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Simone Ruffini torna in acqua: "Obiettivo Europei, la preparazione inizia a Tolentino"

Simone Ruffini torna in acqua: "Obiettivo Europei, la preparazione inizia a Tolentino"

Dopo le meritate vacanze, Simone Ruffini è pronto per tornare a fare sul serio. Il nuotatore di fondo tolentinate, reduce dal quarto posto ottenuto agli ultimi Mondiali di nuoto in Sud Corea, proprio questa settimana torna in vasca per iniziare la preparazione atletica in vista della prossima stagione. 

"L'obiettivo saranno i Campionati Europei di Budapest - spiega Ruffini-, che si disputeranno a giugno del 2020. Sicuramente gareggerò per la 25 chilometri, e se ci sarà possibilità di qualificarsi, anche nella 10 chilometri. Sto valutando insieme al mio team di fare anche qualche gara della Coppa del Mondo ma su distanze più lunghe. È tutto in fase di studio visto che ancora non si conoscono i criteri di qualificazione per gli Europei". 

Un anno che, purtroppo, non lo porterà ai Giochi di Tokyo 2020 in quanto la 25 chilometri, sua distanza preferita e nella quale è stato oro mondiale a Kazan nel 2015, non è prevista alle Olimpiadi: "Purtroppo non posso puntare ai Giochi, la 25 chilometri non è distanza olimpica e non avendo partecipato ai Mondiali nella 10 chilometri, sono tagliato fuori dalla corsa per il Giappone". 

Mondiali di Sud Corea che lo hanno visto arrivare ad un passo dal podio in una giornata contrassegnata da pioggia torrenziale e vento che hanno sferzato l'Expo Ocean Park di Yeosu, il campo gara: "Quando ci sono condizioni come mare mosso e correnti forti, io mi esalto. ll percorso di avvicinamento ai Mondiali è stato problematico, visto che ho avuto la mononucleosi. L'ho scoperta a novembre, e quindi ho potuto allenarmi seriamente soltanto ad aprile. Essere arrivato quarto dopo soltanto tre mesi di blanda preparazione, mi lascia soddisfatto". 

"Certo, se mi aveste fatto la stessa domanda una settimana dopo la gara - prosegue Ruffini -, la delusione sarebbe stata ancora tanta. Tornato a casa (a Tolentino, ndr), i miei genitori cercavano di spronarmi ad esser contento, ma io non ce la facevo. Ora, a mente fredda, lo considero un buon risultato. A 30 anni sono riuscito a rimettermi in gioco, quando avrei anche potuto prendermi un anno più tranquillo dopo un problema come quello che ho affrontato. E invece ho fatto di tutto per rimettermi in sesto e farmi trovare pronto. La medaglia sarebbe stata bellissima, però va bene anche così. Sebbene un pizzico di rammarico ci sia ancora". 

Per affrontare grandi eventi come i Mondiali, Simone deve sottoporsi a sedute di allenamento massacranti: "Nei periodi di carico arriviamo a nuotare 23 chilometri al giorno. Io mediamente resto in acqua dalle 2, alle 2 ore e mezza a sessione: sia al mattino che al pomeriggio. L'allenamento si svolge sempre in piscina, visto che il serbatoio di chilometri necessario per affrontare le gare è realizzabile soltanto in vasca".

Il nuoto di fondo negli ultimi anni sta cambiando molto. Sempre più campioni del nuoto in vasca scelgono di mettersi alla prova nelle acque libere. 

Il caso più eclatante, in Italia, è quello di Gregorio Paltrinieri che alle prossime Olimpiadi di Tokyo cercherà di inseguire una medaglia sia in vasca che nel fondo: "Il nostro sport - dice Ruffini - sta crescendo tanto. Il livello ora è molto più alto. La differenza maggiore si vede nella sprint finale. Negli ultimi 1500 metri un ragazzo che fa gare in vasca logicamente è più veloce di uno che ha fatto sempre gare in mare. Io faccio anche gare in vasca, ma i miei personali sono più bassi rispetto a quelli di un Gregorio (Paltrinieri, ndr) o di un Wellbrock che è riuscito a vincere sia la 1500 che la 10 chilometri agli ultimi Mondiali".

Il rapporto fra Simone Ruffini e il nuoto è nato a Tolentino, nella piscina comunale della città, dove ha iniziato a dare le prime bracciate: "Vengo da una famiglia di sportivi. Mia sorella ha nuotato fino al quinto superiore, e ora allena a Tolentino dove segue i ragazzi del nuoto. Mio padre ha un passato nell'atletica e fa tuttora triathlon: la passione per le grandi distanze è di casa. Mia madre correva con lui. Il nuoto di fondo mi è sempre piaciuto. Sin da piccolo, quando per la prima volta ho gareggiato nella distanza dei 3000". 

"Sono andato via da Tolentino a 16 anni per spostarmi a Pesaro. Lì ho fatto due anni di convitto perché dovevo prima finire la scuola, poi ho preso un appartamento con altri ragazzi e sono rimasto fino al 2012. Dopodiché mi sono trasferito a Roma, dove vivo tuttora. Appena posso torno sempre a casa. Questa settimana, la prima in cui torno ad allenarmi dopo le vacanze, sarò in piscina a Tolentino: è una piacevole tradizione". 

Per uno sportivo, al giorno d'oggi, è fondamentale anche il rapporto con i social: "Negli ultimi 2-3 anni li sto sfruttando per dare visibilità a quello che faccio. In Italia di nuoto di fondo se ne parla poco. Mi piace far sapere alle persone cosa sto facendo e come procedono gli allenamenti. Posto anche frasi motivazionali, in modo che siano d'ispirazione agli altri. Da un lato i social mi hanno avvicinato molto agli appassionati e ai giovani nuotatori, dall'altro - in molti casi - si tratta di persone che non ho mai incontrato nella vita reale: bisogna abituarsi, oramai è così". 

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