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Non ho l’età: limiti e rischi degli interventi estetici per gli adolescenti

Non ho l’età: limiti e rischi degli interventi estetici per gli adolescenti

Una questione da tempo in discussione quella dell’opportunità di intervenire con la chirurgia e la medicina estetica sugli adolescenti, recentemente tornata alla ribalta in seguito alla vicenda di un personaggio televisivo resasi protagonista della cronaca mondana per aver raccontato senza remore di aver portato la figlia 14enne a rifarsi il naso, facendo anche pubblicare da un noto settimanale le foto della ragazzina prima e dopo l’intervento.

Un episodio che ha scatenato non poche polemiche: in molti hanno criticato, soprattutto attraverso i social, sia la decisione in sé sia la scelta di condividerne ogni dettaglio esponendo una minorenne su pubblica piazza. Dal suo canto, l’ex gieffina si è difesa dichiarando che la sua decisione era dettata dal desiderio di far superare un complesso alla figlia, di aver precedentemente consultato una psicologa che le avrebbe dato il via libera per il rinofiller e che pertanto la sua scelta andrebbe premiata anziché biasimata. 

Al di là del caso specifico, esiste davvero un aumento del numero di adolescenti che negli ultimi tempi esprimono l’intenzione di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per inseguire un’idea effimera di perfezione imposta da social?  La tendenza sarebbe testimoniata dai dati statistici riportati dall’American Society of Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS) che già nel 2018 aveva rilevato come, solo negli Stati Uniti, sono stati eseguiti oltre 30 mila interventi su pazienti minorenni, fra procedure chirurgiche e trattamenti estetici.

Secondo un recente studio della Società Italiana di Medicina Estetica il desiderio di cambiare una o più parti del proprio corpo si confermerebbe anche fra i ragazzi italiani di età compresa fra i 13 e i 18 anni, tuttavia va precisato che nel nostro Paese le richieste di interventi da parte degli adolescenti sono molto meno numerose che all’estero. In una recente intervista il Presidente dell’Aicpe Mario Pelle Ceravolo,  ha precisato che i numeri in ascesa si riferiscono più che altro agli interventi minimi ambulatoriali mentre, ad esempio, il fenomeno di richiesta di trattamenti con tossina botulinica, molto diffuso tra i teenager americani, da noi risulta pressoché inesistente. 

Ma quali sono i principali rischi della chirurgia estetica per gli adolescenti? Cosa si può fare per limitare questo fenomeno a casi realmente necessari? Come dovrebbe comportarsi un medico di fronte a richieste immotivate? Abbiamo affrontato quest’argomento più che mai attuale, insieme al Prof. Mario Dini, fra i chirurghi estetici più ricercati in Italia, specialista di grido per gli interventi di rinoplastica e mastoplastica additiva a Firenze, Roma e Milano.

Professor Dini, a quali pericoli possono andare incontro gli adolescenti che si sottopongono a un intervento di chirurgia estetica?  

Innanzitutto devo fare una premessa: dalla mia esperienza, posso dire che la maggior parte degli adolescenti che arrivano dal chirurgo accompagnati dai genitori non lo fanno mai per ragioni effimere e superficiali: di solito i genitori sono ben consapevoli che si tratta di un intervento chirurgico e pertanto non assecondano i figli per un semplice capriccio, ma solo in presenza di un disagio importante. Certo l'adolescenza è un momento di crescita che va maneggiato con cura: è quella fase della vita in cui personalità e aspetto fisico si vanno definendo e bisogna capire se il desiderio di voler migliorare una parte del proprio corpo celi un malessere interiore che nulla ha a che vedere con il difetto fisico. In questo caso  l’intervento si rivelerebbe inutile se non controproducente e spetta anche al chirurgo saper dire no. 

Cosa ne pensa della recente decisione di oscurare ai minorenni tutti i contenuti promozionali riguardanti le diete e gli interventi chirurgia plastica per impedire che i più giovani si sentano indotti ad adeguarsi a canoni estetici imposti dal mercato? 

Mi sembra una decisione saggia: impedire la visione di certi contenuti professionali al pubblico minorenne porterà certamente i ragazzi a decidere in maniera più lucida e consapevole se e quando intervenire sul proprio corpo. Quando si è “bombardati” da certe immagini diventa più difficile discernere se la decisione di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica, come quella di seguire una dieta, sia mossa da un reale imbarazzo o indotta artificialmente da spregiudicate campagne di marketing. Ripeto però che non rilevo un allarme in tal senso.

Professor Dini, lei che è al momento è considerato un chirurgo plastico fra i più validi sia professionalmente sia umanamente, può dirci qual è secondo lei il giusto atteggiamento di un medico di fronte a questo genere di richieste?

Il dovere di un chirurgo plastico è innanzitutto quello di accertarsi della reale convinzione del giovane paziente, per cui si rende consigliabile una consulenza iniziale. Gli interventi di chirurgia estetica dovrebbero essere eseguiti sui minorenni in casi particolari, vale a dire in presenza di un difetto che ha realmente una ripercussione negativa sulla condizione psicologica del ragazzo compromettendo la sua vita relazionale, come possono esserlo le orecchie “a sventola”, un naso particolarmente prominente o un seno molto asimmetrico.

Oltre che aprirsi sempre al dialogo e al confronto con i nostri ragazzi per conoscere e comprendere le loro motivazioni, cosa possiamo fare noi adulti per guidarli verso una giusta e sana percezione di sé?

Bisognerebbe innanzitutto cercare di trasmettere loro l’idea che “la bellezza” non si ottiene inseguendo canoni predefiniti e validi per tutti, ma piuttosto ricercando un’armonia dell’insieme e una propria unicità. Una caratteristica estetica anche quando non fosse “perfetta” ma in armonia con tutto il resto può risultare ben più gradevole e interessante della perfezione stereotipata dei singoli elementi di un volto, così come una caratteristica fisica che ci piace tanto su una persona può non essere assolutamente donante se riprodotta senza discernimento su qualcun altro. 

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