"Più di cento persone stanno lavorando 24 ore su 24 alla riconversione del centro fieristico di Civitanova Marche che, di questo passo, sarà completata nei tempi prestabiliti": a dirlo all'ANSA è il sindaco Fabrizio Ciarapica. I lavori sono finalizzati alla realizzazione di un ospedale da 90 posti di terapia intensiva da mettere a disposizione della battaglia al Covid 19.
"Sono in corso le tramezzature dell'ambiente e la predisposizione di tutti gli allacci - aggiunge il sindaco -. Già a fine settimana le opere saranno a un buon punto e quindi, tutto lascia sperare che il lasso di tempo di 15 giorni, indicato da Guido Bertolaso, possa essere rispettato".
(Fonte: ANSA)
“In riabilitazione non si può rimanere fermi a lungo, si rischia di vanificare i recuperi e tutto il percorso terapeutico svolto fino a quel momento”.
E’ questa la preoccupazione principale, fin dai primi giorni dell’emergenza legata al Coronavirus, avuta dal direttore della rete marchigiana dei Centri ambulatoriali Santo Stefano, Antonio Bortone. Per questo si è pensato ad una serie di percorsi e soluzioni alternative per poter continuare, nonostante tutto, ad essere accanto a chi ha un bisogno riabilitativo.
Persone che stavano svolgendo un programma di recupero funzionale post intervento chirurgico, famiglie con bambini che stavano svolgendo un percorso di organizzazione dello sviluppo neuromotorio e cognitivo-comportamentale, non possono interrompere a lungo la riabilitazione senza rischiare di veder vanificato tutto il recupero ottenuto ed ancor più pregiudicata l’aspettativa futura.
Per questo, non senza poche difficoltà, in questi giorni, verrà attivata una serie di percorsi assistenziali in Teleriabilitazione, secondo il modello già noto della Telemedicina.
Da Ascoli a Pesaro, passando attraverso San Benedetto, Civitanova, Macerata, Tolentino, San Severino, Camerino, Matelica, Fabriano, Filottrano, Jesi, e Porto Potenza Picena, i 13 centri ambulatoriali Santo Stefano ed il Myolab di Jesi (prevalentemente chiusi dallo scorso 6 marzo in ottemperanza alle restrizioni governative, fatto salve le urgenze), stanno attivando contatti capillari per interventi online finalizzati al monitoraggio continuo ed alla continuità del percorso terapeutico anche se a distanza.
Dalla metà di marzo gli operatori Santo Stefano hanno attivato un servizio gratuito di consulenza riabilitativa e di supporto psicologico a distanza, utilizzando ogni canale di contatto disponibile: telefono, web, social ecc., per tutte le persone e le famiglie in carico alle rispettive Strutture territoriali.
Tale iniziativa vede coinvolti tutti i professionisti che operano all’interno dell’Equipe Multidisciplinare; ci sono medici specialisti, psicologi, assistenti sociali, logopedisti, fisioterapisti, terapisti della neuropsicomotricità, educatori professionali, terapisti occupazionali ecc. Tutti a disposizione della popolazione regionale in base ad una precisa pianificazione dei contatti ed una puntuale programmazione delle sedute online.
Di seguito alcuni dei percorsi in fase di attivazione: consulenze neuropsichiatriche infantili online supportate da invio di video e audio e relativo commento professionale; sportello pedagogico telematico a sostegno dell’impegno scolastico, anch’esso a distanza, che i nostri bambini e le rispettive famiglie, stanno affrontando in questa delicata fase; videotutorial per l’allenamento a domicilio del pavimento pelvico. C’è poi il mondo dello sviluppo linguistico e neuropsicomotorio, che riceveranno sostegno attraverso teleconsulti programmati e specifici, anch’essi supportati da videotutorial ed informazioni certificate dai nostri esperti.
"Sono vacue e prive di fondamento, le argomentazioni che il presidente dell’Anpas Marche, Andrea Sbaffo, utilizza per colpire indirettamente, il nostro buon nome e le attività rese su scala nazionale, nell’ambito del trasporto infermi, cosi come dell’Emergenza Covid". Così la First Aid One Italia replica a quanto affermato dal presidente di Anpas Marche riguardo l'affidamento del trasporto in ambulanza dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona (leggi qui).
First Aid è un'azienda che opera nel servizio emergenza urgenza 118, nei trasporti sanitari e TNPS anche all’interno della Regione Marche (dove si trova anche la sede legale) ed è in possesso di specifica Autorizzazione sanitaria e relativo Accreditamento Regionale dal 2014.
"Le imprecisioni che sono a nostro avviso frutto di una malcelata volontà di confondere le acque a proprio vantaggio - sottolinea in un comunicato la First -. Ad iniziare dal contenuto della “gara ponte” di cui ANPAS Marche, attraverso Sbaffo, discetta fornendo solo una serie indizi, per di più, privi di verità oggettiva. Come possibile dimostrare in ogni sede. Atti alla mano".
Vengono definite "vacue" le tesi per cui il servizio reso dalle associazioni consorziate con Anpas sarebbe stato finora più vantaggioso per le casse pubbliche. "È esattamente il contrario" affermano da First Aid, evidenziando quanto segue:
- Attuale gara in proroga: tariffa chilometrica modificata in aumento rispetto alla gara aggiudicata all’RTA Croce Verde + Gialla Anpas € 1,50 SCADENZA 30/04/2020 (determina n. 902/Dg del 13/11/2019), aumento di circa il 65% rispetto all’importo aggiudicato ad € 0,92 al chilometro (determina n° 1115 del 01/12/2016);
- Determina n. 831 del 30 Gennaio 2020; l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona nell’indizione della gara ha ritenuto di “non poter più procedere alla prosecuzione del servizio in favore del raggruppamento (RTA) delle Croci a causa delle “più esose condizioni economiche da questa modificate”;
"A Sbaffo ricordiamo come, immotivatamente, nessuna delle associazioni da lui rappresentate ha partecipato alla gara ponte in questione - prosegue First Aid -, mentre alla gara indetta in agosto 2016 hanno concorso, presentando un offerta economica e non già un rimborso spese, ribassando l’importo a base d’asta da € 600.000,00 a € 552.000,00 dell’8% evidenziamo che oggi l'Aor paga il 65% in più sulla tariffa chilometrica".
"Da qui ne discende la confusione che Sbaffo intende ingenerare nell’opinione pubblica - si legge ancora nella replica -. A partire dalla tipologia dei servizi messi a gara e le modalità di selezione del bando. Che contrariamente a quanto asserito trovano fondamento nella selezione fatta sulla proposta più vantaggiosa per la stazione appaltante, e si ascrivono alla procedura negoziale che la Corte di Giustizia Europea e la Corte di Cassazione, hanno indicato a tutte le Regioni Italiane. Ovvero: l’obbligo all’osservanza delle leggi dello Stato e non della legge della regione Marche. O alle esclusive norme del Terzo Settore che Sbaffo, in tema di affidamento dei servizi extra ospedalieri, dimostra di non conoscere affatto. Diversamente avrebbe partecipato alla gara che contesta"
"In ultimo, al fine di sgombrare il campo ad altre ulteriori nauseanti illazioni, ricordiamo a Sbaffo ed all’ANPAS Marche che la First Aid è società leader al momento nella gestione del trasporto Covid, vantando una esperienza attuale, solida e professionalmente elevata in ambito nazionale anche nell’odierna attività di intervento, gestione e trattazione dei soggetti contagiati".
Dopo aver trascorso un duro pomeriggio di lavoro in corsia, soprattutto in questo periodo, essere costretti a pagare il parcheggio dell'auto in uno spazio che ti dovrebbe essere quantomeno garantito non è certamente una piacevole sensazione.
Sono infatti state diverse le segnalazioni fatte degli operatori sanitari dell'Ospedale Civile di Macerata che, dopo la riduzione dei posti del parcheggio dipendenti in quanto la palazzina ex malattie infettive è stata adibita ai pazienti Covid, ora per raggiungere il posto di lavoro sono anche obbligati a pagare il ticket per poter parcheggiare la propria auto.
Non proprio un trattamento da "eroi" quindi, come tanto vengono definiti ultimamente, anzi oltre all'onere del duro lavoro, per i sanitari maceratesi si aggiunge anche quello pecuniario. Una situazione disagevole ma anche una dura realtà che fa venire qualche dubbio sulla reale considerazione che i vertici dell'azienda ospedaliera maceratese hanno per i propri dipendenti.
Il Reparto Dialisi dell'Ospedale Civile di Macerata ha accolto con piacere la solidarietà della ditta Cover di Treia che nella giornata di ieri ha donato al personale sanitario delle mascherine.
Un gesto importante, soprattutto in un momento così difficile dovuto all'emergenza Covid-19, dove tutti i reparti sono chiamati ad un grande sforzo sia fisico che mentale e questi dispositivi di protezione individuale sono quantomai fondamentali nel sostenerli a compiere il loro lavoro.
Mercoledì 22 aprile sono state consegnate al Sistema Emergenza Territoriale 118 dell’Area Vasta di Macerata, diretto dal Dottor Emanno Zamponi, tre nuove Ambulanze, acquistate dalla stessa Area Vasta, attraverso una gara sul Mercato Elettronica Nazionale.
Tali mezzi di soccorso sono stati allestiti su veicoli FIAT Ducato euro 6 di cilindrata 2300 cc, potenza 180 CV, full-optional, con sospensioni pneumatiche autolivellanti. L’allestimento delle ambulanze è di ultima generazione a cura della ditta ORION, dotata di tutti i presidi sanitari ed elettromedicali per il Soccorso Avanzato Medicalizzato e di un centro mobile di rianimazione. Sono predisposte sia per il soccorso di pazienti pediatrici che per adulti anche bariatrici, con patologie mediche, chirurgiche, ostetriche e traumatiche. Questi mezzi andranno a sostituire tre ambulanze obsolete della flotta aziendale 118 e verranno utilizzati per il Soccorso Avanzato prevalentemente nelle PoTES (Postazioni Territoriali dell’Emergenza Sanitaria) 118 di Macerata e Tolentino. I nuovi mezzi saranno di grande aiuto, in questo particolare periodo, anche per potenziare la Rete Territoriale del Soccorso di tutto il territorio dell’Area Vasta 3.
Le ambulanze del Servizio Emergenza Territoriale 118 dell’Area Vasta 3, destinate al soccorso e trasporto urgente complessivamente, nell’anno 2019, hanno percorso 216.000 Km, mentre le automediche hanno complessivamente percorso 98.000 Km. I mezzi del 118, pur controllati con un puntuale servizio di manutenzione, quando diventano obsoleti e non più affidabili, ai sensi della vigente normativa sono sempre sostituiti con veicoli di ultima generazione.
Ancora un significativo gesto di generosità e di vicinanza alla sanità dell’Area Vasta 3 da parte della Fondazione Bocelli che ha voluto donare 5.000 mascherine di tipo FFP1.
Riguardo la destinazione, su proposta del Direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni, accolta con entusiasmo dalla Direttrice della Fondazione Laura Biancalani, i dispositivi saranno destinati a tutti i dipendenti dell’Area Vasta per uso personale, stante l’obbligo previsto da alcuni Comuni della Provincia di Macerata di farne uso.
"Un grande e caloroso ringraziamento al Maestro Andrea Bocelli e alla sua Fondazione per questo ulteriore segno di solidarietà nei confronti del nostro sistema sanitario", afferma il direttore Alessandro Maccioni.
Il Club Inner Wheel di Macerata ha voluto dare il suo contributo ai Medici e agli Operatori che ogni giorno si trovano a fronteggiare e gestire, nel migliore dei modi, con dedizione e coraggio, la grave situazione di emergenza sanitaria. Per questo sono stati acquistati ed inviati, in più spedizioni, tute, camici, visiere, scatole di guanti usa e getta, mascherine e termometri clinici a distanza, che via via venivano segnalati come necessari al Reparto di Pneumologia dell’Ospedale cittadino.
“Il nostro Club- ha dichiarato la Presidente Marina Leombruni- ha contattato direttamente i fornitori per far pervenire direttamente agli operatori della Struttura Sanitaria i materiali più urgenti ed immediatamente disponibili”.
“Non è la prima volta che realizziamo service sociali e culturali per il nostro territorio-prosegue la Presidente-ma questa volta la donazione all’Ospedale è stata particolarmente sentita e fortemente voluta da tutte le Socie. Restiamo sempre in contatto con gli Operatori Sanitari cercando di dare il massimo nei limiti delle nostre possibilità e seguendo quanto ci suggerisce il nostro motto internazionale di questo anno: together we can, oggi più attuale che mai".
L’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia del nosocomio maceratese si arricchisce di una nuova strumentazione all’avanguardia donata dalla Fondazione Carima. Si tratta di un importante aggiornamento tecnologico della colonna laparoscopica in uso presso il reparto con un innovativo sistema di visione tridimensionale Full HD, del valore di mercato di circa 180.000 euro.
Introdotta da pochi anni nelle sale operatorie, la tecnologia 3D è un’evoluzione della laparoscopia tradizionale che, aggiungendo la dimensione della profondità, offre al clinico una visione più realistica del campo operatorio, facilitando l’individuazione dei piani chirurgici e il movimento degli strumenti manuali. Le telecamere e gli schermi ad alta definizione, insieme a un software dedicato e agli occhiali 3D, consentono infatti di migliorare la risoluzione delle strutture anatomiche e permettono un orientamento spaziale più preciso. Tutto ciò si traduce in una maggiore precisione dell’atto chirurgico, in una diminuzione della durata dell’intervento e, in ultima analisi, in più sicurezza per il paziente in termini di riduzione sia della sedazione che dei tempi di degenza. Per quanto riguarda l’ambito della ginecologia, la laparoscopia in 3D è particolarmente utile, ad esempio, negli interventi di endometriosi profonda e di oncologia ginecologica.
Queste le parole del primario Mauro Pelagalli: “L’acquisizione della tecnologia 3D nella nostra sala operatoria ci porta al vertice della appropriatezza delle procedure endoscopiche avanzate eseguibili in un centro di riferimento oncologico e per l’endometriosi severa quale è ormai accreditata l’Unità Operativa di Ginecologia di Macerata. La possibilità di vedere con maggior definizione e soprattutto nelle tre dimensioni dello spazio, anche in condizioni di patologia molto complessa, consente una operatività maggiormente efficace e con tempi più corti rispetto al normale laparoscopio tradizionale. La tecnologia 3D rappresenta infine un utile sistema didattico per la formazione degli operatori più giovani, che accedono a queste metodiche operatorie in oncologia ed endometriosi. Ritengo inoltre che una volta iniziata l’esperienza con questo sistema sia molto difficile tornare alla vecchia laparoscopia, che comunque per tanti abbiamo utilizzato con successo”.
La dotazione del nuovo sistema di videolaparoscopia si inserisce nel “Carima Healthcare”, il piano di donazioni ospedaliere in favore dell’Area Vasta n° 3 dell’ASUR Marche promosso dalla Fondazione Carima per il biennio 2019-2020. L’iniziativa prevede un programma di acquisti, concordato con la Direzione della predetta azienda sanitaria, di sedici apparecchiature mediche di ultima generazione destinate a cinque ospedali della provincia di Macerata, per il quale sono stati stanziati complessivamente 770.000,00 euro a fronte di prezzi di listino che nel complesso superano ampiamente il milione di euro.
“La Fondazione Carima – spiega il Segretario Generale Gianni Fermanelli – sta mettendo in atto quella che ormai è una prassi consolidata, ovvero acquistare direttamente le tecnologie oggetto di donazione dalle aziende leader di settore, con il prezioso supporto dell’Ingegneria Clinica e delle altre funzioni competenti dell’Area Vasta n° 3, conseguendo un significativo risparmio economico nonché abbreviando sensibilmente i tempi di fornitura rispetto a quelli tipici degli enti pubblici”.
Ad oggi buona parte del “Carima Healthcare” ha trovato realizzazione, nonostante la congiuntura sfavorevole a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha visto l’ente impegnato in prima linea. Sono già stati infatti consegnati e collaudati il sistema di monitoraggio dei parametri vitali per il Servizio di Cardiologia dell’ospedale di Macerata, che è stato integralmente sostituito, il letto ergometro e il treadmill destinati al Servizio di Cardiologia dell’ospedale di Civitanova Marche e, sempre per quest’ultimo, il portatile di radiologia ad arco a C per il Blocco operatorio.
“L’innovazione tecnologica delle strumentazioni mediche in dotazione agli ospedali e il conseguente miglioramento delle prestazioni erogate – ha dichiarato la Presidente Del Balzo Ruiti – continua ad essere una priorità per la Fondazione Carima, perché è sinonimo di salute della nostra collettività di riferimento e di riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure. Le donazioni sanitarie sono frutto di un lavoro di squadra lungo e impegnativo, che però continuiamo a portare avanti con determinazione poiché sono in grado di generare un impatto forte e positivo sulla qualità di vita del territorio maceratese”.
“Anche in questa fase di grave emergenza – conclude il Direttore Alessandro Maccioni – continua l’impegno della Fondazione Carima per sostenere gli investimenti programmati per potenziare l’offerta e la qualità dei servizi sanitari di eccellenza dell’Area Vasta n° 3.
Nelle ultime settimane, in ogni occasione pubblica, il Volontariato è stato ringraziato, osannato sino ad essere definito “eroico” anche quando di eroico non c’è nulla nell’opera del volontario, ma vi è solo l’impegno disinteressato profuso da persone motivate per ragioni puramente etiche, e non viziate dallo stipendio o comunque da un qualsiasi tornaconto personale. Dall’ inizio della pandemia i 6000 Volontari delle 44 associazioni ANPAS delle Marche, formate da Croci Gialle, Croci Verdi, Croci Bianche, Croci Azzurre e Pubbliche Assistenze Avis, sono stati impegnati in prima linea per il COVID-19 nelle seguenti attività: mantenimento di tutte le postazioni “118” affidate alle Pubbliche Assistenze; effettuazione dei consueti servizi di trasporto sanitario programmato; attivazione di una postazione 118 aggiuntiva a Fano; monitoraggio temperatura dei passeggeri in arrivo all’aeroporto; reperimento di mezzi aggiuntivi specifici per trasporto COVID in tutta la regione; trasporto di equipe sanitarie per tamponi COVID a domicilio; presa in carico del supporto psicologico nell’attività del Numero Verde regionale; presa in carico dell’assistenza sociale a supporto del Numero Verde regionale; consegna spesa e farmaci a domicilio.Per tutta risposta, rispetto all’abnegazione dimostrata, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona ha messo in piedi un discutibile e pasticciato affidamento del trasporto in ambulanza tagliando fuori di fatto le Associazioni di Volontariato dalla partecipazione ma soprattutto non rispettando la legge regionale vigente nelle Marche la L.R. 36/1998 all’art. 10 bis “Gestione del trasporto sanitario”.
“Sia nella normativa regionale, adeguata alle normative comunitarie europee che nel recente DLgs 117/2017 Codice del Terzo Settore, viene confermata la volontà politica di non dare in pasto al mercato servizi così particolari ed essenziali quali sono il trasporto di ammalati proprio per salvaguardarne le peculiarità – ha dichiarato Andrea Sbaffo Presidente ANPAS Marche - servizi che avvengono anche in situazioni critiche e che necessitano di apporti molto qualificati, nonché della dinamicità necessaria per adattarsi alle diverse situazioni contingenti e che possono essere garantite tramite il fondamentale apporto del personale volontario, serbatoio inesauribile di risorse immediatamente disponibili.”
Il mancato rispetto della normativa può far pensare solo ad una mera speculazione sul servizio di interesse generale e quindi sulla salute di tutti i cittadini marchigiani. L’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, infatti, invece di rispettare la normativa regionale e comunitaria, ha assoggettato l’affidamento del Trasporto Prevalentemente Sanitario al Codice degli Appalti, in totale difformità dalla L.R. 36/1998, e disattendendo senza alcuna giustificazione ed immotivatamente i regolamenti attuativi contenuti nelle Delibere di Giunta Regionale. Tale palese violazione del principio di affidamento incide direttamente anche sul costo del servizio. Infatti, come già detto, alle Associazioni di Volontariato spetta solamente il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate senza sovra compensazione: considerato l’impiego per il servizio anche di personale non retribuito, né la previsione di un utile di impresa, il costo dell’associazione sarà necessariamente inferiore a quello di un’azienda, si ipotizza pertanto una lesione dei pubblici interessi alla corretta gestione delle disponibilità pubbliche, con possibili profili di danno erariale. A ciò si aggiunge una procedura di gara particolarmente pasticciata, se non irregolare che contiene una rilevante criticità: assomma nello stesso bando di gara due differenti tipologie di trasporti, cioè Prevalentemente Sanitari e non Prevalentemente Sanitari che, ai sensi della L.R. 36/1998, hanno invece due differenti modalità di affidamento. Accorpando in un unico lotto servizi che avrebbero dovuto essere affidati per una parte mediante convenzione alle Associazioni di Volontariato, e per l’altra parte legittimamente aggiudicati tramite gara d’appalto al miglior offerente, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona ha anche reso necessario per l’accesso alla gara e soprattutto nella formulazione dei punteggi, e quindi per le prospettive di aggiudicazione, il possesso di requisiti organizzativi e strutturali più onerosi rispetto a quanto sarebbe stato altrimenti necessario.
In un momento così delicato di emergenza sanitaria dove la professionalità è indispensabile, cambiare standard qualitativi ed organizzativi potrebbe comportare dei gravi rischi inutili, per questo motivo l’ANPAS ha deciso di ricorrere nelle sedi appropriate per richiedere che l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona annulli, previa sospensione, la gara di appalto e ottemperi alle disposizioni di legge nazionali e regionali.
Sono stati in tanti a raccogliere l’appello lanciato da Giulio Silenzi durante le sue dirette Facebook per rafforzare i meccanismi di sicurezza dei sanitari dell’Ospedale di Civitanova donando loro mascherine di tipo FFP2 che hanno la duplice funzione di proteggere se stessi e gli altri e sono pertanto la garanzia migliore per chi opera in ambienti Covid.
Ne sono state donate 400 consegnate direttamente da Mirella Franco (in foto) ai responsabili dei vari Reparti per conto di quanti hanno aderito all’iniziativa. Nello specifico: 100 a Medicina Interna (Dottoressa Minnucci), 100 al Trasfusionale (Dottor Ribichini), 50 Otorinolaringoiatria (Dottor Carlucci), 30 ad Allergologia (Dottor Pucci), 50 al Servizio Infermieristico ADI (Dottoressa Pisauro), 40 a Cardiologia (Dottor Ninonà) e 30 al Poliambulatorio- Fisioterapia. I sanitari hanno ringraziato quanti, con la loro generosità hanno potuto permettere che ciò avvenisse. Un segnale tangibile di vicinanza molto apprezzato. E vista l'attuale necessità di presidi di sicurezza da parte degli operatori dell’Ospedale e delle strutture sanitarie di Civitanova, la raccolta non si ferma.
Il Signor Alessio Ferri titolare della “Alessio Ferri Restauri e Costruzioni” di Pollenza, ha voluto ancora una volta essere vicino agli operatori sanitari dell’Area Vasta 3, in questa difficile emergenza, donando 230 mascherine, vari dispositivi di protezione tra cui tute, mascherine FPP2 e chirurgiche, occhiali e guanti per un valore complessive di circa 7000,00 euro.
Su esplicito desiderio del Sig. Ferri l’utilizzo dei dispositivi è demandato al Direttore di Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, sulla base delle necessità, in via principale, dei Presidi Covid.
Pavimentazione e colonne di acciaio dove appoggiare le pareti per dividere gli spazi: sono questi i primi interventi realizzati nel percorso di riconversione della Fiera di Civitanova Marche in un ospedale con 90 posti di terapia intensiva.
A raccontarlo all'ANSA è il sindaco Fabrizio Ciarapica. "I lavori stanno proseguendo a ritmo serrato con tre turni da 8 ore che vanno quindi a coprire tutto l'arco della giornata - spiega -. Speriamo che procedano così in modo da arrivare nei tempi previsti alla fine del cantiere". Avviate la scorsa settimana, le opere si dovrebbero concludere nell'arco di 15-20 giorni, aveva assicurato Guido Bertolaso, che per conto della Regione Marche e del Cisom segue direttamente i lavori".
(Fonte: ANSA)
Il Direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni attraverso un comunicato ha tenuto a ringraziare il gesto di soliderità e di vicinanza del PD della provinciua di Macerata:
"Un ringraziamento sincero alla Federazione Provinciale del Partito Democratico e a tutti i Circoli della Provincia di Macerata da parte del Direttore dell’Area Vasta 3 e degli operatori sanitari delle strutture coinvolte - si legge nella nota - per la donazione di 3.000 mascherine chirurgiche certificate CE che saranno destinate come da indicazioni, del segretario provinciale Francesco Vitali e della responsabile sanità Paola Castricini, agli Hospice di Macerata e San Severino Marche e ai Reparti delle strutture ospedaliere di Macerata e San Severino".
Sulla realizzazione dell’ospedale Covid di Civitanova Marche interviene il direttore del Dipartimento Emergenza urgenza UO Anestesia e rianimazione Asur Marche Giuseppe Tappatà.
"La scelta dell’ospedale di Civitanova - afferma il dottor Tappatà - ha due motivazioni incontestabili: una recrudescenza non ci troverà impreparati; la struttura permetterà di riportare gradualmente alle normali funzioni gli ospedali Covid”.
Il progetto Covid Civitanova servirà infatti a realizzare un polo ospedaliero per malati Covid. Rispetto alle strutture tradizionali, l’ospedale avrà una capacità di gestione molto più efficace in termini di capienza ed efficienza, che nessun'altra struttura presente nella regione è in grado di assolvere.
“Nel contesto del momento che stiamo vivendo – aggiunge il professor Tappatà - tutte le opinioni sono accettabili, anche in ragione del fatto che non c’è una verità che possa guidare le nostre azioni. Ci sono tanti esperti che elaborano ipotesi e studiano possibili soluzioni sia in campo scientifico che in campo politico organizzativo. Tutte potrebbero essere valide finché non ci si avvicina a una possibile verità. Ma c’è bisogno di un tempo che non possiamo non utilizzare in modo costruttivo. Da clinico mi permetto due raccomandazioni: che il ritorno alla normalità di questi ospedali sia veramente graduale, non ci deve essere fretta perché le necessità sono ancora vive; che i sanitari che saranno chiamati a lavorare in questa struttura siano adeguati per numero e preparazione e che abbiano anche un riconoscimento economico particolare in ragione del loro impegno, che sarà intenso e continuativo, all’interno di questa struttura”.
Al fine di contenere i rischi legati all’emergenza Covid19, sono state semplificate e digitalizzate le procedure di rilascio delle prescrizioni mediche: si possono ottenere anche attraverso mail, sms o comunicazione telefonica, senza bisogno di recarsi fisicamente dal medico
La prescrizione medica diventa completamente digitale e può essere inviata via mail, sms o attraverso Fascicolo sanitario elettronico.
È quanto prevede la recente ordinanza della Protezione civile, pubblicata in gazzetta ufficiale lo scorso 21 marzo e redatta con la collaborazione di Ministero della Salute, AgID, Ministero dell'Economia e delle finanze e Regioni.
L’ordinanza permette la completa dematerializzazione della ricetta medica e consente al cittadino di ottenere online il relativo promemoria, senza bisogno di recarsi fisicamente dal dottore.
La misura è stata introdotta a seguito dell’emergenza Coronavirus per limitare i rischi di contagio connessi ad assembramenti in luoghi pubblici e consente alle persone di disporre del numero della ricetta attraverso smartphone, tablet e pc, in piena sicurezza, evitando spostamenti e file nelle strutture sanitarie.
La ricetta medica digitale può, inoltre, essere scaricata dal cittadino attraverso il proprio fascicolo sanitario elettronico, aggiungendosi ai documenti già presenti e andando a popolare la propria storia sanitaria.
Come funziona la ricetta medica digitale:
Il medico comunica il numero della ricetta elettronica e la prescrizione attraverso uno dei seguenti canali, a scelta dell’assistito:
via Mail ordinaria o PEC; via SMS o con applicazioni di messaggistica istantanea, nel caso l’assistito indichi al medico il numero di telefono mobile; attraverso comunicazione telefonica: il medico comunica al telefono il numero di ricetta elettronica al paziente;
- direttamente attraverso Fascicolo sanitario elettronico, nel caso l’assistito lo abbia attivato.
Una volta ricevuto il numero della ricetta medica elettronica, l’assistito può comunicarlo alla propria farmacia, insieme al numero del codice fiscale presente sulla tessera sanitaria personale, e acquistare i farmaci prescritti.
Arrivata ieri pomeriggio nelle Marche una task force sanitaria di 58 infermieri albanesi per rinforzare la capacità assistenziale del territorio, in particolare nelle strutture residenziali e nelle case di riposo.
“Un altro aiuto concreto, dopo l’invio dei medici, da parte dei nostri vicini al di là dell’Adriatico nella battaglia contro il Coronavirus – commenta il presidente della Regione Luca Ceriscioli –. Un segno di vera amicizia che accogliamo con profonda gratitudine. A nome di tutta la comunità marchigiana, ringrazio il primo ministro albanese Edi Rama ed il suo popolo per la vicinanza e la solidarietà che stanno dimostrando all’Italia in questi drammatici mesi. Lo sforzo dell’Albania, in proporzione a quello di tanti altri Paesi più grandi e più ricchi, è immenso e ritengo sia di esempio per tutti”.
La squadra di infermieri albanesi, che per la maggior parte parlano la lingua italiana, è stata suddivisa tra le 5 Aree vaste.
Ogni gruppo è stato assegnato ai direttori di distretto che disporranno poi le destinazioni nelle strutture sanitarie ed assistenziali del territorio in base alle necessità.
È guarita dal coronavirus la mamma che, positiva al Covid-19, lo scorso 6 aprile è stata sottoposta a parto cesareo in regime di urgenza all'ospedale Salesi di Ancona, a seguito del rapido peggioramento delle sue condizioni (leggi qui). La donna, proveniente dall'Ostetricia di Civitanova Marche, è stata trasferita nel capoluogo dorico lo scorso 4 aprile, proprio a causa dell'aggravarsi della propria condizione di insufficienza respiratoria.
La signora, in stato di gravidanza alla 30a settimana di età gestazionale, è stata presa in carico dall’equipe della Rianimazione Pediatrica, in collaborazione con la Clinica di Ostetricia e Ginecologia diretta dal prof. Andrea Ciavattini e la Neonatologia diretta dal prof. Virgilio Carnielli.
Il neonato, invece, è stato assistito dall’equipe neonatologica e successivamente ricoverato in isolamento presso la Rianimazione Pediatrica.
Le condizioni cliniche del piccolo si sono sempre mantenute buone e il tampone per la ricerca del SARS-CoV2, eseguito il giorno successivo alla nascita, è risultato negativo.
Sono stati eseguiti due ulteriori tamponi, a 9 e 10 giorni dalla nascita, entrambi risultati negativi. Il neonato è rimasto in Rianimazione Pediatrica insieme alla madre con la quale non è mai venuto in contatto perché entrambi ricoverati in stanze di isolamento e il 16 aprile è stato trasferito nel reparto di neonatologia.
"Il decorso clinico della paziente - sottolinea la Direzione Generale degli Ospedali Riuniti di Ancona - si è caratterizzato da una prima fase di rapido peggioramento, che ha richiesto il passaggio dalla ventilazione assistita non invasiva all’intubazione tracheale con ventilazione meccanica e il parto cesareo in urgenza per evitare, al feto, ripercussioni dell’insufficienza respiratoria materna; in una seconda fase abbiamo assistito a una stazionaria criticità del quadro clinico, soprattutto respiratorio in quanto alla polmonite interstiziale da SARSCoV2 si è verosimilmente sovrapposto un processo infettivo di origine batterica, gestita in collaborazione con la SOD Malattie Infettive diretta dal dott. Marcello Tavio".
La gestione della ventilazione della donna è stata ottimizzata sul quadro clinico, valutando costantemente la risposta alle manovre e riadattando le impostazioni del ventilatore sulla base del monitoraggio. A periodi di miglioramento clinico si alternavano quadri peggiorativi.
"Nella terza fase - specifica la Direzione Generale -, la funzione respiratoria della paziente si mostrava progressivamente migliorativa con riduzione del supporto meccanico fino al 14 aprile, quando la paziente è stata estubata per iniziare immediatamente il trattamento fisioterapico e un supporto ventilatorio non invasivo".
Per il progressivo ulteriore miglioramento delle condizioni generali, nel pomeriggio di sabato 18 aprile la paziente ha lasciato la Rianimazione Pediatrica ed è stata trasferita, per il proseguimento delle cure, nel reparto COVID-3 dell’ospedale di Torrette, diretto dalla dottoressa Lina Zuccatosta. Il tampone eseguito il giorno stesso è risultato negativo così come un secondo, eseguito nel centro COVID-3.
Nel corso della seduta del C.O.C. Centro Operativo Comunale presieduto dal Sindaco Giuseppe Pezzanesi la ditta Gienne Antincendio di Tolentino ha donato alcune visiere paraschizzi (D.P.I. - dispositivi di protezione individuale COVID-19) che sono state subito messe a disposizione dei medici di base e pediatri della Città di Tolentino.
Erano presenti, oltre al Sindaco, Stefano Gobbi medico di base, l’Assessore alla Sicurezza Giovanni Gabrielli, il Comandante della Polizia Locale David Rocchetti e il Coordinatore del Gruppo comunale di Protezione Civile Venanzio Picotti con Mirco Bibini.
Il Sindaco Pezzanesi ha ringraziato la Gienne Antincendio per aver messo a disposizione gratuitamente questi importanti dispositivi di protezione individuale per i medici di base e i pediatri che si trovano in prima linea nel combattere il Coronavirus mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Non smetteremo mai di ringraziare e di essere grati ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e a tutti i volontari che ogni giorno, tra molte difficoltà, operano in campo sanitario, negli ospedali, per curare e per sostenere anche psicologicamente le persone contagiate che si trovano a vivere ed affrontare da soli il loro dramma e che trovano negli stessi medici e infermieri i loro unici interlocutori.
In relazione alla notizia che riporta le proiezioni dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle Regioni italiane (leggi qui l'articolo), circa le date possibili da cui si cominceranno ad azzerare i nuovi casi di positività al Coronavirus nelle diverse regioni italiane, gli studi interni dell’ente effettuati sui relativi dati evidenziano che il calcolo nazionale non risulta corretto per quanto riguarda la Regione Marche. In base alle previsioni effettuate si arriva per l’intera regione allo zero alternato dei casi tra il 25 e il 30 maggio, cioè un mese prima rispetto alle previsioni nazionali.
“Abbiamo tenuto in costante monitoraggio i dati – afferma il presidente Ceriscioli e questo ci consente di effettuare una stima abbastanza precisa e aderente alle dinamiche effettive della malattia nella nostra Regione. I numeri ci dicono che stiamo tendendo allo zero alternato dei positivi, già raggiunto ad Ascoli-Fermo, con velocità diverse, in relazione alle diverse intensità di contagio che si sono registrate nella nostra regione. Queste evidenze ci permetteranno di organizzare con molta precisione le riaperture, a partire dal 4 maggio, monitorano in modo particolare tutte le diverse situazioni. Ho già avuto modo di sottolineare che in nessun caso si potrà abbassare la guardia sulla sicurezza, soprattutto nei luoghi di lavoro, che dovranno garantirla nella massima misura”.
Lo studio regionale suddivide il territorio in tre distinte zone, in relazione all’intensità del contagio: l’area delle province di Ascoli-Piceno e Fermo, l’area Macerata-Ancona e l’area Pesaro-Urbino. L’analisi tiene conto inoltre del fatto che la numerosità dei tamponi ha subito forti variazioni: negli ultimi 5 giorni di marzo è stata effettuata una media di 605 tamponi al giorno; negli ultimi 5 giorni, tra il 16 e il 20 aprile, è stata effettuata una media di 1079 tamponi. Per questo motivo va ritenuta errata la valutazione basata solo sulla crescita dei casi Positivi gg/gg, in quanto l’indicatore più appropriato dovrebbe essere la probabilità di trovare un positivo in rapporto ai tamponi eseguiti.
Nello specifico, la probabilità di trovare un positivo sui tamponi fatti è negli ultimi 5 giorni dello 0,061 (il 6% sui tamponi eseguiti), mentre negli ultimi 5 giorni di marzo era dello 0,24 (il 24% nei tamponi eseguiti).
I dati registrati quotidianamente indicano che:
1)Le province di Ascoli Piceno e Fermo sono a crescita zero/alternato da qualche giorno. La Provincia di Ascoli Piceno è a zero casi da 3 giorni e ha una crescita mobile distribuita su 3 giorni dello 0,0%, la Provincia di Fermo ha toccato gli zero casi in modo alternato e ha una media di crescita di 2 casi al giorno.
2) Le province di Macerata e Ancona hanno una crescita strutturata dello 0,9%.
Ancona ha una media mobile dello 0,75% (ultimi 5 giorni), una media di 16 casi al giorno, con una probabilità di trovare un positivo dello 0,04 (negli ultimi 30 giorni il numero dei tamponi è raddoppiato).
Macerata ha una crescita di 9 casi al giorno con una media mobile dello 0,9%.
3) La provincia di Pesaro-Urbino ha una media negli ultimi 3 giorni di 18,6 casi al giorno, una mediana di 20 casi (valutazione ultima settimana), una crescita media (ultimi 5 giorni) dello 0,9% e una media mobile dello 0,8%. Pesaro Urbino è la provincia che ha registrato l’impatto maggiore, ma è anche la provincia che nell’ultimo mese ha registrato l’incremento maggiore del numero dei tamponi.
La stima della Regione Marche costruita con un modello previsionale e con l’inserimento nella valutazione del modello Marche (Data, incremento Tamponi al gg/gg, p positivi/tamponi, analisi comune/comune), basate su un corretto comportamento dei cittadini rispetto alle misure adottate, prevede:
1) Ascoli-Piceno e Fermo: hanno già raggiunto zero/alternato
2) Macerata: stima di zero/alternato 10-13 maggio
3) Ancona: stima di zero/alternato a metà 15-20 maggio
4) Pesaro-Urbino: stima di zero/alternato a metà 25-30 maggio.