Bruno Prugni capogruppo del Partito Democratico di Tolentino interviene sulla questione del libro "sospetto" adottato nella classe terza della scuola primaria dell'Istituto Comprensivo Don Bosco.
"Qualche giorno fa un genitore preoccupato delle sorti del figlio, dopo aver letto frasi pericolose (a suo dire!) su di un libro scolastico, si reca dal partito della Lega Nord non si sa bene per chiedere cosa. A questo punto la Lega, anziché indirizzare saggiamente il genitore nella sede competente, cioè la Scuola, inizia la sua propaganda. Si è detto che l’unico intento era avere un chiarimento. Ma per quale motivo un partito si sente autorizzato a chiedere chiarimenti ad un Istituto Scolastico? O la Lega Nord voleva visibilità, e l’ha avuta pessima, o non ha compreso quale sia il ruolo della politica. Mi sfugge anche il motivo per cui un genitore, preoccupato per lo sviluppo educativo del proprio figlio, cerchi “conforto” in un partito politico, anziché rivolgersi, come ritengo opportuno, alla Scuola del proprio figlio. Che anche il genitore faccia politica? Ma la domanda delle domande è la seguente: cari amici della Lega Nord, ma cos’è questa “Teoria Gender” di cui parlate? Nessuno ha mai avuto un’esperienza diretta, ma sempre per sentito dire. Su questo si deve fare chiarezza. La “Teoria Gender” non esiste. Esistono ricerche, indagini, studi, chiamati “studi di genere”, che poi è una traduzione dall’inglese, sui significati socio-culturali della sessualità e dell’appartenenza ad un genere rispetto ad un altro. Questi studi non hanno mai prodotto una teoria. Se non bastassero le parole chiare del Ministro dell’Istruzione Giannini ("Chi continua a parlare di “Teoria Gender” compie una truffa culturale … Ci tuteleremo con gli strumenti adeguati"), vorrei ribadire che nessun POF (Piano dell’Offerta Formativa) d’Italia, tantomeno di Tolentino, prevede questo tipo di insegnamento. Guardando la pagina del libro in questione io mi chiedo se sia davvero così preoccupante domandarsi come sarebbe mettersi nei panni dell’altro, perché è solo di questo che a mio avviso si parla. Nessuna nefasta teoria si cela in queste poche righe. Così come è giustissimo riconoscere il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, è altrettanto legittimo restituire alla Scuola e agli Insegnanti il loro importante ruolo di formatori. Le parole che usano gli Insegnanti e che ritroviamo nella Legge “Buona Scuola” sono tolleranza, rispetto, diritti, inclusione delle diversità, conoscenza, consapevolezza, superamento delle diversità, delle diffidenze, delle intolleranze, delle discriminazioni e prevenzione della violenza di ogni genere. Si comprende quanto il compito sia arduo al giorno d’oggi, soprattutto quando continua ad imperversare l’ignoranza, intesa come non conoscenza, alimentata da qualche gruppo politico disposto a tutto pur di avere un po’ di visibilità. La vicenda lascia l’amaro in bocca. Questo è il livello della politica locale, questo è quello che passa la destra che governa la città".
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