa in sicurezza ma è stato chiuso in attesa del giusto adeguamento sismico. La questione relativa al nostro nosocomio è una delle mie principali battaglie: quello di San Severino si trova in una posizione bellissima e non ho nulla contro gli ospedali di Macerata e di Camerino. Credo che però bisogna investire dove gli ospedali ci sono già perché sono dei luoghi reali: bisogna evitare le volontà politiche e non calpestare ciò che già c’è. In un comune di 194 chilometri di estensione, composto da 46 frazioni, non credo sia giusto far morire le piccole entità perché altrimenti si spopola tutto il tessuto sociale.”

“Nel mio mandato avevo un obiettivo: avevo in mente molto bene ciò che dovevo fare e conoscevo le ragioni per le quali mi ero candidata; il sisma però, indubbiamente, ha creato molti disagi ai miei “disegni” soprattutto perché lavorando nel privato, io non sono abituata a questi tempi biblici – ha continuato il primo cittadino -. Quando sono stata eletta sindaco è stata un po’ una sorpresa, forse i cittadini hanno apprezzato la novità, ma ciò che avevo in mente l’ho sempre ripetuto: avrei donato cinque anni della mia vita a San Severino perché glielo dovevo, perché qui sono nata ed era giusto che riportassi qualcosa indietro alla Città. Fino all’ultimo giorno lavorerò e poi deciderò se andare avanti con una seconda ricandidatura. Oggi devo pensare al paese; sia la mia famiglia sia il mio lavoro mi hanno sempre insegnato a essere ligia al dovere e se prendo una responsabilità la porto avanti fino alla fine."

 

Girarsi ora e guardare indietro fino al 2016 per me è molto difficile – non nasconde la commozione il sindaco Piermattei nel ricordare quei tragici momenti -. È stato drammatico perché ciò che è successo il 24 agosto è stato solo un assaggio. Erano giornate di pioggia e vedevamo cadere, a macchia di leopardo, la Città: non si è mai pronti a vedere la propria casa distrutta. Ero impreparata e ciò che potevo fare era solo stare vicino alla mia popolazione: solo a pensarci mi viene da piangere. Ricordo le vie piene di persone che non sapevano dove andare e dove dormire. Abbiamo allestito cinque campi per cercare di dare un luogo sicuro alla popolazione, composta prevalentemente da anziani, e abbiamo dovuto far capire loro che probabilmente non sarebbero più rientrati a casa. Allo stesso tempo però, credo che proprio nel momento in cui si perde tutto scatta in noi qualcosa, una reazione che, nella drammaticità della tragedia, ci unisce ancora di più."

Ricordo che il 2 febbraio del 2017 avevo firmato 7.500 ordinanze, tutte a mano, perché all’inizio ero digiuna di questioni relative a una amministrazione pubblica figuriamoci di quelle relative a un terremoto. Ricordo che quella notte, quando erano le quattro circa, mi dissero solo una frase ‘sindaco prenda carta e penna, metta il caschetto e ordini alle persone di uscire dalle case’ e io questo ho fatto.Le istituzioni mi sono sempre state vicine, questo lo devo riconoscere – ricorda la Piermattei -. Tutti abbiamo lavorato, notte e giorno, cercando di fare l’impossibile. Ancora oggi, ogni giorno, passo e controllo come vanno i lavori, se è stato messo un paletto in più: sono sempre stata presente ma mai invasiva perché voglio essere certa di ciò che si sta facendo; ecco forse è un po’ il senso femminile di casa, di controllare che dentro sia tutto al suo posto.”

“Seguo alla lettera tutte le normative che ci sono, ma una volta che le ho seguite mi si deve dare ciò che chiedo. Io non discuto se una legge va bene o va male: la eseguo come mi viene impartito dall’alto ma poi pretendo delle risposte – prosegue il sindaco -. Vista la mole di lavoro che c’era e che c’è ogni giorno ci sono poi state assegnate 12 persone e ho gestito e costruito l’ufficio come se fosse un’azienda privata. Ciò che maggiormente mi preoccupa però è la depressione delle persone, soprattutto degli anziani: proprio per questo costruirò una casa di riposo, da sindaco o da cittadina – conclude la Piermattei -. La vita è una cosa bellissima ed è giusto che tutto abbiano modo di apprezzarla allo stesso modo.

 

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