Si terranno tra domani e venerdì le Assemblee con i sindaci delle cinque Aree Vaste delle Marche per la presentazione e la discussione della bozza definitiva del Pnrr relativo alla sanità marchigiana. Domani, 10 febbraio, alle 13:30 sarà la volta dell'Av2 della provincia di Ancona, a seguire l'Av3 di Macerata e l'Av1 della provincia di Pesaro Urbino.
Nella giornata di venerdì invece gli incontri con l'Av4 di Fermo e l'Av5 di Ascoli. "Il Piano è pronto - ha detto l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - ma vogliamo ulteriormente condividerlo con i territori prima della approvazione definitiva. Gli investimenti da fare sono importanti e vanno utilizzati per andare incontro alle esigenze reali dei cittadini, per cui le osservazioni degli enti locali sono fondamentali".
Le assemblee, programmate per giovedì scorso, sono state rinviate per esigenze programmatiche e istituzionali legate alla pandemia. Nei prossimi giorni la bozza verrà presentata anche alle parti sociali, agli ordini professionali e ai comitati dei cittadini.
La Missione 6 Salute del Pnrr si articola in due componenti: reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale, e poi innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. Allo stato attuale per la componente 1 sono previsti stanziamenti per quasi 43 milioni per la realizzazione di 29 Case di Comunità, 23 milioni per 9 Ospedali di Comunità e quasi 2,6 milioni per 15 Centrali Operative Territoriali.
I Piani Operativi Regionali vanno perfezionati entro il 28 febbraio con le relative Schede di Intervento. "Siamo perfettamente nei tempi previsti - conclude Saltamartini - abbiamo dovuto apportare delle minime variazioni per via delle richieste avanzate solo in questi giorni dal Ministero". La bozza del Pnrr Sanità infine verrà discussa in Consiglio Regionale per il confronto con le opposizioni prima della approvazione definitiva in Giunta.
Le mancate riforme e revisioni dei modelli sanitari attesi da anni e richiesti a gran voce negli ultimi due hanno solo reso più evidente il profondo stato di confusione in cui riversa il Ministero della Salute in Italia. Segno di un’emergenza pandemica gestita in maniera fallimentare.
Dal Piemonte alla Calabria mancano 17 mila medici e 350 mila infermieri per raggiungere gli standard fissati a livello europeo dall’Ocse, per cui servirebbero almeno 8,8 infermieri ogni mille abitanti. L’Italia invece si ferma a 5,6. Di più: la carenza del comparto infermieristico – il più sfruttato durante l’emergenza, oltre che il più vessato dal punto di vista stipendiale (previsti entro febbraio tagli fino a 500 euro) – non è stato nemmeno compensato dai cosiddetti rinforzi arrivati durante la prima ondata di contagi.
Il motivo? Troppe assunzioni a tempo determinato: delle 83.180 figure iniziali solo 17.151 sono state stabilizzate a livello contrattuale, di cui 8,7 mila nuovi infermieri. Tutti gli altri hanno lasciato la trincea all’alba della variante Omicron.
PER FARE CHIAREZZA
Gli ultimi dati aggiornati da Istat nel 2019 rendono conto di 603.856 operatori sanitari, e circa 330 mila OSS. Ma ad oggi il primo dato sembra essersi sensibilmente ridimensionato (fra decessi, abbandoni e sospensioni), così come il secondo del quale però non vi è alcun Albo di riferimento per essere appurato ufficialmente.
L’ASUR Marche contava nel 2019 circa 13.795 dipendenti così distribuiti: 2.176 (Area Vasta 1), 4.084 (Area Vasta 2), 3.403 (Area Vasta 3), 1.651 (Area Vasta 4), 2.481 (Area Vasta 5).* A questi vanno aggiunti i 1.411 operatori sanitari reclutati durante l’emergenza Covid, di cui 1.246 precari fra medici (292), infermieri (601) e altro personale (353). Stabilizzati solo 165.
Inoltre, tanto per la categoria medici/infermieri quanto per gli operatori socio sanitari non è consultabile alcun Elenco Regionale di iscrizione, per il quale solo un anno fa è stata presentata una proposta di legge (n 32 del 4 marzo 2021) rimasta ferma.
QUINDI?
Chi pensa che i 20 mld del PNRR destinati alla Salute in Italia (ad oggi 15,63 accertati in via ufficiale) riusciranno a tamponare in maniera significativa le varie criticità, dovrà ricredersi. Solo la metà dei fondi, infatti, verrà utilizzata per realizzare 1.288 case di comunità, 602 centrali operative territoriali per l’assistenza domiciliare e 381 ospedali di comunità per le cure di lunga degenza. Il resto verrà dirottato su digitalizzazione, innovazione e ricerca.
Risultato? Per evitare che le strutture restino vuote sarà necessario entro 5 anni assumere almeno 30.485 infermieri, ma senza sapere quali soldi verranno impiegati per la loro formazione – dato che il Ministero della Salute non dispone delle risorse necessarie.
Di conseguenza il debito italiano rispetto al PNRR vedrà aumentare i propri oneri, dato che solo per il personale sanitario neo assunto bisognerà in qualche modo garantire le retribuzioni. In mancanza di riforme radicali l’orizzonte dei nuovi tagli alla sanità appare inevitabile, con conseguente nuova carenza di medici e infermieri.
Inoltre, bisogna tenere conto del 28 febbraio 2022, la deadline stabilita dal Governo per lasciar presentare a ciascuna regione il proprio progetto di risanamento della Sanità locale. La bozza presentata il 20 gennaio scorso in giunta dall’assessore Filippo Saltamartini – secondo il progetto “Italia Domani” - vuole sfruttare i primi 182 mln assegnati del PNRR distribuendoli fra servizi territoriali (come case della salute e ospedali di comunità) e adeguamento strutturale, tecnologico e digitale della rete ospedaliera.
A livello nazionale, difficile non temere anche per il futuro più imminente una vera e propria battaglia fra le regioni nel tentativo di accaparrarsi quanti più fondi possibili. Con il rischio – nemmeno così assurdo - per qualcuno di fare carte false. Di sicuro, a rimetterci saranno le certezze di cura per gli italiani.
*dati PIANO PERFORMANCE 2021-2023 Asur Marche
Il passaggio delle Marche in zona arancione per lo sforamento contemporaneo dei tre parametri (incidenza, occupazione in terapia intensiva e area medica) è avvenuto "per un posto letto di terapia intensiva". Lo ha sostenuto l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, a margine della seduta odierna del Consiglio regionale, facendo però notare che "nell'ultima settimana il calo dei positivi è del 30%".
"È ingiusto quello che è avvenuto - ha aggiunto - si potevano valutare adeguatamente i posti letto che le Marche offrono al Covid, ma anche l'efficienza del sistema, tenendo conto che in un mese siamo riusciti a somministrare 500mila dosi booster e che evidentemente stanno producendo l'effetto desiderato perché c'è un calo netto dei positivi".
Nel frattempo oggi - secondo i dati forniti dalla Regione - i parmetri sono tornati "quasi" da zona gialla con 11 ricoverati in meno (leggi qui). I valori superano di poco la soglia per la zona arancione (30,7% rispetto al 30%).
Si arricchisce di professionisti di valore e di nuovi servizi l’offerta di salute nel territorio ascolano. Presso il Centro Santo Stefano “Venerabile Marcucci” di via dei Narcisi, infatti, sono attivi due nuovi ambulatori, uno di ortopedia e l’altro di ozonoterapia, con due medici molto noti ed apprezzati.
L’ambulatorio ortopedico è diretto dal dottor Marco Mulazzani, già primario presso l’Ospedale di Urbino, si occupa principalmente di visite specialistiche per patologie dell’anca, ginocchio e caviglia, traumatologia dello sport, infiltrazioni peri ed intrarticolari ed è accessibile con prenotazione tutti i sabato mattina.
Mulazzani è specialista anche nel trattamento dell’osteoartrosi (OA), la forma più comune di patologia articolare di natura infiammatoria-degenerativa considerata tra le malattie o condizioni croniche più diffuse nel nostro Paese.
L’ambulatorio di ozonoterapia, invece, è guidato dal dottor Alessio Bernardini, viene dalla consolidata attività nel Polo Diagnostico Santo Stefano di Porto Potenza Picena e, per l’offerta ambulatoriale del Centro Santo Stefano Venerabile Marcucci di Ascoli Piceno, rappresenta una assoluta novità.
L’ossigeno-ozonoterapia, anche detta per semplicità ozonoterapia, consiste nella somministrazione di una miscela di ossigeno puro e ozono e può essere impiegata in numerose patologie. I campi di applicazione spaziano dall’ortopedia alla medicina interna, dalla reumatologia alla neurologia, e poi la dermatologia ed altre specialità possono beneficiarne.
Gli effetti di questa terapia sono di carattere anti-infiammatorio, antiedemigena e antidolorifica, ma anche riattivante il microcircolo, rigenerante i tessuti, cicatrizzante, neurotrofica diretta, antibatterica, antivirale, antimicotica.
“Abbiamo voluto ampliare la nostra offerta di servizi - dice la Direttrice del Centro Santo Stefano Riabilitazione di Ascoli, la dottoressa Silvia Cocci Grifoni – andando ad integrare e potenziare le già consolidate professionalità del nostro team di lavoro con due ambulatori nuovi e con un valore aggiunto non solo per noi ma anche per tutto il territorio”.
Intanto continua, presso la struttura di via dei Narcisi, l’attività del punto tamponi in modalità drive-in e con un’attenzione particolare per i bambini e per i più anziani, per via delle caratteristiche tecniche dei tamponi utilizzati che lo rendono particolarmente delicato e poco invasivo. Il servizio (in questi giorni con particolari agevolazioni economiche e carnet di promozione) e’ garantito - previa prenotazione - nei giorni feriali dalle alle ore 7 alle ore 10.00 e dalle ore 13.30 alle ore 15.00 .
Sono 21 su 24 gli ospiti della casa di riposo di Pollenza ad essere risultati positivi al Covid. Tutti i pazienti erano stati già vaccinati con terza dose e nessuno versa in gravi condizioni di salute. Si trovano adesso tutti in isolamento.
Il focolaio è divampato la scorsa settimana, quando erano stati registrati i primi cinque positivi dopo un giro di screening generale per la sicurezza dei pazienti in età avanzata. Per prevenire eventuali focolai, la direzione aveva giocato d'anticipo adibendo il secondo piano della struttura per i casi di isolamento.
Nella casa di riposo di via Leopardi il problema adesso è il personale: sono sei in tutto gli operatori socio assistenziali risultati contagiati e posti in isolamento. L’Asur 3 si è nel frattempo messa al lavoro per trovare del personale a tempo determinato che possa garantire la continuità di servizio.
Nel secondo giorno di arancione per le Marche, i numeri dei contagi tornano a salire sebbene ieri avessero riflettuto - è bene sottolinearlo - l'effetto domenica con meno test effettuati. Sono 3.152 i nuovi positivi (ieri erano 1.022) con un tasso di positività del 38,4% (dal 37,5%) sugli 8.219 tamponi analizzati (ieri erano 2.722). Continua la discesa dell'incidenza, che oggi si attesta a 1.512,58 casi settimanali ogni 100mila abitanti (1.714,39).
Rimane sempre Ancona la provincia più colpita con 876 casi, seguita da Macerata (715), Pesaro Urbino (553), Ascoli Piceno (473) e Fermo (425); sono 110 i contagiati provenienti da fuori regione. I soggetti con sintomi sono 602, i casi in fase di approfondimento epidemiologico sono 759, i contati stretti di casi positivi 898, i contatti domestici 814, i positivi in ambito scolastico formativo 48.
Per quanto riguarda le fasce d'età, si confermano quelle tradizionalmente con più infetti ad essere le più colpite. Sono infatti 837 positivi per i 25-44enni e 731 per i 45-59enne. Attenzione anche ai casi tra i più piccoli, con 917 contagi tra gli under 18. La fascia più esposta è ancora quella dei bambini delle scuole elementari: sono stati infatti 317 i casi nella fascia tra 6 e 10 anni.
Le Marche, da ieri in zona arancione per lo sforamento delle tre soglie previste, secondo i dati forniti dalla Regione, sarebbero di nuovo sotto uno dei tre parametri che hanno determinato il passaggio di fascia: nell'ultima giornata si è registrato un ulteriore calo di pazienti in Terapia intensiva che ora sono 50 (-2 rispetto a ieri), un valore che fa diminuire la saturazione Covid in questo tipo di reparto al "19,5%" (soglia 20%) rispetto ai "256 posti" disponibili.
Nel complesso, in un giorno -11 ricoverati che nella regione si attestano ora a 366. Anche in Area medica (1.027 posti letto), comunica ancora la Regione, i valori superano di poco la soglia per la zona arancione (30,7% rispetto al 30%). In totale sono 316 (-9 rispetto a ieri) i degenti in Area medica (reparti di Terapia Semintensiva e reparti non intensivi).
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano 9 decessi correlati al Covid: una 81enne di Monte San Vito, un 89enne di Pesaro, un 102enne e una 68enne di Fano, un 60enne di Porto Recanati, una 88enne di Montemarciano, un 62enne di Castel di Lama, un 81enne di Martinsicuro e una 94enne di Tolentino.
Nel primo giorno di arancione per le Marche, i numeri scontano l'effetto domenica con meno test effettuati, ma sono comunque 1.022 i nuovi positivi (ieri erano 2.519) con un tasso di positività del 37,5% (dal 34,3%) sui 2.722 tamponi analizzati (ieri erano 7.352). Continua la discesa dell'incidenza, che oggi si attesta a 1.714,39 casi settimanali ogni 100mila abitanti (1.763,08).
Numeri in discesa in tutte le province, ma con le proporzioni che rispettano gli andamenti recenti della pandemia. È infatti ancora Ancona la provincia più colpita ma con 338 casi, seguita da Macerata (290), Pesaro Urbino (144), Ascoli Piceno (127) e Fermo (80); sono 43 i contagiati provenienti da fuori regione.
Contagi in diminuzione per tutte le fasce d'età, ma sono quelle tradizionalmente con più infetti ad essere le più colpite. Sono infatti 262 positivi per i 25-44enni e 252 per i 45-59enne. Attenzione anche ai casi tra i più piccoli, con 307 contagi tra gli under 18. La fascia più esposta è ancora quella dei bambini delle scuole elementari: sono stati infatti 134 i casi nella fascia tra 6 e 10 anni.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 377 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-2 rispetto a ieri), dei quali 52 in Terapia intensiva (-2 rispetto alle ultime 24 ore) e 325 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 67 (-3) e quelli in reparti non intensivi 258 (+3 rispetto a ieri) mentre 18 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano 10 decessi correlati al Covid: un 88enne di Ascoli Piceno, un 78enne di San Benedetto del Tronto, un 77enne di Montottone, un 78enne di San Giovanni in Matenano, un 90enne di Sirolo, un 86enne di Civitanova Marche, un 75enne di Numana, un 78enne di Manfredonia, un 87enne di Montemarciano, una 88enne di Ancona.
“CGIL, CISL e UIL hanno fallito nel loro intento di rappresentare la nostra categoria: vogliamo riprenderci il ruolo sindacale che fino ad oggi la politica ci ha negato”. Con queste parole i rappresentanti del Nursind sono tornati ad attaccare i “colleghi firmatari” – accusati di aver sottoscritto un contratto non dignitoso che ha peggiorato le condizioni economiche e normative dei dipendenti del comparto.
La causa scatenante? Presunte pressioni politiche sugli stessi sindacati, che adesso tentano di sollecitare la Regione Marche affinché si intervenga al più presto sulla situazione drammatica in cui l’intera divisione infermieristica versa negli ultimi due anni.
«Abbiamo chiesto molte volte la collaborazione con le istituzioni – ha dichiarato Elisabetta Guglielmi, responsabile provinciale del Nursind – ma abbiamo ricevuto solo pacche sulle spalle. Leggere poi di scaramucce tra politica e sindacati non è rispettoso per nessuno, ci dovrebbe essere una unità di intenti volta a migliorare e ottimizzare la sanità regionale».
Poca trasparenza nella gestione sanitaria, pronto soccorso sovraffollati, personale sempre più decimato, tagli sugli stipendi, precarietà di apparecchiature mediche, disparità salariali, ferie mancate e zero permessi. Gli infermieri non firmatari sono ancora in attesa del “tavolo di confronto” con le forze politiche.
«Siamo lieti che ci sia un’apertura da parte delle forze politiche – prosegue Guglielmi – ma adesso l’attenzione sulla Sanità va posta a 360°. E soprattutto servono azioni concrete e celeri, perché le parole non guariscono e non pagano. Chi prende decisioni da dietro una scrivania è figlio di una gestione “medico centrica”, poco rispettosa degli infermieri. E che non sa cosa significhi stare in corsia col camice addosso per 8 ore: bardati, sudati, con tre paia di guanti, dove ogni azione diventa uno sforzo sovraumano. Auspichiamo – conclude Guglielmi - di poter presto sedere ai tavoli regionali per poter al meglio rappresentare come Nursind chi oggi produce salute rispetto a chi non fa che prendere scelte senza nemmeno considerarci».
Cala ancora, una tendenza in atto ormai da dieci giorni, l'incidenza di casi di coronavirus su 100mila abitanti nelle Marche: nell'ultima giornata è scesa sotto 2mila, a 1.896,36 (ieri 2.071,33; -22% in una settimana) con i 2.484 contagi rilevati.
Tra gli ultimi positivi ci sono 446 persone con sintomi, 747 casi di contatti stretti di positivi, 723 contatti domestici, 38 in ambiente di scuola/formazione, tre in ambiente di vita/socialità, un caso rispettivamente in ambito assistenziale e sanitario; su 523 contagi in corso un approfondimento epidemiologico.
Il numero più alto di casi ancora in provincia di Ancona (714); seguono le province di Macerata (521), Pesaro Urbino (413), Ascoli Piceno (400), Fermo (329); 107 i contagiati provenienti da fuori regione. La fascia d'età che ha registrato più contagi è ancora quella 25-44 anni (690); seguono 45-59 anni (551) e 6-10 anni (253). In tutto eseguiti 8.480 tamponi/test (6.479 nel percorso diagnostico con il 38,3% di positivi, e 2.001 nel percorso guariti).
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 377 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-15 rispetto a ieri), dei quali 52 in Terapia intensiva (-2 rispetto alle ultime 24 ore) e 325 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 72 (-5) e quelli in reparti non intensivi 253 (-8 rispetto a ieri) mentre 24 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano, purtroppo, altri 4 decessi correlati al Covid: un 90enne di Montalto delle Marche, un 81enne di San Benedetto del Tronto, una 92enne di Sassoferrato e una 54enne di Petriano. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
Saranno disponibili da mercoledì 9 febbraio 2022 le prime somministrazioni di Paxlovid, il farmaco antivirale efficace nella cura della malattia da covid. A comunicarlo è l'assessore alla Sanità, Filippo Saltamrtini, in un comunicato della Regione Marche.
"Sono arrivate 156 confezioni all’Ospedale regionale di Torrette di Ancona, prodotte dallo stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno - ha dichiarato Saltamrtini - Le Marche in questo campo sono sempre state all’avanguardia. L'obiettivo per noi resta ridurre le ospedalizzazioni. Questo farmaco rappresenta un valido aiuto alle cure domiciliari, potendo infatti essere prescritto anche dai medici di medicina generale e dalle Usca”.
Il Paxlovid, che ora sarà ripartito in tutti gli ospedali e tutte le strutture Asur del territorio regionale, potrà essere autorizzato dai medici individuati dal Servizio sanitario regionale e utilizzato nella terapia anti covid: ogni confezione conterrà 30 compresse - 6 al giorno - da utilizzare come indicato nel foglietto illustrativo, seguendo una tempistica rigida nel rispetto delle indicazioni terapeutiche.
Più nel dettaglio, il farmaco andrà somministrato per via orale entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, ma l’uso richiede attenzione per gli effetti collaterali, ad esempio nei soggetti con funzionalità renale ridotta. La terapia ha una durata totale di 5 giorni.
Il Centro Cefalee della Casa di cura Villa dei Pini di Civitanova entra a far parte del network dei centri di riferimento nazionale dell’Anircef (Associazione Nazionale Italiana per la Ricerca sulle Cefalee). Il Centro, guidato dal dottor Michele Paniccia, unico centro marchigiano specializzato unitamente a quello all’interno della clinica neurologica di Torrette di Ancona, è infatti focalizzato nel trattamento delle cefalee ed emicranie dell’adulto e dell’età evolutiva.
Il Centro rappresenta un punto di qualità sia nella valutazione clinica del paziente che per l’utilizzo dei vari approcci terapeutici attualmente disponibili, di tipo farmacologico (ad esempio, somministrazione di anticorpi monoclonali per la profilassi dell’emicrania) che non farmacologico (ad esempio, tecniche di biofeedback). È attivo inoltre il Day Hospital, per il trattamento di particolari cefalee di grave entità, quali la cefalea a grappolo o la cefalea da abuso di farmaci.
Le patologie trattate dal Centro cefalee di Villa dei Pini sono l’emicrania con e senza aura, la cefalea tensiva, quella a grappolo, la cefalea dell’età evolutiva, quella cronica quotidiana, la nevralgia del trigemino, le nevralgie atipiche e le cefalee secondarie. L’emicrania è una vera e propria patologia neurologica di cui, si stima, ne soffrano, in diversa misura, 8 milioni di italiani e che è oramai una patologia da affrontare a 360 gradi.
Essa richiede approfondimenti multidisciplinari che coinvolgono diversi aspetti della vita quotidiana e della salute di chi ne soffre e la Casa di Cura Villa dei Pini di Civitanova Marche ne è un punto di riferimento a carattere regionale.
Agli Ospedali Riuniti di Ancona parte un nuovo protocollo sperimentale: l’utilizzo di farmaci agnostici, che rappresentano la frontiera più avanzata dell’oncologia di precisione e possono essere definiti “jolly”, perché colpiscono in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla patologia. Sarà attivato solo in sei centri in Italia. La presentazione si è svolta nel corso di una conferenza stampa alla vigilia del 4 febbraio, la Giornata mondiale contro il cancro, il World Cancer Day, promossa dalla UICC (Union for International Cancer Control) e sostenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
“La Giornata mondiale contro il cancro in questo caso – ha detto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che ha preso parte all’iniziativa odierna- è la migliore occasione per presentare un sistema innovativo, che potrebbe rivoluzionarne la cura”. Nella Regione Marche nell’ultimo periodo rilevato, della durata di tre anni, si sono registrati complessivamente quasi 16 mila tumori maschili (22 mila 600 se si considerano anche i tumori non maligni), e 13.400 nelle donne (19 mila complessivi). Negli uomini i più ricorrenti sono: prostata, colon retto e polmone; nelle donne mammella, colon retto e utero. L’analisi effettuata dal Registro Tumori delle Marche rileva che, a un anno dalla diagnosi, la sopravvivenza è del 75% negli uomini, e del 79% nelle donne. In particolare negli uomini le cure si sono rivelate efficaci specie per tumori a testicolo, prostata, tiroide, Linfoma di Hodgkin, vescica; nelle donne per tiroide, mammella, Linfoma di Hodgkin, endometrio.
“L’emergenza coronavirus non ha fermato i reparti di oncologia medica – ha sottolineato Saltamartini - Le sedute di chemioterapia nei day hospital, la somministrazione dei vari farmaci anticancro e tutto il consueto lavoro di reparto sono stati riorganizzati per mettere in sicurezza sia il personale sanitario che i pazienti. Non dobbiamo neppure dimenticare la prevenzione perché il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile”.
Nelle Marche sono attivi tre percorsi di screening oncologici: mammella, cervice uterina e colon retto. Il tasso di adesione nella nostra regione è molto più alto rispetto alla media nazionale. La pandemia, nel 2020, ha inciso pesantemente come è avvenuto in tutta Italia, ma nel 2021 i ritardi accumulati sono stati recuperati. E proprio dal 2021 esiste anche il CORM (Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche), un gruppo multidisciplinare che partendo dall’analisi genetica arriva all’individuazione della terapia più efficace e meno invasiva: una ulteriore prova del fatto che la Regione è all’avanguardia nella sperimentazione clinica.
All'inizio della primavera potrebbe essere a disposizione in Italia il vaccino anti Covid per la fascia di età 0-5 anni. È quanto ha affermato il coordinatore del Cts Franco Locatelli sottolineando che anche in questo caso saranno previste due dosi e ci sarà un dosaggio "ulteriormente ridotto" rispetto a quello che viene proposto per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. "Direi che potrebbe essere ragionevole - ha detto rispondendo ad una domanda - ipotizzare l'orizzonte dell'inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera".
"Ci stiamo avviando verso una situazione marcatamente favorevole, tutti i numeri ci indicano che questa è la direzione". Ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico a Sky Tg24 sottolineando che le decisioni prese con l'ultimo decreto "vanno nella direzione di mantenere aperto il paese".
In questi mesi, ha aggiunto, "siamo riusciti a gestire la quarta ondata dovuta ad Omicron mantenendo tutto aperto, a differenza di altri paesi come Germania, Olanda e Austria che hanno dovuto ricorrere a lockdown o a chiusure di attività". E questo, conclude, "è stato possibile grazie all'alto numero di vaccinati".
Se la corsa del virus continuerà a rallentare, "tra qualche settimana potremmo affrontare anche la tematica delle mascherine. Vediamo in funzione dei numeri - ha aggiunto - ma la fine di febbraio è una possibilità. Vediamo l'evoluzione della curva epidemica nel paese e in base a quello si potrebbe si deciderà se anticipare o posticipare".
I numeri della quarta ondata sembrano confermare le impressioni di una curva che si sta appiattendo, ma anche nelle Marche i numeri del contagio spinto dalla variante Omega restano comunque ancora alti. Oggi sono 4.607 i nuovi positivi (ieri erano 4.911), con una percentuale di positività del 40,6% (dal 38%) su 11.339 tamponi analizzati (ieri erano stati 15.678).
Continua per l'ottavo giorno consecutivo la discesa dell'incidenza che si attesta a 2.128,6 casi settimanali ogni 100mila abitanti (ieri era 2.231,51). È ancora la provincia di Ancona la più colpita con 1.323 casi, seguita da Macerata con 1.043. Pesaro Urbino si attesta a 863 nuovi contagi, seguita da Ascoli Piceno a 693 e Fermo a 496. Restano tanti (189) i contagiati provenienti da fuori regione.
Anche oggi le classi d'età più colpite dal virus sono quelle intermedie. Sono infatti 1.229 i casi tra i 25-44enni e 1.045 tra i 45-59enni. Ma continuano ad essere tenuti sotto osservazione i contagi tra i più piccoli: sono stati infatti 1.413 i positivi tra gli under 18, con punte di 458 tra i bimbi delle elementari (6-10 anni) e 420 tra i ragazzi delle scuole superiori (14-18).
Nelle ultime 24 ore sono saliti a 395 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (+3 rispetto a ieri), dei quali 55 in Terapia intensiva (-3 rispetto alle ultime 24 ore) e 340 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 79 (+2) e quelli in reparti non intensivi 261 (+4 rispetto a ieri) mentre 41 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano, purtroppo, 9 decessi correlati al Covid: una 96enne di Ascoli Piceno, una 86enne di San Benedetto del Tronto, un 74enne di Castorano, un 96enne di Monteprandone, un 58enne di Loreto, una 57enne di Ancona, una 91enne di Petriano, un 85enne di Urbino e un 94enne di Fano.
Il sindacato Uil Fpl si schiera al fianco di Fratelli d’Italia sull’interrogazione presentata in Consiglio regionale riguardante il direttore del Servizio delle professioni sanitarie dell’Area Vasta 3 . Un Atto che è stato presentato da Carlo Ciccioli, Elena Leonardi e Pierpaolo Borroni e che aveva come obiettivo “di far luce su alcune situazioni che starebbero deteriorando i rapporti lavorativi tra il personale del comparto Av3 e il direttore delle professioni sanitarie".
“Abbiamo da poco appreso che alcuni Consiglieri di maggioranza della Regione Marche hanno presentato una interrogazione in Consiglio Regionale riguardo al ruolo e al comportamento tenuto dal Direttore del Servizio delle Professioni Sanitarie dell'Area Vasta 3 nell'espletamento delle proprie funzioni in quanto dagli atti di cui essi sono venuti in possesso emergerebbe con estrema chiarezza un sistema di rapporti con il personale dipendente ormai deteriorato a motivo dell’atteggiamento ritenuto discriminatorio e spesso anche vessatorio nei confronti di molti che continuano a vedersi negati i loro diritti”, si legge nella nota diffusa dal segretario regionale Uil Fpl Marcello Evangelista.
“La UIL FPL che più volte, di recente come in passato, è intervenuta per segnalare numerose di queste criticità – continua - legate principalmente al mancato rispetto degli accordi sindacali come quello sulla mobilità interna e sull’orario di lavoro nonché al rispetto delle prerogative sindacali previste dal CCNL, non ha dubbi nel ritenere che questa iniziativa sia un atto necessario, opportuno e dovuto nel rispetto di tutto il personale”.
“La UIL FPL auspica inoltre che la Direzione Generale intervenga affinché vengano presto superate e rimosse queste ed altre cause responsabili del malessere che continuiamo a registrare fra il personale. Solo in questo modo gli Infermieri, gli OSS, gli Autisti d'ambulanza, le Ostetriche, i Fisioterapisti e i Tecnici sanitari dell’Area Vasta 3 di Macerata che, insieme al personale amministrativo, hanno dato un fondamentale apporto nell’emergenza pandemica ancora in atto, ritroveranno quella serenità e quella fiducia in questa pubblica Amministrazione che è venuta da tempo palesemente meno e che è invece condizione fondamentale per poter assicurare all’utenza servizi di qualità e rispondenti alle reali necessità”.
“Nel prendere dunque atto dell’ iniziativa messa in campo dalla politica regionale , in questo momento possiamo ragionevolmente sostenere che ormai stia gradualmente prendendo forma quella inversione di tendenza rispetto al passato da più parti spesso richiesta”.
Sono quattro i medici dell’Esercito che presteranno servizio al Pronto Soccorso di Civitanova Marche per sopperire alle necessità del momento. Due di loro sono arrivati oggi e sono già operativi, due invece inizieranno il loro lavoro venerdì 4 febbraio e si fermeranno per 15 giorni. Lo rende noto la Regione.
L’Area Vasta 3 ricorda che nel Pronto Soccorso sono presenti un'area di osservazione Covid, un'area di degenza medica Covid con 6 posti letto e la semi-intensiva Covid che conta 7 letti. E che la situazione nel Pronto Soccorso civitanovese è stata complicata anche dalla non disponibilità di medici, risultati positivi a Covid 19.
“L'attuale situazione pandemica – ha affermato l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini - vede una crescita degli accessi in Pronto Soccorso sia per patologia Covid che per altre cause e questo comporta una gestione diversificata dei pazienti. Il reale problema – prosegue - è che in questi anni i medici del 118, di continuità assistenziale, di base e guardie mediche non sono stati formati.
Ringraziamo quindi i militari in arrivo per la disponibilità e tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita dell'operazione di supporto”. La Regione ha potuto contare nel mese di gennaio anche su due medici e due infermieri militari per le vaccinazioni in Area Vasta 2, e di un medico e due infermieri per il tracciamento in Area Vasta 3.
Nuove date per il mese di febbraio nel centro vaccinale di prossimità a Treia che sarà nuovamente operativo lunedì 7 dalle 8 alle 14; sabato 12 dalle 8 alle 14; martedì 15 dalle 8 alle 14. Il servizio organizzato al Santuario del Santissimo Crocifisso nel mese di gennaio dall’Amministrazione comunale di Treia, in collaborazione con Asur Marche, ha ottenuto grande riscontro, offrendo un prezioso servizio ai cittadini.
Sono state, infatti, somministrate circa 717 dosi di vaccini di cui circa 40 prime dosi. Un’iniziativa resa possibile anche grazie all’immediata disponibilità dei dottori e degli infermieri che hanno provveduto all’inoculazione delle dosi consegnate. “Rinnovo il ringraziamento agli operatori sanitari, la Protezione civile e il personale del Comune che sarà impegnato", afferma il sindaco Franco Capponi.
"L’idea di procedere all’installazione di un punto vaccinale di prossimità nella città di Treia è dovuto, non solo al crescente numero di positivi nella nostra comunità che rispecchia, comunque, l’andamento nazionale, ma anche alle nuove regole imposte dal Governo con il decreto del 7 gennaio 2022, a partire dall’1 e dal 15 febbraio.
È importante, dunque, procedere velocemente con la vaccinazione che rimane l’arma fondamentale per poter contrastare il Covid19 e continuare a mantenere alta l’attenzione rispettando le regole sopra delineate”.
È atteso per le ore 16 il nuovo vertice del Consiglio dei Ministri, dove verrà definita la bozza del nuovo decreto anti-Covid. Fra i temi all’ordine del giorno ci sarà il green pass “a durata indefinita” per chi è vaccinato o guarito e, soprattutto, abbia ricevuto la terza dose.
Dopo le nuove direttive entrate in vigore il 1° febbraio – tra cui obbligo della profilassi per gli over 50, affluenza limitata agli spazi pubblici e multe per chi sarà trovato senza green pass – il Governo ha così deciso di improntare un’ulteriore strategia per favorire la diminuzione dei contagi e il raggiungimento dell’immunità di gregge.
Nel frattempo, si attendono gli aggiornamenti da parte delle agenzie regolatorie sull’eventuale quarta dose, momentaneamente bocciata dall’Oms: motivo per il quale è stata resa nota la volontà di non far decadere entro un termine stabilito la copertura del super green pass – originariamente garantita per 6 mesi.
Il rischio, infatti, per coloro che già da settembre – periodo in cui è partita ufficialmente l’autorizzazione - si siano sottoposti al booster, è di ritrovarsi senza certificazione verde rafforzata entro il mese di marzo. E quindi di non poter automaticamente più accedere ai locali pubblici (bar, ristoranti, cinema, teatri) né di svolgere attività sportiva.
Nella bozza del nuovo decreto, inoltre, sono previste anche le misure per garantire lo svolgimento di alcuni dei prossimi eventi più importanti a livello nazionale, fra i quali la “Settimana della Moda” di Milano attesa il 22 febbraio.
Prosegue nella propria discesa la curva dell'incidenza dei contagi da coronavirus nelle Marche: nell'ultima giornata, nella quale sono stati registrati 4.911 casi, l'incidenza su 100mila abitanti è passata da 2.317,09 a 2.231,51 continuando il calo in atto da una settimana.
Emerge dai dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale che dà conto di 629 persone con sintomi tra i nuovi casi; ci sono 1.474 contatti stretti di positivi, 1.332 contatti domestici, 74 in ambiente di scuola/formazione, 6 in ambiente di vita/socialità, 2 in ambito lavorativo, 1 assistenziale e 1 sanitario; per 1.355 casi in corso l'approfondimento epidemiologico.
Il numero più alto di positivi in provincia di Ancona (1.346); seguono le province di Macerata (1.201), Pesaro Urbino (1.075), Fermo (539), Ascoli Piceno (541); 209 i contagiati provenienti da fuori regione. In tutto eseguiti 15.678 tamponi (12.925 tra tamponi e test diagnostici con positivi al 38%; 2.753 tamponi nel percorso guariti).
Tra le fasce d'età la più 'colpita' è quella tra i 25-44 anni (1.315), seguono da 45-59 (1.099) e 6-10 anni (483) e 60-69 anni (396). L'incidenza del numero di positivi generali sul totale dei vaccinati è di 233,47 su 100mila abitanti, quella sui non vaccinati è di 726,27.
Nelle ultime 24 ore sono scesi a 392 i ricoverati per Covid-19 nelle Marche (-16 rispetto a ieri), dei quali 58 in Terapia intensiva (-3 rispetto alle ultime 24 ore) e 334 in Area medica; in particolare i pazienti in Semintensiva sono 77 (-3) e quelli in reparti non intensivi 257 (-10 rispetto a ieri) mentre 19 persone sono state dimesse nell'ultima giornata.
Dal bollettino dell'Osservatorio epidemiologico regionale risultano altri 7 decessi correlati al Covid: una 89enne e un 86enne di Fermo, un 59enne di Montemonaco, una 41enne di Castelfidardo, una 78enne di Monte Urano, una 85enne di Montecalvo in Foglia e una 93enne di Rapagnano. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse.
Nelle Marche ancora 53.845 over 50 non vaccinati alla vigilia della possibilità di applicazione di sanzione (100 euro, una tantum), da domani, per coloro che non hanno adempiuto all'obbligo vaccinale anti-Covid per questa fascia d'età. Su una platea di 722.336 persone vaccinabili di età superiore al mezzo secolo, sono 668.491 (92,54%) quelle che hanno ottenuto una prima dose. Il dato è reso noto dall’Osservatorio epidemiologico regionale.
Macerata risulta essere la provincia con la più alta percentuale di over 50 non ancora vaccinati (13,13%; 19.395); seguono Fermo (8,68%; 7.428); Pesaro Urbino (8,41%, 14.124), Ascoli Piceno (7,21%; 7.253); Ancona, la più virtuosa, con solo il 2,52% (5.645). Nella regione, intanto, è emerso il primo caso di variante Omicron 2 (BA.2), stesso 'ceppo' Omicron ma un numero superiore di mutazioni della proteina spike. Il caso, in provincia di Ancona, è stato individuato nell'ultimo monitoraggio condotto dal Laboratorio di Virologia, nella settimana dal 24 al 29 gennaio (leggi qui per saperne di più)