Gli studenti dell’istituto “Sant’Agostino” in visita alle botteghe artigiane di Civitanova Alta
Stamattina, mercoledì 28 Marzo, tre classi dell’Istituto Comprensivo “Sant’Agostino” di Civitanova Marche hanno fatto visita ad una delle ultime botteghe artigiane rimaste nella città Alta.
Nell’ambito del progetto “Un monumento per amico”, realizzato in collaborazione con il Comune di Civitanova Marche e con il locale Archeoclub presieduto dalla Prof.ssa Anna Maria Vecchiarelli, i ragazzi delle classi 2°H, 2° I, 2° G della Scuola Secondaria di Primo Grado “Giuseppe Ungaretti” di Civitanova Alta hanno avuto l’occasione di ammirare la storica falegnameria di Goffredo Macellari, in via XXIV Maggio.
All’interno della bottega i giovani alunni hanno potuto vedere con i propri occhi gli attrezzi di un mestiere che rischia di andar perduto. Oltre un secolo di attività ha consentito di conservare all’interno della falegnameria tutti i preziosi arnesi necessari alla lavorazione del legno, da quelli più arcaici come il trapano manuale, a quelli più recenti. Tanti sono i racconti di lavoro e dell’atmosfera che ragnava all’interno della bottega; a guidare i ragazzi in una sorta di viaggio del tempo è stato l’attuale proprietario Massimo Macellari, che ha saputo coinvolgere l’attenzione e suscitare domande e curiosità sugli aspetti più vari: dalla produzione della colla animale fino al percorso fatto dai tronchi degli alberi per entrare in bottega ed uscirne poi sotto forma di mobili, armadi, letti, infissi.
Il progetto, curato dalla Prof.ssa di Arte Letizia Ciamberlini ha ricevuto il sostegno della Banca di Credito Cooperativo, segno questo che l’istruzione e il lavoro possono perseguire importanti obiettivi comuni. Ad accompagnare i ragazzi nella visita sono stati gli insegnati Biancamaria Eleuteri, Lucia Giorgetti, Matteo Gentili, Cristina Petrolati, Barbara Galeazzi.
Il lavoro di approfondimento sui mestieri di una volta proseguirà con altre visite ai vecchi laboratori della città Alta per poi confluire in elaborati finali e…chissà che i giovani coinvolti non finiscano per innamorarsi dei mestieri d’un tempo e ridar vita a queste storiche botteghe.
Commenti