Borrelli, l'ultimo dei numeri 10 che fa 100 (gol) in carriera: "Io mi innamorai di Baggio, il calcio di oggi è in declino"
Il match fra Tolentino e Sangiustese, valido per la prima giornata di ritorno del campionato di Eccellenza, si è chiuso sul pirotecnico risultato di 5-3. A sbloccare le marcature ci ha pensato Davide Borrelli, che dal dischetto ha realizzato quello che è il suo centesimo gol in carriera.
Oltre a raggiungere questo importante primato personale, contro la Sangiustese Borrelli è stato autore di una grandissima prestazione (l'ennesima), mettendo lo zampino su tutte le reti segnate dalla sua squadra. Suo il cross delizioso per la testa di Cardinali sul 2-1. Sue le imbucate decisive per i gol del 3-1 di Cardinali e del 5-3 finale di Garcia. Il trequartista cremisi insomma sta alzando notevolmente il livello tecnico di questo campionato di Eccellenza, con giocate degne di un "vero numero 10".
Abbiamo raccolto la sua soddisfazione per il traguardo dei 100 gol in carriera in questa intervista, nella quale abbiamo parlato anche della stagione in corso dei cremisi e dell'evoluzione del calcio in questi ultimi anni.
Contro la Sangiustese hai raggiunto quota 100 gol. Era un obiettivo che ti eri prefissato per questa stagione?
"Sì. Ogni tanto mi capita di guardare numeri e statistiche e ad inizio stagione ho visto che ero a quota 95. Ho detto ormai ci siamo perché non provarci. Sono contento di aver raggiunto questo traguardo già a gennaio".
Al contrario di come può sembrare dal 5-3 finale, contro la Sangiustese è stato un match complicato. Quanto morale vi dà questa vittoria?
"Sono d’accordo. Sapevamo che, al di là della classifica della Sangiustese, sarebbe stata una partita complicata. Soprattutto perché nel girone di ritorno per tutte le squadre i punti pesano di più. La Sangiustese poi, nonostante la sua classifica, ha in organico giocatori forti. È stata una vittoria importante che ci permette di iniziare al meglio il nuovo anno".
Hai dichiarato a fine partita come l'arrivo di Possanzini abbia fatto bene, oltre che alla squadra, anche a te personalmente. Cosa è cambiato con il suo arrivo rispetto ad inizio stagione?
"La società, dopo un inizio negativo, è intervenuta e ha cambiato l’allenatore e rivoluzionato un po' la squadra. Vedendo i risultati raggiunti sin qui direi che lo ha fatto nel modo giusto. Noi stiamo seguendo il mister e il suo credo calcistico. A me personalmente mister Possanzini ha dato maggiore libertà. Mi chiede ovviamente di svolgere determinati compiti durante la partita, poi però negli ultimi 20-25 metri mi lascia più libero di creare e di inventare, che poi è quello che mi piace di più".
La vittoria contro la Sangiustese vi porta a -2 dal primo posto. Domanda secca. Credete nella vittoria finale del campionato?
"Ci sono tante squadre in pochissimi punti. Vedremo più avanti. Nel frattempo, dobbiamo dare il massimo partita dopo partita, senza fare troppi programmi. Anche perché abbiamo visto ad inizio anno che fare certi tipi di programmi poi non sempre ti permette di rispettarli. Ci godiamo il momento poi intorno al mese di marzo guarderemo la classifica inizieremo a fare due conti".
100 gol in carriera. Di assist probabilmente anche di più. Preferisci segnare o far segnare?
"Ti dico la verità. Mandare in porta un mio compagno con un assist mi gratifica di più. È chiaro che mi piace anche segnare, però vedere la soddisfazione sul volto di un compagno che ha appena fatto gol con un tuo passaggio è impagabile".
Hai raggiunto quota 100 gol a 38 anni. Ovvio che di questo passo puoi giocare ancora per molto. Hai pensato però a quando smetterai e magari con che squadra vorrai farlo?
"Non saprei dirti. Sto vivendo di annata in annata ma mi sento ancora un ragazzino. Fin quando mi diverto e finché riesco ancora a fare la differenza a fermarmi non sarà di certo l'età. La cosa che mi stupisce ancora è che, nonostante tutto, ho ancora voglia di vincere e togliermi qualche soddisfazione. Per il momento sono curioso di vedere come andrà a finire questa annata".
Quindi rimarrai ancora a Tolentino?
"Non lo so, non voglio farmi troppo programmi. Finiamo questa annata e poi ci sarà tempo di discutere di qualsiasi altra cosa".
100, se togliamo uno 0 viene fuori il 10, il tuo numero di maglia. Cosa ne pensi del calcio di oggi? Esistono ancora, secondo te, i “veri numeri 10”?
"Il calcio è cambiato molto, sia a livello tattico ma soprattutto a livello di uomini. Mi dispiace dirlo ma, secondo me, è in declino rispetto a quello di cui mi sono innamorato quando avevo fra i 15 e i 20 anni. Io sono cresciuto col mito dei grandi numeri 10 come Baggio e Del Piero. Oggi di campioni così purtroppo se ne vedono sempre meno. Soprattutto in Serie A, si cercano giocatori forti fisicamente ma che poi tecnicamente non sono forti altrettanto. Questo non è il calcio che intendo io. A me piacciono i giocatori che fanno del talento la loro arma principale".
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