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Giovanni Grasso all'Humanities Festival: "Perdonare gli altri è un modo per perdonare sé stessi"

Giovanni Grasso all'Humanities Festival: "Perdonare gli altri è un modo per perdonare sé stessi"

Una serata con a tema l'amore. Nella prima serata dell'Humanities Festival, ciclo di incontri ed eventi organizzato dall'Università di Macerata, ospite al Teatro della Filarmonica Giovanni Grasso, giornalista, scrittore, consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica Mattarella e direttore dell'ufficio stampa.

"L'amore e la pace sono il contrario dell'odio e della guerra. In questi giorni abbiamo parlato molto di guerra. Stasera cercheremo di parlare di amore" ha introdotto la discussione il Rettore dell'Università di Macerata John Mc Court. La serata ha visto Grasso e Mc Court parlare dell'amore prendendo spunto dal nuovo libro del giornalista L'amore non lo vede nessuno. Un libro che lo stesso autore ha definito un giallo. Il titolo nasce da una frase di uno dei discorsi di Sant'Agostino: "Lui vede lei. Lei vede lui e l'amore non lo vede nessuno".

"Agostino cercava di giustificare l'esistenza di Dio mentre diceva questa frase. In quel discorso Agostino dice una cosa che mi colpì molto. Anche negli amori più peccaminosi, c'è un briciolo dell'amore di Dio  - spiega Grasso - Non sono un'amante del giallo, che non ritengo assolutamente un genere di serie b, ma uso gli stilemi di quel genere per affrontare altri temi. Il mio libro continua dopo i colpi di scena. Il libro si apre con un funerale. Muore una donna, Federica, che ha abbandonato la sua cittadina per trasferirsi a Milano e fare una vita lussuriosa. La sorella, Silvia, crede che ci sia qualcosa sotto e inizia ad indagare, soprattutto quando al funerale vede un uomo che non conosceva".

Continuando poi sui temi affrontati: "Sono restio a parlare del messaggio. Se uno vuole parlare attraverso un messaggio scrive un saggio. Il romanzo ha la fortuna di poter raccontare personaggi diversi da te, lettore o autore. Il personaggio parla di odio, amore e perdono. E perdonare gli altri spesso è un modo per perdonare se stessi".

Infine il convegno si conclude con un monito di crescita dell'umanesimo: "Credo che ci sia il bisogno di coltivare l'umanismo. Non c'è contraddizione tra arte e scienza. Non possiamo immaginare un mondo in mano ai tecnocrati. È un mondo disumano un mondo senza arti, e per raggiungere la pace e la giustizia, i temi del festival, c'è bisogno più che mai di umanesimo". La serata è stata allietata da brani eseguiti al violino dal maestro Marco Santini.

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