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"I figli sono una benedizione per la coppia": Parcaroli e il senatore Pillon mettono la famiglia al centro

"I figli sono una benedizione per la coppia": Parcaroli e il senatore Pillon mettono la famiglia al centro

Il Senatore Simone Pillon ha partecipato, nella serata di ieri, alla conferenza stampa organizzata dal candidato consigliere comunale di Macerata per la Lega, Andrea Blarasin. All'evento erano presenti anche lo psicoterapeuta Paolo Scapellato e Massimo Cesca, membro del direttivo del forum delle famiglie marchigiane, oltre che il candidato sindaco del centro-destra Sandro Parcaroli.

Ad aprire le danze è stato lo stesso Blarasin che ha ribatito il tema principale attorno al quale sarebbe ruotato il dibattito: la famiglia. Un tema che “raccoglie tutti gli altri perché quando parliamo della città parliamo di comunità e quindi di famiglia” dice il candidato leghista.

“Credo che un candidato debba, prima di tutto, aver chiara l’importanza della famiglia quale nucleo portante della nostra società – prosegue - e quale componente essenziale delle relazioni che legano la nostra comunità. Un’amministrazione comunale deve essere vicina ai bisogni delle famiglie e deve farlo con impegni concreti".

La parola passa quindi allo psicoterapeuta Paolo Scapellato che ha precisato come, per le persone che lavorano nel sociale, faccia sempre piacere avere qualche politico che presti attenzione anche alle loro problematiche.

“Siamo sempre a contatto con le famiglie bisognose, non intendo solo quelle che si trovano a dover affrontare delle disabilità, ma tutte le famiglie che hanno bisogno di un supporto – racconta nel suo intervento -. Viviamo sulla nostra pelle il senso di smarrimento che non hanno solo i figli ed i giovani, ma anche gli adulti in merito a cosa è la famiglia”.

“Siamo bombardati di messaggi del tipo ‘la famiglia è dove c’è amore’ ma se fosse così – precisa Scapellato - non esisterebbe più la famiglia perché nessuna famiglia vive solo con l’amore. Ci stanno educando a non credere ai vecchi principi. I diritti della famiglia non vengono dallo Stato ma sono dati anteriormente, quello che deve fare lo Stato è predisporsi a riconoscerli ed accettarli".

“Quando si creano occasioni, per potersi confrontare insieme in merito a certe tematiche, è sempre un momento importante e mai scontato soprattutto in materia politica – si introduce così Massimo Cesca -. Sentendo parlare della famiglia, in questo momento, sembra si stia parlando di un argomento religioso, quasi para cattolico”.

“Chi si candida come sindaco, o in amministrazione comunale, non può non avere a cuore il tema della famiglia e ne parlo da ex assessore ai servizi sociali – agginge -. In questi ambiti l’unico vero ammortizzatore sociale era costituito dai nuclei familiari e, nelle nostre zone, ci salva un tessuto familiare importante. Bisogna partire dalle esigenze che la realtà ci pone ogni giorno davanti, sotto questo aspetto ben venga che ci siano amministratori che vogliano far comprendere anche agli altri che la famiglia è il cuore centrale anche della vita amministrativa”. 

È, quindi, la volta del senatore Simone Pillon, accolto da un lungo applauso.

Arriva subito l'attacco al Governo reo di “non fare politiche per la famiglia, non perché non ci siano i soldi per farle, ma perché non vuole farle”.

Il senatore sottolinea che “c’è un’agenda molto chiara che ha 4 tappe ed il punto finale è la dissoluzione della famiglia così come la conosciamo, siamo in una fase in cui siamo convinti che l’uomo può crearsi da solo ed in cui l’essere umano decide lui cosa è”.

Introdotto questo argomento, il senatore Pillon, elenca nel dettaglio quali sono - secondo il suo punto di vista - le 4 tappe che porteranno alla distruzione della famiglia.

La “tappa 1” o “legge sull’omofobia” è stato il punto di inizio. “Indispensabile perché se devo decostruire l’istituto famigliare devo andare a toccare le cose inscritte nel cuore dell’uomo – specifica il senatore -, come ad esempio eliminare la parola mamma o la parola papà e passare invece alla dicitura ‘genitore 1 - genitore 2’”.

La “tappa 2” o “unioni gay” per andare a decostruire il legame matrimoniale  “un legame orizzontale che unisce due generi: il maschile  ed il femminile – precisa Pillon -. Così facendo si vanno a costruire le famiglie arcobaleno andando a rendere ogni cosa famiglia. Ma se ogni cosa è famiglia allora niente è più famiglia. Non siamo più capaci di indentificare quel nucleo familiare composto da un uomo e da una donna”.

La “tappa 3” o “genitorialità arcobaleno”, qui si è andato a parlare degli argomenti come “utero in affitto” e “banca del seme”, precisando il fatto che a questo punto si tratta di una compravendita ed in conclusione di un figlio comprato.

“Il discorso vale sia per l’ovulo femminile che per lo spermatozoo maschile – sottolinea il senatore Pillon -. Questa è la genitorialità arcobaleno, in tv si sente dire che le famiglie tradizionali sono quelle dove c’è la violenza mentre nella famiglia arcobaleno tutto va bene, tutti sono felici e contenti”.

La “tappa 4” o “decostruzione del rapporto verticale” è l’ultimo punto trattato. La famiglia può essere immaginata come una “croce”, dove in orizzontale si uniscono i generi ed in verticale si uniscono le generazioni. “Si va a perdere l’identità, la tradizione familiare e ogni territorio porta in sé una tradizione che ci arricchisce ed è inscritto in ogni famiglia – si avvia alla conclusione Simone Pillon -. Quindi il 4° passaggio è quello di fare perdere l’identità alle persone”.

"Se si va a decostruire l’identità delle persone il risultato è che siamo andati a costruire una società d’individui. Ogni euro che spendiamo per le famiglie è un euro investito per il futuro, come diceva Winston Churchill “il migliore investimento che un Paese possa fare è quello di mettere latte nei biberon."

Terminato il discorso del senatore Pillon la parola passa al candidato sindaco Sandro Parcaroli. 

“In questi giorni sono andato in giro per le varie associazioni e per la città parlando con moltissime persone – dice -. Avevo inizialmente pensato, a dicembre, di candidarmi in Regione ma con l’arrivo del covid ho capito che Regione e Comune devono andare a braccetto.

"Mi dicono che non so parlare politichese infatti non sono un politico - aggiunge -, sono un amministratore di un’azienda con 220 persone che considero la mia famiglia.

Proprio il concetto di famiglia per Sandro Parcaroli è molto importante: “Vengo da una famiglia con valori cristiani e me li porto ancora dentro – sottolinea il candidato -. Formarne una oggi è difficile, ma i figli sono una benedizione. Senza figli l'amore tra una coppia non c'è".

Il candidato sindaco Sandro Parcaroli fa un breve spaccato anche sul discorso delle droghe tra i giovani ed i giovanissimi e su come l’abuso di queste possa essere notevolmente diminuito con l’aiuto dello sport.

“Si deve fare comunicazione dentro le scuole perché le droghe stanno prendendo piede in età sempre più giovane – precisa -. Dobbiamo aiutare queste famiglie con corsi nelle scuole per far capire quanto possano essere nocive queste droghe, anche leggere, e dobbiamo allontanare i ragazzi da questi pensieri specialmente attraverso lo sport. Lo sport, soprattutto quello di squadra, aiuta i ragazzi a lavorare in gruppo ma li prepara anche per il modo del lavoro. L’agonismo invece li mantiene concentrati sul raggiungimento di un obiettivo, non andando così a pensare alle droghe.

"Una città è vivibile quando i giovani vi trovano lavoro e decidono di formarvi la loro famiglia. Portiamo questa città a fare figli ma cerchiamo anche per questi figli un lavoro per domani." conclude Parcaroli. 

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