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Unisex e moda bimbi: una nuova concezione?

Unisex e moda bimbi: una nuova concezione?

Il mondo della moda è sempre pronto a sposare le nuove tendenze e ad introdurre novità interessanti di volta in volta. In passato, ad esempio, l’introduzione del concetto di moda unisex aveva fatto scalpore, salvo poi conquistare in maniera importante sempre più consensi. Il termine unisex è stato usato per la prima volta verso la fine degli anni '60 a indicare quel tipo di indumenti che potevano essere indossati da tutti.

Prima di quella che fu una vera e propria rivoluzione sociale, esisteva una demarcazione netta tra vestiti per donna e vestiti per uomo. In questo scenario anche il mondo del cinema ha avuto un ruolo importante nel divulgare il concetto di abbigliamento unisex: in quanti film avete visto le protagoniste femminili indossare jeans e magliette? Una rivoluzione dovuta certamente alla cultura americana, che ha segnato l’immaginario collettivo occidentale dalla nascita del cinema (1895) prima e della televisione (1926) poi.

Ma c’è un anno ben preciso – e dobbiamo tornare indietro di qualche anno - in cui far risalire la prima vera emancipazione femminile legata ad un abbigliamento unisex. È il 1850 quando una giovane attivista, Amelia Bloomer, professa un ruolo più centrale della donna nella società americana, anche (e soprattutto) a partire dall'abbigliamento.

In questi ultimi anni la moda unisex è tornata in auge e si è estesa anche alla moda bimbi. Come conferma l’analisi di idealo, infatti, quello della moda unisex per bambini è un settore in forte crescita che permette ai bambini di scegliere il capo in base ai gusti ed alle preferenze, senza preconcetti e preclusioni di genere.

Così, in un mondo sempre più globalizzato, sentiamo sempre più spesso parlare della tendenza Agender che punta all’abolizione degli stereotipi sessisti nei vestiti di adulti e bambini. Con tante declinazioni: no gender, genderless, gender free, gender neutral o genderfluid.

Un modo di vestire che riscatta, nella moda, un nuovo modo di pensare. Un concetto che va ben oltre quello di moda unisex per bambini visto che in questo caso la moda agender non toglie il genere, ma afferma la sua assenza, con l’idea che l’abito non debba utilizzare le categorie maschile-femminile come principio di scelta. Così, anche nella moda bimbi, si abbattono gli stereotipi e rimane solo la libertà di vestirsi in base al gusto.

D’altronde, come sostengono gli esperti, il rispetto per i bambini risiede anche in questo: nel lasciarli liberi di scegliere abiti e magliette con i disegni e i colori a loro più congeniali. Dinosauri, supereroi, pirati e principesse, rosa e blu per lui e per lei perché la moda possa essere uno strumento di libertà espressiva e una buona dose di autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Il look dovrebbe dunque fare da contorno per lasciare spazio al contenuto che va curato nei minimi dettagli già in tenera età con un’educazione di natura unisex.

 

 

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