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Treia, Uniti per Treia: "Capponi ha fatto cadere un’altra maggioranza senza ragione se non quelle legate al suo ego

Treia, Uniti per Treia: "Capponi ha fatto cadere un’altra maggioranza senza ragione se non quelle legate al suo ego

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma "Uniti per Treia"

"Ci risiamo: Franco Capponi ha fatto cadere un’altra maggioranza senza ragione se non quelle legate al suo ego. In una città ora commissariata, il gruppo Uniti per Treia porge perciò auguri di buon lavoro al commissario prefettizio Salvatore Angieri. Più volte in questi anni abbiamo descritto i “fuorigioco” del suo metodo padronale finalmente giunto all’epilogo. Se di allenatore si tratta, come si è definito Capponi, certamente è un allenatore “nel pallone”. Leggiamo sulla stampa di questi giorni come per tutti ora la priorità sia magicamente tornata la scuola: a parte rare eccezioni a titolo personale, dov’erano quando Uniti per Treia raccoglieva le firme per il rispetto delle norme e chiedevamo la completezza delle informazioni? E ancora, quando mostravamo contrarietà all’acquisto di un’area improponibile e sotto tutela fallimentare per 1 milione di euro e smentivamo l'acquisto del terreno con i fondi dell’assicurazione, come più volte ripetuto in pubblico da Capponi? Dov’erano quando gli incontri della nostra campagna d’ascolto venivano boicottati? Semplice, non c’erano. Ora si ravvedono, meglio tardi che mai. Con le dimissioni della maggioranza (ma non le sue), Capponi ha deciso di scrivere l’ennesima pagina nera per la storia di Treia. Avrebbe potuto evitarla ascoltandoci e dimettendosi mesi fa prima della notifica della sua sospensione per concentrarsi sulla sua difesa. Invece ha preferito logorare politicamente i suoi e continuare con le ingerenze, arrivando a protocollare solo poche settimane fa, una lista della spesa per il Comune, atto che porteremo al vaglio della Prefettura al fine di verificarne la legittimità data la sua sospensione in corso. Anche su Villa Spada abbiamo lamentato l’assenza di una strategia dopo l’acquisto voluto da Capponi per ben 1,2 milioni di euro di soldi pubblici. La verità è finalmente emersa: nessuna visione e oggi l’intento di realizzare 4 appartamenti per le famiglie colpite dal sisma, comunque già in cas, all’interno della “casa del custode”, che rientra nell’alveo dello sperpero di denaro pubblico già conosciuto con le 8 casette di legno ostinatamente realizzate a Passo di Treia e delle quali conosciamo soltanto i costi di urbanizzazione pari a oltre 500mila euro. Quanto sono costate le sae e quanto ci costerà l’area? Per gli appartenenti invece si voleva sforare il milione (1,3 per la precisione), andando a snaturare il bene e la vocazione stessa del complesso storico del Valadier. Come si può arrivare soltanto a pensare qualcosa del genere e come lo si possa permettere quando un semplice cittadino del Centro storico deve perdersi nella burocrazia per cambiare il colore degli infissi? È irrispettoso poi suddividere i costi in denaro finanziato o meno: sono sempre soldi pubblici, non si può da un lato solidarizzare con chi ha perso tutto, dall’altro sperperare denaro pubblico solo per dimostrare di essere i più furbi. Che ne pensano i Sindaci dell’epicentro che faticano a trovare denaro per la ricostruzione? Sul tema fa bene la Castellani a fare mea culpa: perché ha votato le direttive della Giunta agli uffici dettate per interposta persona dall’assessore Buschittari? Cosa le ha fatto cambiare idea nel giro di un mese? Se invece questi soldi fossero dovuti, perché invece di realizzare uno scempio a Villa Spada non li si è destinati a un progetto di riqualificazione su proprietà pubbliche del Centro storico non finanziate, come ad esempio la scuola di via Lanzi? Che fine farà quell’edificio? È la sintesi della proposta di Capponi: un continuo rattoppare, come per il Piano regolatore, a macchia di leopardo. Tra le motivazioni che avrebbero spinto la maggioranza a dimettersi ci sarebbe il mancato rispetto del programma 2014. Fatichiamo a trovare il terremoto tra quelle pagine: Capponi è forse anche veggente? Poi la preoccupazione di perdere altri finanziamenti: allora perché dimettersi nel giro di una notte quando è risaputo che, di norma, l’arrivo del commissario prefettizio non corrisponde a scelte di portata strategica? Capponi ha preferito chiudere la baracca ma, purtroppo per lui, Treia non è proprietà privata e il vento è già cambiato".

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