Sanità

Tolentino, l'oculista Marco Rossiello va in pensione: i colleghi lo salutano con una festa

Tolentino, l'oculista Marco Rossiello va in pensione: i colleghi lo salutano con una festa

Grandi emozioni nel reparto di Oculistica dell’ospedale di Macerata, dove dopo oltre 40 anni di carriera (24 dei quali vissuti in servizio nel nosocomio maceratese) il dottor Marco Rossiello ha svolto il suo ultimo giorno di lavoro. I colleghi lo hanno salutato con una grande festa.  Rossiello ha intrapreso la professione nel 1980 all'ospedale di San Severino Marche, per poi passare da Tolentino (la sua città) e, infine, dal 1999 è stato in servizio all'ospedale di Macerata dove è rimasto, sino ad oggi, collaborando con l'attuale primario Vincenzo Ramovecchi. Ora, per Rossiello, inizierà ufficialmente la quiescenza.  

11/10/2023 18:40
Al via la campagna vaccinale nelle Marche: possibile anti-Covid e anti-influenzale in unica seduta

Al via la campagna vaccinale nelle Marche: possibile anti-Covid e anti-influenzale in unica seduta

Parte domani, 12 ottobre, la campagna vaccinale nelle Marche: anche quest’anno sarà possibile la co-somministrazione di vaccino anti-influenzale e anti-Covid 19. "La vaccinazione contro l'influenza è una difesa, in particolare per le persone più fragili per età o per motivi di salute - ribadisce l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - contemporaneamente viene avviata anche la campagna anti-Covid 19 con i vaccini aggiornati alle ultime varianti". Gli adulti possono vaccinarsi presso i medici di medicina generale, i servizi vaccinali della Ast con prenotazione tramite Cup per il "vaccino anti-Covid 19" e per l’anti-influenzale con accesso presso gli ambulatori vaccinali su appuntamento, e nelle farmacie aderenti alla campagna. I bambini possono invece rivolgersi ai pediatri di libera scelta e presso i servizi vaccinali delle Ast con le stesse modalità degli adulti (non presso le farmacie).   La vaccinazione per ospiti ed operatori delle strutture residenziali per anziani sarà organizzata dai distretti con la collaborazione dei medici di base. Operatori sanitari dei presidi ospedalieri, i pazienti fragili, ospedalizzati o seguiti dalle strutture sanitarie per condizioni particolari (ad esempio diabetici, nefropatici, etc) saranno presi in carico nei punti vaccinali ospedalieri (PVO). "Le categorie per le quali le due vaccinazioni sono raccomandate sono quasi sovrapponibili: le persone di età pari o superiore a 60 anni, i soggetti fragili e i loro familiari o contatti stretti, ospiti delle strutture per anziani e lungodegenza, donne in gravidanza e post partum, operatori sanitari e socio-sanitari, per l'anti-influenzale sono previste anche alcune categorie di lavoratori come forze dell’ordine, vigili del fuoco, allevatori e donatori di sangue - prosegue l’assessore - è bene consultare il medico curante, che conosce la storia clinica del paziente". Il vaccino anti-influenzale è somministrato in una sola dose, due a distanza di un mese per i bambini al di sotto dei 9 anni che non siano mai stati vaccinati, con una iniezione intramuscolo sul braccio, ma per i più piccoli è disponibile anche lo spray nasale. La campagna anti-covid prevede la somministrazione di vaccini mRNA Pfizer aggiornati alle ultime varianti anche per le nuove vaccinazioni: verrà data priorità alle categorie per le quali la vaccinazione è raccomandata. Il richiamo prevede una dose di vaccino con valenza 12 mesi. La somministrazione potrà avvenire a distanza di almeno 6 mesi dall'ultima dose o infezione diagnosticata in base alla Circolare del Ministero Salute del 27 settembre 2023.

11/10/2023 15:40
Tumore del seno, focus sulla diagnosi precoce: intervista al dottor Pietro Cruciani

Tumore del seno, focus sulla diagnosi precoce: intervista al dottor Pietro Cruciani

Tra tutti i tumori che possono colpire la specie umana il tumore del seno per le donne è sicuramente quello che ha un’incidenza maggiore. Si stima che in un anno ci siano decine di migliaia di diagnosi; con riferimento ai dati del Ministero della Salute, quelle eseguite nel 2022 sono state circa 55.700. Si tratta di una patologia oncologica che fino a qualche anno fa presentava un’alta mortalità. A prescindere dalla tipologia, che presenta delle variazioni dal punto di vista morfologico ed istologico, fino a 20 anni fa si calcolava che per 8 donne su 10 non si prospettava una lunga sopravvivenza alla patologia.  Ma la ricerca ha sviluppato un continuo progresso della tecnica chirurgica, delle terapie specifiche ed anche dei protocolli di comportamento nel post-operatorio. Una grande influenza sulla riduzione della mortalità hanno avuto di sicuro gli screening di prevenzione per una diagnosi precoce a cui le donne si sottopongono soprattutto nella fascia di età più a rischio (45-70 anni).  Il Servizio Sanitario Nazionale opera con un’organizzazione capillare, avvertendo tutte le donne interessate della possibilità di un esame mammografico assolutamente gratuito da ripetersi ogni due anni.  La mammografia è l’esame di elezione per una eventuale diagnosi precoce di tumore del seno. Anche questo esame ha subito un’evoluzione tecnologica e, pur essendo generalmente efficace nella sua funzione, in certe occasioni, come nella versione con tomosintesi, riesce a percepire una modificazione cellulare ridottissima altrimenti non percepibile anche in seni particolarmente densi.  I fattori di rischio per il tumore del seno sono sicuramente l’età, ma anche la familiarità; si stima che una percentuale compresa tra il 5 e 7% dei tumori mammari sia ereditaria. Anche gli ormoni hanno un ruolo nell’incidenza della patologia; aumentano la possibilità un menarca precoce, una menopausa tardiva ed anche l’assenza di gravidanze, così come i contraccettivi orali ed alcune terapie ormonali sostitutive. Quanto descritto rappresenta i cosiddetti rischi non modificabili, sono invece modificabili quelli legati ai comportamenti individuali: alimentazione scorretta alla base di sovrappeso e obesità, consumo di alcol e fumo. Si è invece verificato che l'allattamento al seno riduce il rischio di ammalarsi di cancro al seno. La rilevazione dei sintomi viene associata alla percezione di un nodulo tramite autopalpazione. In realtà, nella stragrande percentuale dei casi si tratta di forme benigne, come fibroadenomi e cisti, che compaiono principalmente nelle donne fertili, hanno forma regolare, sono dolorosi e si muovono se spostati con le dita. I noduli originati da un cancro maligno presentano invece bordi irregolari, non si spostano e sono in genere segno di una forma tumorale già avanzata. Un segno da tenere in considerazione è anche l’alterazione della forma del capezzolo o perdita di liquido da un solo capezzolo. Oltra alla mammografia per la fascia di età più esposta, la diagnosi prevede per le donne under 45 un’ecografia mammaria da cui trarre eventuali ulteriori accertamenti.  La terapia per questo tipo di tumore è anzitutto chirurgica per rimuovere i tessuti malati. Si tende a ricorrere se possibile alla chirurgia conservativa con l’obiettivo di salvare il seno, ma si può arrivare anche alla mastectomia parziale o totale. Anche in questo caso, comunque si può procedere alla ricostruzione del seno. Dopo l’intervento si effettua una radioterapia adiuvante contro il rischio di recidiva locale. A seguito di un’attenta valutazione istologica e biologica del carcinoma, a molte pazienti viene proposta anche una terapia con farmaci anticancro; la chemioterapia non è sempre necessaria, possono essere adottate terapie ormonali o trattamenti con farmaci che vanno a colpire bersagli molecolari. Negli ultimi anni si è assistito ad un progresso significativo delle tecniche di cura tale da rendere possibile anche il trattamento di tumori particolarmente aggressivi o in fase avanzata. È notizia ultima, nell’ambito della ricerca, l’approvazione da parte dell'Aifa di una farmacologia mirata nella terapia di una forma molto aggressiva di tumore al seno, in grado di ridurre il rischio di morte del 34% in tutta la popolazione studiata e addirittura del 52% nelle pazienti con già presenti metastasi cerebrali.  Il mese di ottobre è dedicato proprio all’informazione per la prevenzione, diagnosi precoce e cura del tumore del seno. Nella nostra rubrica "Sano a sapersi" dedicheremo più di una puntata all’argomento molto importante per la salute delle donne. Oggi abbiamo preferito iniziare con un’analisi dell’elemento tecnologico per la fase più significativa: la diagnosi precoce. Abbiamo interpellato il dottor Pietro Cruciani radiologo diagnostico, già responsabile del servizio di Radiologia presso l'ospedale di Camerino- San Severino attualmente consulente del centro medico Associati Fisiomed per descrivere l’ultima tecnologia a sua disposizione: la mammografia con tomosintesi.  Dr. Cruciani quali sono le differenze tra la mammografia digitale tradizionale e quella con tomosintesi? "Entrambe le tecniche sono digitali. La mammografia con tomosintesi, pur erogando sostanzialmente la stessa dose di radiazioni assorbite, offre un miglior risultato diagnostico. Con questa tecnica è infatti possibile studiare la mammella anche nella terza dimensione, la profondità, evitando la sovrapposizione delle strutture ghiandolari della mammella. Il risultato finale è una maggior accuratezza con possibilità di individuare lesioni meno evidenziabili con la mammografia tradizionale che possono rimanere nascoste sotto al tessuto ghiandolare normale". Quali vantaggi hanno le pazienti nell’eseguire questo tipo di esame? "Il posizionamento della mammella è più confortevole e flessibile, a vantaggio delle donne diversamente abili o in carrozzina. L’apparecchio guadagna in profondità con visualizzazione ottimale del tessuto retromammario. L’esame è meno doloroso di una mammografia standard poiché con la tomosintesi la compressione è ridotta al minimo, quanto basta per stendere il tessuto".  A chi è consigliato maggiormente questo tipo di esame? "Alle donne con mammelle dense, male esplorabili con mammografia standard. In questi seni la tomo, eliminando le sovrapposizioni ha individuato statisticamente il doppio dei tumori. È indicato inoltre nelle mammelle già operate, nei tumori multicentrici e quando sono presenti microcalcificazioni con ottimale analisi morfologica".

08/10/2023 12:30
Sisma, Castelli incontra i vertici di Federfarma: "Farmacia dei servizi come punto di riferimento"

Sisma, Castelli incontra i vertici di Federfarma: "Farmacia dei servizi come punto di riferimento"

Per il commissario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli: "Rendere pienamente agibili le tante farmacie lesionate dal sisma del 2016 e fornire quei servizi necessari per rispondere alle esigenze degli abitanti dell'Appennino centrale. Questa è una priorità della ricostruzione e rigenerazione del territorio del cratere. Le farmacie, sono un polo insostituibile per la salute dei cittadini, soprattutto di quelli più anziani, con mobilità ridotta, e residenti in aree disagiate, lontane dalle strutture ospedaliere. In questa ottica il modello della 'Farmacia dei servizi' può rappresentare un valido punto di riferimento da promuovere e valorizzare nel cratere”. Il commissario straordinario per la ricostruzione e la rigenerazione del sisma 2016, senatore Guido Castelli ne ha parlato durante una riunione che si è svolta a Roma a cui hanno preso parte il senatore Francesco Zaffini presidente della Commissione Sanità del Senato e i presidenti di Federfarma Umbria Silvia Pagliacci, Lazio Eugenio Leopardi e Marche Marco Meconi che hanno anche congiuntamente rappresentato Federfarma Abruzzo. Esami diagnostici, ma anche prestazioni professionali – fisioterapia, e medicazioni infermieristiche - in farmacia diventano un irrinunciabile sostegno e premessa per una qualità della vita dignitosa e capace di produrre ripresa. “La rigenerazione di un territorio ferito dal sisma passa anche attraverso i nuovi modelli di servizio, e la “Farmacia dei servizi” è uno di questi” ha aggiunto Castelli. Nel corso del confronto si è convenuto sulla necessità di un progetto che crei positive occasioni di vita nelle aree del cratere, assicurando una generale ripresa sociale ed economica, valorizzando gli investimenti attivati per la ricostruzione e anche determinando un ritorno della popolazione a vivere e operare nelle aree interne. Un presidio efficiente per la salute è premessa e condizione necessaria per qualunque rigenerazione sociale. Nell’area del cratere sono circa 200 le farmacie che hanno subito lesioni più o meno gravi, circa il 10% dell’intera offerta del territorio. In molti casi si è ovviato all’emergenza acquisendo moduli prefabbricati per fornire i servizi essenziali ai cittadini, ma spesso riducendo le potenzialità che possono trovare una risposta migliorativa attraverso il modello della “Farmacia dei servizi”. In particolare sono stati presi come riferimento i lusinghieri risultati conseguiti nelle Marche con la sperimentazione della “farmacia dei servizi”, per porre le basi di un progetto che valorizzi tutte le nuove prestazioni erogabili in farmacia nell'area del sisma. "Anche in questo caso - conclude Castelli - diventa laboratorio prezioso per sperimentare soluzioni praticabili in tutte le aree interne, caratterizzate da popolazioni più anziane, o comunque costrette a una mobilità difficile e lontana da poli ospedalieri".

06/10/2023 16:13
Saltamartini: "La sanità delle Marche tra le poche regioni con i conti in ordine"

Saltamartini: "La sanità delle Marche tra le poche regioni con i conti in ordine"

"E’ la Corte dei Conti a certificarlo sull'esercizio finanziario e sanitario del 2022. Le Marche sono una Regione benchmark nel rispetto all'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), cioè cure e prestazioni che il Sistema Sanitario Nazionale garantisce ai cittadini gratuitamente o con ticket". Lo sottolinea l’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini. In base al Nuovo sistema di garanzia (Nsg) i punteggi vengono infatti attribuiti in tre aree: prevenzione, distrettuale e ospedaliera e bisogna raggiungere 60 punti su 100. Le Marche hanno una media degli indicatori di 82. E in base a questa rilevazione che si aggiunge all’intesa Stato/Regioni, lo Stato riconosce alle Marche 11 milioni di ulteriori risorse rispetto alla quota nazionale. “Siamo inoltre tra le pochissime regioni italiane che nel 2022 hanno chiuso il bilancio della sanità in pareggio - continua Saltamartini - e questo nonostante il sottofinanziamento, la pandemia e il caro energia. Come noi hanno fatto solo Lombardia, Veneto, Umbria, Campania e Calabria, un insieme di regioni che garantisce la credibilità dei conti pubblici nei confronti dei prestatori internazionali, in relazione all'aumento dello spread e dei tassi di interesse dei 2.400 miliardi di stock di debito pubblico". "Questo enorme sforzo è stato compiuto con l’incessante opera dei dirigenti della regione e dei direttori generali delle aziende, valutato che la spesa sanitaria in Italia si attesta al 6,8% del Pil – sottolinea – molto meno rispetto a stati come Germania, Regno Unito e Francia che raggiungono o superano il 10%". "In questo particolare momento per l’economia nazionale e per la responsabilità di Governo sento forte il dovere di ringraziare ogni dipendente del Servizio Sanitario Regionale – conclude Saltamartini- per questi traguardi così importanti che tuttavia non esauriscono l’impegno per qualificare sempre di più il diritto fondamentale alla salute dei nostri concittadini".  

06/10/2023 13:08
Macerata, la medicina orientale incontra quella occidentale seguendo le orme di Padre Matteo Ricci

Macerata, la medicina orientale incontra quella occidentale seguendo le orme di Padre Matteo Ricci

A Macerata, in piazza Vittorio Veneto, nei giorni 7 ottobre (dalle 15 alle 20) e 8 ottobre 2023 (dalle 9 alle 18), a cura della Croce Rossa Italiana, dell'Associazione Nazionale Italiana di Medicina Tradizionale Cinese e della Diocesi di Macerata, avrà luogo "Best Medical Services". "Best Medical Services" sarà un evento in omaggio a padre Matteo Ricci, sulla medicina tradizionale cinese. La conferenza di presentazione si è svolta questa mattina presso il Centro Li Ma Dou, a piazza Strambi. Hanno partecipato il vescovo Nazzareno Marconi, don Giovanni Battista Sun Don Xuyi, presidente del Centro Li Ma Dou, il dottor Lucio Sotte in rappresentanza dell'Ordine dei medici di Macerata e della presidente della CRI Rosaria Del Balzo Ruiti. Il 7 e l’8, in piazza, sarà presente un'équipe clinica composta da 6 primari ospedalieri cinesi e 2 italiani, che offrirà gratuitamente consulenza e prestazioni di medicina tradizionale cinese (agopuntura, ecc..) ai cittadini maceratesi che vorranno usufruirne.  L'iniziativa, che nasce in omaggio alla memoria di padre Matteo Ricci, la cui data di nascita cade il 6 ottobre (1552), prevede il montaggio di una tenda ospedale da campo, al cui interno troveranno spazio due ambulatori medici e uno spazio per l'accoglienza dei pazienti.  Come sottolineato da don Giovanni Battista Sun Don Xuyi, "l’evento deve esistere ed è stato fortemente voluto non per presentare la medicina cinese come alternativa, bensì come una medicina complementare a quella occidentale; tecniche diverse per affrontare un problema presentato da un paziente".

04/10/2023 13:18
A Villa Cozza la "Festa dei Nonni" è da ricordare: pomeriggio di balli, giochi e tanto amore

A Villa Cozza la "Festa dei Nonni" è da ricordare: pomeriggio di balli, giochi e tanto amore

Festa dei Nonni, a Villa Cozza canti, balli, giochi e tanto amore. È stato un pomeriggio speciale quello che ha visto protagonisti nonni, nipoti, familiari, figli e operatori a Villa Cozza e al Centro Diurno "La Sorgente" di Macerata. La cucina ha preparato gustosi manicaretti, mentre i Cantastorie di Passo di Treia con i loro stornelli e la loro musica hanno portato gioia nei cuori dei presenti. La danza e gli abbracci con gli anziani ospiti hanno reso tutto ancora più bello. Intervenuta, per un saluto, anche l'assessore alle politiche sociali, Francesca D'Alessandro. La festa si è rivelata un successo grazie al clima d'affetto e allegria che le operatrici, le psicologhe e le assistenti sociali hanno saputo creare.   

03/10/2023 12:30
Camerino, tre giovani alberi saranno piantati di fronte all'ingresso dell'ospedale

Camerino, tre giovani alberi saranno piantati di fronte all'ingresso dell'ospedale

La struttura ospedaliera "Santa Maria della Pietà di Camerino" è l’unica della regione Marche che aderisce, insieme a trenta ospedali in tutta Italia, al progetto "Un albero per la salute" promosso a livello nazionale dalla Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) e dall'Arma dei Carabinieri (Raggruppamento Carabinieri Biodiversità), che si svolgerà mercoledì 4 ottobre, a partire dalle ore 9:30, presso il locale nosocomio.  Negli ultimi anni nel mondo scientifico sta predominando un modello sanitario definito "One Health", che significa letteralmente "una sola salute", basato sull'integrazione di discipline diverse nella consapevolezza che gli stati di salute degli esseri umani, degli animali e dell'ambiente siano indissolubilmente legati tra loro e siano interdipendenti in modo sostenibile.  La visione olistica di "One Health" è riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali come un approccio ideale per raggiungere la salute globale della popolazione.  Il cambiamento climatico rappresenta un problema e una sfida importante per il nostro tempo, l’aumento della temperatura globale è correlato con l'aumento dei gas serra nell'atmosfera, in particolare con emissioni di Co2, basti pensare che il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO2, che sono in costante crescita. La Fadoi ha tra gli scopi istituzionali iniziative di educazione sanitaria, intervenendo precocemente su comportamenti e abitudini impattanti sulla salute del singolo e della comunità, mentre  il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell'Arma dei carabinieri ha la mission delleducazione ambientale, da qui la collaborazione tra le due istituzioni. Il progetto nazionale "Un albero per la Salute" prevede la donazione e la messa a dimora di giovani alberi da parte del Carabinieri Raggruppamento Biodiversità. Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino e sarà possibile seguirne la crescita su un sito web, monitorando in questo modo in tempo reale anche il risparmio di anidride carbonica.                    

03/10/2023 10:50
Scoliosi, non solo busto: all'ospedale Salesi un innovativo intervento chirurgico

Scoliosi, non solo busto: all'ospedale Salesi un innovativo intervento chirurgico

Scoliosi, un innovativo intervento - "Tethering" - è stato effettuato per la prima volta nel presidio materno infantile "G. Salesi" dell’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche, ad Ancona. La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da curvatura e rotazione delle vertebre, che colpisce circa il 2% della popolazione pediatrica (in particolare tra 11-14 anni). Una volta riconosciuta, deve essere monitorata perché tende a peggiorare con la crescita; la terapia più praticata, riconosciuta a livello internazionale, è il busto da indossare almeno 18 ore al giorno fino al termine della crescita e, nei casi più complessi, la chirurgia. Qualche volta il corsetto non funziona, in particolare se la scoliosi compare in età precoce e supera i 40°, tanto che alla fine dello sviluppo diventa inevitabile l'intervento di "artrodesi vertebrale" (fusione), per correggere la curva con viti e barre in titanio. La zona operata, però, dopo tale intervento, diventa rigida, non si può piegare e si determina una grave limitazione del movimento che per un adolescente comporta pesanti conseguenze sia fisiche che psicologiche. L’intervento è stato eseguito per la prima volta nelle Marche, lo scorso agosto, all'ospedale "G. Salesi" di Ancona su una bimba di 13 anni con una scoliosi grave che la costringeva al corsetto 18-20 ore al giorno.  Attraverso una via anteriore toracica videoassistita, con ristretti tagli sul fianco, sono state posizionate piccole viti sulle vertebre, sulle quali è stata fissata una corda in materiale sintetico flessibile che è stata messa in tensione per ridurre la curva scoliotica. L'operazione è durata circa tre ore e mezzo e, dopo tre giorni, la paziente ha iniziato a camminare senza dolore e dimessa in una settimana.  L’intervento ha coinvolto un team multidisciplinare composto dalla dottoressa Monia Martiniani e dal dottor Leonard Meco della Sod Clinica Ortopedica dell'Adulto e Pediatrica - diretta dal professor Antonio Pompilio Gigante -  insieme al professor Giovanni Cobellis - direttore della Sod di Chirurgia Pediatrica - con l’assistenza del dottor F. Ventrella della Sod di Anestesia e Rianimazione Pediatrica - diretta dal dottor A. Simonini - e dall’equipe infermieristica del Blocco Operatorio coordinata dalla dottoressa Ilaria Franconi. La dottoressa Monia Martiniani - responsabile della chirurgia vertebrale dell'adulto e pediatrica afferente alla Sod Clinica Ortopedica - fa sapere: "Alla luce delle nuove tecniche operatorie per il trattamento delle scoliosi idiopatiche, in età evolutiva, sicuramente quella di Vertebral Body Tethering (Vbt) ha una grande rilevanza a livello internazionale. Si tratta, infatti, di una tecnica di "non fusione" in alternativa alla classica artrodesi vertebrale. Consente di poter intervenire precocemente in età giovanile preservando il movimento e la crescita residua del rachide, consentendo ai ragazzi di continuare la pratica sportiva". La dottoressa Martiniani prosegue: "La procedura può essere risolutiva in caso di curve scoliotiche per quei ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, particolarmente restii a indossare il busto per molte ore del giorno e della notte”. Il direttore generale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche - Armando Marco Gozzini - esprime la sua soddisfazione: "È un intervento poco invasivo che raddrizza la colonna vertebrale senza renderla rigida permettendo così ai ragazzi in crescita di fare sport, di sentirsi a proprio agio e vivere la loro vita serenamente: rendere il loro futuro felice è un obiettivo appagante e doveroso".  Un'ultima annotazione, il trattamento delle deformità vertebrali in età pediatrica costituisce una delle voci di mobilità sanitaria regionale passiva. Il "Progetto Scoliosi" del Salesi - creato dalla collaborazione della Clinica Ortopedica e la Sod di Anestesia e Rianimazione Pediatrica - nasce anche per colmare questa grave lacuna della sanità marchigiana, mette insieme competenze plurispecialistiche rare e di comprovata valenza nazionale e si innesta su una storia che parte da lontano, la storia pluridecennale della Chirurgia Vertebrale della Clinica Ortopedica dell’Adulto e Pediatrica.  

02/10/2023 17:00
Giornata mondiale della Salute Mentale: screening gratuiti a Civitanova

Giornata mondiale della Salute Mentale: screening gratuiti a Civitanova

In occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, che si celebra il prossimo 10 ottobre, Fondazione Onda organizza l’(H) Open Day Salute Mentale, in ricordo di Barbara Capovani, la psichiatra aggredita e uccisa da un suo paziente a Pisa, per sensibilizzare la popolazione sull'importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando in questo modo a superare pregiudizi e paure legati alle malattie psichiche. I disturbi depressivi sono stati riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come prima causa di disabilità a livello globale.In Italia, si stima che la prevalenza di questa malattia sia del 5,5%, con circa 3,5 milioni di pazienti, mentre in Europa più di 35 milioni di cittadini vivono con la depressione. In questo contesto, purtroppo solo una persona su due riceve diagnosi e cure adeguate, si stima inoltre che trascorra più di un anno e mezzo tra la comparsa dei primi sintomi e la decisione di rivolgersi ad un medico e circa due anni, invece, per ricevere una diagnosi corretta. Il dipartimento di Salute Mentale dell’AST di Macerata diretto dal Stefano Nassini, insieme alle 120 strutture del network Bollini Rosa, ha aderito all’iniziativa offrendo gratuitamente uno screening di valutazione psicologica per i disturbi depressivi. Nella giornata del 10 ottobre la valutazione psicologica sarà offerta a tutte le donne di età compresa tra i 18 ed i 65 anni, residenti nel distretto di Civitanova Marche, che si recheranno presso gli ambulatori del Centro di Salute Mentale, in via Ginevri 1 al piano terra, dalle ore 9.00 alle 13.00. A partire dal giorno 4 e sino al 9 ottobre possono essere prenotati i servizi offerti fino ad esaurimento dei posti disponibili, chiamando dalle ore 9.00 alle 14.00, dal lunedì al venerdì, il numero 0733/823087.

02/10/2023 16:59
Ma l'amore che cos'è? Analisi del sentimento che aleggia sulla nostra vita e sulla nostra salute

Ma l'amore che cos'è? Analisi del sentimento che aleggia sulla nostra vita e sulla nostra salute

L’umanità da sempre si pone delle domande a cui è molto difficile dare una risposta o, meglio, le risposte ci sono e molto variegate, ma nessuno ha la certezza della verità. Concetti come la felicità, il senso della vita, cosa c’è dopo la morte, che cos’è il peccato, che cos’è la virtù…tutti quesiti a cui possiamo aggiungere quello del nostro argomento di oggi. L’uomo e la donna, a qualsiasi età, possono percepire un languore subdolo, dolce ed amaro allo stesso tempo, che ti penetra pian piano sconvolgendo persino il ritmo del cuore, la contrazione dei muscoli, la lucidità dei pensieri, non ti muovi e non parli neppure tanto bene. Sei innamorato o innamorata…! Ma cosa può causare tutto questo? I sensi ne sono sicuramente i veicoli come per tutte le azioni e reazioni del nostro corpo, in questo caso hanno comunicato al cervello di aver visto l’immagine più bella, di aver sentito la voce più soave, di aver toccato le forme più armoniose ed aver ascoltato le cose più intelligenti. Magari obiettivamente non è vero, ma il nostro cervello, la nostra anima che ne è la trasposizione più raffinata e pura in quel momento, aveva bisogno di quello che ha visto e sentito e, una volta trovato, non lo molla più, lo fa suo, parte di sé stesso ed impegna tutto il corpo a seguirlo in questa sua avventura. Quanti milioni di reazioni biochimiche ci saranno alla base di questo coinvolgimento totale verso un’altra persona per farcela considerare la più bella, la più buona, la più intelligente, la più simpatica, tutto insieme fino a confezionare un esplosivo che deflagra dentro di noi? L’amore che ti coinvolge, che ti rapisce, che libera da quella parte del nostro cervello deputata alla sua configurazione quelle sostanze tanto benefiche per il nostro corpo denominate endorfine, che moltiplicano ed attivano gli ormoni fino alle situazioni più coinvolgenti e sessualmente attive. E poi il godimento determinato dall’impetuosa liberazione di dopamine, le nostre droghe endogene che sanno confezionare insieme all’eccitazione uno stato celestiale di gioia, di serenità. È l’immagine dell’amore condiviso che è anche supporto reciproco nella vita pratica di tutti i giorni, stima, sicurezza dell’aiuto e progetti per il futuro. L’amore allora può essere una terapia? È solo benessere perché non c’è nessuna malattia da guarire, è il valore aggiunto possibile ad una vita normale, ma che se non assaggia l’amore condiviso pian piano può deteriorare. Ma l’amore condiviso non c’è sempre! Spesso non è per sempre, può trasformarsi, può venire a mancare. L’amore respinto, l’amore ostacolato, l’amore tradito, l’amore ferito… sono le tipologie di amore che vivi da solo e lo senti che è mutilato, oppressivo, triste, a volte disperato. L’amore che non vorresti, ma che ti è capitato, che ti acceca, che non ti fa nemmeno riconoscere altro amore profferto, una specie di insonorizzazione da tutto il mondo che ti circonda. In questo stato di cupezza totale percepisci che il cuore non batte, ma sbatte, i muscoli non si contraggono, ma scricchiolano, c’è una cappa di nebbia che avvolge i tuoi pensieri. L’amore è una malattia? In questi casi ne ha tutte le caratteristiche ma può anche scattare l’intervento di una specie di sistema immunitario dell’amore i cui anticorpi possono avere le sembianze dell’impegno sul lavoro, degli hobby, degli amici, di tutto ciò che può esserci caro ed aiutarci. Fino a che punto? Non si sa! L’amore né malattia, né terapia, è solo la più sublime possibilità di esprimere la nostra umanità con tutta la sua forza e la sua fragilità. L’amore è la vita e in qualche occasione può anche esplorare l’altra vita: sembra di essere arrivati alle porte del paradiso, quando l’amore è respinto o tradito si soffrono le pene dell’inferno. 

01/10/2023 12:00
Nomine Ast, il tribunale accoglie il ricorso: la direttrice Corsi deve lasciare l'incarico. Carancini attacca la giunta Acquaroli

Nomine Ast, il tribunale accoglie il ricorso: la direttrice Corsi deve lasciare l'incarico. Carancini attacca la giunta Acquaroli

“La sentenza del Tribunale di Roma non sancisce tanto la sconfitta della dottoressa Daniela Corsi sulla rivendicazione del diritto a dirigere aziende sanitarie, quanto piuttosto l’ostinata questione politica e personale che della vicenda ne hanno fatto una bandiera sia l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini sia il presidente ombra della Regione Marche Francesco Acquaroli, quest’ultimo manifestamente incapace di governare, da un lato, il braccio di ferro con la Lega, e dall’altro, il 'capriccio' del proprio vice presidente”.   Non usa mezzi termini il consigliere regionale (ed ex sindaco di Macerata) Romano Carancini nel commentare la vicenda che ha visto protagonista la direttrice dell’Ast Macerata, Daniela Corsi. Il tribunale di Roma, infatti, ha accolto l'11 settembre il ricorso dell’Avvocatura dello Stato contro la sentenza di primo grado con la quale il giudice del lavoro l’aveva reinserita nell’elenco degli idonei a ricoprire il ruolo di direttore generale di azienda sanitaria. Alla fine dello scorso anno, Corsi, che dal dicembre 2020 al dicembre 2022 aveva guidato l’Area Vasta 3 di Macerata, era stata esclusa da una commissione del Ministero della Salute dall’elenco degli idonei a ricoprire il ruolo di direttore generale di azienda sanitaria. Un provvedimento che le precludeva la possibilità di essere nominata al vertice della nuova Azienda sanitaria territoriale. Ieri, infine, l'epilogo sfavorevole alla dottoressa Corsi che di fatto non può più dirigere l'Azienda sanitaria territoriale. “La sentenza è una disfatta indecorosa per coloro i quali indifferenti alle regole, all’istituzione, al buon senso, hanno trascinato a fondo una professionista sanitaria che avrebbe dovuto essere protetta, non mandata al macello come è in effetti avvenuto”, commenta ancora Carancini.              “Dunque, il tema centrale, come sempre è stato, non è Daniela Corsi, la quale ha purtroppo dimostrato di essere un bravo medico, ma non certo una brava manager di azienda sanitaria. Questo, per inciso, fa considerare che farebbe un errore madornale l’ex direttore generale della AST di Macerata se desse la propria disponibilità personale a rientrare  ‘dalla finestra’ nel sistema sanitario regionale, da ‘protetta’, ovvero addirittura, come follemente prospettato poche settimane fa dall’assessore Saltamartini, facendosi beffa e indifferenza di una sentenza di un tribunale dello stato, trovando in ogni caso, un espediente che la lasci o la riporti a breve termine alla guida dell’azienda sanitaria territoriale di Macerata”. “Il tema è altro. Riusciranno i “nostri eroi” Acquaroli e Saltamartini a capire che la scelta - oggi - del ruolo di direttore generale AST 3 in sostituzione della dottoressa Daniela Corsi ha una delicatezza particolare? Conoscono la condizione della sanità provinciale maceratese?  - Domanda provocatoriamente Carancini - . “Il male più profondo è la totale rassegnazione e sfiducia della comunità sanitaria maceratese nei confronti della catena di comando: in questi anni, con il cambiamento del governo regionale, sono accadute situazioni inaccettabili”.         “Liste di buoni e cattivi a seconda se eri ferocemente supino alla ortodossia oppure no. E bastava poco non esserlo”. ‘Regolamento di conti’ personali perché nel passato si era operato in ruoli dirigenziali con la precedente amministrazione; ovvero situazioni nelle quali, in assoluta buona fede, ci si spinge ad attivarsi cercando di portare acqua rispetto alle difficoltà sanitarie, così invadendo spazi del direttore generale”.              “La sfiducia di questi anni la dimostrano i tanti abbandoni di professionisti dalle strutture maceratesi verso il privato ovvero altri territori ma anche l’indisponibilità a partecipare ai concorsi. Il tutto sulle spalle spesso ignare dei cittadini e del loro essenziale bisogno di salute”.                “Fingere che non sia così non fa un buon servizio alla comunità sanitaria e soprattutto alla speranza di tornare ad essere, con i fatti, un punto di riferimento della sanità regionale come lo siamo stati, in parte, nel passato”. “Certo le responsabilità sono di chi ha diretto – sottolinea l’ex sindaco di Macerata - per il clima instaurato, per l’incapacità di costituirsi interlocutore del governo sanitario e non mero esecutore, perché non ci si inventa manager aziendale dall’oggi al domani per il solo fatto che sei un buon medico”.           “Ma in questi anni, soprattutto, è mancata la mano del governo regionale: di un presidente invisibile e di un assessore che attraverso dichiarazioni, azioni, scelte sbagliate e promesse mancate ha influito sulla AST maceratese con particolare negatività”.       “Vogliamo credere in questo momento, dopo la sentenza di Roma su Daniela Corsi, che sia il presidente Acquaroli sia l’assessore regionale Saltamartini riflettano con serietà sulla scelta del nuovo direttore generale”.  “Occorre autorevolezza, competenza sanitaria e manageriale, capacità di relazione e, aggiungerei, coraggio indipendentemente da quale sia, eventualmente, l’opinione politica di chi si chiama a guidare l’azienda maceratese, conclude Carancini. “Se si vuole ci sono donne o uomini all’altezza. E occorre farlo subito, in pochi giorni, senza il mercanteggio politico tra Lega e FdI avvenuto nella bagarre e tra le urla di pochi mesi fa per la nomina della dottoressa Daniela Corsi”. Ci aspettiamo che si cambi direzione rispetto al passato”.         

30/09/2023 18:50
Dipartimento di prevenzione in un'unica sede: l'Ast acquista un immobile a Piediripa

Dipartimento di prevenzione in un'unica sede: l'Ast acquista un immobile a Piediripa

Sarà stipulato oggi il contratto di compravendita tra l’Azienda sanitaria territoriale di Macerata e la società Sari2030 srl Società Benefit per l’acquisto di un’immobile da destinare a sede del Dipartimento di Prevenzione, sito a Piediripa in via Cluentina 35, e che si estende su una superficie di 871 metri quadrati. L’acquisto rientra nell’ambito dell’intervento “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima” previsto dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, approvato con Decreto Legge n.59 del 2021, e finanziato con decreto del direttore del Dipartimento Salute della Regione Marche. L’immobile ospiterà gli uffici di Civitanova Marche e Macerata competenti alle funzioni della progettualità PNC. “La concentrazione in un'unica sede degli uffici preposti alla prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico – dichiara il direttore generale dell’AST di Macerata Daniela Corsi – favorirà un migliore coordinamento e organizzazione del lavoro complessivo da svolgere” .

28/09/2023 16:04
Arrivati nelle Marche i nuovi vaccini contro il Covid: quasi 20mila dosi disponibili

Arrivati nelle Marche i nuovi vaccini contro il Covid: quasi 20mila dosi disponibili

"Sono in distribuzione i nuovi vaccini anti-Covid 19, più efficaci nella protezione dalle ultime varianti: sono state consegnate alla nostra regione 14.400 dosi per gli adulti (over 12) e 4.800 dosi per bambini tra i 5 e i 12 anni di sieri a mRNA". Lo fa sapere l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Il richiamo prevede una dose di vaccino con valenza 12 mesi. La somministrazione potrà avvenire a distanza di almeno 3 mesi dall'ultima dose o infezione diagnosticata. "Inoltre partirà, come previsto, il 12 ottobre la campagna antinfluenzale - prosegue l'assessore -, i vaccini saranno somministrati da medici di Medicina Generale o pediatri di libera scelta, ma anche negli ambulatori e strutture vaccinali dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione delle Ast e in questo caso vanno prenotati tramite Cup, e nelle farmacie che aderiscono alla campagna".  La vaccinazione per ospiti ed operatori delle strutture residenziali per anziani sarà organizzata dai Distretti con la collaborazione dei Medici di base. Operatori sanitari dei presidi ospedalieri, i pazienti fragili, ospedalizzati o presi in carico dalle strutture sanitarie per condizioni particolari (ad esempio diabetici, nefropatici, etc) saranno presi in carico nei Punti Vaccinali Ospedalieri (Pvo). "La vaccinazione è raccomandata a persone di età pari o superiore ai 60 anni, ai soggetti fragili e ai loro familiari o contatti stretti, agli ospiti delle strutture per anziani e lungodegenza, alle donne in gravidanza e post  partum, agli operatori sanitari e socio-sanitari, per l’anti-influenzale sono previste anche alcune categorie di lavoratori come forze dell’ordine, vigili del fuoco, allevatori e donatori di sangue", ricorda Saltamartini. Per i più piccoli sarà possibile la somministrazione del vaccino antinfluenzale spray nasale. L’antinfluenzale e l’anticovid potranno anche essere co-somministrati nella stessa seduta. In carenza di dosi si darà priorità ad over 80, ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, agli operatori sanitari e sociosanitari” - precisa l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in merito alla campagna anti COVID-19 autunnale e invernale con il nuovo vaccino mRNA (Omicron XBB 1.5) della Pfizer. "Le dosi già consegnate e in distribuzione sono: 14.400 per gli adulti (over 12) e 4.800 per bambini tra i 5 e i 12 anni. La Circolare del 27 settembre del Ministero della Salute specifica che “il vaccino è raccomandato per persone di età pari o superiore a 60 anni, ospiti delle strutture per lungodegenti, donne in gravidanza o nel periodo “postpartum”, operatori sanitari e sociosanitari e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione, soggetti con elevata fragilità, inoltre per familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità”. Il vaccino ha una valenza di 12 mesi. La dose di richiamo va effettuata a 6 mesi dall’ultima dose o dall’ultima infezione. Se per valutazione clinica andasse anticipato, va considerata  una distanza di almeno 3 mesi dalla dose più recente. È prevista una singola dose anche per coloro che non sono mai stati vaccinati. Per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni invece ne sono previste 3. I vaccini saranno somministrati da Medici di Medicina Generale o Pediatri di libera scelta, negli ambulatori e strutture vaccinali dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione delle AST con prenotazione tramite CUP, e nelle farmacie aderenti.  

28/09/2023 10:36
Nuove assunzioni negli ospedali maceratesi: "Richiamati anche medici in pensione"

Nuove assunzioni negli ospedali maceratesi: "Richiamati anche medici in pensione"

L’Azienda sanitaria territoriale di Macerata ha appena provveduto all’assunzione di varie figure professionali, che rientrano nella programmazione economica del fabbisogno triennale 2023-2025, di cui al relativo PIAO (Piano di Attività e Organizzazione)” , lo comunica l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Come da programma previsto dalla deliberazione della Giunta regionale, sono stati assunti a tempo determinato, a titolo straordinario, due psicologi: la dottoressa Jessica Ferrante e la dottoressa Pamela Paparoni, che andranno a lavorare  nella U.O.C diretta dal dottor Maurizio Pincherle, in particolare nei servizi territoriali e ospedalieri di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Per sostituire il personale cessato dal servizio, a vario titolo, sono stati reclutati quattro tecnici sanitari di radiologia medica, mediante utilizzo della graduatoria del concorso pubblico approvata con determina n. 305/INRCA del 1/08/2023. Sono Sampaolesi Davide, Buccioli Camilla, Prezioso Ilenia e Nanushi Blerona. Assunzione a tempo indeterminato, inoltre, di tre operatori tecnici a rapporto di lavoro part-time di 20 ore settimanali, pari al 55,55% dell’orario contrattuale, due operatori tecnici addetti all’accoglienza e un addetto ai servizi economali. Alla cronica carenza di medici si è provveduto con la proroga di ben 14 contratti per prestazioni professionali autonome e di collaborazione coordinata e continuativa con medici abilitati e specialisti in quiescenza, in varie discipline. I dottori Paolo Manciola, Alberto Antonini, Umberto Caiazza e Giuseppe Cardia presteranno servizio nei Pronto Soccorso degli ospedali di Camerino e San Severino Marche, mentre i dottori Paolo Pacifico Tallei e Franco Iantosca lavoreranno presso la Medicina Interna dell’ospedale di Camerino e il dottor Stanislao Pecorella alla  Medicina Interna e degenza Covid di San Severino. I dottori Gilberto Sassaroli e Raffaele Pontani saranno destinati al reparto di Anestesia e Rianimazione del nosocomio camerte, mentre il dottor Gaetano Raccosta presterà servizio nel reparto di Nefrologia di Civitanova.  Infine, al Distretto di Camerino tornerà al lavoro il dottor Guido Marcucci e la dottoressa Carlotta Cristallini al distretto di Macerata. Alla Medicina necroscopica territoriale torna la dottoressa Miriam Chiavetti, mentre il dottor Sergio Giorgetti presterà servizio all’Hospice di San Severino Marche. “Purtroppo le procedure concorsuali finora esperite non hanno consentito di colmare la carenza di personale medico nei diversi servizi e Unità Operative Complesse della nostra Azienda Sanitaria - commenta la direttrice generale dottoressa Daniela Corsi - in particolare nell’Area dell’Emergenza-Urgenza e in quella delle Specialità Mediche e della Medicina Generale, per questo motivo si è proceduto alla stipula di contratti di co.co.co o libero-professionali con medici in quiescenza, per garantire l’erogazione delle prestazioni specialistiche e assistenziali nel rispetto dei LEA e dei tempi di attesa, mentre è in corso l’espletamento delle procedure per la copertura dei relativi posti vacanti”.

27/09/2023 11:00
Tc cardiaca da stress, la nuova frontiera diagnostica all'ospedale Torrette

Tc cardiaca da stress, la nuova frontiera diagnostica all'ospedale Torrette

Il dottor Nicolò Schicchi, responsabile della Sos di diagnostica radiologica cardiovascolare, ha reso disponibile una nuova metodica diagnostica radiologica nello studio e nel follow-up della cardiopatia ischemica: la tc cardiaca da stress.  La metodica prevede di riprendere il cuore con metodica tac durante stress farmacologico e inoltre permette di avere un esame diagnostico veloce, completo, non invasivo e affidabile che valuta nello stesso momento l'anatomia coronarica e l'eventuale sofferenza ischemia miocardica indotta sotto stress.  Questa procedura rappresenta lo stato dell'arte nella cardioradiologia moderna e si localizza all'interno di un percorso di presa in carico del paziente e di valutazione cardio-radiologica intraospedaliera.  La dose radiante erogata ai pazienti risulta ridotta grazie all'utilizzo della moderna Dual Source tc disponibile all'ospedale Torrette di Ancona. Questa nuova metodica radiologica si è potuta realizzare grazie alla stretta collaborazione tra radiologi e cardiologi. Ad oggi sono stati già studiati con tale metodica 70 pazienti senza complicanze maggiori intraprocedurali e con un iter diagnostico-terapeutico velocizzato. Si tratta di una particolare attività che pone la Sos di Diagnostica Radiologica Cardiovascolare e l'azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche tra i primi centri italiani per questa specifica metodica di Imaging Cardiovascolare.  L'equipe multidisciplinare di lavoro è composta dai seguenti medici e dirigenti: Nicolò Schicchi, Paolo Esposto Pirani, Marco Fogante, Fatjon Cela radiologi afferenti alla SOS di Diagnostica Radiologica Cardiovascolare; Giampiero Perna e E. Paolini, rispettivamente direttore Sod Cardiologia e Utic e Dirigente Medico della stessa; Giulio Argalia - Direttore della SOD Radiologia materno-infantile, Senologica, cardiologica ed ecografica ambulatoriale - e Liliana Balardi Dirigente delle Professioni Sanitarie Area Tecnica Diagnostica.                    

26/09/2023 16:27
Tumori della testa e del collo: Fisiomed replica lo screening gratuito a Corridonia

Tumori della testa e del collo: Fisiomed replica lo screening gratuito a Corridonia

Un Open Day non è stato sufficiente. Così il Gruppo Medico Associati Fisiomed ha deciso di fare il bis e questo venerdì riproporrà la mattinata di screening gratuiti per l'adesione a "Make sense campaign", la campagna europea di prevenzione e sensibilizzazione alla diagnosi precoce dei tumori del distretto testa-collo. Si tratta, come detto, di un bis a distanza di una settimana. Venerdì scorso l'Open Day curato dai dottori Simonetta Calamita e Paolo Vitali è stato un successo, tanto che molti non hanno potuto prendervi parte in quanto le prenotazioni avevano già raggiunto la soglia limite. Pertanto verrà riproposto venerdì 29 settembre, sempre presso la sede del gruppo situata a Corridonia in viale Trento, con orario 8:30-12:30. Fisiomed si conferma così azienda sanitaria vicina al territorio e una realtà con una forte impronta sociale. Si parla di tumori magari poco conosciuti ma ugualmente insidiosi e pericolosi per la salute, anzi si tratta del settimo cancro più comune in Europa. Solo nel 2020, in Italia, sono state 9.900 le persone a cui è stato diagnosticato un tumore cervico-cefalico e 4.100 quelle decedute per questa malattia (fonte "I numeri del cancro 2021", Aiom). Per i pazienti diagnosticati nelle prime fasi della malattia il tasso di sopravvivenza è dell'80-90% (se non è presente interessamento linfonodale, che determina una netta riduzione della sopravvivenza). Questo significa che la diagnosi tempestiva è fondamentale per massimizzare possibilità di guarigione e qualità di vita delle persone colpite, pertanto Fisiomed invita ad approfittare della sua offerta di screening gratuito. L’espressione tumore cervico-cefalico o tumore del testa-collo indica qualsiasi tumore che si origina nell'area della testa o del collo a eccezione di occhi, cervello, orecchie ed esofago. Per prenotare la visita, telefonare allo 0733/433816.      

25/09/2023 19:20
Morbo di Alzheimer: sintomi, diagnosi e cura. Parola al neurologo Aldo Paggi

Morbo di Alzheimer: sintomi, diagnosi e cura. Parola al neurologo Aldo Paggi

Somiglia ad una grossa noce racchiusa nella nostra testa che ci permette di elaborare pensieri ed idee, comprendere concetti, decodificare messaggi e stimoli esterni: si tratta del sistema più complesso esistente in natura e non solo, una macchina perfetta chiamata cervello. Per la scienza, l’intero apparato cerebrale prende il nome di encefalo, di cui il cervello costituisce la parte più pesante e voluminosa, responsabile del pensiero, del linguaggio e, contrariamente a quanto si crede, anche delle emozioni. L’encefalo comprende anche il tronco encefalico (che controlla funzioni vitali come la respirazione e la pressione sanguigna) e il cervelletto. Quest’ultimo si occupa del mantenimento della posizione nello spazio, dell’equilibrio e della coordinazione del movimento…non a caso è l’organo che, a breve termine, risente maggiormente dell’abuso di alcool! Organo principale del sistema nervoso centrale, il cervello si suddivide in due emisferi (sinistro, che controlla le facoltà logiche e verbali, e destro, sede delle attività creative) e si presenta come una sorta di centralina formata da neuroni, cellule nervose collegate tra loro, e da fibre disposte in fasci, simili a cavi elettrici. Se fino agli anni Novanta si è creduto che il numero massimo di neuroni posseduto da ogni neonato fosse destinato a diminuire con l’avanzare degli anni, recentemente si è invece evidenziato che nel cervello umano adulto nascono ogni giorno circa 1400 nuovi neuroni. Una scoperta, questa, che ha aperto nuove strade nella cura delle malattie neurodegenerative. Ci riferiamo in particolar modo alle demenze senili, vera e propria piaga sociale in una popolazione che invecchia sempre più: si stima infatti che nel 2050 saranno almeno 114 milioni le persone nel mondo che presenteranno un deterioramento delle funzioni cognitive. La forma più comune di demenza senile è il morbo di Alzheimer, descritto per la prima volta nel 1906 dall’omonimo psichiatra e neuropatologo tedesco. Il 21 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale dedicata a questa patologia, ad oggi responsabile del 60-70% dei casi di demenza.  Come è noto, l’esordio del morbo di Alzheimer avviene in età presenile (solitamente –ma non sempre- oltre i 65 anni) manifestandosi con la difficoltà nel ricordare eventi recenti. Per approfondire l’argomento, abbiamo interpellato il dottor Aldo Paggi, medico consulente neurologo e psichiatra presso il centro medico "Associati Fisiomed" e già specialista presso gli Ospedali Riuniti di Torrette-Ancona. Dott. Paggi, quali sono le cause dell’insorgenza del morbo di Alzheimer? "L'Istituto Superiore di Sanità riporta che in Italia i malati di demenza sono circa 1 milione e che, di questi, circa 600 mila sono affetti da Alzheimer. È la più comune forma di demenza, è primitiva e di origini ancora sconosciute, ma non è l’unica, perché c’è anche la malattia di Pick (o demenza fronto-temporale) più rara della prima forma ma altrettanto seria. Poi c’è la demenza vascolare o arteriosclerotica che è una conseguenza di una scarsa circolazione sanguigna a livello cerebrale. Sono sindromi neurodegenerative tutte caratterizzate da una graduale e irreversibile perdita di neuroni e dei loro collegamenti interneuronali e con conseguente riduzione delle funzioni mnesiche (la memoria), cognitive e comportamentali. Il morbo di Alzheimer è una malattia tipica dell'età avanzata: la maggior parte dei pazienti, infatti, ha più di 65 anni. Altri importanti cofattori sono la familiarità, la predisposizione genetica, il sesso, lo stile di vita e molti altri. Benché non sia ancora del tutto nota la causa primaria che dà inizio al morbo di Alzheimer, è stato evidenziato che l'accumulo a livello cerebrale di particolari proteine anomale e, più precisamente, la proteina beta-amiloide (β-amiloide beta e Tau)  gioca un importante ruolo nella comparsa della malattia e nella neurodegenerazione che la caratterizza". Cosa fare qualora un nostro caro manifestasse i sintomi tipici della malattia? Una diagnosi precoce può fare la differenza? "Per l'individuo di età avanzata, manifestare qualche amnesia di troppo, riscontrare delle insolite difficoltà di calcolo e avere problemi di linguaggio e comprensione di nuovi concetti deve rappresentare un campanello d'allarme, tale da indurre a consultare un medico per capire se si tratti effettivamente di Alzheimer agli esordi o di un'altra condizione. È consuetudine suddividere l'evoluzione dei sintomi connessi al morbo di Alzheimer in tre fasi (o stadi). La fase iniziale del morbo di Alzheimer è il momento della malattia in cui compaiono i primi sintomi. Le manifestazioni di esordio dell'Alzheimer consistono tipicamente in: - Piccoli problemi di memoria a breve termine (amnesia anterograda); - Aprassia, cioè incapacità di compiere azioni comuni come fischiettare; - Sporadici cambiamenti di personalità; - Occasionale mancanza di giudizio; - Ripetere più volte la stessa domanda; - Lievi difficoltà di linguaggio (principio di afasia), di calcolo (principio di acalculia), di ragionamento e comprensione di nuovi concetti; - Tendenza alla passività e alla mancanza d'iniziativa, Il paziente dimentica eventi o conversazioni recenti a cui ha partecipato; smarrisce oggetti; non ricorda i nomi dei luoghi e delle cose (anomia); fatica a riconoscere oggetti e cose che prima erano note (agnosia); comincia a perdere le facoltà di scrittura e lettura. La fase intermedia dell'Alzheimer si caratterizza per la comparsa di nuovi disturbi. Tra questi figurano: - Problemi di memoria a lungo termine; - Instabilità emotiva, sbalzi d'umore, depressione, ansia e/o agitazione; - Comportamenti ossessivi, ripetitivi e/o impulsivi; - Episodi di delirio e comportamento paranoico (senza alcun motivo, il paziente è sospettoso delle persone che lo circondano, fino a dimostrarsi, talvolta, aggressivo); - Confusione (o disorientamento) spazio-temporale, con il paziente che fatica a realizzare dove si trova, a dire con certezza il giorno della settimana ecc; - Allucinazione uditive; - Sonno disturbato. A questo stadio dell'Alzheimer, è molto frequente che il paziente cominci ad aver bisogno del supporto di altre persone che lo aiutino nella vita quotidiana; per esempio, potrebbe aver bisogno di sostegno nel lavarsi, nel vestirsi o nell'utilizzare il bagno. La fase finale dell'Alzheimer è il momento della malattia in cui il quadro sintomatologico ormai completo peggiora ulteriormente e diviene incompatibile con una vita normale. Le capacità cognitive sono ormai del tutto compromesse: lo dimostra il grado di severità estremo raggiunto dai deficit di memoria e dalle difficoltà di linguaggio. Gli episodi di delirio e paranoia sono sempre più comuni, così come gli sbalzi d'umore. Inoltre, compaiono nuove problematiche, tra cui: -  Difficoltà di deglutizione; - Perdita di controllo della funzione intestinale e vescicale (incontinenza); - Perdita del controllo motorio, con il paziente che si muove sempre meno; - Perdita di peso. A questo stadio della malattia, il soggetto con Alzheimer diviene completamente incapace di occuparsi di sé stesso, pertanto ha bisogno quotidianamente di qualcuno che lo aiuti nel mangiare, nel lavarsi, nel muoversi ecc. Ci sono test ed esami specifici per una diagnosi precoce? "In genere, la diagnosi di Alzheimer si fonda sulle informazioni provenienti da: Anamnesi; Esame obiettivo; Esame neurologico; Test cognitivo e neuropsicologico; Esami di laboratorio; Esami di diagnostica per immagini, riferiti al cervello. Di questi esami è di estrema importanza il Bilancio Cognitivo, un esame semplice, non invasivo, non doloroso ma che è fonte di tantissime informazioni sullo stato mentale reale del soggetto. È un’indagine ancora poco praticata ma ricca di preziose informazioni utili anche per valutazioni comparative successive. Si tratta del Mini-Mental Test, o Test di Folstein. È un questionario composto da 30 domande, che permettono di analizzare le capacità di calcolo, memoria, ragionamento, linguaggio, attenzione ecc. della persona". Come procede il lavoro della ricerca in ambito terapeutico? Ci sono novità rilevanti? "I farmaci attualmente disponibili per il morbo di Alzheimer sono piuttosto limitati e il loro impiego non è in grado di risolvere la malattia o bloccare la neuro-degenerazione, ma si limita ad alleviare alcuni dei sintomi manifestati dal paziente. Per queste ragioni, la ricerca in questo campo continua ad andare avanti allo scopo di individuare nuovi principi attivi per tentare di contrastare l'avanzamento della patologia.  Purtroppo la ricerca scientifica, molto costosa e complessa, è ancora distante dal traguardo risolutivo per questa malattia per cui molte case farmaceutiche stanno rallentando il loro impegno economico nella ricerca. Certo è che chi arriverà, prima o poi, al traguardo finale di un farmaco veramente efficace avrà apportato un beneficio immenso a tutta l’umanità".  Ci ricordi qualche regola valida per prevenire questa e altre forme di demenza senile.   "Far lavorare il corpo, evitare le cattive abitudini, prendersi cura del proprio cuore, seguire una dieta equilibrata, con speciale riferimento alla dieta mediterranea, stimolare la mente, mantenere rapporti sociali. Inoltre cessazione del fumo, il trattamento del diabete, dell'ipertensione e dell'ipercolesterolemia".  

24/09/2023 12:05
Macerata, ripartono gli incontri del progetto "Caffè Alzheimer"

Macerata, ripartono gli incontri del progetto "Caffè Alzheimer"

 Stamattina all'Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti è stata celebrata la XXX Giornata Mondiale dell'Alzheimer. È stato un incontro importante per affrontare questa delicata patologia. Dopo i saluti dell’assessore alle Politiche Sociali e vicesindaco, Francesca D’Alessandro, e del presidente IRCR Macerata, Amedeo Gravina, gli interventi di medici ed esperti della patologia hanno offerto ai partecipanti spunti interessanti per convivere al meglio con la malattia. Medici ed esperti che sono centrali nel progetto del "Caffè Alzheimer", costituito da nove incontri mensili, a partire da ottobre, che offriranno un'opportunità preziosa di condivisione e sostegno, coinvolgendo non solo i pazienti, ma anche le loro famiglie e gli operatori sanitari. "Ogni incontro vedrà un momento iniziale piacevole e conviviale, un'occasione per rafforzare i legami e creare una rete di sostegno reciproco, afferma il presidente IRCR Gravina. A seguire, ci saranno sessioni informative dedicate ai caregiver, che copriranno una vasta gamma di tematiche: dall'aspetto sanitario a quello nutrizionale, dalla salute mentale a questioni legali e sociali. Tutto ciò per garantire un supporto completo e prezioso per coloro che si prendono cura di chi è affetto dalla Malattia di Alzheimer". Gli incontri si terranno al Centro Diurno “La Sorgente”, situato nell’edificio di Villa Cozza e – guidati dal dottor Paolo Rapanelli, dalla dottoressa Giuli Lattanzi e dalla dottoressa Letizia Coluccini - saranno tenuti da assistenti sociali, biologi nutrizionisti, psicologhe, neurologi, fisioterapisti, medici esperti in cure palliative.  

21/09/2023 19:50
Marche terra di donatori di sangue: "Aiuti anche a Regioni in difficoltà"

Marche terra di donatori di sangue: "Aiuti anche a Regioni in difficoltà"

“Le Marche sono una regione molto sensibile alla donazione di sangue: negli ultimi anni non solo è stata sempre garantita l’autosufficienza, ma siamo anche riusciti ad aiutare regioni in difficoltà”. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Ed effettivamente la regione è  ben al di sopra della soglia di raccolta per garantire l’autosufficienza: raggiunte le  50,8 unità per 1000 abitanti nel 2022 (nel 2021, 51 unità/1000 abitanti) quando la soglia è individuata in 40 unità per 1000 abitanti". Marche anche al secondo posto in Italia per la quantità di plasma inviato per la trasformazione in farmaci plasmaderivati: "Ci manteniamo tra le Regioni Benchmark che hanno registrato i più elevati indici di produzione di globuli rossi e di conferimento plasma", spiega Saltamartini. “E questo nonostante si sia dovuta affrontare, come nel resto d’Italia, la carenza del personale sanitario, soprattutto medico, operante nei Servizi Trasfusionali e ancora di più nelle Unità di Raccolta gestite dall'Associazione di volontariato del sangue, che ha costretto a rivedere l'organizzazione e la programmazione della raccolta”, continua l'assessore regionale. “Il sistema trasfusionale della Regione Marche è una vera e propria rete, con modello hub and spoke e aree territoriali che hanno permesso di realizzare l'autosufficienza, la sicurezza dei donatori e dei pazienti, ed equità del trattamento. C’è inoltre una sinergia totale e unica tra la componente sanitaria e quella associativa dell’Avis, che raccoglie la quasi totalità delle donazioni, oltre che con la Fratresi”. “È stato organizzato un monitoraggio periodico e sistematico della raccolta e dei consumi e sono stati adottati metodi e strumenti innovativi e più efficaci per garantire l'appropriatezza della gestione della risorsa sangue, come ribadito da Giovanna Salvoni, responsabile del Centro Regionale Sangue”. “Inoltre, secondo la direttrice Giuseppina Siracusa, il Dirmt (Dipartimento Interaziendale Regionale di Medicina Trasfusionale) ha istituito tavoli tecnici nei quali sono state implementate linee di indirizzo aggiornate per l'utilizzo appropriato di sangue, plasma e piastrine, e per ottenere un miglioramento qualitativo delle prestazioni erogate, riducendo effetti avversi, durata della degenza e costi ad essa associati”. "Queste scelte unite alla generosità dei donatori hanno permesso non solo di mantenere l’autosufficienza, ma anche di inviare 2 mila sacche di sangue (delle oltre 60 mila raccolte ad oggi quest’anno) alle regioni in difficoltà in questi primi 9 mesi del 2023".        

21/09/2023 17:12
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