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Scuola e università Macerata

Dagli archivi sanitari ai beni culturali: in partenza i dottorati di ricerca UniMc

Dagli archivi sanitari ai beni culturali: in partenza i dottorati di ricerca UniMc

La pandemia e il virus non ci fermano, possono condizionarci, ma non arrestano le attività dell’ateneo che continuano a crescere”. Con queste parole il rettore Francesco Adornato ha dato il benvenuto ai nuovi dottorandi di ricerca, ossia gli iscritti al terzo e più alto livello di istruzione previsto nell'ordinamento accademico italiano.

L’occasione è stato il recente Open Day di benvenuto che si è tenuto online. “A Macerata, diversamente da altri Atenei, abbiamo una Scuola di dottorato – ha spiegato la direttrice Laura Melosi - con cinque corsi al momento attivi, per offrire così un momento di sintesi, di lavoro comune, per costruire una massa critica, una modalità di interrelazione fra i percorsi in modo che la formazione possa essere davvero trasversale”.

Il dottorato di ricerca ha lo scopo di fornire una formazione specialistica nelle metodologie avanzate per l'attività di ricerca scientifica e di consentire l'acquisizione di una professionalità di altissimo livello. Negli ultimi anni è diventata sempre più stretta la collaborazione diretta con le imprese, grazie alle iniziative e ai finanziamenti della Regione per quelli che sono stati battezzati “Dottorati di ricerca Eureka” e “Dottorati di ricerca innovativi”.

Quest’anno i neo allievi dei cinque corsi attivati da Unimc sono 33: cinque con cittadinanza estera, sedici laureati Unimc, sedici di altri atenei italiani o stranieri.

I progetti Eureka quest’anno sono tre e permetteranno ai dottorandi di calibrare la ricerca accademica sulle richieste specifiche delle imprese partner: Entroterra Società cooperativa per la sicurezza negli ambienti di lavoro; la LxA, azienda di strumenti musicali della EKo, relativamente a industria musicale e innovazione tecnologica; PlayMarche per un nuovo modello di visita interattiva del sito archeologico Pollentia-Urbs Salvia. I progetti di dottorato innovativo sono, invece, cinque, uno per ogni corso di dottorato, e riguardano la difesa del patrimonio culturale, l’utilizzo degli archivi informatici in ambito sanitario, le transizioni economiche attraverso le blockchain, il patrimonio culturale come leva di marketing per il made in Italy, lo sviluppo di un sistema integrato di valutazione a supporto della resilienza territoriale.

“Il dottorato – ha sottolineato il rettore Adornato - ha caratteristiche di rottura e innovazione rispetto alle logiche tradizionali della didattica, una maggiore apertura verso tutto ciò che è in apparenza lontano, sorprendente e multiculturale”.

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