Riceviamo e pubblichiamo un appello contro i botti di Capodanno
"Ogni anno sono sempre di più i sindaci delle città che cercano di contrastare i botti di capodanno, con apposite ordinanze che bandiscono questa pericolosa usanza per privilegiare la sicurezza della città e dare un chiaro segnale di attenzione verso il mondo degli animali. Nelle ordinanze si vieta “l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici in tutte le vie, piazze o aree pubbliche dove transitano o siano presenti delle persone” in considerazione degli “oggettivi pericoli per le persone, dei rumori molesti causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini e del fatto che botti, petardi e fuochi sono causa di stress, morte, ferimenti e traumi per animali domestici e selvatici ed uccelli” Ora tocca ai sindaci della provincia di Macerata (Treia in primis) dare un segno di civiltà! Un numero sempre crescente di persone ci segnala ogni anno i gravi disagi e le sofferenze patite dai loro animali, che al rumore dei fuochi di capodanno impazziscono e corrono il rischio di subire gravi conseguenze. Ma indipendentemente da quel che stabiliscono le amministrazioni locali cominciamo da noi stessi a prendere coscienza del "male" dei botti di capodanno. Rinunciamo a questo inutile e rumoroso e dannoso spettacolo.
E c’è dell’altro che in tanti ancora ignorano: la quantità di veleni diffusi nell’aria dall’esplosione di fuochi è particolarmente nociva, contenendo valori non trascurabili di potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo. Alcuni studi provano come la notte di capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore a quello dell’attività di un anno di numerosi inceneritori! Il danno è amplificato proprio dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Ci sono tradizioni che è giusto conservare, altre sulle quali è preferibile far cadere l’oblio. Sappiamo che serve coraggio, ma bisogna iniziare a dare l’esempio. Proviamo a sostituire i botti con delle più poetiche e pacifiche lanterne a cui affidare i propri desideri e gli auspici per l’anno che sta per cominciare e, magari, devolviamo in beneficenza alle vittime del sisma i soldi risparmiati." Paolo D'Arpini- Treia Comunità Ideale, comitato civico
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