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Michele Paolucci dà l'addio al calcio: "Non avrei potuto scegliere finale migliore"

Michele Paolucci dà l'addio al calcio: "Non avrei potuto scegliere finale migliore"

Michele Paolucci dà l’addio al calcio. L’attaccante, 137 presenze in Serie A e 54 in Serie B, ha comunicato la propria decisione attraverso un romantico post sui propri profili social. Decisione presa dopo aver riportato da capitano la Civitanovese, squadra della sua città, dalla Promozione alla Serie D.

Nel suo comunicato Paolucci ripercorre la sua prestigiosa carriera: dall’esordio e la prima rete in Serie A con l’Ascoli, alla vittoria del campionato primavera con la Juventus, passando per i gol a San Siro e le avventure oltreoceano con la maglia del Manitoba. Tutte esperienze vissute sempre con la stessa passione di quando dava i primi calci al pallone nel campetto di San Gabriele dietro casa. 

Lo scorso gennaio Paolucci, durante un match contro l’Osimana, aveva rimediato la rottura del legamento crociato. Dopo tre mesi di riabilitazione e duro lavoro, l’ex Juve era caparbiamente tornato in campo nell’ultima giornata di Eccellenza contro la Jesina, per godersi dal rettangolo verde la vittoria del campionato e la promozione in Serie D. Quelli sono stati gli ultimi istanti della sua carriera da calciatore, che secondo lo stesso Paolucci non poteva avere epilogo migliore.

Di seguito il suo post di addio integrale:

"Caro Calcio è ora di lasciarti, oggi termina un sogno lungo una vita, 24 anni di dedizione passione, sudore e gioia. Sei riuscito a farmi girare il mondo, giocare negli Stadi più belli, conoscere persone straordinarie e grandi campioni, in campo e fuori. Dal campetto di San Gabriele dietro casa quando tornavo con le ginocchia sbucciate allo Stadio di San Siro per finire al Polisportivo della mia Civitanovese sempre con la stessa passione e gioia negli occhi e nel cuore, lo stesso bambino che per Natale scartava quel pallone e vedeva in lui la cosa più bella del Mondo, quello stesso amore mi ha accompagnato fino all’ultimo giorno.

Se avessi potuto scegliere un finale sarebbe stato proprio quello che ho vissuto in questo ultimo viaggio, tornato a casa dopo una carriera intera ho deciso di seguire quella folle ambizione di riportare in alto la Squadra del mio cuore, dopo 2 anni di solo vittorie insieme a un gruppo di ragazzi unici sono riuscito a riportare da capitano la squadra della mia città alle porte del professionismo. Proprio la sera della festa, in quell’ultimo abbraccio di tutti i miei compagni e idealmente della mia città in festa di fronte alla mia Famiglia e i miei affetti ho capito che non avrei potuto desiderare nulla di più e che ciò che fa la differenza è avere la forza e il coraggio di lasciare nel punto più alto, capisci che ha più senso brillare come una cometa e non spegnersi lentamente. Quando sei idolo dei bambini della tua città capisci che il tuo lavoro in campo è terminato.

Se guardo indietro non riesco a credere quanto il tempo sia volato: ricordo come se fosse ieri il profumo dell’erba tagliata delle prime partitelle a 7 anni, la gioia del primo scudetto primavera con la Juventus, il rumore della rete del primo gol in Serie A con l’Ascoli o la magia di leggere il tuo nome nel maxi schermo di San Siro fino al viaggio in Nord America e i primi gol oltre Oceano... capisci di essere stato parte di un qualcosa di grande, di unico e che quella fortuna te la sei dovuta meritare. Caro calcio ti ho dato tutto e tu mi hai restituito di più, sarai per sempre parte del mio Cuore e della mia Vita. A molto presto, Michele”.

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