Sei candidati in cerca di consenso: la campagna elettorale che non ha parlato delle Marche
È stata lunga, ma mai intensa. La campagna elettorale per le regionali delle Marche si chiude come si è aperta: con una promessa di confronto mai mantenuta, un elenco di frasi fatte, e lo sguardo costantemente rivolto altrove.
Si è parlato di tutto, tranne che delle Marche. O, meglio, se ne è parlato come si parlerebbe di uno sfondo, non di un luogo reale abitato da problemi veri.
La sanità, ancora una volta, è stato l’unico campo di battaglia riconoscibile. Acquaroli ha alzato lo scudo dei cantieri, delle strutture costruite o “cantierizzate”, e della farmacia dei servizi—un termine tecnico trasformato in bandiera. Ricci ha risposto con l’accusa, parlando di disfunzioni e liste d’attesa infinite. Ma lo scontro si è fermato lì: più un botta e risposta da dépliant che un dibattito sulle soluzioni.
Sul piano del lavoro e dei giovani, Ricci ha promesso somme fuori scala: premi a chi resta, bonus a chi torna, soldi alle coppiette che scelgono le aree interne. Un’idea di politica come incentivo a tempo determinato, dove l’unico piano è sperare che qualcuno si commuova. Acquaroli, invece, ha lasciato che a parlare fossero i "Bodyguard" del governo, sempre presenti, anche prima che la campagna iniziasse. La ZES è stato il colpo di scena calato dall’alto da Meloni, un atto di forza più che una strategia, ovviamente a fini elettorali.
Il confronto diretto? Quasi inesistente. Due dibattiti ci sono stati, ma nessuno lo ha saputo. È sembrato che entrambi avessero paura di scoprirsi in campo aperto. Ognuno ha parlato alla propria bolla, ripetendo gli stessi slogan davanti agli stessi volti. Hanno aizzato le proprie curve da stadio con frasi buone per i social ma completamente scollegate dalla realtà.
E poi la giungla delle liste: molte nate all’ultimo per inseguire il voto civico, salvo poi mostrarsi per quello che sono—prolungamenti delle stesse logiche di sempre.
Le alternative? Esistono, forse. Ma presentarsi alle elezioni da perfetti sconosciuti e poi lamentarsi di essere ignorati è un film già visto. Riprendendo una frase decotestualizzata di Ricci sul palco di Macerata: “Se non ti comunichi, non esisti”. Una verità che vale per tutti, non solo per gli altri. E quindi non ce ne vogliano i vari Bolletta, Gerardi, Mangani e Marinelli, ma nessuno li ha presi in considerazione.
Quindi, che sia "Un cambio di Marche" o "Più Marche", resta una campagna elettorale priva di idee, senza slanci, senza visione. Solo parole in cerca di consenso. E silenzi, tanti silenzi, su ciò che davvero conta.
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