Due televisori e due termoscanner in dono dall’associazione Help S.O.S. Salute e Famiglia Onlus al reparto di Pediatria e neonatologia dell’Ospedale di Macerata e per l’ambulatorio pediatrico e il consultorio di San Severino Marche. L’attrezzatura è stata acquistata dall’Associazione grazie ai fondi raccolti con il 5x1000, risorse con le quali il gruppo di mamme settempedane supporta da tempo le attività di famiglie, scuole e ospedali. Le azioni portate avanti da Help sono rivolte, pertanto, al contrasto delle situazioni di disagio familiare, sociale e sanitario, promuovendo durante l’anno, inoltre, una serie di eventi e incontri per aiutare genitori e insegnanti ad affrontare diverse tematiche sensibili.
A ricevere questi speciali doni pre-natalizi stavolta è stato il dottor Roberto Castellini, direttore di Pediatria, insieme alla sua équipe medica e alle infermiere. Le due consegne, altresì, sono state effettuate dalla presidente Cristina Marcucci e, per i termoscanner, dalle consigliere Roberta Spernanzoni e Angela Recchi. «Continuiamo a investire le risorse del 5x1000 sul territorio - ha spiegato la presidente Marcucci -, in questo caso volevamo far la nostra vicinanza al reparto di Pediatria di Macerata e il nostro sostegno al dottor Castellini. Grazie all’attuale direttore - ha aggiunto - nel reparto c’è una evidente armonia e una grande collaborazione nell’ambiente di lavoro: negli ultimi due anni Castellini ha guidato Pediatria con grande competenza, confidiamo che, vista la sua esperienza e il suo curriculum, possa continuare a farlo anche in futuro». Nel dettaglio, infine, le due tv saranno destinate alle camere di degenza dei bambini attualmente non attrezzate. Mancano però altri tre televisori: «L’appello è affinché si possano raccogliere le somme necessarie per completare quanto avviato».
Alla presenza del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, sono stati inaugurati i due nuovi sanificatori d’aria installati presso le due farmacie comunali del territorio.
“Si tratta di macchinari ad alta tecnologia la cui funzione principale è quella di migliorare la qualità dell’aria attraverso una sanificazione ai raggi ultravioletti e perossido di idrogeno – ha detto il Presidente dell’Azienda Municipalizzata Farmacie – A.S.P.P. , Mario Properzi – l’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza sia per il personale interno che per la clientela in un momento di particolare attenzione dovuto all’emergenza epidemiologica verso la quale non dobbiamo abbassare la guardia”.
Due i sanificatori acquistati dalla ditta Beyond per un importo di circa 5 mila euro. All’inaugurazione erano, inoltre, presenti il Sindaco Noemi Tartabini, l’Assessore al Bilancio (con delega alle Municipalizzate) Marco Mazzoni e il Consigliere delegato alla Sanità Margherita Fermani.
Dopo grande e lunga attesa, dal prrimo Ottobre i donatori di Camerino e di tutta la zona montana sono tornati nuovamente ad esprimere la loro solidarietà, attraverso la donazione di sangue e plasma, presso la UdR situata nei locali del Distretto Sanitario dell’Ospedale di Camerino.
Il blocco delle attività era stato determinato dall’emergenza Coronavirus, con il temporaneo trasferimento dei prelievi presso la UdR Avis di San Severino Marche
Grazie alla cooperazione con l’Area Vasta e con l’equipe medica dell’Avis Provinciale sono state riusciti ripristinate le consuete attività di donazione, con l’applicazione dei protocolli vigenti per garantire, l’incolumità dei donatori e del personale operante.
La prima donatrice del post-lockdown è stata Sandra Sbardellati.
È possibile diventare donatori e donatrici Avis contattando tramite mail: camerino.comunale@avis.it o la pagina Facebook: Avis Comunale Camerino.
“Le dichiarazioni sul Covid center di Civitanova del neo-governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, lasciano forse intravedere un barlume di luce in fondo al tunnel, perché finalmente si comincia a parlare di ripotenziare la sanità territoriale nella nostra Regione, indebolita da anni di gestione totalmente sbilanciata a favore dei privati, e di agire per modificare una struttura progettata male e collocata nel posto sbagliato”. Ad affermarlo in una nota è la deputata civitanovese del Movimento 5 Stelle, Mirella Emiliozzi.
“Il principio di non sguarnire i presidi territoriali a favore dell’astronave di Bertolaso espresso da Acquaroli è condivisibile - prosegue la deputata -, così come è giusta l’idea di aprire il centro solo in caso di necessità. Quello che è urgente è invece completare la struttura ospedaliera di Civitanova e trasferire lì il reparto di rianimazione, come ampiamente suggerito da tutto il personale sanitario cittadino e proposto dal Movimento 5 Stelle”.
“Alcuni mesi fa - spiega Emiliozzi - in piena prima ondata della pandemia, ho effettuato un sopralluogo dell’ospedale di Civitanova insieme ad alcuni tecnici ed è risultato evidente che in pochissimo tempo è possibile finalizzare la struttura e trasformarla in un vero centro di eccellenza per la rianimazione e la terapia intensiva per ottenere tre risultati: decongestionare l’area che adesso ospita il Covid Center, avere una struttura emergenziale permanente già collegata con l’ospedale e quindi facilmente presidiabile da personale sanitario e potenziare un presidio ospedaliero più che mai necessario”.
“Tutti gli operatori sanitari, che Acquaroli dice di voler convocare, si sono già espressi in questo senso. Ora serve soltanto un governatore che abbia il coraggio di agire come ha promesso in campagna elettorale e di dar seguito alle proprie parole. Sono certa che su questo fronte - conclude la parlamentare pentastellata - il Movimento 5 Stelle possa offrire collaborazione e proposte costruttive, a partire dai progetti già raccolti e dagli studi fatti su questo argomento”.
Lo scorso 23 settembre un docente in servizio in uno dei plessi dell’istituto Comprensivo in Via Tacito di Civitanova Marche è stato allontanato dalla sede di lavoro, previo isolamento (come da protocollo), per aver accusato dei sintomi riconducibili al Covid-19.
Nella prima mattinata di ieri, primo ottobre, è stata comunicata la positività al tampone dell’insegnante. Quindi il Dirigente Scolastico, la Dott.ssa Teresa Loiotile, ha attivato tutti i protocolli previsti provvedendo tempestivamente ad avvisare gli organi competenti, l’RSPP di Istituto, le famiglie degli alunni entrati in contatto con il docente.
E’ stata immediatamente eseguita negli ambienti coinvolti la sanificazione, effettuata da ditta esterna con rilascio di opportuna certificazione. "Sarà cura dell’ASUR contattare i nominativi forniti per gli adempimenti del caso" precisa la dirigente, che ci tiene a sottolineare come "fin dall’avvio delle attività didattiche l’Istituto ha messo in atto tutte le precauzioni necessarie previste dalla normativa vigente e dal protocollo di sicurezza Covid".
“In questa delicata fase dell’avvio dell’anno scolastico, in cui tutte le professionalità coinvolte hanno messo in campo ogni possibile sforzo per garantire il rispetto delle regole - spiega ancora la Dirigente Loiotile -, si reitera l’invito a perseverare nel rispettare il protocollo a beneficio del proseguo del lavoro di tutta la comunità scolastica, in assoluta sinergia e collaborazione".
"Pur comprendendo la preoccupazione per quanto sopra esposto, mi sento di rassicurarvi sul basso rischio di contagio, grazie al corretto comportamento del docente, degli alunni e degli altri operatori scolastici - prosegue -. Si ritiene opportuno ricordare di evitare la diffusione di notizie errate causa di inutili allarmismi e soprattutto dannosi per il clima relazionale dell’intero Istututo. Questa istituzione, in accordo con gli organi sanitari preposti, si impegna a fornire tempestivamente tutti gli aggiornamenti necessari per la gestione dell’accaduto".
"Mi preme infine ringraziare gli attori che ogni giorno permettono di gestire la complessità del momento storico che stiamo vivendo, e al docente va l’augurio di una pronta guarigione" conclude la Dirigente Scolastica, la Dott.ssa Teresa Loiotile.
Al via i test rapidi per eseguire i tamponi per il Coronavirus direttamente a bordo della propria auto.
Un tendone con un camper riadattato per effettuare tamponi nasofaringei per il Covid-19 a pazienti interni, esterni, ed operatori sanitari, posizionato nel parcheggio antistante la palazzina di Medicina dell'ospedale regionale di Torrette di Ancona. E' la nuova postazione Drive Thru (Tampone in auto) inaugurata oggi e donata all'Aou dalla Fondazione Ospedali Riuniti. Servirà da domani ad effettuare una media di 80-130 Covid-test al giorno prenotati dai rispettivi reparti dove dovrebbero essere ricoverati i pazienti, che potranno accedere alla struttura in auto dal parcheggio o da un secondo ingresso di via Conca senza passare per l'ospedale. I risultati verranno consegnati in 48 ore: con test negativo si procederà al ricovero, in caso contrario partirà la quarantena.
Un servizio centralizzato, per evitare assembramenti, garantire il distanziamento sociale e alleggerire i reparti. L'accesso è scansionato ogni tre minuti ed è gratuito. Costato 23mila euro, il camper è stato acquistato con una raccolta fondi della Fondazione Ospedali Riuniti.
(Fonte: ANSA)
Buone notizie per l’Ospedale di Camerino che si arricchisce di nuovi servizi diagnostici: dal 1 ottobre infatti inizierà il potenziamento del Servizio di Endoscopia Digestiva. Grazie ad una riorganizzazione del personale medico dell'Area Vasta 3, fortemente voluta dal Direttore Generale ASUR Nadia Storti, i medici della UOC di Endoscopia Digestiva di Macerata, diretta dal Dottor. Giuseppe Feliciangeli, eseguiranno esami di endoscopia digestiva (colonscopie ed esofagogastroduodenoscopie) anche presso l’ospedale di Camerino.
"In questa prima fase - sottolinea il Dottor Feliciangeli - eseguiremo endoscopie digestive presso l’ospedale di Camerino tre volte alla settimana, garantendo l'esecuzione di prestazioni di endoscopia digestiva operativa complessa, come polipectomie difficili che fino ad ora venivano eseguite solo a Macerata."
"La possibilità di poter lavorare a stretto contatto con i medici e gli infermieri della Chirurgia Generale, diretta dal Dr. Giambattista Catalini - prosegue il Dr. Feliciangeli -, ci permetterà di eseguire queste procedure endoscopiche complesse con la massima sicurezza per l’utenza, in particolare per le colonscopie in corso di screening del tumore del colon-retto”.
La Direzione ASUR inoltre ha comunicato che è ormai giunta al termine la gara europea per dotare gli Ospedali dell’Area Vasta 3 dei migliori endoscopi.
“Nei prossimi mesi sia il Servizio di Endoscopia Digestiva di Camerino che quello di San Severino - aggiunge il Dr. Feliciangeli - saranno dotati di colonscopi e gastroscopi di ultima generazione che permetteranno di offrire prestazioni di qualità sempre maggiore. Avere a disposizione colonscopi tecnologicamente avanzati consentirà di individuare polipi intestinali sempre più piccoli, quando sono ancora benigni e quindi più facili da asportare, garantendo così alla persona di non ammalarsi di tumore del colon-retto che, secondo le statistiche, è al secondo posto come frequenza nella nostra popolazione”. Conclude il dottor Giuseppe Feliciangeli.
Nelle Marche i casi di positività al coronavirus sono aumentati di 30 volte da fine giugno e, nella settimana dal 14 al 20 settembre, per 83 positivi su 176 è stato impossibile il tracciamento dei soggetti a rischio. E' il quadro che emerge dall'indagine condotta dalla Fadoi (Federazione medici internisti ospedalieri) sull'andamento regionale dell'epidemia.
Nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio nelle Marche si contavano appena 0,79 casi di Covid ogni 100mila abitanti, secondo i dati del Ministero della Salute rielaborati da Fadoi, mentre in quella dal 14 al 20 settembre l'incidenza dei casi sulla popolazione è salita a 24,57.
L'indice di contagiosità, R con t, è invece sceso da 1,13 a 0,88, sotto quindi la soglia di sicurezza che è uno. ù
"E' partito il tracciamento dei contatti, ma nell'ultima settimana per 83 positivi accertati sui 176, circa la metà, non si è riusciti a risalire all'origine del contagio, per colpa di chi non rispetta le regole" dicono i medici Fadoi.
Nelle ultime 24 ore sono stati testati 382 tamponi: 217 nel percorso nuove diagnosi e 165 nel percorso guariti. Sono stati 5 i nuovi casi positivi registrati di cui 3 in provincia di Macerata, (Leggi qui l'articolo).
E' notizia di questa mattina il ricovero di una donna maceratese nel reparto di Medicina d'Urgenza dell'Ospedale Civile di Macerata per sospetto Covid.
Rimane invece stabile a 4 il numero dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva, tutti ospitati nelle strutture ospedaliere di Ancona mentre il numero complessivo dei pazienti dimessi e guariti ad oggi è di 6154. Allo stesso tempo scendono i contagiati ancora in isolamento domiciliare passati a 733.
Dopo una lunga attesa durata 14 anni per i lavoratori della sanità privata, settore ospedaliero, arriva lo sblocco del contratto in seguito all'assenso alla firma da parte dell'assemblea nazionale dell'Aiop ( Associazione italiana sanitari religiosi ) e di Aris ( Associazione istituti sanitari religiosi ) . Ora , sia pur fuori tempo massimo, le Segreterie nazionali unitarie di categoria attendono la convocazione per la firma definitiva del contratto che darà il via agli aumenti contrattuali .
I circa 2000 lavoratori operanti nelle Marche in strutture quali Villa Igea, Villa Pini, Villa San Marco, Villa Jolanda, Casa Marchetti , Villa Silvia , Villa Verde, Villa Anna, San Benedetto s.p.a ,vedranno cosi riconosciuti diritti più vicini a quelli dei lavoratori della sanita pubblica.
La Cisl Fp Marche giudica positivamente l'evolversi della lunga e complicata vertenza sindacale, con un importante sciopero del 16 settembre scorso, che vede finalmente riconosciuti anche importanti diritti normativi fondamentali per professionisti della sanità privata che hanno efficamente affrontato la drammatica emergenza Covid garantendo l'efficacia e l'efficienza dei servizi ai cittadini
Ora è altrettanto fondamentale definire il nuovo contratto nazionale Aris per il personale della sanità privata dipendente in residenze sanitarie assistenziali e centri di riabilitazione.
Nelle Marche sono circa 2400 i lavoratori coinvolti ed in attesa del contratto operanti in importanti strutture quali: il Gruppo Santo Stefano, Lega del Filo D'Oro, Fondazione Don Gnocchi.
La Cisl Fp Marche vigilerà sulla corretta applicazione del contratto nazionale sanità privata rinnovato, struttura per struttura, attivando contestualmente tutte le azioni sindacali tese ad accelerare la firma del CCNL Aris sanità privata, settore riabilitazione
"Sono 21 i casi positivi e 26 le persone in isolamento domiciliare, in alcuni casi interi nuclei familiari, tutti provenienti da altre nazioni che sono rientrati a Tolentino dove vivono e lavorano". Così il sindaco Giuseppe Pezzanesi aggiorna i propri concittadini sulla situazione Covid-19, dopo la comunicazione ricevuta dalla Regione Marche.
"Si ricorda che è importante continuare a rispettare le disposizioni per evitare il propagarsi del Covid-19 - avverte il sindaco -. Bisogna sempre seguire le normative e non vanificare il lavoro fatto fino ad ora. Indossiamo le mascherine, disinfettiamo le mani, evitiamo assembramenti e rispettiamo il distanziamento sociale".
Ha superato la soglia delle 300 adesioni in pochi giorni, la raccolta firme avviata per chiedere all’azienda sanitaria regionale la riapertura degli ambulatori vaccinali di Recanati e Porto Recanati, attivi nei due comuni fino alla scorsa primavera
La petizione, partita per iniziativa di alcune mamme e arrivata ora a coinvolgere numerose famiglie del territorio, non si fermerà, anche alla luce delle risposte, definite “assolutamente insoddisfacenti”, che l’Area Vasta 3 ha fornito sulla questione, a mezzo stampa. “Siamo consapevoli – spiegano le promotrici, in rappresentanza dei genitori impegnati nella petizione – che per motivi di sicurezza, i due ambulatori vaccinali di Recanati e Porto Recanati non potranno tornare dov’erano. E infatti non è questo che chiediamo. Sappiamo bene che, in questo momento storico, serve responsabilità e attenzione da parte di tutti. Proprio per questo ci sembra assurda la decisione di concentrare un numero elevato di cittadini nell’unico ambulatorio vaccinale di Civitanova Marche.
Così come è assurdo che a Recanati sia stato individuato un luogo, che rispetta tutte le norme di sicurezza, e che questo venga attivato solo temporaneamente, per rispondere alle esigenze legate alla vaccinazione antinfluenzale. Perché non rendere quell’ambulatorio permanente? E Porto Recanati? Dovrà rinunciare definitivamente a questo tipo di servizio? L’impressione è che si tenda a non chiamare le cose con il loro nome: siamo di fronte ad un caso piuttosto evidente di taglio dei servizi di prossimità che, mai come in questo momento così delicato, potrebbero agevolare la quotidianità di tanti cittadini. È evidente come non ci sia la volontà di fornire soluzioni alternative a quelle già esistenti. E per questo, ci si appella al senso di responsabilità della collettività. Senso di responsabilità che non è mai venuto meno di fronte a chilometri da macinare, ore di attesa al telefono per un appuntamento, mesi passati ad aspettare un richiamo.
Ora però, alla nostra più che comprovata responsabilità deve corrispondere anche quella di chi ha in carico la nostra salute. Per questo la petizione non si ferma. Pensavamo di aver imparato dal Covid il valore inestimabile di una rete territoriale efficiente, su tutti i fronti. Ci sbagliavamo?”.
“Abbiamo aggiunto un altro tassello importante per l’assistenza alle persone che soffrono di disturbi cognitivi e alle loro famiglie. Un provvedimento atteso che ora trova la sua piena attuazione con l’ampliamento del 50% dei posti convenzionati nel Centro diurno Alzheimer e disturbi cognitivi di Camerino”. È un Alessandro Gentilucci determinato e consapevole della valenza di un atto finalmente operativo, che aumenta da 10 a 15 i posti disponibili nella struttura sociosanitaria che fa capo all’Ambito Territoriale Sociale 18 di Camerino di cui è presidente. Il centro, che serve tutto il distretto camerte, oltre ad essere l'unico presente è anche unico nel suo genere avendo un'organizzazione fortemente orientata alla riabilitazione, in rete con l'Associazione nazionale Alzheimer e con le migliori esperienze europee.
“Potremo rispondere in tal modo anche alle persone in lista di attesa – prosegue Gentilucci - ma, soprattutto, continuare nell’opera di assistenza e riabilitazione tenendo conto dell’incidenza che ha la popolazione anziana nel nostro territorio. È importante, dunque, garantire questo tipo di servizi che fanno il paio con le altre iniziative che, come Ambito Territoriale Sociale, stiamo portando avanti: penso, ad esempio, al progetto Probiosenior sull’alimentazione, realizzato in collaborazione con l’Università di Camerino, che coinvolge circa 150 anziani e la cui sperimentazione ha interessato anche qualche ospite del Centro diurno Alzheimer”.
Sembrava una decisione provvisoria, legata alla fase più dura della pandemia, ma a quattro mesi dalla fine del lockdown, gli ambulatori vaccinali di Recanati e Porto Recanati, punto di riferimento per i residenti dei due Comuni e delle zone limitrofe, non hanno ancora riaperto i battenti.
“Se tale riorganizzazione poteva risultare accettabile a inizio emergenza, dopo mesi e mesi, appare incomprensibile. O meglio, sorge il dubbio che manchi la volontà di ripristinare un servizio agevole per le famiglie”. Così le mamme del territorio hanno avviato una petizione per chiedere l’immediata riapertura dei due ambulatori.
“Ad oggi” si legge nelle motivazioni della raccolta firme “per effettuare le vaccinazioni previste per l'infanzia, così come quelle che possono rendersi necessarie nell'età adulta, bisogna recarsi, previo appuntamento telefonico, all'ambulatorio di Civitanova Marche sito in via Ginocchi. Tale ambulatorio però, data la mole di lavoro che si ritrova a dover espletare, non può evadere in maniera soddisfacente tutte le richieste”.
Accade così che le liste d'attesa per un vaccino arrivano anche a due mesi. "E con la stagione influenzale alle porte e le quarantene da tampone dietro l’angolo, saltarne uno sarà semplice, ma recuperarlo in tempi brevi forse un po’ meno - sottilineano preoccupate le mamme -. Il Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 3 conferma che la chiusura dei due ambulatori si protrarrà per tutta la durata della pandemia, considerato che le vecchie strutture non rispondono ai requisiti richiesti per evitare la diffusione del virus".
"Ma davvero non esistono in queste zone delle collocazioni alternative idonee, che consentano il ripristino del servizio e un ritorno alla normalità per tante famiglie?" ci si interroga.
“Chiediamo di poter tornare a vaccinare in sicurezza i nostri figli e noi stessi in maniera pratica e con tempistiche congrue” scrivono ancora le mamme “Chiediamo che una donna a fine gravidanza non sia costretta a fare 40 minuti di macchina per vaccinarsi contro influenza e dTpa (difterite, tetano, pertosse, ndr) così come non lo sia col suo bambino di due mesi o di due anni. Chiediamo che un anziano che necessita di fare il richiamo per l'antitetanica o di vaccinarsi per l'herpes zooster non debba chiedere ad un familiare di prendere mezza giornata per accompagnarlo, col rischio che preferisca non vaccinarsi. Chiediamo quindi che un servizio di tale importanza torni ad essere un servizio di prossimità alle famiglie. Chiediamo che si trovi uno spazio adeguato e sicuro e che l'ambulatorio torni sul territorio: ove gli compete”.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa redatto dalla Direzione Generale di Ospedali Riuniti Ancona riguardo il volo notturno dell'eliambulanza:
"Mi meraviglia e stupisce che di un fatto tecnico-assistenziale se ne faccia argomento di “salotto” politico. Sono Aldo Salvi, Direttore del Dipartimento di Emergenza di Secondo livello delle Marche, il responsabile dell’aspetto clinico dell’operazione “volo notturno dell’Eliambulanza”.
Debbo fare alcune premesse fondamentali.
1. - l’avvio del volo notturno dell’elicottero era stato previsto per settembre, quando ancora la tornata elettorale era fissata per maggio
2. - un evento, per verificarsi deve essere avviato e ogni evento umano per raggiungere l’ottimale richiede tempo, quello che si chiama “addestramento”
3. - i tempi degli eventi umani non variano in funzione del governo politico, ma sono fortemente determinati da leggi fisiche.
Fatta questa premessa, doverosa per onestà intellettuale, l’avvio graduale dell’attività notturna dell’eliambulanza è fondamentale per una funzione così complessa. Nel volo notturno cambiano vari parametri assistenziali e di volo. E’ noto che il volo notturno è di maggior rischio per pazienti ed operatori e lo stress lavorativo è maggiore. Un avvio graduale con un numero limitato di interventi in aree sicure, è essenziale da una parte per ridurre lo stress e dall’altra per consentire di addestrarsi nelle procedure operative ed assistenziali specifiche, apprese “a terra”: qui più che in altri campi della medicina vale la regola che solo la pratica “rende perfetti”.
Riguardo poi l’utilità dell’eliambulanza notturna anche con attività “limitata”, ribadisco ancora una volta che l’elicottero non è un mezzo di trasporto veloce, ma uno strumento per portare operatori sanitari addestrati nel Dipartimento di Emergenza di secondo livello, direttamente sul luogo dell’evento. Questa è una funzione sempre valida così di giorno come di notte, della quale siamo garanti: è impegno precipuo del Dipartimento di Emergenza tutto, assicurare a bordo operatori massimamente addestrati ad attuare le procedure “salva vita” in ogni luogo e circostanza e fortemente motivati.
Sicuramente le cose cambieranno radicalmente quando sarà disponibile un maggior numero di elisuperfici autorizzate all’atterraggio notturno, sarà operativa la base HEMS di Torrette e saranno possibili operazioni NVIS (con visori notturni). Parliamo di 2-3 mesi ed allora, con operatori già addestrati alle usuali procedure, sarà tutto più semplice e realmente efficiente.
Vorrei infine precisare che il trasporto via terra nella pratica non è solo determinato dalla percorrenza, infatti nella maggior parte dei nostri ospedali avviene ricorrendo alla Pronta Disponibilità dei vari operatori coinvolti, fatto che può allungare di molto i tempi rispetto a un servizio “attivo” quale può essere l’eliambulanza".
Incidente al calare del sole, allertata l’eliambulanza, direzione Ospedale regionale di Torrette: nessun problema, dal 16 di settembre c’è il volo notturno del 118, in pratica “come avere Torrette sotto casa”, come sottolineò il Governatore uscente Luca Ceriscioli, il Deus Ex Machina della riforma sanitaria targata PD che ha chiuso Ospedali pensando di sostituirli con tanti Icaro in volo.
Ma a pochi giorni dai primi voli di notte ecco la sorpresa: è più veloce l’ambulanza su strada che l’elicottero in volo.
Il paradosso è stato fatto notare sul suo profilo Facebook dal candidato di Fratelli d’Italia Francesco Baldelli, Vice Presidente nazionale dell’ANCI, già Sindaco di Pergola e che da sempre si è contraddistinto per le sue battaglie in difesa della Sanità Pubblica, in regione e soprattutto nella sua provincia, Pesaro Urbino.
Difficile crederlo, ma in una recente riunione operativa dei tecnici del 118 regionale, si sono fatti due conti sui tempi di percorrenza, e si è concluso che i tempi di trasferimento di un paziente grave in volo notturno sono superiori rispetto a quelli tradizionali su strada con una normale ambulanza.
La base operativa per i voli notturni del 118 è stata individuata a Fabriano, da dove si alzerebbero gli elicotteri con personale medico a bordo per raggiungere le altre elisuperfici attrezzate che, per la nostra provincia, attualmente sono quelle di Camerino, San Severino e Macerata.
Ebbene, in base ai calcoli, il tempo impiegato per la pianificazione del volo, il decollo da Fabriano verso una delle tre elisuperfici attrezzate, la presa in carico del paziente sul mezzo, il volo verso l’Aeroporto di Falconara ed il trasferimento in ambulanza a Torrette, risulterebbe superiore rispetto ad un trasferimento diretto su strada direttamente dal luogo del soccorso.
Da Camerino in elicottero ci si impiega 90 minuti contro gli 84 dell’ambulanza tradizionale, da San Severino 88 contro 71, e da Macerata 81 contro addirittura 52: e tutto ciò in condizioni meteo ottimali e senza considerare il tempo impiegato da una barella all’altra e il trasferimento del paziente dentro e fuori l’elicottero.
Siamo di fronte all’ennesima follia della politica sulla Sanità Pubblica massacrata da un PD che ha saputo chiudere 13 Ospedali in regione, depotenziandone altrettanti, impoverendo altre strutture efficienti di servizi fondamentali specialmente nelle aree interne, avvantaggiando in ultima istanza la sanità privata.
E poi, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, la notizia degli sprechi su elisuperfici ed elicotteri attrezzati per il volo notturno più “lenti” di un’ambulanza e, soprattutto, che non potranno mai sostituire un vero Ospedale “sotto casa”.
LEGGI ANCHE: LA REPLICA DELL'OSPEDALE RIUNITI DI ANCONA
Un apparecchio radiologico portatile digitale, di ultima generazione, per eseguire esami radiografici domiciliari anche a pazienti sospetti o positivi per Covid: questa è la nuova strategia messa in campo dall’Area Vasta 3 per fronteggiare una possibile recrudescenza del Covid 19, nello specifico grazie all’Unità Operativa Complessa di Radiodiagnostica di Macerata diretta dal dottor Leonardo Costarelli.
Il progetto, supportato dal Direttore Generale Nadia Storti e dal Direttore Territoriale AV3 Giovanna Faccenda, nasce dalla consapevolezza che la decentralizzazione dell’assistenza, delle cure e delle diagnosi può essere una valida risposta ai bisogni dei cittadini.
In realtà la UOC di Radiodiagnostica dell’AV3 fornisce già da due anni, in via sperimentale, prestazioni di Radiologia domiciliare a persone affette da patologie croniche, fragili o non autosufficienti, ora l’avvento del Covid ha reso necessario rivedere i protocolli in modo da gestire a domicilio, e in condizioni di sicurezza per gli operatori, anche i pazienti sospetti o positivi per Covid, a supporto delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale).
Due tecnici sanitari di Radiologia Medica, adeguatamente protetti, avranno il contatto diretto con il paziente per l’esecuzione dell’esame, mentre per la diagnosi ci si avvarrà dell’esperienza dei Medici Radiologi dell’Ospedale di Macerata poiché il referto e le relative immagini saranno rapidamente disponibili per la gestione clinica del paziente, grazie al collegamento in Teleradiologia.
“E’ una metodologia di intervento sanitario integrata e unificata - sottolinea il dott. Massimo Mazzieri, Dirigente dell’Area Tecnica ASUR - che permette di mantenere alta la qualità delle prestazioni erogate grazie alla tecnologia utilizzata, riducendo nello stesso tempo oltre al numero di operatori sanitari esposti, i tempi legati allo spostamento dei pazienti e i costi connessi e, infine, diminuendo anche l’utilizzo dei mezzi di soccorso che potranno essere destinati così ad altri scopi”.
“Con l’intervento a domicilio - commenta il dott. Costarelli - effettuato su richiesta del Medico USCA o di Medicina Generale si evita che il paziente fragile o sospetto Covid, sia in fase di diagnosi che durante il decorso della malattia, acceda ad una struttura radiologica ospedaliera o territoriale per eseguire l’esame richiesto, riducendo in questo modo il disagio dello stesso paziente e minimizzando il rischio di contagio per tutti gli operatori coinvolti nel processo.
La giunta regionale riunita nella mattinata di ieri a palazzo Raffaello ha approvato il programma di attuazione dell’art. 29 del decreto legge 104/2020, che destina alle Marche la somma di 12.259.402 milioni per il recupero delle liste di attesa degli interventi chirurgici e delle prestazioni sanitarie, una cifra che si somma ai 5 milioni già stanziati dall’ente, per un totale di circa 17,5 milioni.
La delibera pianifica le attività di recupero degli interventi e delle visite, dando priorità alle urgenze, operando una suddivisione di prestazioni e di relativi budget tra Asur, Ospedali riuniti di Ancona, Marche Nord e Inrca.
Per quanto riguarda le attività di ricovero, i piani di potenziamento delle singole aziende, approvati oggi, prevedono un incremento complessivo di oltre 3.700 interventi chirurgici con classe di priorità A e B (ricovero rispettivamente entro 30 e 60 giorni). Saranno oltre 40 mila le visite e gli esami diagnostici recuperati, con classe di priorità B e D (rispettivamente Breve-prestazioni da eseguire entro 10 giorni e Differibile-prestazioni da eseguire entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli esami diagnostici).
Per il recupero delle liste di attesa il decreto consente di ricorrere a prestazioni aggiuntive per la dirigenza e per il comparto, con l’aumento della tariffa oraria, che viene fissata a 80 euro per la dirigenza (rispetto agli iniziali 60) e a 50 euro per il comparto.
Si stabilisce inoltre la possibilità di reclutare il personale attraverso assunzioni a tempo determinato o attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, anche in deroga ai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro.
È stata attivata in questi giorni presso gli Ospedali Riuniti di Ancona una nuova struttura Dipartimentale (SOSD) “Danno Epatico e Trapianti”, di cui è responsabile il Prof. Gianluca Svegliati Baroni, Professore Associato in Gastroenterologia dell’Università Politecnica delle Marche, per la gestione dei pazienti con epatopatia cronica o cirrosi epatica, patologie complesse che richiedono ormai percorsi ed attività dedicata.
La SOSD, in collaborazione con strutture storiche come la Clinica e la Divisione di Gastroenterologia, sarà punto di riferimento regionale ed extra-regionale per pazienti che dovranno essere gestiti con percorsi ben definiti per ogni fase della patologia epatica.
Conseguentemente verrà meglio sostenuta l’attività del Centro Trapianti del Prof. Marco Vivarelli che, nonostante le difficoltà legate al Covid-19, sta marciando a ritmi da record in questo 2020. Verranno, inoltre, migliorati i percorsi già in atto presso gli Ospedali Riuniti con le altre Unità Operative coinvolte nella cura di questi pazienti, e ne verranno creati di nuovi come la collaborazione con la Clinica Oncologica per la sempre più complessa ma efficace cura del carcinoma epatocellulare.
“Sono orgoglioso del fatto che la Direzione Generale mi abbia voluto affidare questo incarico, che mira unicamente a creare un percorso lineare, veloce, senza ostacoli per il paziente e per la famiglia che lo assiste” - ha affermato il Professor Svegliati Baroni, responsabile della SOSD. “Fino a 20 anni fa, non c’erano quasi terapie per le malattie di fegato, ora sono sempre più efficaci ma anche complesse e il paziente va seguito con un’attività dedicata senza mai dimenticare la collaborazione con il territorio per evitare il sovraffollamento degli ospedali. Quando possibile, il paziente deve essere seguito dal proprio domicilio”. Da sempre l’epatologia è attività di eccellenza presso l’Università Politecnica delle Marche e gli Ospedali Riuniti di Ancona, sede dal 2005 anche di un Centro Trapianti di Fegato importante nel Centro e Sud Italia. “Le malattie del fegato rappresentano uno dei principali problemi di salute pubblica, ed il nostro Paese, purtroppo, è ai primi posti mondiali per l’incidenza di cirrosi epatica e carcinoma epatocellulare" - ha proseguito Svegliati Baroni.
Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un drammatico cambiamento nell’epidemiologia delle malattie epatiche croniche, con il crollo delle forme virali da virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV) grazie alla presenza di efficaci terapie antivirali, che però oggi sono sostituite dalle forme metaboliche: “La steatosi epatica è malattia subdola che può interessare fino al 25% della popolazione generale e può progredire verso la cirrosi epatica nel 2-3% dei casi – afferma il Prof. Svegliati Baroni. Si calcola, addirittura, che oggi circa 200.000 italiani sarebbero affetti da cirrosi epatica, ma solo 1.000 di questi pazienti riescono a raggiungere realmente la guarigione attraverso il trapianto di fegato”.
Uno dei problemi principali per il paziente con una epatopatia avanzata infatti è quello di identificare una struttura di riferimento per essere inserito e seguito in un percorso e progetto di cura per tutte le complicanze della cirrosi epatica, fino possibilmente al trapianto di fegato. L’attività della nuova SOSD vuole fornire proprio questo, un aiuto concreto per il paziente nella gestione di una patologia lunga e complessa ma che può anche essere guarita e risolta.
"Sono state discusse diverse soluzioni in base alle problematiche che avevamo evidenziato, ora attendiamo che siano messe in atto". Nuovo incontro del sindaco Sandro Sborgia con la dottoressa Nadia Storti, direttrice generale Asur facente funzione Area Vasta3, questa volta all'ospedale di Camerino, dopo la riunione a Macerata della scorsa settimana.
Il primo cittadino della città ducale aveva richiesto un incontro urgente per evidenziare le problematiche del nosocomio camerte, in particolare quelle riguardanti una preoccupante carenza di organico che non permette di garantire come dovrebbe i servizi sanitari alla cittadinanza.
"Nel corso dell'incontro con la dottoressa Storti, che nei giorni scorsi ha preso informazioni dettagliate sull'intera situazione, la conversazione ha portato all’individuazione delle soluzioni necessarie. Dunque, ai due ortopedici che andranno via seguirà il reintegro di altri due, così come si cercherà di impiegare medici di medicina interna. È stata, anche, rivalutata la necessità di una nuova organizzazione della sala operatoria aumentando il suo utilizzo, il che determinerà una seduta in più. Lo stesso vale anche per il reparto di Chirurgia. Per quanto riguarda la Cardiologia, invece, si cercherà di sopperire alla mancanza di personale con l'assunzione, a tempo determinato, di specializzandi. Questo, però, a partire da novembre".
"Sono state, dunque, prospettate nuove possibilità di intervento. Ciò che è assolutamente necessario – continua Sborgia – è anche che si ragioni in termini di lungo periodo, quindi le soluzioni che saranno attuate dovranno essere pensate nell’ottica di sviluppo e crescita dei servizi sanitari che l’ospedale di Camerino è in grado di offrire. Chiaramente, da parte mia e nostra, resta l’impegno nel continuare a monitorare la situazione e tenere alta l'attenzione costantemente vista l'importanza del servizio offerto dall'ospedale di Camerino non solo per la città, ma per un'intera area interna".
"Prendo atto – conclude il sindaco Sandro Sborgia – della rinnovata volontà d’intervenire da parte della dottoressa Storti per cercare e trovare una soluzione. Attendiamo che quanto oggi è stato detto, diventi un fatto e sia messo in pratica. Continueremo comunque a vigilare sulle cause che hanno portato a inaspettati e volontari licenziamenti per capire le ragioni e trovare soluzioni”.