I fondi del contratto di sviluppo per le aree del sisma centro Italia siano ripartiti sulla base del danneggiamento subito dai territori.
Lo chiede con un’interrogazione Tullio Patassini, deputato maceratese della Lega chiedendo al ministro competente Mara Carfagna che i bandi siano emanati nel rispetto di una operatività consolidata così da sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche.
“Nella cabina di regia sisma in cui siedono i rappresentanti delle regioni e dei comuni colpiti, si è storicamente operato nella direzione di definire le scelte sulla base dei danni subiti da ciascun territorio – spiega Patassini – Poiché il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) è destinato a sostenere progetti e investimenti integrativi e complementari alla ricostruzione materiale per favorire la ripresa economica delle aree terremotate, è fondamentale che la distribuzione degli interventi tenga presente l'effettivo impatto che il sisma ha avuto sui territori. A fronte di un danneggiamento che oscilla tra gli 85 comuni delle Marche ai 13 del Lazio, passando per i 15 o 16 di Umbria e Abruzzo- conclude Patassini - è evidente che criteri diversi dall’impatto percentuale impedirebbero al CIS di perseguire le sue stesse finalità”
Grazie alla strategia del progetto europeo ‘Made in Land - Gestione e sviluppo delle aree interne’, finanziato nell’ambito del programma europeo Italia-Croazia 2014-20, in sinergia con la Strategia delle aree interne dell’Alto maceratese, la Regione Marche ha sviluppato e realizzato, in collaborazione con l’Università di Camerino e il Comune di Muccia, un Centro turistico informativo, dal quale, grazie all’installazione di supporti informatici e tecnologici innovativi, sarà possibile accedere ai beni, servizi e prodotti offerti dal territorio dell’Alta Valle del Chienti.
“La sfida cui guarda questo progetto pilota è quella di mettere a sistema il patrimonio naturalistico, culturale ed enogastronomico del territorio con i suoi tanti stakeholder locali – sono le parole dell’assessore regionale Guido Castelli - Dal mondo delle imprese alle istituzioni, passando per università e gli stessi cittadini, solo creando integrazione tra questi vari contesti si potrà accrescere e valorizzare l’attrattività turistica delle zone interne, restituendo a comunità ed enti locali un ruolo da protagonista”.
La sede del One Stop Information Center sorgerà a Muccia, uno dei luoghi più colpiti dell’epicentro del terremoto del 2016: “Con la ricostruzione materiale finalmente avviata – prosegue Castelli, titolare della delega al post sisma - occorre ora concentrare gli sforzi su quella sociale ed economica al fine di rigenerare un territorio ancora ferito dalle piaghe di quelle scosse. Come fare? Partendo da progetti come questo si favoriscono nuove forme di fruizione dei beni e delle risorse naturali, storiche o culturali, migliorando di conseguenza l’accessibilità delle aree interne al fine di consentire, nell’area della Val di Chienti, uno sviluppo sostenibile del turismo, specie quello cosiddetto outdoor, ricco di attrazioni e diverso da quello, pur sempre importante, della costa legato alla balneazione”.
Il nuovo Centro informativo sarà attivato all’interno dell’Antico Mulino da Varano nella località di Muccia e verrà inaugurato in data 25 giugno.
“Ritengo che in questa fase delicata post Covid la classe politica ed amministrativa debba favorire la resilienza, assumendo delle decisioni che portino a concrete agevolazioni e semplificazioni, per cercare di superare le problematiche che la pandemia ha portato o aggravato, specie in ambito economico”, a parlare è la consigliera comunale della Lega Montecassiano, Elisa Cingolani.
“La concezione che ho del ruolo di consigliere di minoranza, che mi ha spinto a ricoprire tale responsabilità, è quella di mettersi a disposizione della collettività, facendosi portavoce in consiglio comunale delle istanze che emergono dal territorio - aggiunge la Cingolani -. Sono infatti convinta che la funzione che si richiede all’opposizione è proprio quella di proporre e stimolare l’amministrazione comunale ad attuare iniziative che portino ad un risultato concreto per il bene della comunità. La Lega, di cui sono fiera di far parte, si è sempre battuta per una riduzione della pressione fiscale, a maggior ragione in questo periodo storico in cui le difficoltà economiche, già presenti da tempo in Italia, sono state amplificate ed aggravate dalla pandemia”
“Per questo ho voluto proporre in consiglio comunale di posticipare la scadenza della prima rata TARI ed apportare delle riduzioni e/o agevolazioni al fine di attenuare il gravoso peso del Fisco sulle attività economiche interessate dalle chiusure obbligatorie anticovid o dalle restrizioni di esercizio, sulla base anche di quanto stabilito dal decreto sostegni bis e il conseguente aiuto economico ai Comuni” aggiunge la consigliera che si dice quindi soddisfatta delle agevolazioni introdotte dall’amministrazione comunale per la TARI nell’ultimo consiglio.
“Ritengo che la mozione che ho presentato abbia stimolato l’amministrazione a prendere provvedimenti riguardo il piano economico finanziario (P.E.F.) TARI 2021 contribuendo così a dare un aiuto concreto ai Cittadini e alle Attività di Montecassiano” conclude.
Lo scorso sabato 19 giugno si è tenuta a Morrovalle l’inaugurazione della nuova sezione archeologica di Palazzo Lazzarini, dove tra gli altri sono intervenuti Elena Leonardi (Consigliere Regionale) e il Governatore delle Marche dott. Francesco Acquaroli.
La coordinatrice della Lega Morrovalle, Rosella Ruani, nonchè capogruppo di maggioranza in consiglio comunale e consigliere Provinciale della Provincia di Macerata, lamenta il fatto di non essere stata invitata all'evento e che non le é stato lasciato neanche un posto tra le autorità.
"L’Amministrazione Comunale ha voluto valorizzare nel migliore dei modi una delle tante ricchezze che il territorio ha, peccato che allo stesso tempo, in un sol colpo, ha commesso una gravissima doppia discriminazione" - afferma Ruani - .
"Questo ricorda quanto accaduto poche settimane fa ad Ursula von der Leyen e Charles Michel, ad Ankara, dove incontrando il presidente Erdoğan al palazzo presidenziale, l’organizzazione turca ha fatto trovare solo due sedie, una per Erdoğan e l’altra per il presidente del Consiglio Ue, lasciando la presidente della Commissione in disparte- spiega la capogruppo di maggiornaza- . In quella circostanza ne uscì un caso diplomatico, nel nostro caso invece si vuol far passare tutto nell’ombra dell’indifferenza ignorando la gravità dell’accaduto".
"É del tutto evidente - sottolinea - che ciò é stato fatto con l’intento di emarginara la coordinatrice comunale del primo partito uscito vincente (per numero di voti) alle ultime elezioni regionali. D’altronde si sa, si tende sempre a non includere in certi eventi quei soggetti, per così dire, “scomodi” tentando di oscurarli e di metterli in cattiva luce per illuminare se stessi".
Sull’accaduto la Coordinatrice Lega Morrovalle ha inoltre dichiarato: “ sono molto amareggiata da quanto accaduto, ma continuerò a lavorare con ancora maggiore determinazione per il bene del mio e nostro territorio. Io vivo la politica come la più alta forma di servizio alla comunità seguendo i forti principi e valori che mi hanno guidato in tutta la mia vita, rimanendo aperta ad ogni tipo di confronto nello spirito della più ampia inclusività”.
“Siamo la prima Regione ad aver stipulato un accordo di collaborazione con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) del Ministero della Cultura, convinti che nelle Marche ci sia davvero un patrimonio immenso da tutelare e quindi con la precisa intenzione di salvaguardare, promuovere e valorizzare quello a rischio di scomparsa, a causa della globalizzazione, della velocizzazione della tecnologia e anche della pandemia, vale a dire la grande tradizione popolare, gli antichi mestieri, i saperi, passando perfino da una tutela e valorizzazione dei dialetti che nelle Marche hanno infinite e diverse sfumature apprezzabili anche solo attraversando la sponda di un fiume".
Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, in occasione della sottoscrizione avvenuta oggi con il Direttore dell’Istituto Centrale (ICPI), Leandro Ventura e l’assessore alla Cultura, Giorgia Latini. Come annunciato meno di un mese fa, infatti, si è concretizzato, con la stipula odierna, il rapporto di collaborazione tra Regione Marche e Ministero della Cultura per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale marchigiano.
Stipula che rappresenta il frutto di un percorso avviato a gennaio scorso dall’assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini con l’Istituto e finalizzato al riconoscimento di “patrimonio culturale” anche per tutto ciò che riguarda le tradizioni identitarie, storiche e i saperi che opportunamente rivitalizzati, sostanziano il senso di appartenenza ad un territorio e ne rappresentano dei punti di forza per il suo sviluppo sostenibile.
"Vogliamo, conservare, tramandare e rilanciare questo patrimonio identitario che, specialmente nelle piccole realtà, diventa occasione di approfondimento e crescita" ha ribadito Acquaroli.
"Faremo una mappatura precisa – ha detto Ventura – a cominciare dalle aree interne e dai centri colpiti dal sisma, perché sappiamo quanto la valorizzazione dei beni immateriali costituisca anche traino di sviluppo e rinascita. Con le Marche e alcune comunità in particolare, abbiamo già stretto rapporti proficui che si stanno concretizzando in eventi e mostre. Questo protocollo, però rappresenta un’ ulteriore evoluzione organica delle relazioni e l’inizio di un lavoro comune. Cominceremo da subito con un gruppo di lavoro dedicato.”
“E’ un primo risultato concreto di una forte volontà di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale – ha detto Giorgia Latini commentando la firma del protocollo – sia attraverso progetti organici e mirati, per esempio a favore dei borghi e nuclei storici come faremo con il progetto MArCHESTORIE, sia con una precisa impronta per la valorizzazione multidisciplinare delle tradizioni, leggende, musica, che rappresentano un elemento fondamentale dell’identità delle Marche e contribuiscono alla qualità della vita individuale e collettiva di cittadini e turisti”.
Il Protocollo d’intesa è destinato a strutturare un articolato rapporto di collaborazione, volto a sostenere ed implementare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale marchigiano - anche conservato negli istituti museali - per salvaguardare le testimonianze e la documentazione delle tradizioni identitarie di quelle comunità attraverso il fondamentale ruolo svolto dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura nell’ambito della tutela, salvaguardia, valorizzazione e promozione del patrimonio etnoantropologico italiano.
Non si placano le polemiche riguardo al restyling dei giardini "John Lennon".
Alcuni cittadini di Tolentino preoccupati dal programmato abbattimento di 17 alberi del parco, hanno redatto una lettera di contrarietà indirizzata all’Amministrazione Comunale.
All’inziativa hanno aderito anche diverse associazioni locali, le quali stanno sottoscrivendo la lettera che quanto prima sarà protocollata in Comune.
Di seguito il testo della missiva.
“La riqualificazione dei giardini John Lennon costerà la vita ai 17 alberi che verranno abbattuti.
Leggiamo che gli alberi in questione, secondo la richiesta firmata dall’addetto del comune Katiuscia Faraoni all’indirizzo della Unione Montana, verranno abbattuti per: “realizzazione di opere pubbliche” e “alberi che minacciano rovina e rappresentano pericolo per la pubblica o privata incolumità”.
Chiediamo, in base a che cosa sia stato stabilito che gli alberi minacciano la pubblica e privata incolumità? Chi e con quali mezzi lo ha deciso?
Per quanto riguarda le opere pubbliche da realizzare, la legge regionale 23/02/2005 n.6 recita:
“Nei progetti per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità, per le costruzioni edilizie, in quelli di miglioramento o trasformazione fondiaria devono essere indicati gli alberi da abbattere attestando l'inesistenza di soluzioni alternative all'abbattimento degli stessi.” e
“Gli enti competenti al rilascio dell'autorizzazione verificano l'inesistenza di soluzioni tecnicamente valide diverse da quelle comportanti l'abbattimento degli alberi. Al momento, non risulta che esistano atti relativi a valutazione di soluzioni alternative.
A parte l’aspetto burocratico, quello che più conta è il buonsenso nella gestione della vicenda.
Il parco non è un attrezzo vecchio che si butta e si sostituisce, è vita vissuta insieme ai cittadini, è storia.
Per decenni quegli alberi hanno fatto ombra, hanno fornito ossigeno a più generazioni di tolentinati e dato riparo ad una moltitudine uccelli. Moltissimi cittadini hanno ricordi indelebili dei giochi che da bambini facevano sotto quegli alberi.
Dire banalmente: “ne ripiantiamo il doppio” ,tra l'altro non si sa dove, non è indice di buonsenso. Gli alberi ripiantati avranno bisogno di decenni per raggiungere le dimensioni di quelli attuali, non faranno la stessa ombra, non produrranno la stessa quantità di ossigeno.
Tra l’altro, le nuove essenze, piantate su un substrato già sfruttato, avranno una crescita stentata senza cogliere l’obbiettivo sbandierato dall’Amministrazione comunale.
Le quantità di smog sottratte da piante giovani è molto minore di quella che sottraggono piante decennali. Gli alberi aiutano a respirare.
Inoltre ci chiediamo: perché tanta urgenza ad abbattere? L'avifauna da sempre nidifica e trova riparo tra le fronde in determinati periodi dell'anno, gli stessi in cui i giardini sono più frequentati dai cittadini.
Abbattere gli alberi in un periodo in cui ancora nidificano gli uccelli, denoterebbe una scarsa sensibilità, in contrasto con le linee guida dei regolamenti del verde esistenti e certamente non in linea con la sostenibilità ambientale tanto necessaria oggi. Ci poniamo la domanda:
Dato che le risorse necessarie, da dovunque provengano, sono frutto di tasse dei cittadini, l’intervento è di assoluta necessità?
In un momento come questo di criticità economica e ambientale, la priorità non dovrebbe essere quella di sottrarre ossigeno, risorse, ombra, ricordi, storia ai cittadini creando al contempo disagi per i lavori necessari.
Per quanto sopra esposto, noi cittadini, chiediamo all’Amministrazione comunale di far effettuare una perizia da tecnici esperti e qualificati che attesti il reale stato di salute degli alberi che si intende abbattere attestandone la eventuale citata pericolosità e quindi l’impossibilità di attuare soluzioni alternative che escludano l'abbattimento.
Gli scriventi si riservano di effettuare una perizia visiva effettuata da tecnici qualificati, così come sembra sia stata realizzata dagli Enti che hanno la responsabilità di decidere.
Il parco è un bene pubblico.
Da cittadini ci piacerebbe essere presi in considerazione quando si prendono decisioni che andranno a modificare irrimediabilmente una parte della nostra città”.
A Morrovalle nasce il gruppo civico "Cura e partecipazione".
Spinta dall’esigenza di attuare un concreto rinnovamento politico, sociale e culturale, l’iniziativa ha origine dall’idea di numerosi cittadini con competenze specifiche e trasversali, indipendenti da qualsiasi riferimento partitico. Il gruppo ha già annunciato la sua partecipazione alle prossime elezioni comunali.
"Dopo mesi di intensi e proficui incontri è emerso il desiderio di apportare un cambiamento dal punto di vista delle idee e soprattutto dei fatti - sottolineano in una nota i membri della nuova civica -. Nel nome è contenuta l’idea di fondo che anima l’iniziativa, condivisa da una consistente parte della popolazione. Vale a dire la volontà di prendersi cura, con costanza e impegno, della città e di tutto ciò che può contribuire al suo miglioramento; allo stesso tempo si intende promuovere una partecipazione attiva dei cittadini alla cosa pubblica. Motivo per cui il gruppo propone un progetto a lungo termine, ovvero una comune visione di fondo, che si realizzerà a partire dalle prossime elezioni e si protrarrà nel futuro, indipendentemente dal risultato ottenuto".
"In un momento di svolta e di ripartenza come quello attuale, occorre che il discorso pubblico cittadino torni a ragionare esclusivamente sulle idee e sui contenuti, scavalcando le dannose logiche tipiche della politica clientelare - si aggiunge -. Nessuno dovrà più sentirsi obbligato a votare una parte per un “favore” ricevuto. E’ necessario abbandonare certe dinamiche del passato messe in atto a fini elettorali. Se si fa tanto in pochi mesi, pensate a cosa si sarebbe potuto fare lavorando per 5 anni".
"Da queste considerazioni scaturisce l’impegno a organizzare periodicamente assemblee pubbliche, durante le quali ogni cittadino non sia un semplice spettatore ma abbia la possibilità di intervenire ed esporre i propri pareri. Ciò non solo permetterà alla popolazione di riappropriarsi finalmente della scena politica locale e di esercitare in pieno i propri diritti democratici, ma garantirà una visione completa del paese di cui, con onore e consapevolezza, “Cura e partecipazione” è chiamato alla guida - puntualizzano i membri del neo gruppo civico -. Seguendo lo stesso pensiero critico, non rinneghiamo a priori l’operato politico delle precedenti amministrazioni, ma si pone come alternativa per inaugurare una nuova stagione politica a Morrovalle, presentando proposte innovative fondate esclusivamente sui contenuti e sulle competenze".
Il gruppo si dichiara aperto a tutte le forze civiche, sociali, associative, politiche e culturali del paese. "A poco serve criticare senza riserve. Occorre invece spirito d’iniziativa e dialogo per portare alla luce limiti e mancanze dello status quo cittadino, ponendo alla base dati concreti e uno studio dettagliato del territorio. A riguardo dovrebbe essere compito dell’amministrazione creare le condizioni per poter realizzare i migliori progetti per il futuro".
Nuove proposte, dunque, ma di che tipo? Un primo punto fondamentale evidenziato dai cittadini che compongono “Cura e partecipazione” è la responsabilità di avanzare soltanto idee concrete e traducibili in realtà: "Esporre e proporre determinati progetti significa avere una visione di fondo e la capacità di concretizzare quanto sostenuto. Non si tratta di una gara egoistica per confezionare un programma oltre le ragionevoli pretese, a meri scopi propagandistici. La posta in gioco è il bene di Morrovalle! Quello che i cittadini trodicensi e morrovallesi per anni hanno auspicato è finalmente compiuto: la formazione di un gruppo di giovani brillanti, indipendenti dalle usurate logiche partitiche, animati da un cuore vivo e un’intelligenza vivace. Mossi non da desideri o brame personali, ma dal solo proposito di contribuire al risveglio economico, sociale e culturale della città. Ora è il momento di agire insieme, affinché tutto questo possa protrarsi in un’opera costante per il bene comune di Morrovalle".
L’UDC Tolentino ha presentato alle Istituzioni competenti la proposta di intitolazione del Centro Dialisi Decentrato ASUR Marche AV3, ubicato presso l’Ospedale di Comunità SS. Salvatore in Viale della Repubblica, al Medico Nefrologo tolentinate dott. Fernando Castelli.
La dialisi è la terapia salvavita, sostitutiva della funzionalità renale, a cui la persona malata renale cronica deve sottoporsi fino a tre volte a settimana nel Centro Socio-Sanitario di riferimento.
La nascita del Centro Dialisi Decentrato di Tolentino si deve proprio al dott. Fernando Castelli, medico nefrologo tolentinate, fondatore e pioniere della cura della malattia renale a Tolentino e nel territorio provinciale, deceduto il primo gennaio 2006.
Dal racconto del figlio, il dott. Paolo Castelli medico nefrologo, attualmente in servizio presso lo stesso Centro Dialisi, si apprende l’inedita storia.
Sul campo di tiro a volo, in una gara finale a Rimini, il padre conobbe un giovane medico, Vittorio Bonomini, uno dei più grandi nefrologi italiani, l’unico italiano presidente della Società Mondiale di Nefrologia. Nasce per caso un'amicizia vera, sincera, durata tutta la vita: il dottor Bonomini veniva a Tolentino e frequentava la famiglia, mentre il dottor Castelli si recava a Bologna presso l’Ospedale Sant’Orsola ad imparare la dialisi dall’amico medico.
Cinquanta anni fa la dialisi non c’era e, piano piano, il dottor Castelli apprese la metodica. Mancava però la cosa principale: l’apparecchiatura medicale ovvero il rene artificiale.
Capita così che un paziente malato renale, ricoverato, ha bisogno della dialisi: il sig. Palombarini, una persona eccezionale. Il padre, senza indugio, gli dice: “Se tu compri la macchina, io ti faccio la dialisi”. Detto, fatto. Si compra la macchina e si costituisce un pool di infermieri professionali. Inizia la dialisi a Tolentino: con una macchina, si dializzano due pazienti.
Gli industriali di Tolentino regalano altre quattro macchine. Poiché aumentavano le richieste da tutte le parti della Regione, l’Amministrazione comprò altre cinque macchine.
Nel 1973 nasce il Centro Dialisi di Tolentino che attualmente conta 16 reni artificiali, purtroppo 4 non operativi, a causa degli spazi mancanti dopo il sisma 2016.
Ancora oggi, il territorio comunale di Tolentino e le vicine Aree Montane, possono contare sul locale Centro di riferimento, diretto in seguito dalla Dott.ssa Paola Vitali e ora dal Dott. Franco Sopranzi.
Il Centro offre, secondo le norme antiCovid19, attività ambulatoriale nefrologica e di controllo trapianto renale, 12 posti-dialisi per ogni turno dialitico, emodialisi domiciliare per pazienti idonei, assistenza dall’equipe multidisciplinare costituita da 1 medico specialista ospedaliero, 15 infermieri, 3 operatrici sociosanitari, 1 assistente sociale e 1 psicologa a chiamata.
A"lla luce della pregevole storia della nascita del Centro Dialisi a Tolentino, sviluppatosi fino ad oggi anche grazie alle nuove tecnologie e all’aggiornamento del personale sociosanitario,l’UDC Tolentino ha ritenuto doveroso e significativo presentare una proposta di intitolazione al suo fondatore dott. Fernando Castelli, stimato medico nefrologo avanguardista, per la passione e la competenza con cui ha ideato, formato ed organizzato autorevolmente il Centro Dialisi, assicurando la cura della malattia renale cronica alla popolazione residente nel territorio di Tolentino e nelle Aree Montane limitrofe" sottolinea Ilenia Sabbatini, coordinatrice dell'UDC Tolentino.
Si è riunita oggi in modalità telematica l’Assemblea Territoriale di Ambito 3 (A.A.t.o. 3), avente per oggetto l’Adeguamento del Regolamento e della Carta dei S.I.I. (Sistema Informativo Integrato) dei servizi accessori del settore idrico.
Nell’Assemblea era richiesto di votare il piccolo aumento di circa 2 mila euro annue e per questo motivo il Comune di Civitanova Marche ha votato contro e ha manifestato tutta la propria contrarietà, ma ciò non è stato sufficiente affinché la maggiorazione non fosse applicata.
‘Alla luce di questo seppur piccolo aumento tariffario il Comune di Civitanova per evitare che i costi ricadano sui cittadini – ha dichiarato l’Assessore al Bilancio, Roberta Belletti - tanto più in un momento difficile e complicato come quello venutosi a manifestare con l’emergenza economica da Covid 19, stanzierà un fondo con il quale si farà carico interamente dell’aumento e non andrà, in alcun modo, a gravare sulle bollette idriche della popolazione".
"Riteniamo importante – ha concluso Belletti –manifestare vicinanza ai cittadini con questo fondo creato ‘ad hoc’, un piccolo segnale che riteniamo assolutamente dovuto in questo particolare momento".
"Dispiace constatare come i risultati emersi ieri dalla classifica di Food Insider, sembrino dimostrare la tendenza a coltivare pregiudizi. Il menù delle mense scolastiche di Macerata infatti è lo stesso degli scorsi anni; come mai la città scende di 14 posizioni?". A dirlo è l’assessore all’Istruzione Katiuscia Cassetta.
"Nonostante la fiducia e la massima disponibilità date a quello che è un osservatorio formato da un movimento di persone sensibili al tema, il sospetto c’era sin dal principio – continua la Cassetta -. Tanto che durante l’incontro al quale ho partecipato lo scorso 5 febbraio, dove lo stesso Food Insider chiedeva la presenza di “personalità autorevoli sul piano scientifico o professionale”, è stata negata la presenza dell’assessore Laura Laviano, che è un veterinario, consulente auto controllo e responsabile qualità settore cereali, mentre accettata quella dell’ex assessore all’Istruzione del nostro Comune".
"Nella classifica presentata ieri dall’osservatorio le mense di Macerata scendono dall’11esima alla 25esima posizione e la consigliera Monteverde non ha perso occasione per evidenziare che questo è riferito al modello di riorganizzazione sul quale stiamo lavorando. Lo stesso Food Insider, nella relazione che accompagna la classifica, ha sottolineato il fatto che a Macerata si stiano “chiudendo delle mense” e come questo abbia suscitato “grande disappunto dei genitori” – prosegue l’assessore all’Istruzione -. Peccato però che queste siano insinuazioni dato che è molto difficile pensare che la classifica stilata possa aver preso in considerazione gli ultimi mesi di attività del servizio di refezione scolastica".
"Era il 9 aprile infatti (due giorni prima era partito il nuovo modello di riorganizzazione) quando Food Insider ha richiesto al Comune l’invio del menù delle nostre mense – precisa la Cassetta -. Ed è proprio il menù il parametro sul quale si basa la classifica dell’osservatorio in questione; non è di certo il gradimento dei genitori uno dei criteri di valutazione considerati nel questionario che sottoponeva 12 domande (11 sul menù e una sulla preparazione). Dunque perché la relazione di Food Insider fa riferimento a questo? Per non parlare del fatto che il menù delle nostre mense, anche dopo l’avvio della riorganizzazione, è sempre rimasto lo stesso tanto che abbiamo coinvolto la nutrizionista Renata Alleva per apportare delle modifiche di cui avremo riscontro solo con il nuovo anno scolastico. Ricordiamo inoltre che il 6 febbraio l’Asur ha dato il proprio nullaosta al modello di riorganizzazione evidenziando dubbi, invece, sul menù precedente".
"Ci chiediamo allora come mai questa drastica caduta di Macerata nella classifica quando il menù è lo stesso dello scorso anno? Cosa è cambiato? Forse il colore politico dell’amministrazione che governa la città? – conclude la Cassetta – Dispiace inoltre vedere un consigliere comunale ed ex assessore che, in barba all’onestà intellettuale, strumentalizza tutto ciò facendo finta di non sapere come funziona la classifica quando vi ha partecipato per anni. Se vogliamo credere invece nella buona fede di tale osservatorio allora forse è l’ex assessore all’Istruzione che dovrebbe farsi qualche domanda sul proprio modo di amministrare dato che il menù preso in considerazione è quello che lei ha scelto".
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, nelle ultime 24 ore sono stati testati 2797 tamponi: 1339 nel percorso nuove diagnosi (di cui 365 screening con percorso Antigenico) e 1458 nel percorso guariti (un rapporto positivi testati del 2,2%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 29 di cui 11 nella provincia di Macerata, 3 nella provincia di Ancona, 6 nella provincia di Pesaro-Urbino, 3 nella provincia di Fermo, 2 nella provincia di Ascoli Piceno e 4 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (6 casi rilevati), contatti in ambito domestico (8 casi rilevati) e contatti stretti di casi positivi (7 caso rilevato), contatti in ambito lavorativo (2 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (1 caso rilevato) e contatti con provenienza extra-regionale (1 caso rilevato).
Nel percorso Screening sono stati effettuati 365 test antigenici e riscontrati 6 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare), con un rapporto positivi/testati pari al 2%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un leggero incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 2,2% oggi, contro la percentuale dell'1,4% di ieri.
"La scelta del presidente del Matelica Mauro Canil di spostare la sua squadra a giocare in Ancona ha dei tratti simili ed altri addirittura sovrapponibili alle vicende che determinarono la scelta della Lube Volley di trasferirsi a Civitanova Marche. Allora – e anche oggi – la minoranza (che dallo scorso settembre è al governo della città) attaccò l’amministrazione comunale con una speculazione che fu – ed è tuttora – di un qualunquismo disarmante".
Ad affermarlo è Alessandro Savi, referente maceratese di Articolo Uno ed ex consigliere comunale di Macerata.
"A tal riguardo, non posso non ricordare il grande sforzo profuso dall’amministrazione Meschini (due bandi per una nuova struttura a Villa Potenza che, a causa dell’insorgere della crisi economica, andarono deserti) e quello dell’amministrazione successiva che cercò di aumentare la capienza del Fontescodella una volta preso atto dell’impossibilità di realizzare un nuovo Palas che avrebbe comportato un esborso superiore al budget di un intero anno del bilancio dei servizi sociali - ricorda Savi -. La Lube giocò su due tavoli: mentre rinunciava al contributo annuale versato dal Comune di Macerata per contribuire all’ampliamento del Fontescodella, trattava con il Comune di Civitanova per lo spostamento in riviera. E, com’è noto, scelse Civitanova Marche".
"Oggi è avvenuta più o meno la stessa cosa: l’amministrazione Parcaroli ha trattato con il Matelica del patron Canil il trasferimento definitivo a Macerata concedendogli tutto ciò che aveva richiesto ma ponendo un solo e sacrosanto veto sul nome della futura società. “Macerata-Matelica”, infatti, non poteva che essere un nome transitorio, destinato a diventare in un paio di anni “SS Maceratese 1922”, nome glorioso di una gloriosa società che si appresta a celebrare il centenario. Ma Canil ha scelto Ancona proprio come la Lube scelse Civitanova" puntualizza l'esponente maceratese di Articolo Uno.
"Abbiamo perso un treno? Direi proprio di no. Innanzitutto perché nel calcio l’identità conta moltissimo: senza il nome “Maceratese” nessun tifoso si sarebbe mai appassionato alla squadra e questa realtà “ibrida” sarebbe rimasta comunque matelicese e non maceratese - aggiunge Savi -. Non è poi da sottovalutare la macchia che sarebbe in ogni caso rimasta nella storia della nostra società che sarebbe salita in serie C non per propri meriti (come avvenuto appena un lustro fa) ma per una “operazione di palazzo” che avrebbe per certi versi ricordato l’approdo della Lube Volley in serie A1 avvenuto grazie all’acquisto di un titolo sportivo di un’altra società".
"Meglio la coerenza, dunque. E, in tutta onestà, non mi sento di rimproverare nulla all’amministrazione Parcaroli e all’assessore Riccardo Sacchi che hanno cercato di difendere, ad un tempo, l’interesse e l’identità calcistica della città. Sarebbe però onesta e doverosa da parte loro una rettifica della valutazione e del giudizio politico sulla vicenda Lube. Soprattutto oggi che vivono in prima persona la delusione del tradimento e della doppiezza dei propri interlocutori" conclude Alessandro Savi.
È iniziato a Camerino il progetto di pubblica utilità denominato “Cura giardini e frazioni” a cui parteciperanno i soggetti che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. In particolare, saranno 4 le persone occupate che dovranno svolgere 12 ore settimanali nelle aree verdi della città e sulle frazioni. I servizi per il momento saranno svolti alla Rocca dei Borgia, nei giardini del quartiere Vallicelle, sul piazzale di Gioco del Pallone conosciuto a Camerino come “Sotto le piante” nonché nei giardini del quartiere di Montagnano.
“È un progetto che abbiamo fortemente voluto – conferma il sindaco Sandro Sborgia - per consentire a chi percepisce il reddito di cittadinanza di rendersi utile alla comunità e di cominciare a reinserirsi nel mondo del lavoro. Camerino è stato il primo comune della Regione ad avviare questo tipo d’iniziativa. Abbiamo già una ragazza che si occupa dell’accesso agli atti all’ufficio tecnico, altri sono stati impegnati dell’attività di sorveglianza degli ingressi scolastici per evitare assembramenti. Con questo nuovo progetto diamo seguito a chi può essere impiegato per le attività legate alla cura del verde pubblico e piccole mansioni in favore sella comunità. Credo che sia un’iniziativa molto importante per la città e chi vi abita”.
Nuove norme per il recupero dei sottotetti. Le prevede la proposta di legge approvata dall’Assemblea legislativa con 19 voti a favore e 10 astenuti. Il testo legislativo, a iniziativa del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, primo firmatario Pierpaolo Borroni, va a intervenire su alcune normative regionali in materia urbanistica ed edilizia.
Per favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e il contenimento del consumo del suolo, attraverso la pdl, vengono modificati i limiti alle altezze dei sottotetti purché sia assicurata, al netto delle strutture necessarie per l’isolamento termico dei locali, un’altezza media ponderata non inferiore a 2.20 metri, nonché un'altezza minima pari a 1.40 metri nel caso di copertura a falde inclinate e un’altezza minima non inferiore a 2.20 metri nei casi di coperture piane. L’intervento di recupero abitativo dovrà comunque prevedere idonee opere di isolamento termico ed essere in regola con le norme igienico-sanitarie. Inoltre non potrà determinare la creazione di unità immobiliari autonome.
La proposta di legge licenziata dall'Aula prevede anche una riduzione dei termini per la conclusione dell’iter di approvazione delle varianti al Prg definite non sostanziali. Le modifiche introdotte riducono a 20 e 50 giorni (a seconda dei casi) i precedenti 60 giorni previsti per consentirne l’approvazione da parte delle Giunte comunali. Relatori per la maggioranza lo stesso Borroni, per l’opposizione Anna Casini (Pd).
"L’iniziativa, che vede apposta la firma di tutti i miei colleghi consiglieri appartenenti al gruppo consiliare Fratelli d’Italia Regione Marche, è finalizzata a favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente attraverso misure di contenimento del consumo di suolo - spiega Pierpaolo Borroni -. L’intervento di ristrutturazione, secondo quanto previsto dalla proposta di legge di cui sono stato relatore di maggioranza, dovrà prevedere idonee opere di isolamento termico, assicurare prestazioni analoghe a quelle derivanti dall’applicazione di norme igienico-sanitarie statali e regionali e non potrà determinare la creazione di unità immobiliari autonome, quest’ultima misura al fine di arginare fenomeni di speculazione edilizia".
"Si tratta insomma di una vera e propria novità che offre opportunità, normativamente disciplinate, per tutti quei proprietari di abitazioni che con questa legge avranno la possibilità di valutare se recuperare a fini abitativi il proprio sottotetto senza dover sottostare a quei vincoli preordinati che prima ingessavano ipotesi di utilizzo dei loro locali" ha concluso Borroni.
"Buone notizie per la Tari. Arrivano i contributi". È quanto annuncia la vicesindaco, nonché assessore ai tributi Silvia Luconi, nell'apprendere che il Decreto Sostegni Bis ha inserito oltre 600 milioni di euro per permettere ai comuni di agevolare le partite iva, almeno quelle che hanno subito maggiormente gli effetti delle chiusure a seguito delle restrizioni dovute alla pandemia.
"Il Sindaco di Tolentino, al pari di tanti altri Sindaci, aveva lanciato un grido di allarme tramite l’Anci e non solo, al fine di ottenere dei sostegni che potessero permettere all’Ente di intervenire al fine di dare un aiuto concreto alle utenze non domestiche - ricorda Luconi -. Non è un mistero infatti che abbiamo sempre sostenuto di non dare particolare valore a misure di breve respiro come i contributi “una tantum” di poche centinaia di euro che nell’immediato possono sembrare una buona soluzione, quando invece sono solo uno specchietto per le allodole che non risolverebbe mai le problematiche alle quali sono andate incontro tante attività commerciali".
"Abbiamo chiesto e ottenuto una cifra congrua che il decreto sostegni bis ci consente di gestire con sconti e agevolazioni e non appena ci sarà l’attuazione dello stesso provvederemo ad esentare le attività che sono state chiuse e che sono state particolarmente interessate e colpite dalle restrizioni. Abbiamo già fatto delle simulazioni e siamo più o meno pronti con i provvedimenti che tuttavia partiranno solo dopo aver fatto tutte le verifiche opportune sui cattivi pagatori i quali non saranno oggetto delle scontistiche e delle esenzioni" ha puntualizzato la vicesindaco.
"Siamo molto soddisfatti di questa misura la quale era assolutamente necessaria per dare una risposta concreta che con i bilanci comunali non sarebbe mai arrivata. In questi mesi abbiamo deciso di assumere un basso profilo, anche quando ci veniva chiesto cosa intendevamo fare per queste realtà. Abbiamo preferito chiedere ed incalzare (nel caso di specie il Sindaco) al fine di poter dare una rispondo concreta che superasse lo spicciolo dibattito politico" conclude Silvia Luconi.
Il coordinamento Lega di Porto Recanati chiede con forza il daspo urbano dopo l’ennesimo episodio di violenza urbana in piazza Brancondi. Protagonisti alcuni stranieri che, ubriachi, hanno aggredito il gestore di un noto locale per essersi rifiutato di vendere alcolici dopo la chiusura.
“Aggressioni e risse ricorrenti non sono più tollerabili per una cittadina che si propone come un salotto sul mare" - spiegano gli esponenti del Carroccio di Porto Recanati - .
È chiaro che i maldestri tentativi del sindaco di garantire la sicurezza con ordinanze sono andati a vuoto. Si attivi immediatamente con le autorità competenti perché i portorecanatesi sono stufi di quello che è diventato un pericoloso andazzo – sollecitano i leghisti –.
I tempi sono più che maturi per il daspo urbano, considerato che si tratta per lo più di soggetti già noti alle forze dell’ordine. Non è ammissibile che il centro di Porto Recanati sia sempre più spesso un ring che cittadini e visitatori hanno timore di frequentare. Chiediamo non solo rispetto nei confronti degli imprenditori che hanno investito nelle loro attività e puntano sulla stagione per riprendersi da un periodo durissimo, ma ancor più nei confronti dei portorecanatesi. Basta proclami, il sindaco Mozzicafreddo passi ai fatti”.
(Foto di archivio)
"Sin dalla presentazione del nostro programma amministrativo e negli otto mesi di governo, la nostra amministrazione ha posto al centro della propria attività lo sport; non poteva quindi che essere prioritaria l’attenzione verso il calcio che è da sempre vissuto in città con coinvolgimento e passione, tanto è vero che abbiamo rivolto ogni sforzo per dare la giusta importanza al fatto che a Macerata una società solida disputasse il campionato di Lega Pro". A dirlo è il sindaco Sandro Parcaroli in seguito al comunicato ufficiale diramato dal Matelica Calcio (leggi qui).
"Sin dai primi mesi di governo è iniziata una serie di incontri per dar vita a un progetto pluriennale, organico e congiunto tra il Matelica e la nostra città – ha continuato il sindaco -. Abbiamo coinvolto le associazioni di categoria e realtà imprenditoriali del territorio, attivandoci in maniera decisa, seria e onesta per dar vita a un percorso che coinvolgesse tutte le realtà di Macerata e del territorio; un progetto con al centro la promozione e valorizzazione dei settori giovanili".
"Alla luce del reciproco interesse mostrato, l’Amministrazione ha attivato tutti i settori della struttura comunale, le proprie risorse e forze per esaudire le numerose e onerose richieste del Matelica Calcio, sia sotto l’aspetto tecnico sia finanziario, e per questo ringraziamo gli Uffici comunali del grande lavoro – ha aggiunto Parcaroli -. Le numerose richieste del Matelica Calcio sono state soddisfatte, a partire dalle agevolazioni finanziarie su costi e tariffe, passando per l’utilizzo dello stadio comunale Helvia Recina e per i lavori di adeguamento dello stesso alle norme federali, arrivando al reperimento di spazi presso i campi utilizzati dalle società dei sodalizi calcistici della città, che ci teniamo a ringraziare per l’enorme sensibilità e disponibilità mostrate. A conferma dell’attenzione posta dall’Amministrazione sull’argomento abbiamo anche partecipato al bando “Rigenerazione Urbana” prevedendo risorse per 4,5 milioni di euro destinate all’ammodernamento dello stadio comunale Helvia Recina".
"Unica condizione irrinunciabile che l’Amministrazione ha posto alla società matelicese, dettata da motivi di fede e passione sportiva e in ossequio alla centenaria e prestigiosa tradizione della Maceratese - che ha visto coinvolte intere generazioni di tifosi e appassionati intorno ai colori biancorossi - è stata quella di attribuire al sodalizio militante in Lega Pro, nel breve o medio periodo, il nome di “S.S. Maceratese 1922”, utilizzando nel primo anno (2021/2022) il nome “Macerata-Matelica” – ha concluso il sindaco -. A questa condizione, che il patron del Matelica sembrava aver preso in considerazione, non eravamo e non siamo disposti a rinunciare. L’intenzione dell’Amministrazione è esclusivamente quella di riportare i colori biancorossi e il sodalizio della Maceratese ai livelli che la città merita e che la storia reclama".
Contrastare la proliferazione dei cinghiali nelle Marche che stanno causando gravi danni alle attività agricole e pericolosi inconvenienti alla popolazione, a partire dagli incidenti stradali e dagli incontri, sempre più ravvicinati, nelle aree cittadine e urbane.
La questione è stata al centro dell’incontro odierno, a Palazzo Raffaello, tra il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura e alla Caccia, e il colonnello Giampiero Andreatta, comandante Carabinieri forestali Marche.
Regione, istituzioni, associazioni agricole e venatorie collaboreranno per contenere i danni causati dagli ungulati. La Giunta regionale ha predisposto un protocollo d’intesa da sottoscrivere, dopo la concertazione con gli enti coinvolti.
“Un contributo fondamentale verrà dai Carabinieri forestali che faranno pervenire le loro osservazioni sul testo predisposto, in vista della firma – ha evidenziato Carloni – Il problema dei cinghiali ha assunto una dimensione sociale, oltre che economica, che richiede interventi operativi, integrati e coordinati, non più rinviabili. Nelle Marche vogliamo voltare pagina con una collaborazione corale che non preveda solo abbattimenti selettivi, ma una serie di azioni che mettano in sicurezza le aree urbane e la circolazione stradale”.
Il protocollo proposto coinvolge, oltre la Regione e i Carabinieri forestali, le Prefetture, le Polizie provinciali, gli Ambiti territoriali di caccia, l’Anci (Comuni), le associazioni agricole e venatorie.
L’Amministrazione Comunale di Macerata ha stanziato nei giorni scorsi, con una delibera di Giunta, le risorse necessarie per procedere alla redazione del progetto definitivo del sottopasso ferroviario di via Roma.
In questi mesi sono intercorsi numerosi incontri tra Rete Ferrovie Italiane, Regione Marche e Comune di Macerata per dare avvio alla progettazione del sottopasso che permetterà l’eliminazione del passaggio a livello al chilometro 30+294 della linea Civitanova - Albacina che insiste nella nevralgica arteria stradale del capoluogo.
Il Comune, a cui è stato affidato il compito di curare la progettazione, ha già eseguito il progetto preliminare con l’apporto esclusivo del personale interno e sotto la direzione dell’ingegnere Virgilio Ferranti.
Il progetto è stato apprezzato e giudicato fattibile dal punto di vista tecnico ed economico sia da RFI che dalla Regione Marche ed ora, con le risorse stanziate, si passerà alla redazione di quello definitivo; in seguito all’approvazione dello stesso e al reperimento di tutte le risorse necessarie per la realizzazione dell’opera (circa 4,5 milioni di euro) potranno iniziare i lavori. L’infrastruttura verrà realizzata senza interferire con il flusso viario della circolazione in modo da limitare ogni disagio per gli utenti.
Contestualmente, gli Uffici comunali stanno procedendo con gli adeguamenti urbanistici coerenti con il nuovo progetto che è stato sensibilmente migliorato rispetto all’ipotesi che era stata approntata nel 2008 e poi rimasta ferma.
L’altezza del sottopasso è stata infatti aumentata da 3,5 a 5 metri per permettere ai mezzi pesanti e di soccorso di percorrerlo e lo stesso è avvenuto con la carreggiata.
La sezione sarà quella del tipo “strada urbana di quartiere E” con larghezza complessiva utile di 12 metri; due corsie da 3,5 metri per trasporto pubblico locale, due banchine da 0,5 metri, un marciapiede da 1,5 metri e uno da 2,5 metri utilizzabile anche come pista ciclabile. Inoltre è stata anche diminuita la pendenza longitudinale in modo da rendere più agevole la circolazione anche in condizioni metereologiche critiche.
"L’opera permetterà la risoluzione di un annoso problema che interessa gli automobilisti che percorrono questo tratto stradale che si trova all’ingresso della città – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. In sinergia con la Regione, stiamo reperendo tutte le risorse necessarie per avviare questa importante opera che non poteva essere penalizzata dal punto di vista funzionale; proprio per questo abbiamo deciso di modificare il progetto iniziale migliorandolo notevolmente".
"Esprimo enorme soddisfazione per aver portato a termine la progettazione preliminare dell’opera infrastrutturale tanto attesa dai maceratesi – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori -. La soddisfazione è doppia per averla completata in così poco tempo e con risorse interne, segno della grande professionalità del nostro Ufficio tecnico e della determinazione con la quale la Giunta Parcaroli intende mantenere fede agli impegni di programma elettorale. Ci aspettano sfide importanti in questi anni, le affronteremo con il metodo della seria programmazione, come stiamo facendo in tutti gli ambiti di governo della città".
"No al Nutri-score, sì alla difesa del made in Italy". Così si può riassumere la posizione di Fratelli d’Italia relativamente alle politiche dell’Unione Europea sulla valutazione e la promozione dei prodotti alimentari italiani.
La federazione provinciale di Macerata del partito ha incontrato, nel pomeriggio di sabato 12 giugno, gli agricoltori, i simpatizzanti di FdI e i cittadini interessati alla causa presso la sede di Corso Cavour, a Macerata.
A seguire, un flash-mob della campagna “Cartellino rosso al Nutri-score. Difendiamo i prodotti italiani”, con uno striscione in Piazza della Vittoria.
“Come Consigliera regionale – sostiene Elena Leonardi – non posso che battermi per la difesa della ricchezza e della varietà dei prodotti alimentari della nostra terra. Stilare dei criteri che vanno a penalizzare prodotti che sono delle vere e proprie eccellenze internazionali è semplicemente assurdo”.
"FdI si schiera ancora una volta a tutela dei lavoratori del settore agricolo, che nella nostra zona ha delle eccellenze che sono apprezzate sia sul territorio nazionale che internazionale. Tutelare questi prodotti vuol dire tutelare le nostre tradizioni e i posti di lavoro degli italiani" commenta Francesco Pastori, Coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia a Macerata.
All’evento hanno partecipato anche il neo responsabile regionale del Dipartimento Agricoltura Renato Frontini, il Coordinatore provinciale Massimo Belvederesi, l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Macerata Paolo Renna, la Vicesindaco di Macerata Francesca D’Alessandro e i ragazzi di Gioventù Nazionale.