Marina Fiorentini racconta la crescita dell'Yfit Macerata: "Abbiamo iniziato a crederci mentre andavamo avanti"
Finale di Coppa Marche conquistata quasi senza sbavature dall’Yfit Macerata e tante buone promesse per il campionato prossimo all’apertura, prevista per il 30 gennaio. A raccontare lo sviluppo di una realtà emergente nella nostra regione, la capitana delle maceratesi Marina Fiorentini.
"Venti anni fa c’era già una squadra di calcio femminile a Macerata, una realtà che però via via si è andata perdendo – racconta Marina - Ma ora stiamo tornando, anche grazie alla visibilità data dai Mondiali".
Anche le iscrizioni stanno aumentando quindi. C’è interesse anche da parte delle più giovani? "Assolutamente sì! La nostra società non ha solo una prima squadra, come era in passato, adesso invece abbiamo anche under 10, under 12, under 15, under 17 e siamo numericamente ben strutturate in ogni categoria. Ci sono ottimi presupposti per il calcio femminile a Macerata".
C’è una crescita anche a livello regionale per quanto riguarda il calcio femminile? "Beh, per la prima squadra, sicuramente c’è una carenza numerica e la Federazione si sta già muovendo per cercare di pubblicizzare il calcio femminile e far avvicinare più ragazze possibile a questo bellissimo sport. Noi siamo in finale di Coppa Marche, ma ci sono solo 5 squadre a partecipare - aggiunge la capitana -. Però per l’inizio del campionato, a fine gennaio, si vocifera di una possibile sesta o anche di una settima squadra".
Finale di coppa, conquistata con una sola sconfitta contro Pesaro al girone d’andata. Qual è il segreto di questo successo schiacciante? "È un risultato raggiunto grazie all’ambiente in squadra e nello spogliatoio. Il clima è sereno, c’è accordo fra le ragazze, c’è amicizia che spesso va oltre il campo. Questa è la nostra marcia in più. Tutte giochiamo per vincere, per conquistare l’ultimo traguardo, ma non era il nostro obiettivo fin da inizio stagione. Abbiamo iniziato a crederci man mano che andavamo avanti: siamo una squadra in crescita, con continui inserimenti di ragazze dai settori giovanili, e la parte più difficile è sempre quella di dover amalgamare tutte le giocatrici, dalle nuove arrivate che possono avere anche 15 anni, fino ad arrivare a me o ad un’altra ragazza che invece ne abbiamo 43. Rendere coeso il tutto non è facile. Dal punto di vista dell’allenatore non sai neanche cosa aspettarti in campo, però siamo riuscite a lavorare bene, e i risultati lo dimostrano".
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