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Scuola Don Bosco, Tolentino Popolare: "Pezzanesi padre padrone, tradito mandato dei cittadini"

Scuola Don Bosco, Tolentino Popolare: "Pezzanesi padre padrone, tradito mandato dei cittadini"

"Lo scorso giovedì l’Amministrazione comunale e la maggioranza (non tutti i consiglieri) che governa la nostra città ha definitivamente approvato l’atto che porterà alla delocalizzazione della Scuola Don Bosco. Un passaggio fondamentale che segnerà per sempre l’assetto urbanistico e l’organizzazione scolastica della nostra città, una decisione che, dobbiamo ancora una volta ribadire, è completamente contraria a quanto sottoscritto dalle liste che sostenevano il Sindaco Pezzanesi nel 2017, traducendosi in un triste tradimento del mandato che i cittadini hanno accordato alla coalizione di cui all’epoca facevamo parte".

A dichiararlo, in una nota, sono i membri Associazione politico-culturale “Tolentino Popolare” Alessandro Massi, Diego Aloisi e Fabio Montemarani. 

"Abbiamo assistito sconcertati al teatrino indegno messo in piedi dalla maggioranza in questo consiglio comunale, dove tra promesse mirabolanti, strumentalizzazioni delle famiglie e dei ragazzi che frequentano le scuole, terrorismo psicologico, finti struggimenti, battutine, richiami insensati alla politica del passato, ridicole proposte di villette popolari nel centro storico e totale disinteresse verso 3000 firme raccolte dai cittadini in contrasto a tale scelta, si è cercato in tutti i modi di far passare la Scuola Don Bosco come un edificio non sicuro, con l’evidente imbarazzo dei tecnici presenti, che hanno dovuto ribadire, ad un certo punto, come la scuola fosse oggi già assolutamente sicura, confermando ancora una volta che si tratta di una scelta meramente politica" sottolineano Massi, Aloisi e Montemarani. 

"Dagli interventi si è denotata ancora una volta la volontà miope di abbandonare un patrimonio storico e culturale con un meraviglioso giardino e una palestra praticamente nuova, appoggiandosi su di una relazione costi-benefici lacunosa, incentrata sulla necessità di convincere non solo la cittadinanza ma anche il Commissario alla ricostruzione On. Legnini della convenienza economica della delocalizzazione della Scuola, richiamando ordinanze e relazioni dal basso valore normativo e tacendo completamente sull’articolo di legge previsto nel decreto 189/2016 (Art. 2) che obbliga la ricostruzione delle scuole nei centri storici, salvo motivi oggettivi che lo impediscano, che a nostro parere la documentazione prodotta non riesce assolutamente a dimostrare - spiegano i rappresentanti di 'Tolentino Popolare' -. Il commissario Legnini, infatti, in data 4 giugno 2021 ha scritto al Sindaco Pezzanesi, chiedendo chiarimenti circa la volontà di delocalizzare la Scuola, avvertendo delle norme previste per le Scuole, contenute nel decreto legge 189/2016 e sollecitando l’opportuna valutazione dell’Agenzia delle Entrate per la valutazione dei terreni da acquistare".

"E’ stato chiarito tutto ciò? A nostro avviso non completamente - precisano Massi, Aloisi e Montemarani -. Non si fa alcun riferimento alle vere conseguenze di organizzazione degli spazi, della viabilità e sull’effettivo recupero delle strutture abbandonate, sia della Scuola Don Bosco che della ex Scuola Bezzi, nascondendo alla collettività che, essendo difficile trovare fondi comunali per il recupero, è evidente che l’unica scelta possibile sia la cessione degli immobili con la perdita di patrimonio storico per la nostra città. A nostro avviso, lo ribadiamo ancora, si creerà un pericoloso doppione con la Scuola Lucatelli, penalizzando eccessivamente coloro che abitano in centro storico o anche in quartieri vicini come quello di Viale Vittorio Veneto e Trento e Trieste oppure Foro Boario, che oggi rappresentano la platea di famiglie che hanno per lo più iscritto i loro figli e figlie alle scuole del Centro storico. A tal proposito già oggi vediamo i primi effetti della scelta adoperata dall’amministrazione comunale, in quanto non si è riusciti a creare la prima classe all’attuale Scuola Primaria Don Bosco ospitata presso le strutture all’815 in Contrada Pace, quando al contrario la Lucatelli mantiene numeri altissimi di iscrizioni".

"Per giustificare le scelte si è fatto più volte riferimento alla Sovrintendenza delle Belle Arti delle Marche, che mai sollecitata (in Comune non esiste documento che lo possa provare) avrebbe dato, un fantomatico parere negativo: non si capisce a cosa si sarebbe opposto l’ente dal momento che l’Amministrazione Comunale non ha mai inteso presentare un progetto di adeguamento sismico da far valutare alla Sovrintendenza - aggiungono Massi, Aloisi e Montemarani -. Ci interessa ribadire ancora una volta come siamo orgogliosi di esserci opposti in tutto e per tutto a questa scelta, non per nostalgia, ma per le motivazioni addotte e per le modalità poco trasparenti di azione dell’amministrazione. Ricordiamo alla cittadinanza che per la delocalizzazione della Scuola sono state individuate delle aree senza alcuna evidenza pubblica o manifestazione di interesse, avendo scelto direttamente con delibera di Giunta un’area dedicata ad un piano residenziale e stabilendo un prezzo a nostro avviso eccessivo a carico della collettività (circa 3 milioni di euro)". 

"Inoltre, ad oggi, ci viene negato di poter consultare qualsiasi progetto della nuova scuola che dovrebbe ospitare praticamente ciò che era della Scuola Bezzi nell’area delle Ex Pie Venerini, così come viene tenuto nel cassetto il progetto della nuova Scuola Don Bosco e negata la conoscenza dell’idea che avrebbe il Sindaco Pezzanesi per il recupero della struttura storica di tale Scuola, che rischia di divenire un ulteriore “cadavere” abbandonato nel centro storico, unendosi all’Ex Liceo, alla Ragioneria, all’Ex Inps - pungono i membri di 'Tolentino Popolare' -. Cose per noi inaccettabili che ci fanno dubitare fortemente dell’operato dell’amministrazione e sorprendere della assoluta cecità politica degli assessori e dei consiglieri di maggioranza rispetto ai preziosismi e agli atteggiamenti arroganti del Sindaco e della Vice Sindaco, che si sentono padre e madre padroni del destino della nostra città, senza sentire la necessità di condividere alcunchè con i cittadini e le cittadine dimenticando di esserne al servizio, riempiendo loro di parole vuote, ma piene di populismo ed ipocrisia".

"Infine un appunto sul PSR (programma straordinario per la ricostruzione) che riguarda essenzialmente il centro storico; a nostro parere il tutto si può sintetizzare con un 'tanto rumore per nulla'. Un programma scontato, poco condiviso con i cittadini, se non un lunedì pomeriggio alla presenza di 20 persone, di cui 10 amministratori della maggioranza, senza alcuna idea per il centro storico del futuro, infarcito di manutenzioni straordinarie, senza definire alcuna strategia di recupero serio delle aree più storiche come il Fondaccio o Montecavallo, senza definire realmente cosa fare con la struttura dell’Ex Liceo e praticamente finalizzato, in contraddizione, alla delocalizzazione delle Scuole elementari e medie dal Centro Storico alla periferia. Insomma, ne diamo un giudizio completamente negativo, che ci impone di dover ancora una volta ribadire la nostra completa lontananza dai modi fare della Giunta e della maggioranza e dalla sua arrogante, sconclusionata e frammentaria visione della città" specificano i membri di "Tolentino Popolare".

"A questo punto, in vista delle prossime elezioni, non possiamo che essere alternativi a tutto questo, adoperandoci per un progetto civico, ma dialogante con tutte le forze politiche che lo vorranno, per correggere i numerosi errori di questa amministrazione e operare la necessaria discontinuità con il programma di ricostruzione e sviluppo messo in atto dalla Giunta Pezzanesi" concludono Massi, Aloisi e Montemarani.

 

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