Rientro a scuola degli insegnanti 'no vax': "Pagati per non lavorare, decreto senza logica"
“La non vaccinazione non è né un illecito penale né disciplinare, quindi non ha alcun motivo il demansionamento degli insegnanti”. A sostenerlo è l’onorevole Mirella Emiliozzi, critica sul decreto legge che dispone il rientro a lavoro delle persone non vaccinate. Per gli insegnanti si prevede che dal primo aprile possano tornare a scuola ma non per insegnare. Potranno essere adibite ad altre mansioni. Un demansionamento dunque.
“I docenti che non si sono sottoposti alla vaccinazione per Covid-19 sono dell’ordine di qualche migliaio e non necessariamente si tratta di No Vax. Per sostituirli, abbiamo dovuto assumere altro personale che ci costa 30 milioni di euro. È assurdo pagare il doppio per lo stesso servizio. I dati attuali sembrano dimostrare che non esista alcun presupposto sanitario tale da giustificare la proroga dello stato di emergenza e infatti dal primo aprile ritorneremo gradualmente alla normalità, e aggiungo che anche la gradualità è ingiustificata e ci svantaggia: la maggioranza degli altri Stati sono tornati alla piena normalità".
"Tenere fuori dalle aule gli insegnanti rappresenta, a mio avviso, una misura emergenziale e se proprio si vuole adottare la massima cautela, è sufficiente mantenere le mascherine. I nostri diritti sono stati limitati sin troppo e non è ammissibile continuare a condizionare i lavoratori, in questo caso gli insegnanti. Se possono entrare a scuola e ricominciare a fare una vita normale con il Green Pass base - conclude - perché non possono tornare a fare la loro professione? Ma non c’è alcuna logica e nessuna giustificazione sanitaria in questa scelta”.
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