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Privacy e social media: perché è impossibile proteggere i propri dati

Privacy e social media: perché è impossibile proteggere i propri dati

Social media e privacy sembrano essere due entità che non riescono a trovare un punto di incontro. Tra foto rubate, dati personali come indirizzo e numero di telefono divulgati all’insaputa dell’utente, pubblicazione di contenuti di minori, le violazioni che si verificano sui social ogni giorno sono tantissime, e a volte diventa difficile proteggersi.

Esiste un’idea diffusa che per proteggere la propria privacy da social come Facebook e Twitter, basta eliminare il proprio account e, se proprio non se ne può fare a meno, bluffare quasi come fanno i giocatori poker più vincenti, non inserendo i propri dati personali reali. In realtà, queste due soluzioni potrebbero non essere abbastanza per proteggere la propria privacy sui social.

Come i social mettono a rischio la privacy

Secondo recenti studi, è possibile rintracciare e raccogliere informazioni relative a una determinata persona a prescindere dai dati inseriti sui social dalla stessa. Lo studio dimostra che è possibile determinare interessi specifici, come l’orientamento politico, semplicemente analizzando i contenuti pubblicati dagli amici della persona in esame.

In questo senso, anche cancellando il proprio account, le amicizie presenti precedentemente possono essere sufficienti per rintracciare numerose informazioni sensibili di un determinato utente. Ogni amico sui social diventa uno strumento utilizzabile da società o agenzie governative per schedare una determinata persona.

Sui social, quindi, si perde il controllo della propria privacy. Anche adottando tutte le misure possibile per non divulgare dati personali o sensibili, eventuali amici o conoscenti possono pubblicare tali informazioni, senza che si possa fare nulla per fermarlo.

Perché non è possibile proteggere la propria privacy sui social 

Tutto ciò che abbiamo detto sopra si scontra con l’idea che sia possibile preservare la propria privacy sui social. Attualmente le persone non possono controllare la propria presenza sui social e questo è un dato evidente.

Prendiamo come esempio Facebook. Questo colosso non raccoglie i dati solo degli utenti, ma scheda anche eventuali non-utenti che possono essere inclusi in post, foto o video. In questo senso, se viene pubblicata la foto di una persona che non ha un profilo attivo, Facebook è in grado di creare una scheda fittizia della stessa includendo tutte le informazioni rintracciabili dalle amicizie.

A prescindere che una persona abbia qualcosa da nascondere o meno, è evidente che la tecnologia attuale non si impegna preservare il diritto fondamentale alla privacy di ognuno di noi. Tutti dovrebbero avere il diritto di decidere a chi fornire e come divulgare i propri dati, ma i social sembrano calpestare tutto questo in nome di connettività e socializzazione.

Da evidenziare che in alcuni stati, come nelle nazioni che fanno parte della comunità europea, si stanno cercando delle soluzioni per tutelare sempre di più la privacy degli utilizzatori di Internet. Il GDPR è un esempio dell’impegno preso verso gli utenti, tuttavia, questo non è abbastanza per garantire una protezione dei dati reale sui social.

Ricapitolando, attualmente è impossibile eliminare del tutto la presenza dei propri dati sui social e, a meno che non vengano implementate nuove funzioni e tecnologie, le persone saranno costrette ad accettare tutto ciò.

 

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