Santo Stefano, "Di notte solo 2 infermieri per 50 pazienti": anche il Nursind al sit-in di protesta
"L’Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena rappresenta una realtà di primaria importanza in Italia nel settore della riabilitazione, si tratta di un'eccellenza. Da quando l'Istituto è stato assorbito da gruppo Kos, ha mantenuto gli stessi standard qualitativi ma ha peggiorato le condizioni e il clima lavorativo".
Con queste parole Elisabetta Guglielmi, segretaria provinciale del Nursind (sindacato Professioni Infermieristiche e Ostetriche) Macerata, ha annunciato la partecipazione del sindacato al sit-in di protesta dei lavoratori che si terrà oggi, alle ore 14:30, nel parcheggio dell'Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Potenza Picena.
"Ricordiamo che l’erogazione di una qualità assistenziale deriva soprattutto dalla professionalità, impegno, sacrificio di infermieri, OSS, fisioterapisti e di tutte le figure che ci lavorano - evidenzia Guglielmi -. L’applicazione del contratto Aris, cioè di una struttura di lungodegenza, ha creato un taglio alla qualità assistenziale che è arrivata al culmine della carenza del personale con i colleghi che vengono chiamati dal concorso pubblico".
"L’Azienda per correre ai ripari ha adottato nuove forme contrattuali provocando discriminazioni e soprattutto contratti ad personam - aggiunge la segretaria provinciale del Nursind -. Dal primo ottobre, ha adottato una variazione oraria portando l’orario a debito e costringendo i lavoratori a rientrare sui riposi. Alla nostra richiesta di incontro l’Azienda ha risposto con un appuntamento al 23 novembre. Ci sembra una non risposta".
"Abbiamo accolto e condiviso la manifestazione dei Cobas - puntualizza Guglielmi -. Quindi oggi saremo presenti al sit-in per chiedere l’adeguamento della pianta organica, un orario adeguato, piani di lavoro calcolati in base al vero carico di lavoro, nuove RSU. Inoltre, chiediamo che venga riconosciuta l’attività svolta in acuzie e che i dipendenti scelgano da chi farsi rappresentare. La Regione Marche faccia i dovuti controlli".
"Se non ci saranno aperture da parte dell’azienda siamo pronti a proseguire con future azioni anche a fianco dei Cobas. Il Nursind è vicino all’infermiere ma soprattutto al paziente. I lavoratori vogliono continuare a dare l’eccellente qualità assistenziale di cura e riabilitazione, ma con i giusti mezzi" conclude Elisabetta Guglielmi.
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