A Camerino batte il cuore della solidarietà. L’associazione “La Voce del Cuore per la Chirurgia” presieduta dall’instancabile Gabriella Accoramboni, ancora una volta ha chiamato a raccolta gli associati e, grazie alla generosità di diversi cittadini e dei titolari dell’Aaienda “La Pasta di Camerino”, sono riusciti a raccogliere i fondi necessari per l’acquisti di un ecografo multidisciplinare da mettere a disposizione dell’intera equipe medica dell’Ospedale camerte.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata dalla Onlus sono state numerose le personalità intervenute, dall’assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini, accompagnato dalla presidente 4° Commissione Sanità Elena Leonardi e dal presidente della commissione Affari istituzionali e Bilancio Renzo Marinelli, ai vertici sanitari e religiosi, la direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi e il direttore sanitario Carlo di Falco, l’arcivescovo Francesco Massara. Presente anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia e il prorettore dell’Università Graziano Leoni.
I dati sono importanti, e da più parti è stata ribadita la volontà di non smantellare l’ospedale camerte, anzi rilanciarlo, soprattutto con nuova forza lavoro. Un Primario, quello di Ortopedia, è stato appena nominato, altri ne arriveranno e, come ha anticipati l’assessore Saltamartini supportato anche dal sindaco Sborgia e dagli altri rappresentanti regionali, si stanno studiando incentivi per invogliare medici ed infermieri a lavorare a Camerino, per non relegarlo a ruolo di ospedale in zona disagiata ma anzi per garantire maggiori comfort a chi sceglie di lavorare nell’entroterra.
Pungente ma attualissimo l’intervento del primario di Chirurgia Giambattista Catalini, “La politica negli anni passati ha fatto diverse manovre per impoverire l’ospedale Camerte in funzione del potenziamento degli altri nosocomi e in vista dell’ospedale unico di zona ,ha affermato il primario. Non ultima la trasformazione in centro Covid, bloccando praticamente tutti gli altri reparti che con grande fatica si erano ritagliati un importante posto ai vertici delle eccellenze sanitarie.
È stato ribadito a gran voce che” un ospedale come quello di Camerino deve funzionare esaltandone le qualità, al suo interno oltre alle attrezzature c’è un patrimonio umano che va valorizzato, ed è questo il progetto futuro. Ma insieme alle risorse pubbliche è fondamentale che agiscano anche le associazioni private come la Onlus “La voce del Cuore per la Chirurgia”, in questo si celebra con empatia la cultura della solidarietà” Il nuovo Ecografo Multidisciplinare donato al reparto di Chirurgia assicura un livello di cure adeguato e che ognuno si augura quando deve rivolgersi ad un ospedale.
Prosegue la mobilitazione del Cobas-Santo Stefano, con un presidio che si terrà davanti all'istituto di riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena dal 6 al 10 dicembre. "L'impennata dei prezzi al consumo dovuta ai rincari delle materie prime sta riducendo al limite della tollerabilità il potere d'acquisto degli stipendi (fermi al 2007) dei lavoratori della Sanità privata - spiegano il Cobas in una nota in cui motiva la nuova mobilitazione -. Ancor più grave è la situazione di tutti i lavoratori precari o assunti in anni più recenti che subiscono una discriminazione salariale con stipendi inferiori di circa il 20% rispetto ai colleghi con maggiore anzianità di servizio".
"Kos Care, tramite il suo amministratore delegato, fa sapere che simili questioni vanno affrontate e risolte ai tavoli, ma non riconosce i nostri diritti sindacali, rifiutando così ogni tipo di confronto con il sindacato più rappresentativo del Santo Stefano di Porto Potenza Picena - evidenziano dal Cobas -. È evidente come tale presa di posizione sia finalizzata ad esasperare i lavoratori che hanno deciso di auto-organizzarsi in un sindacato di base, mantenendo così relazioni sindacali connotate da carattere di esclusività solo con quelle organizzazioni sindacali che contribuiscono, con il loro immobilismo e con le loro firme su accordi svantaggiosi per i lavoratori, ad uno stallo che si protrae da troppo tempo".
"Kos Care, Cgil Cisl e Uil rimandano ogni responsabilità relativa all'aspetto economico di questa grave situazione alla regione Marche, la quale da mesi promette coperture economiche agli oneri derivanti dagli adeguamenti salariali, salvo poi rimandare di continuo una decisione definitiva sulla questione - aggiungono dal Cobas -. Nessuno dice però che la giunta Acquaroli, non diversamente dalle giunte che l'hanno preceduta, permette a Kos Care di applicare nelle sue strutture politiche aggressive di contenimento dei costi, nonostante gli importi che la regione Marche eroga a copertura dei costi gestionali delle strutture sanitarie private non abbiano subito alcun taglio nel corso degli anni".
"I lavoratori non si stancheranno di protestare finché questa situazione iniqua non avrà fine e pretendono che vengano rispettati i loro diritti basilari, tra cui la libertà di scegliere il sindacato da cui farsi rappresentare e un trattamento remunerativo che garantisca, come affermato dall'art. 36 della Costituzione, un'esistenza libera e dignitosa” conclude il Cobas-Santo Stefano.
Alla recente attivazione di 8 nuovi posti di terapia intensiva, se ne aggiungono ora altri 4. Ne dà notizia l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini chiarendo che sono stati realizzati all’Ospedale regionale di Torrette di Ancona in attuazione del DL 34/2020. Le Marche ora possono contare su una dotazione di 250 posti di Terapia Intensiva.
“Nella scorsa settimana una delegazione del Commissario Figliuolo- ha affermato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini - ha verificato l’attuazione dei posti letto realizzati nelle Marche, osservando l’efficienza con cui si è provveduto. Il decreto legge 34/2020 che aveva finanziato a maggio 2020 105 nuovi posti di terapia intensiva – ha aggiunto - si sta completamente attuando e siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo tra le prime Regioni, vista l’importanza del tema. Le Marche – ricorda l’assessore - avevano una dotazione standard di 118 posti all’insediamento della Giunta Acquaroli.”
Il DL 34/20 ha finanziato nelle Marche 105 nuovi posti di terapia intensiva per raggiungere il target di 0,14 posti ogni 1000 abitanti da realizzare nel tempo. Di questi, ad oggi, ne sono stati realizzati 84 di cui 41 a Pesaro, 32 a Torrette e 2 all’ospedale pediatrico Salesi di Ancona; 4 a Fermo e 5 a San Benedetto del Tronto. Entro la fine dell’anno è prevista l’attivazione di altri 10 posti di terapia intensiva a Fermo. Rimangono, però, gli interrogativi sulla personale sanitario che dovrà essere impiegato all'interno delle Terapie Intensive.
Questo quando nella regione si registra un nuovo aumento dei ricoveri nei reparti Covid (Leggi qui)
Cambiano gli orari al centro vaccinale di Civitanova. L’hub comunale per la profilassi anti-covid di via Gobetti, nel mese di dicembre seguirà i seguenti orari, dal lunedì alla domenica. Il calendario può subire variazioni in base alle necessità stabilite dall’Area Vasta 3.
Il centro vaccini sarà aperto nei seguenti giorni e orari: lunedì alle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00, martedI dalle ore 8:00 alle 13:00, mercoledì dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00, giovedì’ dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00, venerdì dalle ore 8:00 alle 13:00, sabato dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00, Domenica dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00. Mercoledì 8 dicembre il centro vaccinale aperto solo mattina dalle ore 8:00 alle 13:00. Le prime dosi di vaccino non richiedono prenotazione. Sabato, l’accesso è libero senza prenotazione. Accesso libero anche per personale sanitario e di interesse sanitario.
A San Severino torna il camper vaccinale. Il Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 3 dell’Asur Marche ha comunicato ai sindaci del territorio il nuovo calendario delle date della campagna vaccinale itinerante anti Sars-Cov-2 mediante utilizzo di camper per il mese di dicembre.
L’unità mobile sosterà, a San Severino Marche, nelle giornate di lunedì 20 e martedì 21 dicembre, dalle ore 8,30 alle 13,30. Le inoculazioni dei vaccini non saranno effettuate all’interno del camper ma all’interno della sala Italia gentilmente messa a disposizione dal Comune che provvederà anche all’allestimento delle postazioni necessarie.
Per accedere al servizio non sarà necessaria come sempre la prenotazione ma farà fede l'ordine di arrivo. Basterà presentarsi muniti di tessera sanitaria e compilare gli appositi moduli che si potranno trovare sul posto rivolgendosi al personale volontari del gruppo comunale di Protezione Civile. I minorenni dovranno essere accompagnati da un genitore o dovranno presentare una delega se accompagnati da un parente.
Nuove nascite, l’ospedale di Civitanova si appresta a chiudere il 2021 con un trend positivo in controtendenza rispetto ai dati regionali e nazionali.
L'Ostetricia di Civitanova Marche, infatti, ha raggiunto i 700 parti. “Un dato importante, affermano il dottor Filiberto Di Prospero, direttore dell’Unità Operativa civitanovese dell’Area Vasta 3 e la dottoressa Enrica Fabbrizi responsabile della UOSD di Pediatria; si tratta del superamento anticipato di un traguardo che ci eravamo dati per il 2021; sapevamo che non sarebbe stato facile e raggiungere l’obiettivo, superarlo con un mese di anticipo è certamente gratificante”.
Il numero di parti raggiunto alla fine di questo novembre 2021 non solo è superiore a quello totale del 2020 (389 parti) ma cosa ancora più importante, supera anche il totale dei parti del 2019 (632 parti) e del 2018 (603 parti). Un dato che, in pieno calo demografico e con una pandemia che perdura, è sicuramente interessante e lo è ancora di più se si considera che, dopo l’esperienza sul fronte Covid19 per buona parte del 2020, per l’Ostetricia e la Pediatria di Civitanova Marche il 2021 è stato l’anno di una reale ripartenza.
“Una ripartenza non senza difficoltà - sottolinea il dottor Di Prospero - non facile e condizionata dal grave momento che sta vivendo l’intero Sistema Sanitario; una ripartenza che è stata anche occasione per vederci tutti impegnati in una importante riprogettazione dell’offerta assistenziale, che tra potenziamento dei servizi e creazione di nuovi ha voluto intercettare le reali esigenze dell’utenza. Basti pensare ai nuovi ambulatori per le presentazioni podaliche e la prevenzione dell’incontinenza; al nuovo percorso che si prende totalmente cura delle future mamme fino al delicato periodo del ritorno a casa”.
“Risultati quelli ottenuti quindi sono tutt’altro che casuali ma frutto di programmazione e di un grande lavoro di squadra, aggiunge il dottor Di Prospero; risultati importanti e che ci dicono che siamo nella giusta direzione. C’è ancora molto da fare ma la strada segnata sembra davvero quella giusta”. Il dottor Di Prospero e la dottoressa Fabbrizi aggiungono: “desideriamo ringraziare tutte le mamme, tutti i papà che ci hanno accordato la loro fiducia, tutte quelle famiglie che hanno apprezzato il grande lavoro che abbiamo fatto in questo periodo”.
Sarà allestito venerdì prossimo, 3 dicembre, presso il nuovo palazzetto dello sport di Pieve Torina, un hub predisposto dalla Regione Marche in collaborazione con l’ASUR e il comune di Pieve Torina per la vaccinazione anticovid19. “Abbiamo scelto un luogo funzionale e idoneo ad accogliere gli utenti anche in caso di condizioni meteo avverse” sottolinea il sindaco, Alessandro Gentilucci. “Prevediamo un buon afflusso di persone, per un servizio che sarà fruibile per tutta la mattinata, nell’orario 9/13”.
L’equipe operativa dell’unità mobile è composta da un medico, un infermiere vaccinatore e un infermiere o operatore sanitario, dotati anche di strumenti adatti a gestire eventuali reazioni allergiche. Si ricorda che per accedere al servizio non è necessaria la prenotazione: basta presentarsi muniti di tessera sanitaria e compilare gli appositi moduli.
Si stringono le maglie in Europa relativamente alla campagna vaccinale. Mentre la Germania si avvia verso vaccino obbligatorio e lockdown per i non vaccinati, tanto l'Austria che la Grecia ricorrono alle multe contro i no vax. In Austria il primo febbraio scatterà l'obbligo vaccinale e i no vax irremovibili potrebbero rischiare una multa da 3.600 euro che potrebbe addirittura essere raddoppiata in caso di inottemperanza. Lo prevede una bozza del governo che oggi sta esaminando il disegno di legge per l'introduzione dell'obbligo vaccinale.
Una misura, secondo il ministro alla salute Wolfgang Mueckstein, "senza alternative" visto il basso tasso (circa il 70%) di vaccinati. L'obbligo dovrebbe escludere i bambini delle elementari. La ministra per gli affari Ue Karolina Edstadler ha precisato che l'ammontare della multa non è stato ancora fissato.
La Grecia prevede,invece, di infliggere multe per gli over 60 che rifiuteranno l'immunizzazione contro il Covid. Lo riporta il sito di Ekathimerini citando il premier ellenico. Tutti coloro di età superiore ai 60 anni che si rifiutano di ottenere un vaccino contro il coronavirus entro il 16 gennaio dovranno affrontare una multa mensile di 100 euro, ha detto martedì il primo ministro Kyriakos Mitsotakis al suo governo. La sanzione verrà addebitata automaticamente dall'Autorità Indipendente per le Entrate Pubbliche.
Continua a salire l'incidenza di casi di coronavirus su 100mila abitanti nelle Marche: 416 i contagi registrati nell'ultima giornata con l'incidenza che da 177,56 di ieri aumenta a 187,70. In provincia di Ancona, riporta il Servizio Sanità della Regione, il numero più alto di casi (129); seguono le province di Pesaro Urbino (81), Ascoli Piceno (69), Fermo (67), Macerata (52); 18 contagi da fuori regione.
Intanto si amplia anche la forbice dell'incidenza sui ricoveri tra vaccinati e non vaccinati: in Terapia intensiva 0,5 su 100mila abitanti vaccinati, 4,5 su 100mila abitanti non vaccinati; in area medica l'incidenza è rispettivamente di 2,6 e 11,2 e sui positivi generali 19,6 e 49,5. Invece per il numero di posti letto Covid positivi: in terapia intensiva vi sono per il 75% persone non vaccinate, per il 25% vaccinate (24 in totale, numero invariato rispetto a ieri); in area medica le percentuali sono rispettivamente del 61% e del 39% (110 complessivamente i ricoverati, +3 rispetto a ieri).
Tra i contagiati delle ultime 24 ore 103 presentano sintomi; i casi comprendono 98 contatti stretti di positivi, 119 contatti domestici, 19 in ambiente di scuola/formazione, 4 di lavoro, 3 di vita/socialità, 1 assistenziale e 1 sanitario; su 63 contagi sono in corso approfondimenti epidemiologici. Il totale di tamponi eseguiti è 6.751 tra cui 3.810 nel percorso diagnostico e 2.941 con una percentuale di positivi del 10,9%, ai quali si aggiungono 2.150 test antigenici (198).
Il vaccino a tutti, dai 5 anni in su, così come il booster sarà per ogni fascia di età: si parte con le prenotazioni della terza dose ai giovani dai diciotto anni in su, in vista delle inoculazioni dal primo dicembre, poi toccherà alla categoria 12-17. Contro il dilagare della variante Omicron, e per uscire rapidamente dalla quarta ondata, si accelera sulle somministrazioni.
Se al momento il dato nazionale registra - rispetto alla settimana precedente - già un trend di incremento del 40% (venerdì scorso circa 346mila dosi in tutto), nella sola Lombardia si punta all'obiettivo di 100mila somministrazioni giornaliere, I numeri dei contagi sono in netto aumento già da qualche settimana: la percentuale di posti occupati nei reparti ospedalieri da parte di pazienti Covid è salita al 9% e sono sette le regioni che vedono un aumento, di cui tre superano il livello di allerta del 15%: Friuli Venezia Giulia, che arriva al 22%, Valle d'Aosta e Pa di Bolzano al 18%, Campania al 9%, Abruzzo, a Trento e Veneto all'8%. Per le terapie intensive, il valore in Italia resta al 7% ma sale in 5 regioni: al 10% nel Lazio, all'8% a Trento, al 7% in Molise e Sardegna, balza all'11% in Umbria.
Numeri che si fronteggiano solo mettendo lo sprint alla campagna vaccinale. Ad illustrare la tabella di marcia del prossimo mese è la stessa Agenzia italiana del farmaco: "Si arriverà progressivamente a proporre la terza dose a tutti coloro che abbiano completato il ciclo vaccinale da 5 mesi - spiega Patrizia Popoli, dirigente di ricerca e presidente della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa -. I bambini sopra i 12 anni verosimilmente subito dopo le altre fasce d'età già indicate. Ancora non è stato deciso, ma l'idea è quella di procedere con le terze dosi per tutti".
Dall'Agenzia dovrebbe arrivare in settimana anche il via libera all'immunizzazione in età pediatrica, per iniziare con le somministrazioni "il 23 di dicembre - aggiunge il coordinatore del Cts, Franco Locatelli - poi magari sarà qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Semplicemente perché per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche, in quanto la dose per la fascia di età 5-11 anni è di un terzo, 10 microgrammi, rispetto alla dose per l'adulto. Si è proprio voluto evitare il prelievo dalle fiale degli adulti, perché avrebbe creato situazioni in qualche modo aleatorie, per questo si è preferito aspettare la disponibilità di formulazioni pediatriche". Per questo motivo si sta valutando la creazione di aree pediatriche negli hub vaccinali e al momento non è previsto alcun obbligo vaccinale per questa fascia di età. E su Omicron rassicura: i vaccinati "sono protetti largamente" rispetto alla variante.
La Regione Marche è tra le prime in Italia per la somministrazione della terza dose. Il dato in questione proviene direttamente dal Ministero della Salute e fa riferimento alla fascia d’età compresa tra i 60 e i 79 anni. Il 16,1% dei marchigiani appartenenti alla categoria 60-69 ha già deciso di optare anche per la terza dose. Sono oltre 6 milioni e 100 mila gli italiani che, preoccupati dall’arrivo della quarta ondata, si sono sottoposti alla booster.
E’ il Molise la prima regione italiana per somministrazione in questo range d’età (60-69) con il 24,35%. Ultime invece la Provincia Autonoma di Trento (8,29%), dove è in atto uno scontro aperto per convincere una comunità particolarmente refrattaria alla vaccinazione, il Friuli Venezia Giulia (9,25%) e la Valle d’Aosta (10,16%), regione nella quale il 18% dei posti letto nei reparti ospedalieri è occupato da pazienti Covid. Bene le somministrazioni vaccinali con terza dose nelle Marche tra tutte le fasce d'età più fragili. La regione risulta terza, dietro solo a Lazio e Molise, anche nel range d’età 70-79 anni con 21,2% della popolazione.
"Un'operazione di grande opportunismo politico". Così la cittadinanza di Tolentino, rappresentata da alcune delle associazioni locali (Amici Per…, Anpi, Auser, Avis Comunale Tolentino, Acli Tolentino, Caritas Tolentino, Legambiente Marche, Legambiente – Il Pettirosso, Sermit, Prossima.Mente), si è espressa nelle ultime ore a seguito della notizia della chiusura della sede della Guardia Medica (leggi qui). La giustificazione che la direttrice dell'Area Vasta 3, Daniela Corsi, aveva addotto rimarcando le difficoltà nel trovare persone disposte a svolgere il lavoro, è stata bollata dai tolentinati come "una spiegazione puerile".
«Però stranamente - si legge nel comunicato diffuso - appena è circolata la "voce" della chiusura della Guardia Medica, dalla Regione è stato presentato il "disegno" del nuovo ospedale: operazione di grande opportunismo politico per rassicurare la città, però senza una data certa e senza un luogo scelto: sembra propaganda per ammansire i cittadini».
L'appello lanciato a gran voce dagli abitanti di Tolentino trova la sua ragion d'essere di fronte a quella che viene considerata, secondo loro, una realtà oggettiva: tagli drastici da parte della Sanità Marchigiana su tutti i servizi ad integrazione socio-sanitaria o sanitari/distrettuali, assunzioni inadeguate, lunghissime trafile per prenotare le visite direttamente in altre città, lo spauracchio della privatizzazione che si muove a scapito della salute dei contribuenti. La domanda, a questo punto, viene alzata senza troppi filtri: «È questa la sanità che vogliamo?»
Secondo i dati del Servizio Salute della regione Marche nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 181 nuovi casi positivi (ieri 378, l'incidenza del weekend ha portato all'effettuazione di meno tamponi), mentre l'incidenza sale a 177,56 (ieri 171,70). Il maggior numero di nuovi contagi continua a registrarsi nella fascia adulta: 49 tra i 45-59enni, 43 casi tra i 25-44enni. Ci sono poi 14 casi tra i 60-69enni. Ma anche la fascia giovanile è interessata, con 48 casi tra zero e 18 anni: 13 i nuovi casi per 6-10 anni, così come sono 13 i nuovi casi per 11-13 anni e 16 i nuovi casi per la fascia 14-18 anni.
La provincia con il maggior numero di casi è Pesaro Urbino con 88, seguita da Ancona con 52, da Macerata con 22, Fermo con 8, Ascoli Piceno con 4 più 7 casi fuori regione. I 181 nuovi positivi rappresentano il 14,5% dei 1.252 tamponi esaminati nel percorso diagnostico screening (su 2.209 tamponi complessivi). I test antigenici sono invece 757.
Sono 41 i soggetti sintomatici, 62 i contatti domestici, 38 i contatti stretti di casi positivi, 3 i positivi in setting scolastico/formativo, mentre per altri 29 casi sono in corso approfondimenti epidemiologici. Lo fa sapere il Servizio Sanità della Regione Marche che dà conto anche del fatto che i ricoverati in area medica sono aumentati di cinque unità rispetto alle ultime 24 ore (107) mentre rimane stabile il numero complessivo di ricoverati in terapia intensiva (24). Sono, invece, 3 i soggetti dimessi. Purtroppo, si registrano anche tre decessi correlati al Covid-19: si tratta di una 89enne di Ancona e di un 72enne di Tolentino spirati all'ospedale Torrette (si tratta di Lauro Cappellacci); mentre un 85enne di Acquaviva Picena ha perso la vita presso la residenza Valdaso.
Attivati 8 nuovi posti letto di terapia intensiva all’Ospedale regionale Torrette di Ancona. Salgono così complessivamente a 246 i posti di terapia intensiva nelle Marche, realizzati in attuazione del decreto legge 34 del 2020. “Ci prepariamo ad affrontare la quarta ondata della pandemia – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini - non solo implementando le vaccinazioni anti-Covid 19 e le terze dosi ma anche rafforzando gli ospedali per non farci trovare impreparati”.
“Nella scorsa settimana – ha detto Saltamartini - una delegazione di tecnici ed esperti, inviati dal Commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha verificato l’attuazione dei posti letto realizzati nelle Marche, potendo riscontrare l’efficienza con cui si è provveduto in merito”. “Il decreto legge 34/2020, che aveva autorizzato a maggio 2020, 105 nuovi posti intensivi – ha aggiunto Saltamartini - sta trovando completa attuazione e siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo, primi fra altre Regioni su questo importante tema".
“La nostra Regione aveva, infatti, una dotazione standard di 118 posti all’atto dell’insediamento nella nuova Giunta Acquaroli. Il Decreto Legge 34 ha finanziato per la sanità marchigiana 105 nuovi posti di terapia intensiva, raggiungendo il target di 0,14 posti ogni 1000 abitanti da realizzare nel tempo. Di questi, ad oggi, 80 sono stati realizzati e sono così distribuiti: 41 a Pesaro, 28 a Torrette e 2 all’Ospedale pediatrico Salesi di Ancona, 4 a Fermo, 5 a San Benedetto del Tronto. Altri 4 posti entreranno in funzione a Torrette entro gennaio e altri 10 a Fermo, approssimativamente, entro dicembre di quest’anno" ha concluso Saltamartini.
Tiene banco anche in Regione la questione legata alla variante Omicron.
“Finora nessuna segnalazione di casi variante Covid Omicron nelle Marche. Lo riferisce l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini che aggiunge: "Per il momento non sono stati segnalati casi, tuttavia è necessario partire con grande precauzione perché anche all'inizio del 2020 era stato sottovalutato il pericolo del Covid-19 che proveniva dalla Cina quindi dobbiamo assolutamente cercare di adottare tutte le misure previste di controllo agli accessi, e soprattutto c'è la necessità di indossare le mascherine, non solo quelle chirurgiche ma le Ffp2 in tutti i rapporti tra persone in cui c'è un distanziamento che non è quello previsto dalle norme di prevenzione al Covid. Raccomando l'uso delle mascherine Ffp2".
La dichiarazione di Saltamartini fa eco a quella rilasciata dal presidente regionale Francesco Acquaroli che, nella giornata di ieri tramite un post social, aveva invitato la popolazione all’utilizzo della mascherina anche all’aperto (ove vi fossero generati assembramenti), proprio in virtù dell’aumento esponenziale dei contagi che si è verificato nella regione Marche.
“Sulla nuova variante ancora non si sa sostanzialmente niente. Per cui, fermo restando che bisogna stare all’erta, non fatevi prendere dal panico. Di varianti potenzialmente pericolose ne sono apparse (e sparite) molte nei mesi scorsi, speriamo che questa faccia la stessa fine”. È quanto twittato dal virologo Roberto Burioni, docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dopo l’allarme generato dalla comparsa della nuova variante del Covid-19, denominata Omicron, individuata in Sudafrica.
“Ovviamente la prudenza è d’obbligo - ha aggiunto il virologo di origini pesaresi, ospite fisso della trasmissione di Fabio Fazio, 'Che Tempo che fa' -. Per cui fa benissimo il nostro Paese a bloccare gli ingressi dalle zone dove è presente”.
“Tolentino riavrà presto il suo ospedale, nuovo, sicuro e all'avanguardia, grazie all’accelerazione impressa dalla Regione Marche che ha sbloccato le procedure di realizzazione della nuova struttura dopo che la vecchia era stata resa inagibile dal sisma del 2016”. Lo annuncia l’assessore regionale all’Edilizia Francesco Baldelli
“L'approvazione in queste ore in Conferenza dei servizi del progetto esecutivo di demolizione e ricostruzione del nuovo ospedale – spiega Baldelli – è il disco verde per predisporre il bando di gara ed avviare velocemente i lavori. Ringrazio l'Usr che ha riconosciuto la bontà del progetto. Con gli ulteriori 7 milioni di euro ottenuti, infatti, abbiamo a disposizione una proposta all’avanguardia nel settore dell’edilizia sanitaria e ospedaliera. Anche in questo caso il cambio di passo della giunta Acquaroli è una realtà: si ‘cantiera’ il cantierabile, specialmente se si tratta di un servizio essenziale come un ospedale situato in un territorio interno duramente colpito dal terremoto”.
Il bando di gara, la cui procedura sarà espletata dalla SUAM regionale, sarà pubblicato entro l’anno al fine di decretare l’aggiudicazione già la prossima primavera, mentre i tempi di esecuzione dei lavori saranno di circa due anni come da cronoprogramma. “Tempi rapidi – aggiunge l’assessore – per una struttura che, con gli ulteriori 7 milioni, raggiunge il valore di circa 22,8 milioni di euro e sarà progettata con i più alti standard qualitativi, sia sotto l’aspetto sismico che energetico, e anche nel rispetto delle più recenti direttive sul Covid”.
Siamo, infatti, in presenza di un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building), ovvero una struttura che richiede una quantità di energia davvero minima, in grado di adattarsi, senza interrompere i servizi, alle esigenze derivanti da eventuali emergenze quali sisma o pandemie. I circa 8.500 mq complessivi del nuovo ospedale di Tolentino si sviluppano su tre piani e creano un ambiente progettato “a misura d’uomo”.
Al piano terra saranno previsti servizi territoriali, commissioni mediche, assistenza domiciliare, punto prelievi e radiologia. Inoltre, saranno realizzati 16 posti di dialisi, di cui 4 con la possibilità di operare in condizioni di pressione negativa rispetto al restante reparto, con accesso direttamente dall’esterno, garantendo così la possibilità di usufruire dei trattamenti anche in condizioni di pandemia. Sempre al piano terra saranno previsti altresì un bar e un luogo di culto, sempre con possibilità di accesso anche dall’esterno così da premetterne la fruizione a tutta la comunità.
Il piano primo, invece, oltre agli ambulatori, ospiterà 49 posti letto di cure intermedie suddivisi in due ali distinte. Le degenze saranno autonome in termini di servizi e ventilazione forzata garantendo una flessibilità di utilizzo in caso di emergenza e/o pandemia. Al piano seminterrato saranno destinati i locali accessori, la sala di osmosi, la morgue e gli spogliatoi per i dipendenti: nel progetto esecutivo è stato anche completato lo spazio interrato con la realizzazione in un’autorimessa di circa 1500 mq in grado di garantire circa 35 posti auto per i dipendenti e la sosta delle ambulanze. È previsto, infine, un isolamento alla base dal punto di vista sismico, garantendo quindi, anche a seguito dei terremoti più importanti, la continuità dei servizi ospedalieri.
Richiami, terze dosi ma anche numerose prime dosi presso l’Hub vaccinale istituito alle Terme Santa Lucia di Tolentino. Infatti prosegue il lavoro del personale medico, infermieristico e amministrativo della struttura tolentinate, messo a disposizione dall’Assm SpA in modo completamente gratuito e quindi non a carico della Sanità regionale, per somministrare il vaccino anti Covid-19 a tutti i cittadini che si sono prenotati attraverso l’App nazionale ed il sito internet delle Marche.
Sono circa 250 le dosi giornaliere inoculate presso le Terme Santa Lucia ogni mercoledì e giovedì, e tra le tante persone che si recano presso la struttura di contrada Santa Lucia negli ultimi giorni ci sono stati circa 50 giovani, in gran parte appartenenti alla fascia di età tra i 20 e i 30 anni, che hanno deciso di sottoporsi al vaccino per la prima volta. Un' importante scelta, attuata con grande senso di responsabilità verso se stessi, ma anche verso il prossimo, in un momento in cui la curva dei contagi sembra risalire.
E in attesa di altre prenotazioni da parte di chi fino ad oggi ha valuto attendere per comprendere meglio ogni possibile aspetto legato alla vaccinazione anti Covid-19, resta valida l’opportunità per gli under 18 di ottenere il vaccino senza fissare un appuntamento. "È infatti sufficiente recarsi presso la sede delle terme con la tessera sanitaria, la scheda anamnestica ed il consenso informato, proprio per agevolare il più possibile la copertura vaccinale sul nostro territorio", spiega la Assm.
Scriveva Dante “nomina sunt consequentia rerum” e proprio dalla volontà di dare un nome all’ospedale provinciale di Macerata, che non lo ha mai avuto, è sorto un comitato spontaneo di cittadini che ha deciso di occuparsi di sanità come volontariato di idee e di azioni. Il Comitato - che è stato fondato da quindici tra ex operatori della sanità, medici e professionisti - è stato presentato nella mattinata di venerdì 26 novembre in una conferenza stampa che si è svolta nell’auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata.
Il Comitato civico per la tutela e la riorganizzazione della sanità maceratese (questo il nome completo) è composto da Roberto Accardi, Fabio Angeloro, Mariano Avio, Silvana Monica Baldoni, Ernesto Brianzoni, Vincenzo Cannelli, Antonella Castignani, Stefano Cecchi, Andrea Corsalini, Bianca Maria Gentilozzi, Arnaldo Mariani, Francesco Pellone, Anna Repaci, Gabriela Repupilli e Alberto Tubaldi ha sede in viale Don Bosco 13 a Macerata.
Come ha illustrato durante la conferenza stampa Gabriella Repupilli, per oltre quaranta anni coordinatrice dell’assistenza ortopedica all’ospedale civile, presidentessa del Comitato l’intento è di “riunire i cittadini che hanno la volontà e il desiderio di occuparsi di sanità perché possano contribuire attraverso le loro idee a migliorare l’assistenza, la cura e le strutture presenti a Macerata". "Lo abbiamo scritto nel nostro statuto – ha osservato la presidente – siamo convinti che la sanità debba essere gestita con il concorso democratico di tutti i cittadini”.
Gli obiettivi riassunti nello statuto sono: supporto alla realizzazione del nuovo ospedale di primo livello con sede a Macerata tenendo conto della storia ospedaliera, della realtà attuale e delle prospettive future; sviluppo e salvaguardia delle competenze professionali e della qualità delle prestazioni; valorizzazione della medicina territoriale; posizionamento dell’ospedale di Macerata nel contesto della rete ospedaliera dell’Area Vasta 3; rapporto con la sanità convenzionata. E poi c’è il punto da cui tutto è partito: dare un nome all’ospedale civile di Macerata.
Ha illustrato ancora Gabriella Repupilli: “Noi abbiamo una nostra proposta; vorremmo intitolarlo “Santa Maria della Misericordia” a ricordo anche della devozione dei maceratesi per la madonna della Misericordia che venne invocata durante le pestilenze. Ma ci pare necessario che l’ospedale abbia un nome per riavvicinarlo ai maceratesi.” A questo proposito il dottor Stefano Cecchi, ginecologo e vicepresidente del Comitato ha ricordato: “Il nostro ospedale va vissuto come una comunità dove la necessità di cura trova soddisfazione e genera un incontro tra cittadino e operatore sanitario. E’ da questo confronto che si genera la sanità capace di rispondere al meglio ai cittadini senza dimenticare – e ce lo ha dimostrato la pandemia – che bisogna assolutamente rafforzare la medicina e l’assistenza territoriale valorizzando tutte le professioni e le competenze che stanno nell’alveo della sanità. Per questo il Comitato si prefigge di essere un interlocutore continuo dei decisori perché la sanità deve tornare a essere un patrimonio comune, un bene comune”.
A questo proposito anche la scelta del nome sarà promossa dal Comitato attraverso un referendum. Si può votare la proposta del Comitato (Santa Maria della Misericordia) inviando una e-mail a comitatosanitamacerata@gmail.com. Ovviamente si possono fare anche altre proposte. Il referendum dovrebbe concludersi entro la metà di gennaio perché – ha spiegato ancora Gabriela Repupilli – “abbiamo un'ambizione: fare un evento il 5 febbraio del 2022 per celebrare il centenario della posa della prima pietra del nostro ospedale perché in attesa di quello nuovo il nostro ospedale deve crescere e deve essere salvaguardato. A questo proposito invitiamo tutti i cittadini che hanno ricordi, foto, reperti, testimonianze della storia del nostro ospedale a farceli pervenire perché vogliamo allestire in occasione del centenario una mostra e ci piacerebbe finalmente battezzare col suo nome il nostro ospedale”.
Questa è solo la prima iniziativa del Comitato perché - come ha sottolineato il dottor Stefano Cecchi “noi saremo costantemente al lavoro per dare alla sanità maceratese il sostegno e lo sviluppo che merita e che sono necessari”. Chi vuole aderire al Comitato, apolitico e non ha scopo di lucro, può farlo versando una quota annuale di 20 euro. Si possono attingere ulteriori informazioni scrivendo all’indirizzo e mail del “referendum sul nome”.
Alla conferenza stampa hanno presenziato tra gli altri la vicesindaco di Macerata Francesca d’Alessandro, il consigliere delegato alla sanità dal Sindaco dottor Giordano Ripa, i consiglieri regionali della Lega Anna Menghi e del Pd Romano Carancini, che hanno tutti plaudito alla nascita del Comitato.
"Il livello assistenziale sui pazienti è garantito, si tratta soltanto di una questione logistica". A spiegare le ragioni dietro la chiusura della sede della guardia medica di Tolentino, avvenuta da circa una settimana, è la direttrice dell'Area Vasta 3 Daniela Corsi. L'attività è stata, infatti, momentaneamente concentrata a Caldarola.
Una decisione resasi necessaria a causa dell'atavico problema di personale con il quale ci si trova a fare i conti. "È ammirevole il lavoro che stanno facendo i quattro ragazzi in turno in questo momento, perchè ne dovremmo avere otto per servire la fascia di territorio che va da Tolentino a Caldarola, punto nel quale è stata spostata ora la sede - ci spiega la direttrice -. Abbiamo in programma delle assunzioni, ma nessuno vuole più fare questo lavoro. Non si tratta di una mancata volontà dell'azienda sanitaria di assumere, ma delle persone che non vogliono più fare la guardia medica nè vogliono più andare nei pronto soccorso. È, dunque, una questione ancor più grave e che noi stiamo riscontrando da tempo".
La dottoressa Corsi puntualizza, in ogni caso, come ci siano discussioni ancora aperte su dove collocare la sede della guardia medica: "Stiamo definendo dove localizzarla, attraverso delle riunioni interne, ma mi preme rassicurare la popolazione di Tolentino: non siete soli. Il servizio a domicilio è mantenuto da chi è in sede a Caldarola: quando c'è una chiamata, la guardia medica parte immediatamente. In più c'è sempre un medico all'interno del punto di primo intervento, pronto ad assistere chi si reca in auto all'ospedale di Tolentino".
"Che ci sia la sede di una guardia medica all'interno del centro abitato o a 6 chilometri dallo stesso, parlo anche per la mia esperienza nella medicina d'emergenza, non cambia molto ma stiamo lavorando attivamente affinchè vi sia un medico fisso anche a Tolentino" ha concluso la direttrice dell'Area Vasta 3, Daniela Corsi.