Salvini e Le Pen a testa in giù, lo "scivolone" costa caro a Mangialardi: sarà presto sostituito
In seguito al clamore suscitato dalla ’storia’ Instagram che ritrae Salvini e la Le Pen in testa in giù pubblicata dal capogruppo Pd nel Consiglio regionale delle Marche, Maurizio Mangialardi, alla vigilia del 25 aprile, sono arrivate polemiche e condanne da tutto il fronte del centrodestra, anche attraverso la presa di posizione dei leader nazionali.
Un’uscita che ha provocato una bufera nel giorno della Liberazione e che rischia di costare la sostituzione anticipata di Mangialardi. Ieri, durante la seduta del consiglio regionale in cui il capogruppo ha sostenuto come il suo gesto volesse soltanto simboleggiare la sconfitta delle destre, non richiamare i fatti di Piazzale Loreto.
È arrivata, in ogni caso, la condanna del centrodestra regionale che, poco convinto delle motivazioni addotte, ha approvato la mozione Mangialardi, a maggioranza, con 16 voti favorevoli. Meno dure le critiche da parte dei dem che hanno anche preso le difese del compagno di partito in aula parlando di un “scivolone”.
Un gesto quello dell'ex sindaco di Senigallia, sostanzialmente avallato dal Pd, ma che potrebbe costare il "ritiro anticipato" di Mangialardi: stando a quanto trapela, si stava già discutendo da tempo di sostituire Mangialardi con la consigliera ed ex assessora Manuela Bora. Nomina che sarebbe dovuta arrivare a metà legislatura ma che potrebbe essere anticipata in seguito agli ultimi avvenimenti. L'ultima parola spetta al commissario regionale Alberto Losacco.
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