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Sanità Ancona

Sanità, ad Ancona nasce il primo centro pubblico multidisciplinare per la chirurgia robotica

Sanità, ad Ancona nasce il primo centro pubblico multidisciplinare per la chirurgia robotica

Un grande passo in avanti per la sanità pubblica e per l’intero sistema chirurgico nazionale. È stato presentato ufficialmente dalla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche il nuovo Progetto Multidisciplinare di Chirurgia Robotica, un’iniziativa strategica che mira a fare dell’AOU uno dei centri di riferimento nazionale e internazionale nella chirurgia robotica di ultima generazione.

Ideato dal dottor Giuseppe Miranda, responsabile della SOS Chirurgia Robotica, insieme al professor Mario Guerrieri, direttore della Clinica Chirurgica Generale e d’Urgenza, il progetto si fonda su un modello integrato che unisce innovazione clinica, formazione specialistica, ricerca accademica e sostenibilità operativa. Il tutto in stretta collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, che svolgerà un ruolo attivo nella didattica, nella ricerca e nella formazione dei nuovi specialisti.

Il direttore generale dell’Azienda, Armando Marco Gozzini, ha sottolineato come questo progetto rappresenti "il primo vero modello italiano in cui una struttura pubblica riesce a coniugare alta tecnologia, multidisciplinarietà, accademia e formazione in un sistema coerente, dinamico e sostenibile". Un’iniziativa, ha ribadito, frutto di una strategia a lungo termine e di una visione condivisa che proietta l’Aou delle Marche verso una nuova dimensione di eccellenza.

Il progetto coinvolge attivamente otto unità operative chirurgiche dell’Azienda: dalla chirurgia generale e d’urgenza alla urologia, dalla cardiochirurgia alla ginecologia, passando per la chirurgia pediatrica, toracica, epatobiliare e ricostruttiva. Tutti i reparti lavoreranno in sinergia, condividendo protocolli, tecnologie e competenze in un’ottica realmente multidisciplinare.

Il professor Mario Guerrieri ha evidenziato come questa sia "la prima esperienza italiana di un modello robotico multidisciplinare validato scientificamente in ambito pubblico", aggiungendo che la chirurgia robotica rappresenta oggi la vera frontiera della professione medica. Il modello adottato nelle Marche, ha dichiarato, può diventare riferimento per l’intera scuola chirurgica italiana.

Tra i protagonisti del progetto anche il professor Marco Vivarelli, direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti, che ha sottolineato come la robotica stia rivoluzionando anche ambiti complessi come i trapianti di fegato da donatore vivente. Vivarelli ha da poco partecipato a uno stage formativo in Arabia Saudita proprio per esplorare le applicazioni più avanzate della tecnica.

Alla base del progetto c’è anche la volontà di costruire una filiera formativa completa: dalla simulazione robotica alla pratica clinica ad alta tecnologia. Il centro sarà infatti un polo per la didattica avanzata degli specializzandi dell’Università Politecnica delle Marche, con corsi teorico-pratici, attività cliniche integrate e formazione continua.

Un altro elemento distintivo è la costituzione di un Comitato Tecnico-Scientifico permanente, che garantirà la coerenza e l’evoluzione del modello. Ne faranno parte i direttori dei reparti coinvolti, un rappresentante dell’università, un esperto di Health Technology Assessment (HTA) e un rappresentante della Direzione Sanitaria.

Proprio il direttore sanitario, Claudio Martini, ha ricordato che il progetto è anche il risultato delle riflessioni emerse durante il workshop aziendale del gennaio 2024, e rappresenta ora la piena realizzazione di una visione strategica a lungo termine: quella di integrare clinica, innovazione e formazione in modo strutturato, efficiente e sostenibile.

Il progetto è perfettamente allineato con le linee guida del Ministero della Salute e con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), offrendo un modello concreto di utilizzo evoluto delle tecnologie robotiche in sanità pubblica.

"Non si tratta soltanto di acquistare tecnologia, ma di promuovere un nuovo paradigma culturale", ha spiegato il dottor Giuseppe Miranda, che ha ribadito come il cuore del progetto sia nella costruzione di percorsi integrati, nell’adozione di tecnologie avanzate e nella diffusione della cultura della formazione continua e della ricerca.

A oggi, l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ha già eseguito numerosi interventi multidisciplinari con successo. Come conferma il professor Andrea Benedetto Galosi, direttore della Clinica Urologica, i risultati ottenuti finora incoraggiano ad ampliare ulteriormente l’ambito operativo, la complessità dei casi trattati e la collaborazione tra équipe specialistiche.

 

Con questo progetto, le Marche si candidano a essere non solo un polo d’eccellenza clinica, ma anche un punto di riferimento per la chirurgia robotica, la ricerca scientifica e la formazione medica del futuro.

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