Aggiornato alle: 21:33 Sabato, 16 Agosto 2025 cielo coperto (MC)
Varie

Il sisma nelle Marche diciotto anni dopo

Il sisma nelle Marche diciotto anni dopo

Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza, ma a diciotto anni esatti (ore 2,33 del 26 settembre 1997) dal terremoto più rovinoso del secolo tra Marche ed Umbria, quella che è stata definita la ricostruzione modello, si sta rivelando come un ‘miracolo imperfetto’, seppur rilevante nell’Italia della corruzione di questi anni. Non ci furono brogli, truffe, ammanchi, concussioni, nessuno s’approfittò di quegli ingenti finanziamenti che forse per l’ultima volta il governo del Paese metteva a disposizione di chi veniva colpito da calamità naturali. Però la grande occasione di rilancio e sviluppo di aree interne svantaggiate venne sostanzialmente fallita. Le ultime provvidenze risalgono al duemila, poi più nulla tanto che alla ricostruzione completa manca un buon 10%. Tuttavia l’altopiano, a distanza di 18 anni, appare colpito dall’emigrazione: a Serravalle di Chienti la gente continua ad andarsene al ritmo di 100 persone ogni 5 anni, le case riparate e/o rifatte ex novo restano sostanzialmente ‘buone’ per il periodo estivo. Post sisma, che fare? Perché quei soldi pubblici, tanti che affluirono per l’ultima volta da Roma, non accesero il motore del rilancio socio-economico?

Sul tema del ‘miracolo imperfetto’ a 18 anni di distanza dal terremoto del ’97, parleranno questa sera (ore 19.30, basilica di S.Maria in Selva, Treia) Venanzo Ronchetti, per 12 anni primo cittadino di Serravalle, colui che venne indicato in quegli anni ‘il sindaco più famoso d’Italia’; il giornalista Maurizio Verdenelli, già inviato de ‘Il Messaggero’ autore de ‘Il ragazzo e l’altopiano’  e don Giuseppe Branchesi che traccerà il ricordo dell’amico scomparso, don Cesare Grasselli, parroco di Cesi, l’epicentro della catastrofe. Don ‘Terremoto’ è morto a mezzogiorno del 23 agosto, ad 87 anni alla Casa del Clero di Camerino: aveva recuperato centinaia di opere d’arte nelle sue 14 chiese sparse sull’altopiano acquisendo una celebrità planetaria resa ancora più solida dai reportages di un fotoreporter come Guido Picchio, pubblicati sulla grande stampa internazionale. Negli ultimi anni, don Cesare aveva lasciato Cesi per il ‘buen retiro’ di Camerino: qualche giorno prima di morire, il parroco all’arcivescovo mons. Brugnaro aveva rivelato un cruccio: “Non è stata mai incisa la data sul monumento che ricorda quell’evento straordinario che fu la visita, nel gennaio 1998, di san Paolo Giovanni II. Tra i terremotati di Cesi, nel containair dei senzatetto, ospite degli anziani coniugi Albani”. Chissà se questo anniversario produrrà ciò che legittimamente ‘don Terremoto’ richiedeva. Ci sarà ancora gente ‘di buona volontà’ sull’altopiano, diventato il Deserto dei Tartari, la cui popolazione appare sempre più divisa sull’effettiva utilità (per la propria economia) di quella nuova superstrada maremonti, tra Foligno e Civitanova Marche, l’unico frutto nato (grazie ad un parlamentare maceratese: il sen. Mario Baldassarri) da quegli anni terribili eppure formidabili?

Picchio News
Il giornale tra la gente per la gente.

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni