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"2016-2019, Tre anni dopo". Camerino, Sandro Sborgia: "La città deve subito essere restituita alla gente" (FOTO E VIDEO)

"2016-2019, Tre anni dopo". Camerino, Sandro Sborgia: "La città deve subito essere restituita alla gente" (FOTO E VIDEO)

Al 15 luglio sono 2.272 le persone che si trovano in autonoma sistemazione e che usufruiscono del Cas: la metà di loro si trova a Camerino mentre l’altra metà in altri comuni. 496 sono gli studenti di cui 130 domiciliati a Camerino mentre 366 in altri comuni. 1.202 sono le persone non più domiciliate nel paese montano. 304 sono le Sae per 634 nuclei familiari e 53 le persone che alloggiano nelle strutture alberghiere. 471 le schede Aesed con inagibilità B, 81 classificate C e 1.411 quelle con danni pesanti (E), per un totale di 1.965 edifici inagibili totali.

Sono state presentate 174 pratiche su 553 per la ricostruzione leggera e 72 progetti su 1.411 per quella pesante. Per la prima sono 74 i cantieri iniziati di cui 54 conclusi. Per quella pesante invece 6 sono i cantieri iniziati e di questi nessuno ancora concluso. Nel centro storico sono 45 gli interventi di messa in sicurezza conclusi, 13 quelli in corso e 80 quelli da ultimare. Nelle periferie e nelle frazioni invece sono 76 quelli conclusi, 21 quelli in corso e 58 quelli da portare a termine.

Le chiese al momento sono tutte danneggiate e per quella di San Venanzio i lavori dovrebbero ripartire a dicembre. Sul fronte scuole, da tre anni a questa parte ci sono state molte inagibilità. Al momento il plesso di San Paolo ospita i licei e gli istituti tecnici mentre l’ipsia è rimasta nella zona delle Vallicelle dato che non ha avuto gravi problemi.

A illustrate i numeri è il sindaco di Camerino Sandro Sborgia che è intenzionato, più che mai, a fare tutto il possibile per ridare a uno dei gioielli della provincia maceratese “tutta l’energia che aveva prima di questa catastrofe.”

Camerino è stata colpita tutta e indistintamente, dal centro storico, fortemente danneggiato, alle frazioni – spiega Sborgia -. La conformazione della città è molto singolare rispetto al panorama delle realtà che ci sono vicine. Sono ancora cinque le frazioni in perimetrazione, lì il danno è molto diffuso ed è necessario un intervento radicale. Il centro storico è, come ben sappiamo, zona rossa."

Quando mi sono insediato, a maggio del 2019, ho trovato una situazione molto complessa – ha osservato il sindaco -. C’è una mole di lavoro da affrontare non indifferente ma necessita, al tempo stesso, di essere portata avanti con organicità e intelligenza. Bisogna comprendere quale è la direzione verso la quale si vuole andare e il fatto che, a distanza di tre anni, si era ancora fermi su quale fosse la scelta migliore da prendere, come a esempio quella delle perimetrazioni, la dice lunga sulla visione di chi c’era prima di me. Intendo dire che, a oggi, ho trovato una situazione in cui c’erano ancora delle incertezze su quale doveva essere il cammino per far sì che le persone tornassero nelle proprie case.”

Noi oggi abbiamo preso una strada e la perseguiremo perché riteniamo che certamente, anche non essendo la migliore, è la più utile per far sì che questo territorio torni a essere vissuto – ha proseguito il primo cittadino -. Possiamo continuare a discutere ma sono passati tre anni e il territorio sconta un periodo di immobilismo che non ci possiamo permettere, considerando che Camerino vive soprattutto di servizi e di Università. Questo perché più il tempo passa e più le possibilità di tornare a vivere il territorio diminuiscono.”

“Il fatto che il territorio fosse già avviato a un percorso di spopolamento non è di certo stato determinato dal terremoto – aggiunge Sborgia -. Già prima c’era una perdita di persone che andavano in altri luoghi; il terremoto ha costituito un fattore di accelerazione di questo processo e ora il problema sta nell’invertire questo fenomeno o quantomeno arrestarlo. Questo non lo possiamo fare discutendo su quale è la cosa migliore; dobbiamo prendere una decisione immediata ed è nostro dovere far sì che nel più breve tempo possibile le persone tornino a casa. Io ora non so quanto tempo ci vorrà ma sono certo che tutto ciò che possiamo fare lo dobbiamo fare. Se la città, a distanza di tre anni, ha ancora il 30% delle messe in sicurezza nel centro storico vuole dire che qualcosa non è stato fatto. Camerino deve subito essere restituita alla gente. Tutto il territorio e tutto il mondo devono sapere che se si viene a Camerino si può entrare. Tre anni sono passati e io credo che sia un tempo ormai sufficiente per dire ‘basta’: ora bisogna andare avanti e fare.

“Il personale attualmente alle dipendenze del Comune, soprattutto quello relativo ai problemi della ricostruzione, è frutto di una scelta fatta prima del mio arrivo – ha continuato Sborgia -. Io lavoro con le forze che mi sono state messe a disposizione e se mi trovo a non avere ingegneri nell’ufficio tecnico lo attribuisco a chi ha preso determinate scelte prima di me. Sto ora cercando di interagire con l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione per sapere se può esserci una implementazione del personale che è necessario e fondamentale. Attendiamo anche l’arrivo dei 116 tecnici messi a disposizione della Regione Marche dal Commissario Straordinario Piero Farabollini; speriamo che la ripartizione delle unità sia fatto seguendo specifici criteri e mi auguro che venga tenuta in considerazione la situazione che Camerino vive e il danno che ha subito. Già in situazioni ordinarie la città ha una attività non paragonabile a quella di altri comuni che sono stati colpiti dal sisma – ha aggiunto il sindaco -, quindi oltre a quelle attività ordinarie ora si aggiungono i processi straordinari connessi alla ricostruzione e al post-sisma: spero che questi fattori verranno presi in considerazione. Considerando che dobbiamo ancora procedere a una rilevazione dei danni degli uffici pubblici.”

“Ripeto sono passati tre anni e questo non possiamo dimenticarlo: bisogna cercare di fare tutto il possibile e farlo in fretta, questo sarà di certo il mio obiettivo in questi cinque anni” ha concluso Sborgia.

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