Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa redatto dalla Direzione Generale di Ospedali Riuniti Ancona riguardo il volo notturno dell'eliambulanza:
"Mi meraviglia e stupisce che di un fatto tecnico-assistenziale se ne faccia argomento di “salotto” politico. Sono Aldo Salvi, Direttore del Dipartimento di Emergenza di Secondo livello delle Marche, il responsabile dell’aspetto clinico dell’operazione “volo notturno dell’Eliambulanza”.
Debbo fare alcune premesse fondamentali.
1. - l’avvio del volo notturno dell’elicottero era stato previsto per settembre, quando ancora la tornata elettorale era fissata per maggio
2. - un evento, per verificarsi deve essere avviato e ogni evento umano per raggiungere l’ottimale richiede tempo, quello che si chiama “addestramento”
3. - i tempi degli eventi umani non variano in funzione del governo politico, ma sono fortemente determinati da leggi fisiche.
Fatta questa premessa, doverosa per onestà intellettuale, l’avvio graduale dell’attività notturna dell’eliambulanza è fondamentale per una funzione così complessa. Nel volo notturno cambiano vari parametri assistenziali e di volo. E’ noto che il volo notturno è di maggior rischio per pazienti ed operatori e lo stress lavorativo è maggiore. Un avvio graduale con un numero limitato di interventi in aree sicure, è essenziale da una parte per ridurre lo stress e dall’altra per consentire di addestrarsi nelle procedure operative ed assistenziali specifiche, apprese “a terra”: qui più che in altri campi della medicina vale la regola che solo la pratica “rende perfetti”.
Riguardo poi l’utilità dell’eliambulanza notturna anche con attività “limitata”, ribadisco ancora una volta che l’elicottero non è un mezzo di trasporto veloce, ma uno strumento per portare operatori sanitari addestrati nel Dipartimento di Emergenza di secondo livello, direttamente sul luogo dell’evento. Questa è una funzione sempre valida così di giorno come di notte, della quale siamo garanti: è impegno precipuo del Dipartimento di Emergenza tutto, assicurare a bordo operatori massimamente addestrati ad attuare le procedure “salva vita” in ogni luogo e circostanza e fortemente motivati.
Sicuramente le cose cambieranno radicalmente quando sarà disponibile un maggior numero di elisuperfici autorizzate all’atterraggio notturno, sarà operativa la base HEMS di Torrette e saranno possibili operazioni NVIS (con visori notturni). Parliamo di 2-3 mesi ed allora, con operatori già addestrati alle usuali procedure, sarà tutto più semplice e realmente efficiente.
Vorrei infine precisare che il trasporto via terra nella pratica non è solo determinato dalla percorrenza, infatti nella maggior parte dei nostri ospedali avviene ricorrendo alla Pronta Disponibilità dei vari operatori coinvolti, fatto che può allungare di molto i tempi rispetto a un servizio “attivo” quale può essere l’eliambulanza".
Incidente al calare del sole, allertata l’eliambulanza, direzione Ospedale regionale di Torrette: nessun problema, dal 16 di settembre c’è il volo notturno del 118, in pratica “come avere Torrette sotto casa”, come sottolineò il Governatore uscente Luca Ceriscioli, il Deus Ex Machina della riforma sanitaria targata PD che ha chiuso Ospedali pensando di sostituirli con tanti Icaro in volo.
Ma a pochi giorni dai primi voli di notte ecco la sorpresa: è più veloce l’ambulanza su strada che l’elicottero in volo.
Il paradosso è stato fatto notare sul suo profilo Facebook dal candidato di Fratelli d’Italia Francesco Baldelli, Vice Presidente nazionale dell’ANCI, già Sindaco di Pergola e che da sempre si è contraddistinto per le sue battaglie in difesa della Sanità Pubblica, in regione e soprattutto nella sua provincia, Pesaro Urbino.
Difficile crederlo, ma in una recente riunione operativa dei tecnici del 118 regionale, si sono fatti due conti sui tempi di percorrenza, e si è concluso che i tempi di trasferimento di un paziente grave in volo notturno sono superiori rispetto a quelli tradizionali su strada con una normale ambulanza.
La base operativa per i voli notturni del 118 è stata individuata a Fabriano, da dove si alzerebbero gli elicotteri con personale medico a bordo per raggiungere le altre elisuperfici attrezzate che, per la nostra provincia, attualmente sono quelle di Camerino, San Severino e Macerata.
Ebbene, in base ai calcoli, il tempo impiegato per la pianificazione del volo, il decollo da Fabriano verso una delle tre elisuperfici attrezzate, la presa in carico del paziente sul mezzo, il volo verso l’Aeroporto di Falconara ed il trasferimento in ambulanza a Torrette, risulterebbe superiore rispetto ad un trasferimento diretto su strada direttamente dal luogo del soccorso.
Da Camerino in elicottero ci si impiega 90 minuti contro gli 84 dell’ambulanza tradizionale, da San Severino 88 contro 71, e da Macerata 81 contro addirittura 52: e tutto ciò in condizioni meteo ottimali e senza considerare il tempo impiegato da una barella all’altra e il trasferimento del paziente dentro e fuori l’elicottero.
Siamo di fronte all’ennesima follia della politica sulla Sanità Pubblica massacrata da un PD che ha saputo chiudere 13 Ospedali in regione, depotenziandone altrettanti, impoverendo altre strutture efficienti di servizi fondamentali specialmente nelle aree interne, avvantaggiando in ultima istanza la sanità privata.
E poi, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, la notizia degli sprechi su elisuperfici ed elicotteri attrezzati per il volo notturno più “lenti” di un’ambulanza e, soprattutto, che non potranno mai sostituire un vero Ospedale “sotto casa”.
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Un apparecchio radiologico portatile digitale, di ultima generazione, per eseguire esami radiografici domiciliari anche a pazienti sospetti o positivi per Covid: questa è la nuova strategia messa in campo dall’Area Vasta 3 per fronteggiare una possibile recrudescenza del Covid 19, nello specifico grazie all’Unità Operativa Complessa di Radiodiagnostica di Macerata diretta dal dottor Leonardo Costarelli.
Il progetto, supportato dal Direttore Generale Nadia Storti e dal Direttore Territoriale AV3 Giovanna Faccenda, nasce dalla consapevolezza che la decentralizzazione dell’assistenza, delle cure e delle diagnosi può essere una valida risposta ai bisogni dei cittadini.
In realtà la UOC di Radiodiagnostica dell’AV3 fornisce già da due anni, in via sperimentale, prestazioni di Radiologia domiciliare a persone affette da patologie croniche, fragili o non autosufficienti, ora l’avvento del Covid ha reso necessario rivedere i protocolli in modo da gestire a domicilio, e in condizioni di sicurezza per gli operatori, anche i pazienti sospetti o positivi per Covid, a supporto delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale).
Due tecnici sanitari di Radiologia Medica, adeguatamente protetti, avranno il contatto diretto con il paziente per l’esecuzione dell’esame, mentre per la diagnosi ci si avvarrà dell’esperienza dei Medici Radiologi dell’Ospedale di Macerata poiché il referto e le relative immagini saranno rapidamente disponibili per la gestione clinica del paziente, grazie al collegamento in Teleradiologia.
“E’ una metodologia di intervento sanitario integrata e unificata - sottolinea il dott. Massimo Mazzieri, Dirigente dell’Area Tecnica ASUR - che permette di mantenere alta la qualità delle prestazioni erogate grazie alla tecnologia utilizzata, riducendo nello stesso tempo oltre al numero di operatori sanitari esposti, i tempi legati allo spostamento dei pazienti e i costi connessi e, infine, diminuendo anche l’utilizzo dei mezzi di soccorso che potranno essere destinati così ad altri scopi”.
“Con l’intervento a domicilio - commenta il dott. Costarelli - effettuato su richiesta del Medico USCA o di Medicina Generale si evita che il paziente fragile o sospetto Covid, sia in fase di diagnosi che durante il decorso della malattia, acceda ad una struttura radiologica ospedaliera o territoriale per eseguire l’esame richiesto, riducendo in questo modo il disagio dello stesso paziente e minimizzando il rischio di contagio per tutti gli operatori coinvolti nel processo.
La giunta regionale riunita nella mattinata di ieri a palazzo Raffaello ha approvato il programma di attuazione dell’art. 29 del decreto legge 104/2020, che destina alle Marche la somma di 12.259.402 milioni per il recupero delle liste di attesa degli interventi chirurgici e delle prestazioni sanitarie, una cifra che si somma ai 5 milioni già stanziati dall’ente, per un totale di circa 17,5 milioni.
La delibera pianifica le attività di recupero degli interventi e delle visite, dando priorità alle urgenze, operando una suddivisione di prestazioni e di relativi budget tra Asur, Ospedali riuniti di Ancona, Marche Nord e Inrca.
Per quanto riguarda le attività di ricovero, i piani di potenziamento delle singole aziende, approvati oggi, prevedono un incremento complessivo di oltre 3.700 interventi chirurgici con classe di priorità A e B (ricovero rispettivamente entro 30 e 60 giorni). Saranno oltre 40 mila le visite e gli esami diagnostici recuperati, con classe di priorità B e D (rispettivamente Breve-prestazioni da eseguire entro 10 giorni e Differibile-prestazioni da eseguire entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli esami diagnostici).
Per il recupero delle liste di attesa il decreto consente di ricorrere a prestazioni aggiuntive per la dirigenza e per il comparto, con l’aumento della tariffa oraria, che viene fissata a 80 euro per la dirigenza (rispetto agli iniziali 60) e a 50 euro per il comparto.
Si stabilisce inoltre la possibilità di reclutare il personale attraverso assunzioni a tempo determinato o attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, anche in deroga ai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro.
È stata attivata in questi giorni presso gli Ospedali Riuniti di Ancona una nuova struttura Dipartimentale (SOSD) “Danno Epatico e Trapianti”, di cui è responsabile il Prof. Gianluca Svegliati Baroni, Professore Associato in Gastroenterologia dell’Università Politecnica delle Marche, per la gestione dei pazienti con epatopatia cronica o cirrosi epatica, patologie complesse che richiedono ormai percorsi ed attività dedicata.
La SOSD, in collaborazione con strutture storiche come la Clinica e la Divisione di Gastroenterologia, sarà punto di riferimento regionale ed extra-regionale per pazienti che dovranno essere gestiti con percorsi ben definiti per ogni fase della patologia epatica.
Conseguentemente verrà meglio sostenuta l’attività del Centro Trapianti del Prof. Marco Vivarelli che, nonostante le difficoltà legate al Covid-19, sta marciando a ritmi da record in questo 2020. Verranno, inoltre, migliorati i percorsi già in atto presso gli Ospedali Riuniti con le altre Unità Operative coinvolte nella cura di questi pazienti, e ne verranno creati di nuovi come la collaborazione con la Clinica Oncologica per la sempre più complessa ma efficace cura del carcinoma epatocellulare.
“Sono orgoglioso del fatto che la Direzione Generale mi abbia voluto affidare questo incarico, che mira unicamente a creare un percorso lineare, veloce, senza ostacoli per il paziente e per la famiglia che lo assiste” - ha affermato il Professor Svegliati Baroni, responsabile della SOSD. “Fino a 20 anni fa, non c’erano quasi terapie per le malattie di fegato, ora sono sempre più efficaci ma anche complesse e il paziente va seguito con un’attività dedicata senza mai dimenticare la collaborazione con il territorio per evitare il sovraffollamento degli ospedali. Quando possibile, il paziente deve essere seguito dal proprio domicilio”. Da sempre l’epatologia è attività di eccellenza presso l’Università Politecnica delle Marche e gli Ospedali Riuniti di Ancona, sede dal 2005 anche di un Centro Trapianti di Fegato importante nel Centro e Sud Italia. “Le malattie del fegato rappresentano uno dei principali problemi di salute pubblica, ed il nostro Paese, purtroppo, è ai primi posti mondiali per l’incidenza di cirrosi epatica e carcinoma epatocellulare" - ha proseguito Svegliati Baroni.
Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un drammatico cambiamento nell’epidemiologia delle malattie epatiche croniche, con il crollo delle forme virali da virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV) grazie alla presenza di efficaci terapie antivirali, che però oggi sono sostituite dalle forme metaboliche: “La steatosi epatica è malattia subdola che può interessare fino al 25% della popolazione generale e può progredire verso la cirrosi epatica nel 2-3% dei casi – afferma il Prof. Svegliati Baroni. Si calcola, addirittura, che oggi circa 200.000 italiani sarebbero affetti da cirrosi epatica, ma solo 1.000 di questi pazienti riescono a raggiungere realmente la guarigione attraverso il trapianto di fegato”.
Uno dei problemi principali per il paziente con una epatopatia avanzata infatti è quello di identificare una struttura di riferimento per essere inserito e seguito in un percorso e progetto di cura per tutte le complicanze della cirrosi epatica, fino possibilmente al trapianto di fegato. L’attività della nuova SOSD vuole fornire proprio questo, un aiuto concreto per il paziente nella gestione di una patologia lunga e complessa ma che può anche essere guarita e risolta.
"Sono state discusse diverse soluzioni in base alle problematiche che avevamo evidenziato, ora attendiamo che siano messe in atto". Nuovo incontro del sindaco Sandro Sborgia con la dottoressa Nadia Storti, direttrice generale Asur facente funzione Area Vasta3, questa volta all'ospedale di Camerino, dopo la riunione a Macerata della scorsa settimana.
Il primo cittadino della città ducale aveva richiesto un incontro urgente per evidenziare le problematiche del nosocomio camerte, in particolare quelle riguardanti una preoccupante carenza di organico che non permette di garantire come dovrebbe i servizi sanitari alla cittadinanza.
"Nel corso dell'incontro con la dottoressa Storti, che nei giorni scorsi ha preso informazioni dettagliate sull'intera situazione, la conversazione ha portato all’individuazione delle soluzioni necessarie. Dunque, ai due ortopedici che andranno via seguirà il reintegro di altri due, così come si cercherà di impiegare medici di medicina interna. È stata, anche, rivalutata la necessità di una nuova organizzazione della sala operatoria aumentando il suo utilizzo, il che determinerà una seduta in più. Lo stesso vale anche per il reparto di Chirurgia. Per quanto riguarda la Cardiologia, invece, si cercherà di sopperire alla mancanza di personale con l'assunzione, a tempo determinato, di specializzandi. Questo, però, a partire da novembre".
"Sono state, dunque, prospettate nuove possibilità di intervento. Ciò che è assolutamente necessario – continua Sborgia – è anche che si ragioni in termini di lungo periodo, quindi le soluzioni che saranno attuate dovranno essere pensate nell’ottica di sviluppo e crescita dei servizi sanitari che l’ospedale di Camerino è in grado di offrire. Chiaramente, da parte mia e nostra, resta l’impegno nel continuare a monitorare la situazione e tenere alta l'attenzione costantemente vista l'importanza del servizio offerto dall'ospedale di Camerino non solo per la città, ma per un'intera area interna".
"Prendo atto – conclude il sindaco Sandro Sborgia – della rinnovata volontà d’intervenire da parte della dottoressa Storti per cercare e trovare una soluzione. Attendiamo che quanto oggi è stato detto, diventi un fatto e sia messo in pratica. Continueremo comunque a vigilare sulle cause che hanno portato a inaspettati e volontari licenziamenti per capire le ragioni e trovare soluzioni”.
"Bisogna garantire ai cittadini delle aree interne lo stesso diritto alla salute e gli stessi livelli di assistenza assicurati ai cittadini di altre aree meno svantaggiate della regione. Per questo sollecitiamo la necessità di decisivi e risolutivi interventi finalizzati a risolvere la carenza di organico che da mesi si registra nell’ospedale di Camerino”.
Proprio per affrontare quest’ultima problematica il sindaco Sandro Sborgia, insieme all’assessore Stefano Sfascia, ha incontrato a Macerata la dottoressa Nadia Storti, direttrice generale dell’Asur Marche, attuale facente funzioni dell’Area Vasta 3, insieme al dottor Trobbiani del personale e alla direttrice sanitaria alla dottoressa Scaloni. Un incontro, richiesto dal primo cittadino della città ducale, per discutere delle problematiche relative al nosocomio e in particolare la necessità di capire le ragioni della mancanza di personale nei vari reparti di Cardiologia, Ortopedia, Anestesia-Rianimazione.
“Cardiologia ad oggi non garantisce il servizio h24 che pure era stato ripristinato prima dell’emergenza sanitaria – spiega Sborgia – Dirigenti medici assunti con contratto a tempo indeterminato nell’ottobre 2019 che hanno deciso, a distanza di pochi mesi, di optare per il licenziamento. Professionisti che operano all’interno dell’Ospedale da anni, conosciuti e apprezzati per le loro qualità umane e capacità professionali che chiedono e sollecitano il trasferimento ad altre sedi e tra loro anche chi aveva scelto la nostra città e il nostro territorio come luogo in cui vivere insieme ai familiari. Non è possibile che nel giro di un anno ben 7 cardiologi abbiano deciso di andare a prestare il proprio servizio altrove oppure il prepensionamento se non addirittura il licenziamento. Questa è una situazione che impone un’immediata e non più rimandabile riflessione per capire quali siano le cause che portano a scelte così drastiche e impedire che professionalità tanto ricercate e preziose vadano disperse.
L’ospedale di Camerino è fondamentale e strategico per l’intera zona montana. Nel periodo di massima emergenza ha assolto in maniera esemplare alla sua funzione di luogo in cui si salvano vite umane e questo grazie a tutti coloro che operano e hanno operato all’interno della struttura. Che con spirito di servizio e grande senso del dovere hanno affrontato una vicenda difficilissima che ancora oggi non appare affatto superata. Se da un lato la risoluzione della carenza di personale riguarda l’aspetto tecnico-amministrativo che la direzione generale deve necessariamente affrontare e che ha visto la dottoressa Storti particolarmente sensibile alle osservazioni sollevate, c’è un aspetto squisitamente politico che non può essere sottaciuto: da ogni parte si riconosce l’urgenza e la necessità, non ulteriormente rimandabile, di intervenire con politiche di sviluppo per le aree interne; di impedire lo spopolamento di questi territori; di procedere a una ricostruzione veloce di queste aree così gravemente colpite.
Ora se questo è vero, se questa è volontà comune delle forze politiche allora non si capisce come non si pensi ad assicurare quello che è il primo e fondamentale diritto del cittadino e cioè il diritto alla salute soprattutto di coloro che vivono questi luoghi. L’Ospedale è fondamentale per garantire che i nostri territori continuino ad essere abitati; è fondamentale per assicurare uno sviluppo delle aree svantaggiate; è fondamentale per assicurare e garantire ai cittadini il diritto alla salute. L’Ospedale di Camerino è stato in passato punto di riferimento per la grande qualità dei servizi offerti grazie a tutti quei professionisti che vi hanno operato e che hanno fatto grande questa realtà. Noi abbiamo il dovere di non disperdere questo patrimonio, semmai di valorizzarlo come non è stato fatto sino ad ora, soprattutto in un momento così drammatico per la storia di questo Paese. Lo hanno capito come sempre i cittadini con le loro grandi manifestazioni di generosità attraverso le donazioni fatte. Grazie a loro oggi il nostro ospedale può vantare strumentazioni di grande qualità che ne fanno uno degli Ospedali più all’avanguardia dell’intera Regione. Lo ha ricordato il Vescovo della Città in occasione della recente inaugurazione della TAC: “Abbiamo le Ferrari ora servono piloti” quindi servono risposte” conclude il sindaco Sborgia.
Da oggi in tutta Italia è abolito il pagamento del superticket di 10 euro: la quota fissa sulla ricetta per prestazioni specialistiche ed esami.
Nella Regione Marche era già prevista, dal 1 giugno 2019, l’esenzione dal pagamento per gli assistiti cosiddetti “fragili”, cioè con un nucleo familiare che non raggiungesse 10 mila euro.
Ora l’abolizione diviene valida per tutti i cittadini, in base alle previsioni della legge di bilancio 2020, che la prevede a decorrere da oggi, 1 settembre 2020, “per perseguire una maggiore equità nell’accesso alle prestazioni sanitarie e superare il sistema eterogeneo determinatosi a livello regionale”.
"È una battaglia vinta. Perché la salute viene prima di tutto. Oggi è davvero un buongiorno". Così il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato l'entrata in vigore del provvedimento.
"Ogni volta - ha aggiunto il ministro - che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore oggi".
Tutti a cena Da Nialtri per aiutare il Salesi: servono fondi per acquistare una centrale dei monitorGiovedì 3 settembre si terrà la 4° Giornata della Solidarietà: anche quest’anno Alberto Vignoli, titolare del ristorante “Da Nialtri”, ha deciso di stare vicino a chi soffre e si è messo a disposizione per il Progetto Salesi 2020.
L’obiettivo della cena nel locale di Marina di Montemarciano è raccogliere fondi per acquistare una centrale per la gestione dei 4 monitor donati nella scorsa edizione e utilizzati per il monitoraggio dei parametri vitali dei piccoli pazienti, assistiti dal Dipartimento di Oncoematologia pediatrica del Salesi, una realtà molto importante per la cura dei piccoli colpiti da neoplasie.
Il ristorante “Da Nialtri” devolverà l’intero incasso del primo piatto “Attraversata di Mare” all'associazione "Contro il cancro con amore” con sede a Roma per procedere all’acquisto della centrale. Al progetto parteciperà il gruppo “Le nostre mani scaldano i bimbi” con la vendita di copertine fatte a mano da donne di tutta Italia donandole per vari progetti e supportato dall’associazione “Mam Beyond Borders”.
Dato il notevole costo del dispositivo sanitario, nel caso in cui non fosse raggiunto il valore necessario all’acquisto, l’incasso sarà depositato presso l’associazione “Contro il cancro con amore” e sommato ad altri eventi che verranno organizzati.
Per chiunque voglia contribuire lo può fare attraverso l'IBAN: IT29N0760103200000035995000, Causale: Progetto Salesi 2020.
Per prenotazioni al ristorante Da Nialtri, in via Lungomare 121 a Marina di Montemarciano: 335.1449702
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Prenderanno il via lunedì 24 agosto i lavori di realizzazione della nuova elisuperficie a Fiastra.
Si tratta di un'importante innovazione che permetterà un più agevole atterraggio dell'eliambulanza che troppo spesso interviene nel territorio Fiastrano interessato da un notevolissimo afflusso turistico, specie nel periodo estivo.
Già solo negli ultimi giorni molteplici sono stati gli atterraggi in loco, per lo più all'interno del campo sportivo, per consentire il trasbordo dei feriti dall'ambulanza all'elicottero e permettere il trasferimento alla volta di Ancona.
L'area, già precedentemente individuata, è situata tra San Lorenzo e l'area Sae di Cerreto di Acquacanina e vedrà sorgere un' elisuperficie abilitata anche al volo notturno con le più moderne strumentazioni.
Visto l'elevato interesse riposto nella struttura altamente strategica per il servizio di soccorso, il Comune ha già aggiudicato l'appalto per i lavori che, come detto, potrebbero prendere il via già dalla prossima settimana.
Un'importante soluzione che permetterà un migliore servizio ai moltissimi vacanzieri che affollano le rive del lago di Fiastra e per tutti quanti percorrano le tortuose strade limitrofe.
Grazie all'amicizia di lungo corso con il direttore Guido Picchio, la Redazione di Picchio News ha nuovamente raggiunto l’accademico napoletano di fama mondiale, il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e rappresentante del Ministero dell'Ambiente italiano.
Al professor Giordano, che in questi giorni si trova nella sua Napoli, abbiamo chiesto di illustrarci l'evoluzione dell’emergenza Covid-19 in Italia e negli Stati Uniti, vista la recente risalita della curva dei contagi nel nostro Paese.
1) Prof. Giordano, Lei che vive tra America e Italia come considera l’approccio nei due diversi Stati?
Il nuovo coronavirus che da Wuhan ha originato la pandemia ha trovato l’intero mondo impreparato. La malattia Covid-19 si è ingannevolmente presentata come una banale influenza. Oggi, purtroppo, sappiamo che Sars-CoV-2 è tutt’altro che una semplice influenza. Parlare a posteriori di eventuali errori è semplice, chiudere tutto, far crollare l’economia globale non è stata e non e’ una scelta facile per nessuno.
Facendo la spola tra Stati Uniti ed Italia ho vissuto due diverse realtà e da subito, da quando cioè la situazione in Italia ha cominciato a precipitare, ho adempiuto ai miei doveri da cittadino, rispettando il contenimento sociale, e da scienziato cominciando studiare le caratteristiche di questo nuovo virus.
Come più volte ho ripetuto in questi mesi, per contrastare il virus c’è bisogno di un approccio globale e unitario, la frammentazione tra i vari Stati, probabilmente, sta rallentando la risoluzione del problema che è imprescindibile dalle misure che adotteranno i governi, ma, anche e, soprattutto dal comportamento della popolazione. Bisogna riprendere a vivere ma con cautela, ricordando che non ne siamo ancora usciti.
2) Non ne siamo ancora usciti, doveroso chiederle cosa ne pensa di Sputnik, il vaccino russo?
Per alcuni giorni Sputinik è stato al centro dell’attenzione mondiale. Personalmente, invito tutti alla cautela e a non cantare vittoria. Per dimostrare la totale efficacia e sicurezza di un qualsiasi prodotto medicinale sono necessari gli studi di fase 3 che prevedono: confronti tra soggetti a cui e’ stato somministrato il vaccino e soggetti a cui, invece e’ stato somministrato un placebo e la suddivisione dei soggetti trattati in maniera randomizzata e quelli trattati in maniera casuale.
In Russia, invece, sono stati trattati 76 soggetti (tra cui una delle figlie di Putin) e pare sia stata saltata la fase 3. Ad oggi, nel resto del mondo, sono in via di sperimentazione circa 200 approcci vaccinali, 4 di essi sono in fase avanzata e ogni step è ben documentato!
3) Che ruolo ha avuto l’inquinamento secondo lei nel caso del covid 19?
La maggior parte delle malattie croniche, incluso il cancro, oggi possono essere associate ad un’origine ambientale, correlate a stili di vita errati e all’esposizione ad inquinanti ambientali. Soffermandoci sulla pandemia possiamo dire che un alto tasso di inquinamento dell’aria può aver contribuito come fattore peggiorativo. L’inquinamento potrebbe essere uno dei co-fattori che, plausibilmente, aggrava la severità dell’impatto di una pandemia che attacca il sistema respiratorio.
Ma per “ambientale” non bisogna solo intendere le esposizioni ad eventuali inquinanti chimici, fisici e biologici, ma anche fattori psicologici. Bisogna considerare vari aspetti dei pazienti oncologici: la loro malattia li obbliga ad affrontare eventi traumatici, per cui è importante, in questo momento, gestire la doppia fatica di questi malati che devono affrontare sia l’ansia della loro specifica patologia e l’ansia della pandemia.
5) Cancro e ambiente sono i suoi interessi principali. Ci parli dei suoi attuali progetti.
La mia attività di ricerca, da quando nel 1993, ho individuato e clonato il gene oncosoppressore RBL2/p130, si è focalizzata sullo studio dei meccanismi di deregolazione del ciclo cellulare nel cancro. Ma oggi è ben noto che il tumore è una patologia multifattoriale e che tra le varie cause dello sviluppo c’è anche l’esposizione ad inquinanti ambientali.
Mi occupo di studiare precise alterazioni molecolari al fine di identificare nuove strategie terapeutiche per il mesotelioma ed il tumore al polmone, la cui eziologia è correlata all’esposizione ad inquinanti ambientali.
Contestualmente, da anni, mi interesso alla situazione campana, meglio nota come “Terra dei Fuochi”, incoraggiando studi di biomonitoraggio, per incentivare attività di bonifica e provare a far ridurre l’incidenza di svariate patologie.
Ancora, valuto le potenzialità benefiche di alcuni alimenti che possono apportare benefici in termini di prevenzione e di miglior efficacia di trattamenti chemioterapici. Infine, mi sto dedicando attivamente allo studio del nuovo virus Sars-Cov 2. Tutti questi studi sono solo apparentemente scollegati tra loro, ma il fine ultimo e comune è di migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre l’insorgenza di patologie severe.
6) Professore, come mai la ricerca è così differente tra Italia e Stati Uniti, tanto da essere spesso causa della cosiddetta “fuga dei cervelli”?
Coordino vari gruppi di ricerca sia in Italia che in America; i ricercatori italiani sono costantemente in contatto con i colleghi americani. L’America ha capito l’importanza della ricerca, facilita il lavoro dei giovani ricercatori di tutto il mondo per cui molti stranieri, tra cui quelli italiani per poter svolgere velocemente e in modo competitivo la loro passione spesso sono costretti a “fuggire”.
Sforzandoci di trovare un aspetto positivo della pandemia, forse l’unico è che finalmente il mondo intero ha compreso a pieno il fondamentale ruolo della ricerca scientifica. Speriamo che anche in Italia vengano riconosciute queste importantissime figure professionali.
Nasce l'Ambulatorio Area 3, un innovativo servizio che si rivolge gratuitamente, in completo anonimato e senza bisogno di impegnativa, ai giovani fino ai 25 anni in ambito di dipendenze e abusi.
Il nome del servizio “Area 3” richiama quello dell’Area Vasta 3, ma fa anche riferimento a 3 ambulatori dislocati nelle città di Macerata, Camerino e Civitanova Marche, situati in uno spazio vicino, ma diverso, da quello dei Servizi per le Dipendenze.
Qui sarà possibile confrontarsi con medici, psicologi e assistenti sociali su problematiche inerenti alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo, ma anche relative all’uso ossessivo di smartphone, web e tecnologie.
In particolare Area 3 si propone di offrire aiuto per problemi emergenti, spesso poco conosciuti, come hikikomori (autoisolamento sociale), nomofobia (paura di rimanere sconnessi), vamping (abuso di tecnologia nelle ore notturne), dipendenza da social network, da videogiochi, da porno o da shopping online.
L’ambulatorio Area 3 va ad ampliare un Servizio che il Dipartimento Dipendenze Patologiche offriva già ai minorenni, volendo ora creare un luogo più attento e più accogliente che offra un dialogo con adolescenti e giovani fino ai 25 anni, in quanto maggiormente esposti ai nuovi stili di vita digitali.
Il personale è a disposizione per aiutare i ragazzi o i loro familiari a riconoscere i comportamenti a rischio e fornendo loro supporto, precoce e specifico, indirizzando eventualmente anche alle altre realtà del territorio più adatte alla problematica riportata: importante quindi la collaborazione con Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera scelta, Neuropischiatri Infantili, Istituti Scolastici, enti locali e associazionismo.
Si può accedere al servizio inviando un messaggio whatsapp al numero 370.3657199, oppure scrivendo una mail all’indirizzo ambulatorioarea3@gmail.com.
L’iniziativa, resa possibile dalla Regione Marche con DGR n. 1625/2018, nasce grazie al Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area Vasta 3 in sinergica collaborazione con gli Ambiti Territoriali Sociali 16 17 18 (tramite anche gli sportelli del progetto “family point”) e con l’associazione GLATAD Onlus di Tolentino. Referenti scientifici del progetto sono il Direttore del DDP, Dr. Gianni Giuli e il Coordinatore degli Ambiti Territoriali Sociali 16 17 e 18, Dr. Valerio Valeriani.
Referenti degli ambulatori sono la Dr.ssa Tania Colotti per Macerata, la Dr.ssa Elisabetta Di Marco per Camerino e la Dr.ssa Maria Francesca Falleroni per Civitanova Marche. La Dr.ssa Maria Assunta Evangelista è referente dell’intero progetto.
Dopo il periodo Covid caratterizzato dalla cura e guarigione dei pazienti positivi al Covid dimessi dagli ospedali pubblici, la Residenza Anni Azzurri “Valdaso” di Campofilone apre i battenti per quelle che sono le sue attività caratteristiche e per cui è sorta: ospitare e assistere anziani non autosufficienti, anche per ricoveri temporanei di sollievo e per le demenze (in un’ala della struttura dedicata alla RSA Anni Azzurri) e occuparsi di percorsi di riabilitazione (in un’altra ala della struttura che ospita la Clinica Santo Stefano).
Ora, dunque, con questa apertura, si amplia l'offerta assistenziale e di cura del territorio con tante famiglie che potranno trovare vicino casa i servizi di cui necessitano, anziché doversi spostare.
Già iniziati i primi ricoveri, nello specifico, di anziani in RSA e anziani nel nucleo Alzheimer, di persone con gravissime disabilità, comi prolungati e gravi insufficienze respiratorie, e di pazienti in riabilitazione intensiva.
“Nel periodo contraddistinto dai ricoveri di pazienti positivi al Covid, condotto in stretto raccordo e collaborazione con ASUR e l’Area Vasta 4 di riferimento, in cui siamo arrivati ad avere in cura fino a 80 pazienti Covid – dice la Direzione – abbiamo maturato un’esperienza tale da costituire per noi un valore aggiunto per conferire ancor più qualità e sicurezza ai nostri percorsi di cura”.
“Ora possiamo iniziare a fare quello che è il nostro mestiere - continua la Direzione - certo, l’apertura sarà necessariamente progressiva e ponderata, in condizioni di massima sicurezza, nella più rigorosa ottemperanza di tutte le procedure e le indicazioni ministeriali e regionali con percorsi protetti e condivisi con Asur, Area Vasta, Distretti Sanitari e Dipartimenti di Prevenzione con cui si opera in stretto raccordo”.
Nello specifico, lo ricordiamo, la struttura a pieno regime ospiterà 100 posti letto di cui 68 di Rsa dedicata agli anziani e con un nucleo Alzheimer, 12 posti letto dedicati alla riabilitazione intensiva extraospedaliera e 20, come detto, alle persone con gravissime disabilità, comi prolungati e gravi insufficienze respiratorie.
Come l’Azienda aveva anticipato lo scorso 15 luglio, il trasferimento provvisorio di Icaro 01 presso la base di Fabriano è avvenuto per un periodo breve , limitato a 15 giorni; dall’inizio della prossima settimana stazionerà presso l’Aeroporto di Falconara.
Il tempo intercorso è stato necessario per perfezionare i tanti adempimenti necessari a rendere possibile l’operazione come acquisizione di spazi idonei da Aerdorica in sub concessione, predisposizione allacci energia elettrica e fonia, c) valutazione rischi da interferenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, il reperimento arredi idonei a mantenere in efficienza attrezzature e farmaci e la formazione operatori rispetto alle norme di sicurezza e di accesso negli aeroporti. Si rappresenta che la soluzione adottata ha carattere di provvisorietà in funzione dei lavori di consolidamento della base HEMS di Torrette che, in questi quindici giorni, si sono rapidamente portate avanti nel rispetto del cronoprogramma originariamente fissato.
Ma è di queste ore la comunicazione che il servizio antincendio delle basi elisoccorso di Ancona e Fabriano è stata affidata, tramite trattativa privata, ad una nuova ditta siciliana, che da domani 1 agosto, diventerà operativa lasciando nella più totale incertezza gli attuali 8 operatori della GSA e le loro rispettive famiglie.
Con la firma del nuovo appalto, la ditta Babcock, aggiudicatrice della gara indetta dalla Regione Marche, oltre alle 2 eliambulanze, come di consuetudine , è tenuta a fornire anche il servizio antincendio, ma stavolta, invece che riconfermare la GSA che dai primi anni del 2000 opera nelle 2 basi, ha deciso di affidare il servizio alla Elisicilia.
“Nonostante l’assoluta equivalenza delle offerte economice proposte da GSA ed Elisicilia, la Babcock ha optato per quest’ultima per ragioni che riteniamo incomprensibili - dichiarano gli operatori antincendio fino ad oggi operativi nelle 2 basi- Dopo quasi vent’anni di inappuntabile servizio col personale tecnico e sanitario dell’elisoccorso marchigiano, ci troviamo sbattuti fuori senza una valida motivazione. Sappiamo di godere della stima di quanti hanno lavorato qui, sappiamo (o per lo meno così ci hanno detto) che la committente della gara ha chiesto a Babcock di riconfermarci per la fiducia che in tutti questi anni abbiamo saputo guadagnarci.”
“Non abbiamo mai fatto mancare la nostra collaborazione a quanti condividono il servizio di elisoccorso, in ogni situazione potevano contare sul nostro supporto, siamo stati qui oltre l’orario di servizio con pioggia, neve o vento per aiutare chiunque ne avesse bisogno - continua il comuniciato - non ci siamo tirati indietro in un periodo difficile come quello della pandemia Covid- 19, e ora, stentiamo a credere che da stasera non faremo più parte di quella che per noi ormai era una grande famiglia”
“Sappiamo solo che da domani non saremo più in servizio, abbiamo davanti un futuro incerto: non ci è dato sapere al momento se saremo licenziati, trasferiti chissà dove o se la nuova ditta abbia intenzione o meno di assorbirci - concludono - Abbiamo tutti affetti, figli, famiglia, mutui da pagare e quest’incertezza ci procura più di una preoccupazione, non si pùò giocare così col futuro delle persone".
Nei giorni scorsi a Tolentino si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i vertici dell’Asur 3 Maccioni e Sopranzi, l’ing. Mosciatti, il sindaco Pezzanesi, il Presidente dell’Assm Gobbi, i familiari e i pazienti del reparto dialisi dell’ospedale di Tolentino, la rappresentante dell’associazioni dei malati.
L’incontro era stato convocato per decidere le possibili e migliori soluzioni da adottare nel periodo di tempo durante il quale sarà abbattuto e ricostruito l’edificio che ospita l’ospedale cittadino, per tutti i reparti e in particolare per il reparto di dialisi.
Diverse le soluzioni prospettate in seguito alle quali 16 persone hanno deciso di spostarsi temporaneamente all’ospedale di Camerino con un centro di assistenza limitato, mentre altri 30 pazienti hanno deciso di rimanere a Tolentino, nessuna opzione per Macerata.
Il Direttore Maccioni, anche a nome della responsabile regionale dott.ssa Storti, ha confermato la centralità per il servizio dialisi della struttura di Tolentino e pertanto insieme al Sindaco Pezzanesi, oltre alla soluzione, già prospettata, dei container che comunque ospiteranno poliamabulatori e altri servizi sanitari erogati dall’Asur, sta valutando l’ipotesi di affittare anche dei locali liberi, proprio di fronte l’ospedale, di circa 700 metri quadri, posti al piano terra che potrebbero essere la sede ideale del reparto dialisi.
"Insieme ai vertici dell’Asur – comunica il Sindaco Giuseppe Pezzanesi – valuteremo tutte le soluzioni possibili e in particolare le strutture fisse per offrire il massimo confort a chi necessita di dialisi e a chi comunque deve servirsi dei poliambulatori. Personalmente e a nome dell’Amministrazione comunale, ringrazio il dott. Maccioni per il lavoro svolto in questi anni insieme, che ci ha visto sempre concordi nell’interesse della collettività. Grazie all’impegno costante, possiamo annunciare l’inizio, per maggio 2021, dei lavori che ci consentiranno di avere un nuovo ospedale, con una spesa di 15 milioni di euro".
"Voglio anche ringraziare l’Asur – continua il Sindaco – per averci messo a disposizione l’area frontaliera dell’ospedale che ci è stata concessa per costruire una nuova sede della Casa di Riposo capace di accogliere 80/100 ospiti".
"Questo è il nostro modo di lavorare – ha concluso Pezzanesi - cercare il massino risultato in piena concordia. Ovviamente ci preoccupiamo per i disagi che ci saranno, ne siamo consci e cercheremo di attutirli, a tutti i livelli, dalla diagnostica, alle prestazioni ambulatoriali, al reparto delle ferire complesse, alla dialisi e all’importantissimo punto di pronto intervento. Ringraziamo il personale medico, infermieristico e di supporto del nostro ospedale e di tutti gli ospedali in generale che ha operato e opera con grande professionalità e spirito di sacrificio".
Anche quest’anno il Gruppo Medico Associati Fisiomed manterrà aperte e in piena attività nel mese di agosto tutte le sue sedi, vale a dire i centri di Sforzacosta, Tolentino, Corridonia e Civitanova. Ovunque verranno garantiti i regolari e abituali, oltre che assai utilizzati, servizi sanitari.
Associati Fisiomed vuol così ribadire l’impegno e il ruolo assunti da anni nel territorio maceratese nell’ambito della protezione della salute, una realtà di sanità privata davvero vicina alle esigenze dei cittadini.
Associati Fisiomed, va ricordato, non aveva mai interrotto la sua attività anche nel periodo più critico della pandemia, fornendo prestazioni fondamentali per molti pazienti, nonché risposte sempre veloci a chi ne aveva bisogno. Adesso gli stessi medici di medicina generale e gli specialisti di fiducia, conoscendo la possibilità di poter utilizzare al bisogno tutti i centri medici del gruppo Associati Fisiomed nel mese di agosto, si possono sentire più tranquilli e sicuri per la salute dei loro assistiti.
Insomma è agosto e tempo di ferie/vacanze per molti ma non per Fisiomed e le aperture dei suoi centri, infine, risulteranno come un bel vantaggio infine per i turisti. In caso di necessità potranno contare sulla piena disponibilità delle strutture del gruppo, delle nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, superando le eventuali difficoltà nel periodo del servizio sanitario nazionale.
Tutte le sedi del Gruppo medico Associati Fisiomed rimangono aperti tutto il mese di agosto con i seguenti orari:
- Centro medico Associati Fisiomed – sede Sforzacosta: Lunedi – Venerdi 08.00 – 21.00; Sabato 07.00 – 20.00
- Fisiomed Corridonia – sede Corridonia: Lunedi – Venerdi 08.00 – 20.00
- Fisiomed Civitanova – Ricerche Cliniche – sede Civitanova Marche: Lunedi – Venerdi 07.45 – 19. Sabato 07.45 – 13.00
- Fisiomed Tolentino – Centro medico Palazzo Europa: Lunedi – Venerdi 08.30 – 13.00 16.00 – 19.00. Sabato 08.30 – 10.00
Il "Trust per la vita Carla Pepi", fondo sostenuto prioritariamente dal Banco Marchigiano-Credito Cooperativo, ha donato l'intero sistema di accettazione per il nuovo reparto di allergologia dell'ospedale di Civitanova.
Un sistema di ultima generazione che consentirà al nuovo reparto, che verrà inaugurato mercoledì, di gestire con elevati standard di efficienza e funzionalità il servizio di accettazione, code, attesa e smistamento dei pazienti nei vari ambulatori interni.
"Davvero un sistema che consente un'implementazione notevole dell'accoglienza in reparto e della gestione dei pazienti", dice Stefano Torresi, presidente dell'Associazione "Noi allergici Odv", di recentissima costituzione, nel giugno dello scorso anno, e che svolge un'attività preziosa sul territorio, sia in termini di informazione e sensibilizzazione, che in termini di supporto a chi ha bisogno di accedere a determinate cure e assistenza.
"D'altronde il reparto di allergologia di Civitanova guidato dal dottor Stefano Pucci - continua Torresi - è davvero un'eccellenza a livello nazionale per quanto riguarda gli standard qualitativi dei percorso di cura e dei professionisti sia per quanto concerne l'elevatissima numerosità di soggetti per i quali è diventato un punto di riferimento, sia nelle Marche che fuori regione".
"Ci siamo e ci saremo sempre a supporto del territorio - dice Sandro Palombini, Presidente del Trust e del Banco Marchigiano - in modo particolare per iniziative di questo genere che vanno a implementare un servizio così prezioso per la salute dei cittadini. Il Trust è nato proprio per questo".
Un intervento al cervello da sveglia, su una 14enne affiancata dalla madre in sala operatoria per un supporto psicologico, durante l'asportazione di un'area interessata da una lesione all'origine di crisi epilettiche. È un'operazione raramente usata in ambito pediatrico, una delle prime in Italia, quella eseguita oggi - durata in tutto circa 5 ore - con esito positivo, nel blocco operatorio dell'ospedale "Salesi-Ospedali Riuniti di Ancona".
In campo un'equipe multidisciplinare (neurochirurgica, anestesiologica, neuroradiologica, neurologica, neurofisiologica, psicologica) che, in parte, ha lavorato in fase preoperatoria per preparare mamma e figlia ad affrontare la procedura e, in parte, in fase intraoperatoria col supporto di tecnologie avanzate per definire l'area del cervello in questione e sorvegliare le funzioni neurologiche della giovane durante la resezione della lesione epilettogena. La chirurgia da svegli consente di individuare meglio l'area da asportare e minimizzare i rischi di complicazioni funzionali.
(Fonte Ansa)
Il Commissario straordinario dell'Usl Umbria1 Gilberto Gentili, tramite apposita delibera, ha nominato il dottor Alessandro Maccioni come nuovo Direttore Amministrativo Aziendale, a partire dal prossimo 31 luglio.
La nomina, in ogni caso, è subordinata all'accettazione dell'incarico da parte dello stesso Maccioni, attuale direttore dell'Area Vasta 3 dell'Asur Marche.
Infatti, visto il commissariamento delle Aziende Sanitarie Regionali umbre, è stato consentito ai Commissari Straordinari delle Aziende medesime di poter attingere agli Elenchi dei soggetti idonei alla nomina di Direttore Amministrativo e di Direttore Sanitario delle Aziende Sanitarie delle altre Regioni.
L'incarico, in caso di ok da parte dell'interessato, avrà durata sino ai sessanta giorni successivi alla scadenza dell’incarico del Commissario Straordinario Gilberto Gentili, ovvero sino al febbraio del 2021.
Aggiornamento:
Alessandro Maccioni ha accettato l'incarico e si è dimesso dal ruolo di direttore sanitario dell'Area Vasta 3. Dal primo agosto lascerà dunque Macerata per trasferirsi in Umbria.
L'Area Vasta, su delega del Direttore Generale ASUR Nadia Storti e tramite attivazione della gara Consip, ha acquistato 4 Ecografi mod. Vivid E80 di produzione GE, destinati al reparto di Cardiologia degli ospedali di Macerata e Civitanova, e ai Distretti di Macerata e Tolentino; e 1 Ecografo mod. Voluson E6 di produzione GE destinato al reparto di Ginecologia di Macerata, per una spesa complessiva di circa 34mila euro.
Tali acquisizioni, in linea con la programmazione degli investimenti dell’AV3 predisposta dal Direttore Alessandro Maccioni, sono destinate al rinnovo e al potenziamento della dotazione tecnologica delle richiamate strutture sanitarie, consentendo un notevole innalzamento della qualità delle prestazioni erogate sia in ambito cardiologico che ginecologico.
Con la medesima delega inoltre l’Area Vasta 3 è in attesa dell’attivazione da parte di CONSIP del Lotto relativo agli ecotomografi per uso internistico, che consentirà l’acquisizione di ulteriori 9 Ecotomografi multidisciplinari da destinare alle varie sedi dell’AV3, sia in ambito ospedaliero che distrettuale, per un investimento previsto pari 540mila euro.