Olumide, il Babbo Natale di Macerata. "Il razzismo c'è, ma voglio diventare cittadino italiano"
Passeggiando per il centro storico di Macerata è impossibile non notare il vistoso e caloroso venditore ambulante che da anni anima la città con canzoni e balli "rivisitati". Durante le feste comandate, poi, la presenza di Olumide Akinmoluwa si fa ancora più vivace e colorata: vestito da Babbo Natale, con tanto di pancia e barba finte, intona canti 'addobbati' dal suo tocco personale.
Olumide, nigeriano classe 1973, ha conquistato nel tempo le simpatie dei cittadini, nonostante i casi in cui veniva preso di mira con insulti razzisti. Ma chi è l'uomo dietro il personaggio? Qual è la storia del "Babbo Natale sui generis" di Macerata? A raccontarsi è lo stesso Akinmoluwa, nell'intervista che segue.
Da quanti anni sei in Italia? "Da quasi quindici anni ormai: nel 2008 sono partito dalla Nigeria e sono arrivato nelle Marche il 28 febbraio. Vivo a Fabriano e vengo ogni giorno a Macerata per lavorare. Ho deciso di emigrare in Italia perché le aspettative di vita sono nettamente più alte e desideravo un futuro migliore per la mia famiglia".
La tua famiglia vive insieme a te? "Per i primi nove anni sono stato qui da solo: mia moglie è rimasta in Nigeria, in attesa che i bambini crescessero e che io trovassi le condizioni migliori per accoglierli. Da cinque anni si sono trasferiti con me a Fabriano e siamo tornati a vivere insieme".
Hai sempre fatto il venditore ambulante da quando sei emigrato? "No, per i primi tre anni ho lavorato come operaio in fabbrica, poi l’azienda ha fallito e ho deciso di prendere la licenza da ambulante. Pago regolarmente le tasse e ho anche avviato il processo per ottenere la cittadinanza italiana, voglio fare le cose come si deve".
Come ti senti a indossare i panni di Babbo Natale? "Mi piace molto vestirmi in questo modo: ho la possibilità di portare gioia alle persone e questo mi rende felice. Anche polizia e carabinieri si avvicinano spesso col sorriso, credo siano contenti anche loro".
Stai pensando di tornare in Africa? "Sì, partirò la prossima settimana e starò via quattro mesi. Prima tornerò in Nigeria per riabbracciare la mia famiglia di origine, che non vedo da troppo tempo. Poi farò tappa a Londra, dove vive mio fratello".
Come ti sei trovato finora in Italia? "É un paese stupendo e amo vivere qui: i miei figli frequentano scuole italiane, parlano italiano e hanno amici italiani: non vorrebbero vivere altrove. Le persone sono gentili, specialmente se con loro ti comporti bene. Penso che gli italiani siano bravissime persone, anche se qualche volta sono capitati episodi spiacevoli".
Sei rimasto vittima di razzismo? "L’ho sperimentato sulla mia pelle: è successo fin troppo spesso che qualcuno mi insultasse, prendendomi in giro o dicendomi dietro delle parolacce. Io non ho mai risposto male a nessuno per evitare problemi, ma fa sempre male venire trattati in questo modo. Vedo le persone che si comportano così e hanno il volto sempre triste”.
Indica una coppia di passanti che conosce e dice: "Vedi, lui è cattivo e malizioso. Lei invece è gentile e saluta sempre". Anche mentre ci congediamo, un uomo ci passa accanto con il suo cane che annusa i pantaloni Olumide: "Vedi, cerca i suoi simili", dice lui. Un insulto detto quasi bonariamente, come se, tutto sommato, non fosse niente di grave.
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