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Tolentino, "No all'abbattimento degli alberi del parco Lennon": 14 associazioni scrivono al sindaco

Tolentino, "No all'abbattimento degli alberi  del parco Lennon": 14 associazioni scrivono al sindaco

Quattordici associazioni di Tolentino hanno scritto una lettera al sindaco, Giuseppe Pezzanesi, in merito al progetto di riqualificazione dei giardini “ John Lennon” , che prevede l’abbattimento di diversi alberi. In un primo stralcio sarebbero dovuti essere diciassette quelli da buttar giù, ora ridotti a nove (sette dei quali protetti).

Le associazioni criticano, soprattutto, la relazione tecnica alla base della decisione dell’amministrazione comunale.  Di seguito la missiva inviata al primo cittadino e sottoscritta da: Gruppo scout Agesci Tolentino1, Cisei (Centro Integrazione Interculturale), Circolo Il Pettirosso Onlus, Anpi Tolentino, Asd Cerchio d’Oro, Bottega del commercio equo e solidale Tolentino, Comitato no inceneritore, Visione sibillina, Salviamo il green, Comitato centro storico, Lipu Macerata – Civitanova – Fermo, Oipa Macerata, Gruppo acquisto solidale Tolentino, Amici per odv.

«Torniamo a parlare dell’abbattimento degli alberi dei giardini John Lennon in merito alla variante del progetto di riqualificazione recentemente approvata. In seguito alla nostra prima lettera di contrarietà sul taglio degli alberi, abbiamo preso visione della relazione tecnica del dottor Lorenzo La Sorda redatta su incarico dalla sua amministrazione e della successiva rielaborazione del suddetto progetto. Tale relazione tecnica non individua quali alberi abbattere e quali mantenere dei 17 che precedentemente era stato stabilito di tagliare. Nonostante ciò, dopo tale relazione, il numero è stato ridotto a nove, di cui sette protetti. Con quali criteri si decide di perseguire nell’abbattimento di un consistente numero di piante dato che, come riteniamo positivo, si è deciso di salvare piante destinate ad essere tagliate? Per i sette alberi protetti condannati al taglio, dove sono le dichiarazioni sulla “inesistenza di soluzioni alternative all’abbattimento” previste per legge? E se tali dichiarazioni ci sono, quali sono le relative motivazioni e su quali basi sono affermate, ricordando la responsabilità di chi firma tali dichiarazioni?»

 «La relazione del dottor La Sorda è basata principalmente sulla verifica della snellezza (rapporto fra il diametro del fusto e l’altezza della pianta) di ogni singolo albero e non individua specificatamente quali sono gli alberi necessariamente da tagliare e quelli che è possibile mantenere rispetto alla prima proposta progettuale, ma invece sottolinea che gli alberi con ridotta stabilità meccanica dovuta alla snellezza, compensano tale svantaggio per il fatto che non sono isolati ma in gruppo, pertanto ci sembra facile dedurre che, secondo il dottor La Sorda, lo sfoltimento degli alberi causato dagli abbattimenti comunque previsti, aggraverebbe la stabilità degli alberi rimanenti, con il conseguente peggioramento della situazione. In merito abbiamo consultato due agronomi che, senza conoscersi fra loro e con separati sopralluoghi, hanno rilevato entrambi che, alla luce della documentazione in merito resa pubblica, non ci sono elementi sufficienti (senza indagini approfondite sullo stato vegetativo e strutturale di ogni singolo albero) per decidere quali sono quelli potenzialmente pericolosi e quindi necessariamente da abbattere e che, per quanto sia possibile dedurre con la sola indagine visiva, hanno concluso che non sembra possano essere giustificati tutti gli abbattimenti previsti ed hanno invece constatato la mancanza di manutenzione di tutti gli alberi per la presenza di diffuso seccume delle ramificazioni».

 «Per quanto sopra, rimarchiamo con disappunto la scarsa sensibilità dell’amministrazione e degli organi comunali preposti alla cura del verde urbano in quanto: non è stato ancora redatto il Piano del Verde obbligatorio dal 2017 atto a tutelare il verde urbano e pianificarne lo sviluppo; riteniamo assurdo che, nell’intervenire in uno spazio verde storico e quindi degno di accurata attenzione come i giardini John Lennon, si possa prima decidere quali piante abbattere chiedendone poi l’autorizzazione all’Unione Montana (che la rilascia anche se al protocollo di quest’ultima non è presente una relazione tecnica a supporto dell’abbattimento) e solo successivamente si possa far redigere la citata relazione tecnico-botanica, forse in odore di malcontento da parte dei cittadini; il progetto approvato prevede la piantumazione di alberelli del diametro di 4 centimetri in sostituzione di quelli da abbattere. Quanti anni dovranno passare prima di ottenere l’ombra perduta degli alberi che verranno tagliati? E comunque sia non sarebbe stato opportuno prevedere la piantumazione di alberi più grandi facendo a meno di qualche “panchina tecnologica dotata di internet”?»

 

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