Sefro, soppressione classi. Il sindaco: "Scelte delinquenziali, pronto a sporgere denuncia"
"Lo Stato non c’è. Lo Stato è totalmente assente". Queste sono le dure parole del sindaco di Sefro Pietro Tapanelli all’indomani delle probabili e più volte ventilate soppressioni delle classi nei comuni del cratere del terremoto del Centro Italia 2016.
"Noi, Pioraco e Fiuminata abbiamo iniziato un percorso di razionalizzazione dell’offerta formativa. Abbiamo definito un ordine scolastico per comune e abbiamo subito iniziato con Pioraco per la primaria e l’infanzia, azzerando le pluriclassi, con tre scuole nuove, sicure e antisismiche - spiega il sindaco di Sefro -. Tutto ciò ha fatto nascere una grande soddisfazione in tutti: dai piccoli alunni, ai genitori, passando per il personale scolastico tutto. Ora, dopo gli innumerevoli sforzi, con al centro della nostra attenzione solo i discenti, veniamo puniti dallo Stato".
Rincara la dose Tapanelli: "Ogni tre per due sentiamo dire che il nostro territorio è al centro di mille bellissimi progetti: connettività e smart working, zone economiche speciali, luoghi di villeggiatura per pensionati ricchi e così via. Ma i fatti veri, tangibili, reali, dimostrano l’esatto contrario. Esclusa la Regione Marche, che tramite l’assessore Giorgia Latini ha dimostrato subito grande attenzione al tema, siamo totalmente soli e puniti dallo stesso Stato che non manifesta più alcun minimo interesse per i territori colpiti dal sisma del 2016".
"Abbiamo anche un alunno non vedente che, con l’accorpamento di due sezioni e con l’inevitabile contraccolpo educativo e ambientale, vedrà annullato il lavoro fatto dalle instancabili insegnanti - conclude il sindaco di Sefro -. Queste sono scelte delinquenziali che, salvo ripensamenti, mi vedranno costretto a recapitare alla Procura della Repubblica una circostanziata denuncia-querela su varie ipotesi di reato che a mio avviso potrebbero sussistere. Se il potere esecutivo e quello legislativo non ci sentono, confido che quello giudiziario possa aiutarci e verificare l’eventuale configurabilità di condotte penalmente rilevanti e a vedere tutelati i diritti dei più deboli".
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