Omelia don Leonesi, il rettore Unimc solidale con gli studenti: "No a guerre di religione"
"Non possiamo cadere nello schematismo uguale e contrario del 'boicottare la Chiesa dell’Immacolata'. Non abbiamo bisogno di guerre di religione e non bisogna caderne in tentazione". Così il rettore dell'Università di Macerata, Francesco Adornato, si è rivolto con una lettera ai rappresentanti dell'associazione "Officina Universitaria" che ne avevano richiesto una presa di posizione - a nome della comunità studentesca - dopo che la professoressa Unimc Clara Ferranti si è esposta a difesa dei contenuti dell'omelia di Don Andrea Leonesi.
In una missiva indirizzata al loro Rettore i rappresentati di "Officina Universitaria" si dicevano profondamente urtati dalle dichiarazioni della professoressa che "relegano il femminismo ad un semplice capriccio, ignorando il tortuoso percorso di conquista dei diritti che c’è dietro, portando alla luce una visione della società arretrata e patriarcale, travisando le parole dei Testi Sacri per rafforzare l’idea di necessaria sottomissione della donna all’uomo".
"Non solo, con le sue pesanti affermazioni, la docente insulta apertamente gran parte della platea studentesca con tutti i giorni si interfaccia - si leggeva ancora nella lettera - . Come studentesse, come donne e come femministe ci sentiamo offese dalle sue parole, che lasciano trapelare un vero e proprio giudizio nei confronti di quelle che potrebbero benissimo essere le scelte di sue alunne. Parla, inoltre, di “sinistroidi” e definisce “oscurantisti della società civile” tutti quelli che difendono il diritto all’aborto, perché - ricordiamo alla docente - di “diritto” si tratta, al contrario dell’infanticidio, reato con cui lei stabilisce un termine di paragone. Come Officina Universitaria riteniamo che il ruolo del docente non finisca al termine della lezione, ma che esso continui anche fuori dalle mura universitarie".
Di seguito, proponiamo il contenuto integrale della risposta che il rettore Adornato ha inviato agli studenti e alle studentesse:
"Carissime studentesse e carissimi studenti,
Voi ben sapete dell’attenzione e della cura che l’Ateneo e il Rettore rivolgono alla componente studentesca del corpo accademico e quanto costante e fruttuoso sia il nostro dialogo. Un dialogo basato sul rispetto reciproco, anche quando le posizioni si rivelano divergenti. Anzi, abbiamo considerato le differenze un valore su cui fondare e irrobustire il nostro percorso formativo e la nostra crescita durante gli studi universitari.
Comprendo l’esigenza di rappresentare la Vostra opinione in difesa degli ideali di laicità (dello Stato e dell’Università) ed è un bene che lo abbiate fatto anche con passione, con la stessa passione con cui scrivo a Voi, davanti ad un pensiero semplificato e culturalmente fragile in cui noi tutti ci siamo imbattuti.
La supponenza fideistica non aiuta al confronto e, in quanto tale, non richiede né smentite, né prese di posizione. Su quest’ultimo punto, rispetto al precedente episodio svoltosi in un’aula universitaria, è fuori luogo intervenire perché trattasi di una individuale espressione di pensiero, magari oltraggiosa, che va affrontata sul piano culturale.
Non possiamo cadere nello schematismo uguale e contrario del “boicottare la Chiesa dell’Immacolata”.
Non abbiamo bisogno di guerre di religione e non bisogna caderne in tentazione. Abbiamo bisogno di coesione e di fiducia reciproca. L’Università, e l’Ateneo di Macerata in particolare, è un luogo laico per definizione che non sopporta l’oscurantismo, ma lo oltrepassa, illuminandolo di proposizioni culturali inclusive, che, invece dell’altezzosità dogmatistica, ricorrono al dubbio e all’umiltà.
La fede religiosa non va sbandierata con vessilli o spirito crociato, quanto invece deve essere animata dalla comprensione dell’altro e, in questo caso, dalla comprensione di quanto possa essere dolorosa per una donna la scelta di abortire, ancorché la legge lo consenta.
Carissime studentesse e carissimi studenti, capisco la Vostra indignazione e ne sono solidale.
Reagite, però, come raccomandava Tacito: “sine ira et studio”.
Con l'affetto di sempre,
Il Vostro Rettore"
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